Giulietta Quadrifoglio Verde, fiore della passione

Giulietta Quadrifoglio Verde, fiore della passione

di Redazione

29.03.2011 ( Aggiornata il 29.03.2011 16:08 )

Prestazioni

Una volta trovata la corretta posizione di guida — rigorosamente da fermi e a cintura slacciata, altrimenti il frustino non consente di raggiungere il pomello di regolazione schienale —, la mano destra ingrana la prima e il 1750 parte fluido come un diesel, bello corposo già da subito.
Non sembra un turbo, pur se la turbina c’è eccome, per via della quasi totale assenza di ritardo di risposta, che rende dunque l’erogazione piatta e sfruttabile lungo un arco molto esteso. Ma dopo pochi metri l’occhio cade inevitabilmente sul manettino Dna alla sinistra del cambio, e parte subito la tentazione di inserire la modalità Dynamic per vedere che effetto fa sulla più potente delle Giulietta.
La risposta del pedale dell’acceleratore cambia drasticamente, come del resto su tutte le altre Alfa dotate di manettino (MiTo e Giulietta), diventando molto più pronta e tagliente, forse fin troppo per un impiego urbano e tranquillo.
Ma oltre alla risposta del gas, sulla Quadrifoglio Verde è l’intera curva di coppia che si modifica in maniera macroscopica: il picco massimo, oltre a prevedere quasi 4 kgm in più (34,6 in tutto), viene espresso a soli 1900 giri anziché ai 4500 della modalità Normal. In questo modo si dispone così di una spinta supplementare che pare un effetto Kers, e ci si può divertire a impiegarlo durante un sorpasso per non dover scalare un rapporto di troppo.
Con una generosità tale, il 1750 della Giulietta QV è quindi il motore ideale per gli amanti del tiro in basso; mentre potrebbe non piacere ai cultori degli “high-revs”, perché con l’intervento del limitatore a soli 6000 giri gli allunghi sono circoscritti a un regime di poco superiore a quello di un ottimo turbodiesel.
I numeri, pur senza grandi allunghi, sono comunque dalla parte del motore: 7 secondi netti sullo 0-100, ottimi valori di ripresa (80- 120 in 8”20), ma una velocità massima ben lontana da quanto promesso, con 233 km orari effettivi a fronte degli ottimistici 242 che sono invece alla portata della rivale diretta Golf GTI da 210 cv.
Sempre in tema di numeri, un cenno ai consumi: sono abbastanza buoni, considerati i 235 cv, se si adotta una guida accorta; in tal caso medie nell’ordine dei 9-9,5 km con un litro. Come quasi tutti i turbo, però, le percorrenze calano drasticamente all’aumentare del ritmo di guida (2,5 km/litro al limite...).
Per quel che riguarda gli altri comandi, convince lo sterzo per feeling e precisione, sebbene sia fin troppo pesante in modalità Dynamic.
Bene anche il cambio per rapportatura e manovrabilità, ma paga qualche impuntamento di troppo a freddo e una certa rumorosità in rilascio.
Convincente il comportamento, con un assetto di compromesso fra confort e sportività capace di far apprezzare la Quadrifoglio Verde su ogni terreno: assorbe quanto basta sui pavé del centro, ma una volta in curva non si piega al rollio regalando una buona agilità e piacere di guida.
La componente elettronica sorveglia sempre il sottosterzo di potenza e, se lo stile di guida è pulito, non risulta nemmeno troppo invasiva.
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