Mentre la
terza generazione della Audi TT sta facendo passerella al Salone di Ginevra, la sua
antenata sta per compiere vent’anni. Era infatti il
1995 quando Audi, al Salone di Francoforte, presentò la concept car di una coupé sportiva compatta, inizialmente osteggiata dal management di Ingolstadt ma fortemente voluta e appoggiata da
Ferdinand Piech.
Ed essendo ben nota l’influenza di Piech all’interno del Gruppo tedesco, passaro tre anni e quella c
oncept, senza alcun mutamento o quasi delle sue avveniristiche forme, entrò in produzione. Fu proprio il suo
design, firmato
Peter Schreyer (attuale capo del design di
Hyundai-Kia), a decretarne un
successo immediato.
La prima generazione di TT fondeva infatti elementi stilistici presi dal passato (citazioni alle Auto Union da corsa, ma anche dell’arte Bauhaus anni Venti) a una modernità assoluta per via delle sue forme che esaltavano il dinamismo, primi fra tutti gli enormi passaruota per rimarcare l’importanza delle ruote. A livello tecnico la TT prendeva le mosse dal
pianale che il Gruppo VW impiegava già per
Audi A3, VW Golf, Seat Toledo e Skoda Octavia, sebbene il
passo fosse stato
accorciato di parecchi centimetri per favorire
l’handling (da 251 a 242 centimetri) e tutto il comparto sospensivo fosse differente per geometrie, elastocinematica, tarature di molle, ammortizzatori e barre antirollio.
All’epoca della nostra prova su strada, infatti, avevamo
elogiato particolarmente proprio l’agilità della TT in mezzo alle curve, con un avantreno dal mordente notevole e un retrotreno piuttosto “libero” di allargare la traiettoria ad ogni rilascio del gas per favorire gli inserimenti. Era l’inizio del 1999 e sul finire di quell’anno, però, proprio questa notevole reattività dell’assetto creò qualche noia ad Audi.
A seguito di alcuni incidenti stradali, imputati proprio ai sovrasterzi che potevano manifestarsi alle alte velocità, la Casa fu costretta ad effettuare un richiamo generale per porre rimedio al problema: modifiche alle sospensioni (di fatto l’hanno resa più sottosterzante),
alle barre antirollio e applicazione di un’ala posteriore e del controllo di stabilità ESP, tutte dotazioni che le TT dalla fine del 1999 in poi adottavano standard.
Nella fattispecie dell’esemplare provato, la 1.8 T da 180 cv, quel propulsore s
ovralimentato e con testata a cinque valvole per cilindro era già allora un assaggio di quel che oggi è la normalità
: grande spinta ai bassi regimi con ritardo di risposta nullo o quasi, la classica erogazione da motore elettrico che però produceva numeri molto interessanti
(223 km/h, 0-100 in 7”34) anche alla luce del peso contenuto, 12 quintali dichiarati a secco e 13 effettivi da noi rilevati col pieno di liquidi, una massa ridotta grazie al largo impiego dell’alluminio. Oggi, la TT prima generazione potrebbe rivelarsi un
ottimo affare sul mercato dell’usato, perché
le quotazioni sono davvero basse (si parte da 3mila euro) anche nel caso della variante superiore con il 1.8 da 225 cv e la trazione quattro.