Lamborghini Murcièlago SV: 0-100 in 3"

Prestazioni

Dopo chilometro ci fai l’abitudine al fatto che devi guidare con le braccia e le gambe spostate leggermente verso destra. Anche perché la Murcy SV offre ben altro, per farti dimenticare questo dettaglio. A partire proprio da una seduta che, a parte il disassamento causa il passaruota che penetra in abitacolo, ti fa sentire su un’auto da corsa: il piantone dello sterzo ha una regolazione in profondità così ampia che, facendolo fuoriuscire del tutto, consente di arretrare parecchio col sedile per guidare con le gambe quasi distese e favorire il baricentro, proprio come sulle vetture da competizione. Il corpo è fasciato da un sedile a guscio dalla foggia perfetta e con le cinture a quattro punti puoi legarti stretto quanto vuoi per sopportare le pazzesche sollecitazioni laterali e longitudinali della SuperVeloce. Ben sistemato, realizzi che a pochi centimetri dalla tua nuca c’è un 12 cilindri da 670 cavalli che non aspetta altro che tu lo solletichi un po’.
Entro regimi umani, infatti, al 6.5 di Sant’Agata gli fai soltanto il solletico: se viaggi tranquillo sul passo dei 3/4000 giri, complice anche una rapportatura molto lunga del cambio, la spinta è ben avvertibile ma forse meno di quel che ti aspetteresti. Se non lo stuzzichi, insomma, il V12 risponde educatamente con un’erogazione fluida e regolare. Il problema nasce quando l’ago del contagiri supera la soglia dei cinquemila giri, e quel punto i dodici cilindri mettono da parte l’educazione e ripagano la pesantezza del tuo piede destro con la stessa moneta: alla faccia delle erogazioni progressive ed edulcorate dei motori moderni, superata questa soglia il V12 fa esplodere in un sol colpo tutta la sua cattiveria; il passaggio dell’ago sopra al numero “5” del contagiri corrisponde a un deciso cambio d’umore che non ha eguali nel settore. Da lì sino al taglio del limitatore (8500 giri) ci sono una cattiveria, una grinta e una spinta tale che richiedono una mente assuefatta a tali velocità, per non farsi cogliere impreparati alla prima curva o alla prima frenata.
 Viaggia maledettamente veloce, la SuperVeloce, dunque sia ringraziato l’impianto frenante carboceramico di tanta generosità: a 100 km/h ferma la SV in 32,3 metri e a 160 in meno di 80 metri, oltretutto con una modulabilità molto elevata sia in situazioni limite, sia nell’impiego quotidiano. E sia ringraziata della sua generosità anche l’ala posteriore in fibra di carbonio, che date dimensioni stile snowboard è capace di “caricare” il retrotreno con la dose di chili necessaria per incollare al suolo la Murciélago. Che così è in grado di divorarsi lunghi curvoni a velocità assurde senza scomporsi minimamente e, cosa più importante, senza mai mettere in apprensione il pilota che riceve rassicuranti sensazioni di stabilità, grazie anche a uno sterzo molto comunicativo.
Per godersi pienamente la Murciélago, viene da sé che la pista sia la location ideale; al di fuori dei cordoli la SV è un animale in gabbia, con marce troppo lunghe per essere assaporate senza far danni (in prima sei già a rischio autovelox, 106,8 km/h effettivi) e limiti fisici troppo elevati per essere anche lontanamente avvicinati. Quei limiti sono invece raggiungibili con relativa facilità in pista, grazie a un comportamento tendenzialmente sottosterzante, a un retrotreno ben saldo al suolo e a una motricità notevole che viene meno soltanto andandosi a cercare volutamente un sovrasterzo di potenza. Semmai occorre fare attenzione a percepire qual è il limite, perché una volta superato la perdita d’aderenza è repentina e il recupero diventa difficoltoso. Anche perché il controllo di stabilità non c’è e bisogna fare affidamento soltanto a un Traction Control; che peraltro è troppo invasivo, dunque in pista conviene staccarlo.