Le cinque Ferrari dal prezzo più alto mai raggiunto: dalla 275 GTB/4 Spider NART alla 250 GTO, le cifre sono a dir poco impressionanti

Top 5, le Ferrari più costose di sempre battute all'asta

Nel collezionismo automobilistico, il nome più ricorrente è sicuramente quello di <a href="https://www.auto.it/marche/ferrari/modelli">Ferrari</a>. Un marchio conosciuto in tutto il mondo che fa rima con stile italiano, ma anche con cifre proibitive, sopratutto su modelli iconici e d'epoca. Il "culto" del Cavallino Rampante non è mai stato così fervido come negli ultimi tempi, con livelli e quotazioni mai visti prima. Praticamente ogni anno, infatti, fa scalpore la vendita di un modello in grado di battere il record del precedente (sebbene vi siano determinati esemplari che, imperterriti, continuano a popolare le più importanti case d’asta di tutto il mondo). La Casa di Maranello sembra quasi aver lavorato, nel decennio tra la fine degli anni ’50 e la fine degli anni ’60, con il preciso scopo di produrre opere senza tempo, in grado di fare scuola ancora oggi: linee smussate, inequivocabilmente belle e proporzionate. Lo stile di base, ripreso un po’ su tutti i modelli dell’epoca, è quello più apprezzato anche sulle sportive attuali: cofano lungo, per ospitare il grande motore a dodici cilindri e l’abitacolo, con la trazione, rigorosamente posteriore. Questa tecnica ha permesso di generare forme incredibilmente aggraziate, eleganti e sportive al tempo stesso, sopravvissute fino ai giorni nostri, dando vita a quelle che più comunemente chiamiamo GT ad alte prestazioni (Ferrari 812 Superfast, Aston Martin DB11, DBS, Maserati GranTurismo, ecc). In questa nuova Top 5 abbiamo stilato la classifica dei modelli Ferrari più costosi venduti all'asta: i prezzi sono da capogiro.

<h2>Ferrari 275 GTB/4 Spider NART (1967) – 24.700.000 euro </h2>



Apriamo con la splendida 275 GTB/4 Spider NART. Presentata nel 1964 al Salone dell’Auto di Parigi, stupì fin da subito per la sua linea incredibilmente omogenea ed elegante, da tipica berlinetta (da qui la “B” nel nome). Era la degna erede della celebre 250 GTO, auto che negli ultimi hanno ha letteralmente calamitato l’attenzione di qualsiasi collezionista. Esisteva anche la versione GTS, quindi spider, con fari non carenati e altre particolarità. Su commissione della N.A.R.T. (North American Racing Team) di Luigi Chinetti vennero costruite, tra il 1966 e il 1967, dieci vetture in versione spider ma con carrozzeria identica alla berlinetta GTB/4, salvo ovviamente per quanto riguardava il tettuccio in tela: le 275 GTB/4 Spider N.A.R.T. Nove esemplari attraversarono l’Atlantico e solo una rimase in Europa. Di quelle che andarono oltre oceano, <a href="https://www.auto.it/foto/attualita/2023/04/18-6286151/la_splendida_ferrari_275_gtb_4_di_steve_mcqueen">una finì nelle mani di Steve McQueen</a> e un’altra fu destinata a Eddie Smith. Proprio quell’esemplare, con telaio 10709, nel 2013 fu messo all’asta – condotta da RM Sotheby's Auction, a Pebble Beach – per volere di Smith e diventò l’auto d’epoca più costosa mai venduta fino a quel momento, con una cifra finale di ben 24,7 milioni di euro.

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<h2>Ferrari 290 MM Scaglietti Spyder (1956) – 25.900.000 euro</h2>

 

Un’auto da corsa nata con un semplice obiettivo: riprendersi la vittoria nella Mille Miglia per la categoria Sport. Da qui la sigla MM nel nome, specificamente voluta da Enzo Ferrari in persona, la cui carrozzeria fu commissionata a Scaglietti. Dopo gli scarsi risultati raggiunti nel 1955, anno in cui vinse <a href="https://www.auto.it/news/news/2019/05/15-2128432/mercedes_300_slr_la_sua_storia">Mercedes con la celebre 300 SLR</a> guidata da Stirling Moss, il "Drake" volle ritornare al celebre 3,5 V12 a carter secco, progettato da nomi illustri come Colombo e Lampredi. Fu però rivisto secondo le logiche di ex ingegneri Lancia, giunti dalla F1, come Jano, Bellentani e Fraschetti. Riuscì così ad erogare circa 320 cv a 7.200 giri, cifre incredibili per l’epoca, potendo anche vantare una velocità massima di ben 280 km/h, con soli 880 kg di peso. Proprio l’esemplare che vinse il campionato nel 1959, guidato da Fangio e Castellotti, fu messo all’asta di Los Angeles da Sotheby’s nel dicembre 2018, riuscendo a raggiungere una cifra incredibile: quasi 26 milioni di euro.

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<h2> Ferrari 412 P Berlinetta (1967) – 28.399.612 euro </h2>



La <a href="https://www.auto.it/news/speciali/epoca/2023/07/27-6555173/ferrari_412_p_fascino_da_pista_dal_valore_milionario">Ferrari 412 P</a> (chiamata anche P3/4) è uno dei modelli che più rappresentò la storia delle gare endurance per il marchio del cavallino. Si tratta di una derivazione della celebre 330 P3, auto da corsa che, per poco, fu battuta dalla Ford GT40 nel campionato del 1966. L’anno successivo, Ferrari decise di cedere alcune P3, con telaio 0844 e 0848 ad alcune scuderie private, che modificarono la linea e la carrozzeria della vettura, rinominandole 412 P, vetture che presero parte a 7 delle 14 gare previste per quell’anno. Vinse però in alcuni contesti, tra cui la 200 chilometri di Norimberga, del Solituderennen e del Gran Premio di Svezia, prima di iniziare la “carriera” come oggetto da collezione. Ci vollero oltre nove anni per restaurare completamente uno dei cinque esemplari inizialmente concepiti, ma riuscì comunque a mantenere l’omologazione stradale. È stata battuta all’asta proprio nell’estate del 2023 alla celebre Monterey Car Week, da Bonhams, per una cifra di ben 28,4 milioni di euro.

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<h2>Ferrari 335 S Scaglietti (1957) – 33.510.697 euro</h2>



Esordì alle Mille Miglia del 1957 con un secondo posto, e fu fondamentale per il raggiungimento del titolo costruttori di quell’anno della <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2023/11/16-6854528/buon_compleanno_ferrari_il_16_novembre_1929_nasceva_la_scuderia">Scuderia Ferrari</a>. Non fu, in verità, protagonista di vittorie particolarmente impattanti, se non quella conseguita a Cuba nel 1958, condotta al traguardo nientemeno che da Stirling Moss. Guidata anche da Peter Collins e Phil Hill, destò però scalpore per l’incredibile design e per la linea filante, assicurata dalla maestria di Scaglietti. Furono costruiti solamente quattro esemplari, destinati tutti al mercato americano a seguito della riduzione della cilindrata massima consentita a 3,0 litri. Presero così parte alle gare sul suolo del nord America, regione nel quale sono rimaste sino ai giorni nostri. L’esemplare con telaio 0674 è stato battuto all’asta a Parigi nel 2014 per la bellezza di 33,5 milioni di euro. Si tratta però di un modello molto particolare, trasformato sul finire del 1957 da 315 S a 335 S, grazie ad alcune modifiche a telaio, meccanica e sospensioni, introducendo il rinnovato V12 da 4,1 litri, con quasi 400 cv e una velocità massima di 300 km/h. La 335 S è anche famosa per il tragico incidente, sempre alla Mille Miglia del ’57, in cui un altro esemplare investì diverse persone del pubblico a seguito dell’esplosione di uno pneumatico. Non lasciò scampo al pilota Alfonso de Portago.

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<h2>Ferrari 250 GTO (1962) – 48.300.000 euro</h2>



E si conclude con quella che, inevitabilmente, è la Rossa più amata e costosa di tutti i tempi. La regina indiscussa di questa classifica è la Ferrari 250 GTO, un nome iconico nonché un modello immediatamente riconoscibile anche dai meno esperti. Diversi i modelli e gli esemplari battuti all’asta negli ultimi dieci anni, alternando versioni, configurazioni e edizioni particolari. L’ultimo modello è stato venduto a inizio novembre 2023, alla bellezza di oltre 51 milioni di dollari, ovvero quasi 48.3 milioni di euro. Si tratta di una “Tipo 1962”, plasmata dalla maestria di Scaglietti e del neo assunto ingegnere Forghieri (al posto di <a href="https://www.auto.it/foto/attualita/2023/05/15-6366946/giotto_bizzarrini_tutte_le_creazioni_dell_ingegnere_italiano">Giotto </a><a href="https://www.auto.it/foto/attualita/2023/05/15-6366946/giotto_bizzarrini_tutte_le_creazioni_dell_ingegnere_italiano">Bizzarrini</a>, appena licenziato da Enzo Ferrari). Nata per volere dello stesso Enzo agli inizi del 1960, aveva l’obiettivo di consolidare il primato Ferrari anche con il nuovo regolamento che imponeva l’impiego di motori 3 litri, competendo con la celebre Jaguar E-Type. Il rivisto 3.0 V12 da 300 cv portava la firma dell’ingegner Colombo, e furono costruiti solamente 36 esemplari: la FIA aveva imposto un limite di 100 omologazioni stradali per ottenere l’iscrizione al campionato e Ferrari trovò un rocambolesco escamotage, utilizzando numeri non sequenziali, per simulare il raggiungimento di tale soglia. Altri 3 telai - per un totale di 39 unità - furono invece equipaggiati con il più voluminoso 4.0 V12 (chiamata anche 330 GTO). Il telaio 3765 di questo modello è uno dei pochi ancora esistenti realmente utilizzati dalla Squadra Corse di Maranello, accrescendo ulteriormente il valore rispetto ad altre versioni precedentemente vendute. Si tratta infatti di uno di quei tre modelli che, inizialmente, furono equipaggiati con il 4.0 da corsa, successivamente sostituito con il più compatto ed efficiente 3.0. L’auto fu inviata negli Stati Uniti sul finire del 1963 e nel 1985 finì nelle mani dell’ultimo proprietario, responsabile del restauro completo in vista dell’asta che si è proprio tenuta sul finire del 2023. A titolo informativo, ricordiamo come la 250 GTO sia riuscita a raggiungere anche cifre più alte, ma in trattative tra privati: l’esemplare con telaio 4153 GT fu venduto nel 2018 per oltre 60 milioni di euro ad un altro collezionista statunitense, la cui identità rimane ancora misteriosa.

Il prototipo disegnato da Pininfarina, protagonista nel Mondiale Marche con i team privati, verrà venduto per un prezzo stimato di circa 35 milioni di euro. Carrozzeria e livrea originale, questo esemplare arrivò terzo alla 1.000 km belga

Ferrari 412 P del 1967, da Spa all'asta milionaria

Durante l’ultima asta di RM Sotheby’s tenutasi a New York è stata venduta alla cifra record di 51,7 milioni di dollari (quasi 48,3 milioni di euro) una speciale Ferrari 250 GTO del 1962, l’unica Tipo 1962 a essere stata utilizzata in gara dalla Scuderia. 

Ferrari 250 GTO del 1962

Le cinque Ferrari dal prezzo più alto mai raggiunto: dalla 275 GTB/4 Spider NART alla 250 GTO, le cifre sono a dir poco impressionanti