Renault Twingo RS

Renault Twingo RS

di Redazione

27.11.2008 ( Aggiornata il 27.11.2008 15:46 )

Prestazioni

Sportiva coi fiocchi, la Twingo RS a prima vista non lascia trasparire granché del suo potenziale, se non attraverso l’assetto largo e ribassato, specie in presenza del pacchetto Telaio Cup. Lo stesso design non induce particolare soggezione. Nel traffico il pur dotato 1600 16V da 133 cavalli ronza docile, rotondo e sornione senza sonorità o reazioni da motore di razza. Basta però alzare il ritmo per vedere la RS trasformarsi da anatroccolo in cigno. Ogni componente rivela un’anima assolutamente corsaiola e la vettura acquista un dinamismo assolutamente convincente. Lo stesso motore, pur aspirato e tradizionale, tira fuori una voce e una grinta all’altezza della situazione. Fino ai regimi intermedi risulta elastico e rotondo, ma negli ultimi 1000 giri cambia tonalità, diviene più cupo e aggressivo e sfoggia il suo vero carattere. Cambia anche l’erogazione, con una progressione che verso il fondoscala si fa nettamente più franca e corposa. Per cambiare al momento giusto basta l’orecchio, ma la spia verde di avviso nel contagiri torna comunque utile. Sfruttato a fondo, il 1.6 francese assicura un’accelerazione decisa senza esitazioni, come confermato dai riscontri cronometrici: da 0 a 100 km/h in 8”46, 1000 metri da fermo solo di un soffio sotto i 30”, con una velocità di uscita di 170 km/h. Prestazioni solo di poco inferiori a quelle della Abarth 500, che vanta più coppia e una maggior spinta ai bassi e medi regimi in virtù della sovralimentazione. Ma non è certamente nello scatto al semaforo che la più pepata delle Twingo offre il meglio di sé.

Bastano due curve e scatta il colpo di fulmine

A esaltarla sono soprattutto i percorsi con curve in quantità. Dove sa essere aggressiva ma al tempo stesso equilibrata. Le carreggiate larghe, l’assetto rigido e una combinazione di sospensioni che garantisce sempre una notevole motricità mettono a disposizione tutto quel che serve per viaggiare a ritmi elevatissimi. Il notevole appoggio in curva e la rapidità nei cambi di direzione fanno sì che la RS nel misto stretto quasi tolga il fiato, mettendo alla frusta riflessi e precisione anche di un guidatore esperto. Ovviamente bisogna fare attenzione al contagiri, poiché per ottenere il meglio il motore va tenuto almeno sopra i 5000 giri. Un’operazione che con un cambio a sei rapporti probabilmente risulterebbe più agevole, ma che anche con il cinque marce standard non presenta difficoltà, grazie a una rapportatura adeguatamente corta. Peccato che la manovrabilità, rapida e fluida inizialmente, allorché ci si trova a cambiare molto in fretta tenda a manifestare un certa resistenza che impone movimenti particolarmente decisi. La Twingo RS, in ogni caso, è capace di acquistare velocità con buona progressione anche da andature rilassate, come confermano i risultati delle riprese dalle velocità più basse registrati nel corso delle nostre prove. In città non si è comunque costretti a cambiare senza soluzione di continuità, anche se l’indole del motore suggerisce di scalare se ci si vuol garantire la massima agilità nel traffico.

Il millesei si difende bene anche ai regimi mediebassi. Il meglio però lo offre a fondo scala, fra i 6000 e i 7000 giri

La frenata, a sua volta, risulta di notevole qualità e completa un quadro di reale eccellenza. A parte gli spazi di arresto ridottissimi ( con lievi incertezze solo sui fondi ad aderenza differenziata dovute all’assetto rigido), l’impianto combina la potenza di rallentamento e la relativa resistenza allo sforzo con un pedale dalla corsa ridotta e ben modulabile, ideale se si vuol “pestare” senza rinunciare al feeling con la frenata. Convince anche lo sterzo, diretto e presente quanto basta. Grazie anche all’eccellente collaborazione del telaio consente di disegnare traiettorie molto precise. L’ESP, montato di serie, integra il controllo di trazione. Entrambi i sistemi prevedono una taratura sportiva atta a non soffocare sia l’esuberanza in accelerazione della vettura sia i piccoli movimenti di assestamento del telaio. In pratica rendono possibile una guida grintosa e impegnata senza che si debba rinunciare alla protezione assicurata dagli aiuti elettronici. Tuttavia, anche disinserendo questi ultimi i pattinamenti in accelerazione restano molto contenuti, a conferma dell’ottima motricità della vettura, così come la stabilità si mantiene elevata: giusto nelle staccate più violente il retrotreno può manifestare qualche serpeggiamento, specie a gomme fredde. In ogni caso, la tendenza al riallineamento risulta sempre spontanea e progressiva. Sportiva nel DNA, la piccola francese paga inevitabilmente dazio alla voce confort che, come sulle rivali, si attesta a livelli appena discreti. In autostrada e in caso di lunghe percorrenze il rumore finisce col risultare fastidioso, così come l’assetto rigido non assicura il miglior assorbimento delle asperità del terreno. Anche le percorrenze con un litro di verde sono abbastanza modeste. Ad andatura costante intorno ai 130 km/h si sfiorano appena gli 11 km/litro. Un risultato certo non brillante e sensibilmente inferiore a quello delle concorrenti più dirette.

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