Jaguar XF 4.2 SV8 automatica

La Jaguar ha puntato forte sullo stile, insomma, anche a costo di scendere a più di un compromesso quanto a funzionalità. A cominciare da accessibilità e abitabilità posteriori, che sarebbe lecito attendersi ben più generose da una vettura che sfiora i cinque metri di lunghezza. E invece, già l’accesso è piuttosto critico: l’estremità della porta posteriore “chiude” a una distanza di 30 cm buoni dalla maniglia, tanto che per prender posto occorre quasi girarle attorno. Dopo di che, il profilo spiovente del padiglione obbliga chi ha statura appena sopra la media a piegarsi non poco, per raggiungere un divano dove oltretutto lo spazio non abbonda. Soprattutto per l’eventuale quinto passeggero, che deve fare i conti con il notevole ingombro del tunnel di trasmissione. Per contro, occorre riconoscere che fra le tante tradizioni cui hanno deciso di dare un taglio, c’è anche quella che vedeva le vetture inglesi puntualmente in difetto nella capacità di carico. Complice la coda alta e lo sbalzo relativamente lungo, la XF ha invece un bel bagagliaio (500 litri il volume, in linea con quello delle rivali tedesche), anche se il profilo arrotondato del portello vincola un poco l’accesso.
I segni del cambiamento sono ancor più marcati all’interno: vero che c’è tanto legno, nel rispetto della tradizione del marchio, ma la battaglia con l’alluminio è aperta. E in ogni caso è cambiata l’impronta generale: la plancia conserva sì il pannello centrale quasi verticale, spostato però molto più in basso. E poi, tutto quel che c’è intorno vuol trasmettere sensazioni di modernità, vedi l’inedito selettore rotante per il comando del cambio automatico che rimpiazza la classica griglia “J-gate”. L’ambiente comunque è ricco e ben rifinito, soprattutto sulla versione di punta SV8 che dispone di un allestimento tutto suo, in abbinamento alla meccanica specifica basata sul noto V8 4200 con compressore meccanico da 416 cv. Un allestimento che non fa mancare praticamente nulla e che, per contro, porta il prezzo su quotazioni ben diverse da quelle delle altre versioni: quasi 85mila euro a fronte dei 51mila delle versioni d’attacco.