Toyota GT 86, emozioni vintage

Toyota GT 86

di Redazione

25.03.2013 ( Aggiornata il 25.03.2013 10:43 )

Prestazioni

La prima impressione, ciò che colpisce subito della GT86 quando “si fa la sua conoscenza” per la prima volta, è quanto sia bassa. Poco più di un metro e una spanna (senza calcolare l’antenna), e quando ci si siede si ha l’ulteriore conferma: del resto il costruttore “vanta” una posizione di guida con l’anca a soli 40 cm dal suolo. L’effetto è comunque intrigante, per quanto anche una Panda affiancata ci sembri un Suv... In ogni caso la posizione di guida è apprezzabile per come ci si sente ben inseriti, merito anche dei sedili ben profilati e con la giusta imbottitura, oltre che anatomici per trattenere in curva. Le regolazioni poi ci sono tutte tranne quella lombare, e non crediamo sia un problema che siano manuali.

Piuttosto, anche qui i sedili non tornano in posizione se li ripieghiamo per accedere ai posti dietro. Alla buona posizione si aggiungono una visibilità verso l’avanti ottima (per il dietro, meglio soprassedere), il bel retrovisore senza cornice e un quadro strumenti di cui si apprezza la possibilità di scrutare lo strumento centrale per avere istantaneamente le informazioni principali. Peccato che il display inferiore mostri solo, in alternativa al chilometraggio, la temperatura esterna e i consumi istantaneo e medio, ma non l’autonomia. Però permette di regolare l’avviso di cambiata, che si manifesta con una luce rossa lampeggiante ed eventualmente anche con un cicalino. Una funzionalità che ha un suo motivo, oltre ad essere sfiziosa, perché il limitatore di giri entra abbastanza bruscamente quando raggiungiamo i 7400. Ma parliamo appunto di cosa offre la GT86 una volta in movimento, che è la sua ambientazione ideale.

Avviato il motore grazie al pulsante in basso sulla consolle (la chiave è di quelle che si possono tenere in tasca), si può partire magari stando un po’ attenti a non far stridere subito le gomme posteriori: nelle curve strette, come quando si prende a destra a uno stop, l’effetto autobloccante si fa sentire. In più abbiamo constatato una frizione che “attacca” abbastanza in alto, cosa che a livello personale ci ha un po’ infastidito, al pari della pedaliera in metallo che però non risulta per niente allineata come altezza dei pedali. Il cambio, al contrario, si fa ben volere sia per la ridotta escursione della leva, sia per gli innesti abbastanza netti, sia per la buona spaziatura fra i rapporti. Tornando a parlare di sensazioni, ottima l’elasticità del motore: non si può pretendere che “tenga” la sesta a 1000 giri, ma poco meno. Anche se indubbiamente la maggior quantità di coppia motrice si trova in tutt’altra zona del contagiri: come tutti gli aspirati un po’ “spremuti”, anche il boxer della GT86 preferisce girare piuttosto alto. Ai regimi superiori si apprezza anche la sonorità del motore, che in altri frangenti è abbastanza silenzioso, forse pure troppo: in ripresatonomia. Però permette di regolare l’avviso di cambiata, che si manifesta con una luce rossa lampeggiante ed eventualmente anche con un cicalino. Una funzionalità che ha un suo motivo, oltre ad essere sfiziosa, perché il limitatore di giri entra abbastanza bruscamente quando raggiungiamo i 7400.

Ma parliamo appunto di cosa offre la GT86 una volta in movimento, che è la sua ambientazione ideale. Avviato il motore grazie al pulsante in basso sulla consolle (la chiave è di quelle che si possono tenere in tasca), si può partire magari stando un po’ attenti a non far stridere subito le gomme posteriori: nelle curve strette, come quando si prende a destra a uno stop, l’effetto autobloccante si fa sentire. In più abbiamo constatato una frizione che “attacca” abbastanza in alto, cosa che a livello personale ci ha un po’ infastidito, al pari della pedaliera in metallo che però non risulta per niente allineata come altezza dei pedali. Il cambio, al contrario, si fa ben volere sia per la ridotta escursione della leva, sia per gli innesti abbastanza netti, sia per la buona spaziatura fra i rapporti. Tornando a parlare di sensazioni, ottima l’elasticità del motore: non si può pretendere che “tenga” la sesta a 1000 giri, ma poco meno. Anche se indubbiamente la maggior quantità di coppia motrice si trova in tutt’altra zona del contagiri: come tutti gli aspirati un po’ “spremuti”, anche il boxer della GT86 preferisce girare piuttosto alto.

Ai regimi superiori si apprezza anche la sonorità del motore, che in altri frangenti è abbastanza silenzioso, forse pure troppo: in ripresa avremmo gradito una maggior presenza di scarico, anche perché l’ottima bilanciatura intrinseca del boxer toglie quella certa “ruvidità” che fa sembrare più sportive (ma solo sembrare) certe altre motorizzazioni. Per quanto riguarda il comportamento dinamico, si fa valere la buona ripartizione dei pesi (pur se la nostra bilancia ha mostrato più carico sull’anteriore del dichiarato) per cui il comportamento risulta abbastanza neutro e dipendente dalla nostra guida, senza evidenze genetiche di sotto o sovrasterzo. Solo sullo sconnesso le sospensioni, tarate rigide ma non in modo eccessivo, causano qualche reazione di troppo specie al retrotreno. I controlli elettronici eseguono peraltro il loro compito alla perfezione, e a tal proposito ci piace davvero la modalità Sport che toglie il controllo di trazione e posticipa l’intervento sulla stabilità: in questo modo si ha la possibilità di gustare il buon comportamento complessivo della GT86 senza per forza andare allo sbaraglio in tema di sicurezza.

Peraltro anche ad assistenze completamente disinserite il controllo è sempre agevole. Piuttosto, vuoi per la sezione non esagerata (215/45 R17), vuoi per il modello adottato, i pneumatici sono un po’ il punto debole: iniziano a “partire” piuttosto presto e se da un lato ciò può aggiungere un certo divertimento, dall’altro però vanificano il buon comportamento dell’ABS e dell’impianto frenante, allungando un po’ gli spazi d’arresto. Nel complesso, insomma, la GT86 è una coupé divertente e appagante, a patto di perdonarle qualche mancanza
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