Maserati, storia in pista: 26B, 250 F e MC 12

Maserati, storia in pista: 26B, 250 F e MC 12
Per celebrare i 100 anni abbiamo scatenato in pista due modelli storici e quello più recente, tutti protagonisti di trionfi

di Redazione

10.12.2014 ( Aggiornata il 10.12.2014 12:29 )

Il nostro appuntamento con la storia, è alle 9.30 all’autodromo di Modena, in una splendida giornata d’autunno. Abbiamo convocato per l’occasione, dopo un mese di preparativi, le tre pietre miliari dell’evoluzione competitiva della Casa del Tridente: la Tipo 26 - B nella fattispecie - prima auto costruita dalle Officine Alfieri Maserati (che vinse al debutto la Targa Florio), la 250F, che vinse il Mondiale di Formula Uno con Fangio nel 1957, e la MC 12 (in versione stradale), che ha vinto ben 6 titoli Mondiali GT1 (dal 2005 al 2010).
Maserati, la storia in pista: 26B, 250 F e MC 12
Ci sentiremo certamente un po’ in soggezione dinanzi a un tale sfoggio di allori (anche se non sono le vetture del nostro servizio ad averli conquistati), ma prima di poterci godere questo incredibile trio, dobbiamo trepidare per più di un’ora, perché le tre dive arrivano alla spicciolata (l’ultima alle 10.30!). Ma quando sentiamo ruggire i motori, capiamo immediatamente che sia valsa la pena di un tale impegno. Tutte le modulazioni di frequenza, dai bassi agli acuti, sono presenti nel coro del dodici, dell’otto e del sei cilindri di queste tre splendide Maserati. Dopo soli due giri immersi in questa sinfonia, però, per un black out della batteria della 250F, sia mo costretti ad un rientro forzato ai box, con le altre due vetture che scalpitano, e si proiettano, poi, in pista per un giro lanciato! Ma vediamo quali sono le caratteristiche e la storia di questi tre miti Maserati.

Maserati, la storia in pista  - la 26 B (1927)

Maserati, la storia in pista - MASERATI 26 B (1927)
Schermata 2014-12-10 alle 07.13.38   Per raccontare la Tipo 26, la prima vettura prodotta dalle Officine Maserati, è doveroso ritornare indietro di 100 anni: 1 dicembre 1914, il ventisettenne Alfieri Maserati fondò la “Società anonima officine Alfieri Maserati”, un laboratorio con soli 5 dipendenti specializzato sulle Isotta Fraschini da competizione. Alfieri, oltre alle esperienze nel campo meccanico automobilistico, diventò anche pilota, per la Diatto, una fabbrica d‘auto per la quale, tra l’altro, progettò un motore 2 litri da gara. Un curioso episodio, che gli provocò la squalifica per 5 anni dalle competizioni (si scoprì che aveva sostituito il motore da 2 litri della sua Diatto con uno di 3000 cm3!), fu, forse, il segno del destino che portò alla nascita della prima Maserati. Alfieri, infatti, si poté dedicare per più tempo alla sua azienda, e, quando la Diatto chiuse i battenti nel 1926, fu libero di utilizzare il progetto del suo propulsore 8 cilindri. Grazie all’aiuto del marchese Diego De Sterlich, acquistò una decina di telai non utilizzati della Diatto G.P. 8C, che impiegò per creare la Tipo 26, con un motore da 1,5 litri con compressore Roots, che poi divenne un 2 litri (1980 cm3) nel 1927, sul modello 26 B del servizio. Questa evoluzione, fu necessaria per adeguarsi ai nuovi regolamenti agonistici. La potenza del motore con doppio albero a camme in testa, era di 145 cv a 6800 giri, per una velocità di oltre 200 km/h. La vettura, molto avanzata per l’epoca in cui fu costruita, montava vari particolari in electron (una delle prime leghe metalliche prodotte), tra cui la scatola dell’assale posteriore, i freni anteriori e la scatola dello sterzo. Proprio per l’avanzata “tecnologia”, la Tipo 26, e le sue successive evoluzioni, si dimostrò una vettura molto competitiva ed ebbe una lunga carriera agonistica, essendo prodotta in 31 esemplari fino al 1932, che fu anche l’anno della morte del loro creatore.

Maserati, la storia in pista  - la 250 F (1954)

Maserati, la storia in pista -MASERATI 250F (1954)
Schermata 2014-12-10 alle 07.14.11 La storia della 250F (che compie 60 anni), invece, è indissolubilmente legata al nome di Juan Manuel Fangio, che conquistò con lei il titolo di Campione del Mondo piloti di F1. Nel giorno di Natale (!) del 1953, quando la squadra corse era già in Argentina per preparare il Gran Premio, in fabbrica il reparto corse era in pieno fermento per deliberare il motore della 250F, sulla quale era stato appena montato il nuovo cambio transaxle, e la nuova sospensione posteriore con ponte De Dion. Quando l’auto fu pronta, Guerino Bertocchi - mitico collaudatore Maserati - la portò all’autodromo di Modena (antesignano, solo nel nome, a quello del nostro servizio), e, con una temperatura di 2 gradi, scese in pista. Solo dopo numerosi giri al gelo, si fermò, intirizzito e soddisfatto. Togliendosi il casco e i guanti disse: “Adesso sì che abbiamo una macchina che si possa definire tale!” Il giorno dopo, la vettura fu spedita a Buenos Aires, per partecipare al gran premio. Pur con il timore del caldo afoso (tallone d’Achille per il motore della 250F), che soffocava il circuito nel giorno della gara, Fangio andò in testa e poi la 250F fu baciata dalla fortuna, perché un miracoloso acquazzone fece abbassare la temperatura, così che Fangio riuscì a tagliare il traguardo trionfalmente! Quella splendida vettura, che corse fino al 1957, aveva una carrozzeria in alluminio dalle forme splendidamente affusolate, un motore 6 cilindri in linea di 2493,8 cm3 (la vettura del nostro servizio monta un 12 cilindri, come quello dell’ultima evoluzione della 250F) con una potenza di 240 cv a 7200 giri e la distribuzione a doppio albero a camme in testa. Quest’auto, meravigliosa e vincente, fu l’apice dell’antica storia agonistica della Maserati, e, dopo la vittoria del Campionato del Mondo nel 1957, nonostante a quei tempi fosse già disponibile il nuovo motore a 12 cilindri, dovette soccombere alla crisi economica della Casa del Tridente, che si ritirò dalle corse.

Maserati, la storia in pista  - la MC12 (2004)

Maserati, la storia in pista - MASERATI MC12 (2004)
Schermata 2014-12-10 alle 07.13.58 Il ritorno ufficiale alle competizioni, si dovette attendere per ben 47 anni: la più recente vettura del nostro servizio, infatti, la MC12, fu presentata nel 2004, ed era stata concepita come base per una vera e propria auto da gara, da impegnare nel Campionato FIA GT1. Questa sportiva fu prodotta in soli 50 esemplari stradali, tutti rigorosamente in tinta bianco-blu, e venduta all’esorbitante prezzo di 720.000 euro: noblesse oblige! Non fosse bastata l’esclusività ed il livello prestazionale della MC12 di “serie”, nel 2006, la Maserati mise in commercio una versione “works”, in tiratura limitata di 12 esemplari, denominata MC12 Corsa (755 cv su 1050 kg di peso!), e venduta alle Scuderie private che intendevano partecipare al Campionato Fia GT1, al prezzo di un milione di euro! La stradale aveva prestazioni altisonanti: grazie al suo 12 cilindri a V (5998 cm3) da 630 cv di derivazione Ferrari Enzo, era in grado di raggiungere i 330 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 in soli 3,8 secondi. Il fatto poi che la MC12 fosse praticamente una berlinetta pronto corsa, fece sì che molti fra gli esemplari venduti venissero utilizzati da privati o scuderie, come base per l’elaborazione di vetture con cui competere nella categoria GT1. Il sofisticato sistema sospensivo push rod, il telaio con scocca centrale portante in carbonio e sottotelai anteriore e posteriore in alluminio, sono stati curati, in fase progettuale, da Giampaolo Dallara, che ne ha ottimizzato le doti di rigidità torsionale, e di tenuta. Grazie a questi fenomenali contenuti tecnologici, la MC12 è divenuta la bestia nera di tutti i rivali nelle competizioni GT1, portandosi a casa ben 6 titoli consecutivi in questa categoria! E dopo tutti questi successi del Tridente, la domanda sorge spontanea: dovremo accontentarci dei ricordi, o un giorno, potremo ancora vederlo all’attacco in pista? Testo e fotografie di Francesco Reggiani

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