Giulietta Quadrifoglio Verde, fiore della passione

Giulietta Quadrifoglio Verde, fiore della passione

di Redazione

29.03.2011 ( Aggiornata il 29.03.2011 16:08 )

Rilevamenti e Tecnica

Il lato più bello del 1750 turbo è la sua incredibile reattività e prontezza ai bassi regimi. Il trucco c’è e si chiama Scavenging (dall’inglese spazzare, ripulire), una soluzione messa a punto da Fiat Powertrain la cui finalità è quella di minimizzare l’effetto turbolag, ossia il ritardo di risposta della sovralimentazione, e massimizzare la coppia già a regimi molto bassi.
In pratica lo Scavenging è un passaggio diretto dell’aria dall’aspirazione allo scarico, e questo passaggio serve appunto ad aumentare la velocità di risposta della turbina. Per ottenere l’effetto Scavenging è necessario il massimo incrocio fra le valvole d’aspirazione e quelle di scarico, al fine appunto di creare il passaggio per l’aria.
Pertanto, grazie a una innovativa centralina elettronica, è possibile controllare con precisione i due variatori di fase, la fasatura d’iniezione, l’anticipo d’accensione e svariati altri parametri motore per raggiungere questo famigerato effetto Scavenging, riducendo fino al 40 per cento il ritardo di risposta della sovralimentazione e ottenendo una coppia motrice molto elevata.
Questo è testimoniato dal picco ottenuto in modalità Dynamic, che in pieno Scavenging si attesta su 34,6 kgm a soli 1900 giri contro i 30,5 kgm a un regime ben superiore (4500 giri) in Normal.
Tra le altre peculiarità di questo 1750 a iniezione diretta troviamo una turbina di nuova progettazione (in acciaio microfuso, regge 1020 gradi di temperatura) che impiega un collettore di scarico di tipo “pulse converter”, ossia una forma che ottimizza le onde di pressione sempre al fine di incrementare la coppia; questo lavoro di ricerca e sviluppo in campo termofluidodinamico è stato esteso ovviamente anche alla camera di combustione e ai condotti di aspirazione.
E non si è lesinato nemmeno in termini di frizioni interne, con nuovi materiali meno sensibili all’usura rispetto ai precedenti 4 cilindri Alfa e al tempo stesso capaci di ridurre gli attriti interni.
Il risultato è un motore dalla potenza specifica più elevata della storia Alfa Romeo, poiché 235 cavalli su un 1742 cm3 di cilindrata corrispondono a ben 134 cv/litro. Ad esso è accoppiato il cambio meccanico a sei marce, anch’esso di recente progettazione, che troviamo anche su tutte le altre Giulietta; quello montato sulla Quadrifoglio Verde differisce unicamente per una coppia finale più lunga rispetto ad esempio al cambio del 1.4 turbo benzina.
Altre differenze riguardano poi l’impianto frenante, che oltre alle coreografiche pinze rosse con logo Alfa Romeo presenta dischi maggiorati sia davanti che dietro: 330 mm di diametro all’avantreno (contro i 305 dei motori a 170 cv) e 278 mm al retrotreno anziché 264 per tutte le altre. L’assetto presenta una taratura più rigida per molle e ammortizzatori, peraltro ottenibile a richiesta anche sulle altre Giulietta, e l’elettronica di gestione è quella comune alle altre: differenziale Q2 per limitare i pattinamenti in curva e manettino Dna per scegliere fra tre mappature differenti che influiscono su sterzo, freni, risposta motore, taratura del Q2 e del controllo stabilità VDC.
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