Opel Meriva 1.4 Turbo, spazio aperto

Opel Meriva - Prova su strada

di Redazione

13.10.2010 ( Aggiornata il 13.10.2010 16:29 )

Prestazioni

Sarà forse che nei diesel, per colpa del fatto che sono tutti così, turbo non si scrive nemmeno più, a leggere queste cinque magiche lettere sul portellone della Meriva 1.4 a benzina uno si fa la bocca a un temperamento di un certo genere. Sbagliato: la più potente della gamma è una brillante e spigliata monovolume, ma di sportivo non ha proprio nulla. E si fa anche presto a capire perché: alla tonnellata e mezza rilevata alla bilancia mancano solo 24 kg. E contro 1476 kg 140 cavalli non possono fare miracoli. Cionondimeno la Meriva Turbo dà prova di un dinamismo più che sufficiente nella guida di tutti i giorni e all’esame degli strumenti rispetta le promesse del dichiarato specie in accelerazione, coprendo lo 0-100 km/h in 10”38 (10”30 il dato ufficiale) e facendo invece un po’ peggio in velocità massima: 190,8 contro gli attesi 196 km/h. Mancando un riferimento diretto nella categoria — non abbiamo cioè mai provato monovolume a benzina con caratteristiche tecniche equiparabili — prenderemo a prestito una macchina diversissima, la MiTo 1.4 MultiAir, che tuttavia ha un motore paragonabile (1.4 turbo benzina, 135 cavalli) ma 237 kg in meno e una sezione frontale enormemente inferiore: bene, la piccola Alfa fa lo “zero-cento” in 8”48 e viaggia a 202,1 km/h: mutatis mutandis, la Meriva non è dunque messa affatto male. Certo, in ripresa sconta la presenza delle sei marce e nel rapporto superiore ha rilanci un po’ riflessivi (15”14 per passare da 80 a 120 senza scalare) ma in mezzo al traffico si difende egregiamente. Un’agilità cui concorrono un’erogazione lineare del motore, il cui turbo attacca già sotto i 2000 giri e in modo pressoché impercettibile, e un cambio dagli innesti dolci, solo lievemente contrastati e guidati da una leva dall’escursione accettabilmente breve.
Tipicamente monovolume nell’assetto di guida (rialzato a favorire la visibilità, per quanto facilmente adattabile a piloti di tutte le stature grazie al doppio registro del volante e a un’ampia regolazione in altezza del sedile), la Meriva ha anche il tipico comportamento di una vettura dal baricentro un pizzico più alto della media e dalle sospensioni tutte votate al confort. Pur senza generare eccessi di rollio, l’assetto è infatti parecchio morbido e molto libero soprattutto in ritorno: ne trae vantaggio il confort, tanto che la spalla ribassata dei pneumatici da 18” montati sul nostro esemplare di prova difficilmente ha presentato il conto. Semmai sono servite, le gomme extralarge e super ribassate, a garantire appoggi progressivi sul veloce, mentre invece nel misto stretto la tendenza a pompare con l’avantreno e ad alleggerire il posteriore è chiaramente avvertibile, e limita un po’ la voglia di darci dentro. Ma è solo questione di sensazioni: perché anche forzando l’andatura o rilasciando il gas a ruote sterzate i bruschi trasferimenti di carico che ne conseguono sono sempre prontamente recuperati dall’elettronica di assistenza, sollecita (e a volte anche un po’ troppo invasiva) nei suoi interventi. Lo sterzo, leggero in manovra, ha buone doti di sensibilità e prontezza a tutte le andature. E poi frena bene, la Meriva: sulla 140 cv (come pure sulla 1.7 diesel) i dischi autoventilanti anteriori sono più grandi che sulle altre versioni (308 mm di diametro contro 280) e si sente. Come si sente, anche in questo ambito, che le gomme sono extralarge.
Un bel mordente e una buona modulabilità accompagnano le decelerazioni da ogni velocità, e lo stesso responso dei rilevamenti conferma in pieno il feeling positivo con il pedale: meno di 36 metri per fermarsi da 100 all’ora e poco più di 92 da 160 ßsono dati di assoluto rilievo in relazione alla massa. Accennavamo in precedenza al buon filtraggio delle sospensioni, tanto sulle sconnessioni secche quanto sul lungo. Anche l’isolamento dai fruscii aerodinamici appare riuscito, così come non si nota l’insorgenza di rumori parassiti. Parimenti apprezzabile l’incapsulamento degli organi meccanici, come certificano i 70,1 dB misurati in accelerazione piena. Unica nota relativamente dolente di un quadro in gran parte positivo, i consumi. Pur non drammatici e pur degni di numerose attenuanti — prime tra tutte la sezione frontale e il peso — non sono bassi: nell’uso quotidiano si faticano a superare i 10 km/litro, con 10,354 in autostrada, 10,071 in città e neppure 13,5 sulle statali. Considerando che più di 54 litri non si possono imbarcare, il meno che si possa dire è che l’autonomia è modesta.
 

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