Lancia Delta 1.9 Twinturbo Mjt

Lancia Delta 1.9 Twinturbo Mjt

di Redazione

01.06.2009 ( Aggiornata il 01.06.2009 16:18 )

Rilevamenti e Tecnica

I risultati,sulla carta, sono decisamente apprezzabili: il 1.9 Twinturbo da 190 cavalli offre infatti il 25% di potenza e coppia in più rispetto al motore di derivazione con singolo turbo e 150 cavalli, ma al contempo garantisce i medesimi valori di consumo ed emissioni: 149 g/km, con omologazione Euro 5. Merito della cosiddetta tecnologia della sovralimentazione a doppio stadio, che Fiat Powertrain Technologies ha applicato appunto al conosciuto 4 cilindri turbodiesel di 1910 cm3.

L’obiettivo di tale sistema è quello di garantire un’erogazione priva di qualsiasi vuoto, il che significa praticamente aver sempre il motore in coppia. Ciò è reso possibile dall’adozione di due turbine: una piccola e una più grande. La prima, date le contenute dimensioni, ha una bassa inerzia e dunque non è afflitta da ritardi di risposta; la seconda, in quanto grande, può offrire potenza laddove serve di più, leggi agli alti regimi. Lavorando di concerto, ecco che si ottiene questo effetto di motore sempre in coppia. Perché ai regimi più bassi (al di sotto dei 1500 giri) lavora soltanto la turbina più piccola; a quelli intermedi ( fra 1500 e 3000) inizia a lavorare anche quella grande, recomprimendo l’aria da inviare a quella più piccola che ha ancora risorse da offrire; dopo i 3000 giri, invece, lavora unicamente la turbina più grossa, che trovandosi a regimi di lavoro ideali può offrire il meglio di sé. Oltre alla elevata potenza specifica (99,5 cv/litro), questo propulsore è degno di nota anche per quanto concerne la coppia: basti pensare che a soli 1250 giri è disponibile già il 70% del valore massimo, ossia 28,5 kgm a fronte dei 40,8 ottenibili a 2000 giri.

Per il resto, la Delta 1.9 Twinturbo non propone altre differenze rispetto alle versioni che già conosciamo. È basata sul pianale della Fiat Bravo ma allungato di 10 cm nel passo. La piattaforma ospita classiche articolazioni McPherson per l’avantreno ed assale torcente per il retrotreno. Da segnalare poi il supporto dell’elettronica alla guidabilità. Con sistemi come il Torque Transfer Control che simula il lavoro di un differenziale autobloccante, per scaricare a terra la coppia in maniera ottimale. Oppure i sistemi LFT (Linearization Torque Feedback) e DST (Drive Steering Torque) che, applicati allo sterzo elettrico, agiscono sulla servoassistenza per aiutare il guidatore a gestire i sovrasterzi su fondi a bassa aderenza e percepire (almeno in teoria) una sensazione di maggior controllo della vettura.
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