Waymo, ecco la guida autonoma targata Google

Waymo, ecco la guida autonoma targata Google

Non è una nuova Casa automobilistica ma un fornitore di hardware e software che darà in licenza la sua tecnologia ai carmaker e alle compagnie dei trasporti. 

di Alessandro Vai

14.12.2016 00:09

Dopo Apple anche Google è uscita allo scoperto, ufficializzando il proprio impegno nella guida autonoma. Non che “Big G” abbia mai fatto mistero del suo impegno nelle driverless car, visto che i primi prototipi su base Lexus circolano dal 2009, ma ora esiste una nuova società che si occupa solo di quello. Il suo nome è Waymo, è controllata da Alphabet – società madre di tutti i brand Google – e diretta dall'amministratore delegato John Krafcik, ex manager Hyundai che dal 2015 era alla guida del progetto Google X. 
Waymo, ecco la guida autonoma targata Google

Waymo, ecco la guida autonoma targata Google

Big G ha deciso di creare una società autonoma che fornirà hardware e software per le driverless car, rinunciando a produrre automobili per conto proprio.

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Proprio Krafcik ha definito Waymo come un “nuovo modo di guardare alla mobilità” con l’obiettivo di avere nei prossimi anni una tecnologia che consenta alle vetture di circolare senza conducente, per applicarla al car sharing, ai trasporti pubblici, ai camion, alle auto private. Waymo, sia ben chiaro, non sarà una nuova Casa automobilistica ma un fornitore di hardware e software che darà in licenza la sua tecnologia ai carmaker e alle compagnie dei trasporti. 
Waymo, ecco la guida autonoma targata Google

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Big G ha deciso di creare una società autonoma che fornirà hardware e software per le driverless car, rinunciando a produrre automobili per conto proprio.

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A questo proposito, bisogna ricordare che dallo scorso maggio è già attivo il primo accordo con FCA per la realizzazione di cento Chrysler Pacifica a guida autonoma che potrebbero anche diventare la prima flotta si taxi marchiata Waymo. Su queste auto verrà riversata tutta l’esperienza accumulata sin dal 2009, quando nel laboratorio “X” gestito dal co-fondatore della compagnia Sergey Brin, venivano messi a punti i primi prototipi e che ha portato a sommare un’esperienza di oltre 4 milioni di chilometri. 

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