Chevrolet Camaro Coupé 6.2 V8 45th Anniversary, puro entertainment

Chevrolet Camaro Coupé 6.2 V8 45th Anniversary, puro entertainment
Grandi prestazioni e personalità, prezzo contenuto. I costi, però, sono altri

di Maurizio Voltini

29.12.2012 ( Aggiornata il 29.12.2012 17:20 )

Prestazioni

Chevrolet Camaro Coupé 6.2 V8 45th Anniversary

 Man mano che ci avviciniamo alla Chevrolet Camaro, quando facciamo la nostra “prima conoscenza”, realizziamo sempre più concretamente le sue reali dimensioni, un po’ “mascherate” dalla proporzione delle linee filanti di carrozzeria, per quanto muscolare. Cosa che diventerebbe evidente se affiancassimo una coupé “all’inglese”: non supererebbe in altezza il cofano dell’americana...

Tuttavia anche seduti nell’abitacolo non si ha sempre la percezione degli ingombri: questo sia dal punto di vista della proporzione generale, sia perché effettivamente la visibilità verso l’esterno è condizionata dalla linea di cintura alta ma soprattutto dai montanti decisamente “spessi”.

Più ancora che la visibilità in parcheggio, tuttavia, viene compromessa quella laterale, in avanti per via degli specchietti esterni anch’essi massicci. Così quando si entra in una rotonda, è sempre meglio guardare due volte.

Ciò detto, per tornare a realizzare che siamo alla guida di qualcosa di “massiccio” occorre proprio incrociare un’altra vettura su una stradina di campagna, perché la Camaro della quinta generazione, nonostante i quasi 2 metri di larghezza, si lascia condurre abbastanza fluidamente in svariate situazioni. Certo non si può annullare un peso prossimo ai 1800 kg, ma a farlo quasi scordare ci pensa il generoso V8, nonostante il cambio automatico comporti l’adozione della versione con 27 cv in meno.

E qui inizia il divertimento. Quello dell’uso e “abuso” di tale propulsore. Perché in movimento risulta davvero difficile controllare la voglia di premere sul pedale destro, dopo le prime esperienze semaforiche da partenza in prima fila (perché se siamo dietro c’è poco da fare se non accodarsi). La trasmissione ha un “collegamento” molto diretto e così la coppia si esprime soprattutto in spinta in avanti, invece di uno sterile aumento di regime senza corrispettivo dinamico. Così si riesce ad accelerare in tempi assolutamente interessanti anche col cambio automatico, tanto che abbiamo registrato 5”42 da 0 a 100 km/h (praticamente identico al dichiarato).

La velocità massima si autolimita ai 251,7, raggiunti in quinta, dopo che sui mille metri siamo usciti già a 217,9 orari. Prestazioni oltretutto agguantate in modo facile, per quanto in velocità si avverta una minore precisione dello sterzo, che sente abbastanza le asperità stradali. La potenza frenante dell’impianto Brembo accompagna abbastanza bene queste possibilità prestazionali, consentendo di arrestarsi dai 100 all’ora in 34,1: un buon valore considerando la massa in gioco. Piacerebbe giusto un poco di mordente iniziale in più. Naturalmente la curiosità che accompagna simili prestazioni è: ma quanto influiscono sui consumi? Beh, non poco, per quanto non a certi eccessi da mito americano.

Resta però il fatto che se non si sta leggeri con il piede ci si condanna a stare abbondantemente sotto la soglia dei 9 km/l; ci si salva a velocità costante, quando il peso influisce meno e il motore viene sfruttato a metà, e si può pure godere di un certo confort di crociera. Purché non cediamo alle tentazioni all’uscita dal casello... Insomma, le considerazioni economiche in entrambi i sensi determinano l’utilizzo della Camaro. Che potrebbe essere un’ottima seconda macchina, da domenica di divertimento e casi sporadici, se non fosse che anche bollo e assicurazione sono una bella spesa, per non parlare delle attenzioni da parte dell’agenzia delle entrate, per via della cubatura...

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