Chevrolet Orlando 2.0D, settebello all'americana

Chevrolet Orlando 2.0D

di Redazione

14.06.2011 ( Aggiornata il 14.06.2011 15:07 )

Prestazioni

C'è spazio non soltanto per la famiglia a bordo della Orlando, che difatti si rivela più briosa e reattiva di quanto ci si aspetti: al punto di risultare, per certi versi, persino sorprendente. L’assetto è ben calibrato, capace di contenere con notevole efficacia tanto il rollio in curva che il beccheggio nei rallentamenti pronunciati, mentre di suo la vettura appare ben equilibrata nei pesi e nelle reazioni d’insieme, non fosse per la leggera “legnosità” che penalizza un po’ l’assorbimento incontrando buche o avvallamenti specie isolati.
Questa caratteristica si traduce dunque in una bella aderenza laterale, accompagnata da un ingresso curva progressivo e piuttosto rapido, con sottosterzo avvertibile giusto forzando oltremisura il ritmo. Lavora parecchio anche il retrotreno, che per dirla tutta in velocità tende a prendersi qualche lieve “libertà” di troppo sotto forma di accenni di allargamento, peraltro giusto accenni poiché il controllo di stabilità entra subito e con sufficiente progressione. Questo fenomeno è anche conseguenza di un avantreno molto pronto e preciso, che tende appunto a “scaricare” un poco il retrotreno se si rilascia bruscamente il gas in curva alle alte velocità. Resta insomma tutto sotto controllo, ma l’effetto di imprecisione – e, talvolta, di ridotta stabilità iniziale – viene amplificato da uno sterzo al tempo stesso poco preciso e leggero, ma anche molto reattivo specie al centro: in velocità, piccoli tocchi generano correzioni anche vistose e per ottenere una conduzione fluida serve un minimo di adattamento, che magari ai conducenti meno smaliziati inizialmente può non far troppo piacere.
La vettura è in realtà salda e sicura, ma e si viaggia con brio sui curvoni ad andatura sostenuta serve una “manina” delicata per aggiustare la traiettoria evitando qualche innesco di oscillazione, innocuo ma fastidioso. Una volta capita e compresa bene, la Orlando si lascia condurre con gran brio e leggerezza tra le curve, agile e maneggevole. Soddisfa anche il comparto motore, nonostante una risposta anche qui un po’ particolare.
Il due litri common rail da 163 cavalli spicca per la notevole reattività non appena si varca la soglia dei 1500 giri, ma di qui in su l’erogazione tende ad essere piuttosto generosa con poca correlazione alla regolazione dell’acceleratore, il che rende il dosaggio della spinta meno preciso dell’abituale. Un dettaglio che non disturba più di tanto, in realtà, tranne forse in città dove ci si può trovare a cambiare marcia più spesso del consueto per assecondare la “verve” del due litri, una volta superata la sua pigrizia iniziale. Se si intende procedere con la massima flemma, oltre che con i validi riscontri di consumo da noi registrati (12,3 km/litro, sia in città, sia in autostrada), occorre anche qui imparare a conservare la marcia più alta con un occhio al contagiri, giocando sul filo dei 1500-1700 giri. Questo genere di sottigliezze non serve col cambio automatico (optional), mentre col manuale standard occorre oltretutto tener conto di una certa lentezza negli innesti che rende i passaggi marcia un po’ meno rapidi e fluidi del consueto.
 Le prestazioni sono di tutto rispetto, a livello della miglior concorrenza cominciando da una punta massima superiore ai 200 km orari, oltre che di 7 km/h rispetto al dato dichiarato (195 km/h); lo scatto da fermo è altrettanto incisivo (sotto gli 11” ai 100 km orari) e le riprese sono vivaci grazie alla citata reattività del propulsore. Soddisfano anche la frenata, composta e potente come testimoniato dai 37 metri per fermarsi da 100 km orari e dai 95,7 m da 160 km/h, ottimi spazi specie alla luce di una gommatura non propriamente sportiveggiante. Di buon livello anche i come i consumi, con percorrenze reali medie che superano i 12 km/litro e che nella migliore delle ipotesi possono arrivare anche alla soglia dei 20 km/l quando si viaggia a 90 all’ora costanti. Quel che più conta, infine, è un’insonorizzazione particolarmente curata quanto efficace anche ad andatura sostenuta, che rende l’ambiente di bordo piacevolmente ovattato: abbiamo rilevato appena 68,8 decibel a 130 km orari, un valore degno della miglior produzione tedesca.
Chevrolet Orlando 2.0D

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