Audi R8 4.2 FSI

In primo luogo un design oggettivamente strepitoso, che miscela aspetti hi-tech, tocchi di eleganza ed elementi sportiveggianti con un equilibrio senza pari: i fari anteriori sono la summa di tutto. Poi c’è l’abitacolo, anch’esso caratterizzato da uno stile moderno e originale, ma soprattutto da una qualità d’insieme elevatissima. Ma è su strada che la R8 ti dà il colpo di grazia e ti conquista. Perché è una di quelle sportive che ti senti in mano subito e con la quale riesci a cambiare passo con una scioltezza incredibile. Vuoi andare a spasso? Non c’è problema: il V8 4.2 FSI è docile ai bassi regimi, le sospensioni copiano ogni imperfezione come fossero quelle di una A6 e la visibilità, nonostante le forme ardite, è ottima in ogni direzione. E quando ti viene il “voglino”, inizia il bello: a 4500 giri parte il risucchio d’aspirazione del V8, il quale cambia voce di pari passo con la spinta dei 420 cavalli, che iniziano a farsi sentire come si deve.

Non è la prima a proporlo, ma il propulsore in vetrina fa sempre un bell’effetto.

Lo sterzo assume una precisione chirurgica per farti avvertire ogni venatura dell’asfalto e l’assetto resta piatto e preciso, sempre. E la trazione integrale con giunto viscoso della Gallardo, cui piacciono più le ruote dietro che quelle davanti, riesce a regalarti il vero piacere della trazione posteriore, mai visto su un’Audi. Ma la cosa più bella è che anche spingendo forte non sei mai in apprensione. Ecco cosa ci piace della R8: vai forte, ti diverti, ma senza ansia e troppo impegno, grazie a una facilità e una precisione di guida eccezionali. C’è da precisare, tra l’altro, che il fatto che la R8 non impegni alla guida non significa che non sia efficace. Nel nostro consueto “hot lap” sul tracciato di handling a Balocco, la sportiva di Ingolstadt si è piazzata all’ottavo posto assoluto (con 2’52”78), a circa un secondo di distanza dalla Porsche 911 Turbo da 480 cavalli e trazione 4x4. Poi non le mancano nemmeno le doti velocistiche. Nonostante non abbia sfondato il muro dei 300 km/h come promesso, e anzi si sia fermata piuttosto prima (284,2 km/h) per via di una sesta lunga, la R8 viene proiettata dal V8 4.2 FSI ad andature aeronautiche in tempi molto ristretti. Come testimoniano i 4”49 necessari per lo 0-100 e i 23”07 per passare il cartello del km. A dimostrazione che l’otto cilindri da 420 cavalli di derivazione RS4 (ma con carter secco e aspirazione modificata) è un motore azzeccato per questa sportiva. Meriterebbe, semmai, un poco più di spinta ai bassi regimi, peculiarità questa dei sei cilindri boxer made in Porsche.

Sfida la Porsche

Una bella gara, insomma, proprio prendendo ad esempio la sportiva più versatile per eccellenza, la “noveundici”. Dovesse venirvi in mente la Porsche, mentre meditate sulla R8, sappiate che la filosofia è dunque più o meno la stessa. Grande piacere di guida, notevoli prestazioni ma una fruibilità quotidiana da macchina normale. Magari alla R8 mancano i due sedilini posteriori che possono tornare utili ogni tanto. Ma in più rispetto alla Porsche, l’Audi offre una maggior intuitività e facilità nella guida più sportiva. Dipende poi di quale Porsche parliamo. Perché infatti la R8 si piazza a metà strada fra una Carrera S e la Turbo anche sul fronte economico. Se il listino della sportiva Audi parte da 106.300 euro, circa 12mila più di una 3.8 S, dando libero sfogo al portafogli e ai propri desideri si può tranquillamente arrivare a quota 140mila, come una 911 Turbo. La R8 che vedete qui ha installati pacchetti di rivestimento in fibra di carbonio per 8.000 euro, una cifra con cui potreste comprare una Panda! Ma queste sono scelte per le quali avrete tutto il tempo per pensarci. Le Audi R8 destinate all’Italia, quest’anno, sono soltanto 200 e la produzione giornaliera è di 20 pezzi al giorno. Se la ordinate oggi, la prossima primavera forse l’avrete...