Ford B-Max 1.0 EcoBoost, camera con vista

Ford B-Max 1.0 EcoBoost 120 cv Titanium

di Redazione

16.04.2013 ( Aggiornata il 16.04.2013 20:58 )

Prestazioni

Il primissimo impatto con la B-Max non è del tutto positivo. Questione di peso: quello della porta anteriore che, costretta a fare in parte anche da struttura portante a causa di quel benedetto montante centrale che non c’è, è davvero un macigno.

Ma è un disagio che dura pochi istanti e al quale tutto sommato ci si abitua. Una volta chiuso lo sportello, le cose iniziano a migliorare. La cintura di sicurezza, ad esempio, non è al solito posto ma ancorata al sedile. Siccome alla fine ce l’hai più vicina, la afferri pure meglio. La posizione di guida, poi, è esattamente quella che ti aspetti da una monovolume: bella rialzata, consente un rassicurante dominio della strada e le regolazioni sono abbondanti e intuitive. Certo, una seduta un pizzico più lunga non avrebbe stonato ma chi è di statura media trova comunque un adeguato sostegno per le gambe.

La visibilità in avanti è ottima e in manovra sensori e telecamera aiutano, pur non essendo indispensabili; viceversa, lo spessore del “non montante” centrale — insomma, la distanza tra i due cristalli laterali — rischia di ingenerare un angolo morto in alcune straordinari: se la “solita” Focus viaggia in media a 16,1 km/litro, la più piccola B-Max si ferma a 14,3 scarsi: in città come in autostrada fa suppergiù i 12, che non sono un grande risultato. Tantopiù che con soli 48 litri di serbatoio l’autonomia media resta sotto i 700 km. Dotata di uno sterzo pronto, dalla sensibilità più che discreta e scevro da irrigidimenti, su strada la B-Max ha il comportamento tipico della stragrande maggioranza delle vetture a baricentro alto.

Sottosterzante il giusto, è controllata dall’elettronica nelle sbandate conseguenti a rilasci più o meno bruschi in modo a volte anche eccessivo, o quantomeno invadente. Se invece non si esagera la piccola monovolume, benché nel complesso maneggevole, evidenzia un consistente rollio; quando si alza il ritmo l’appoggio laterale non viene mai meno ma i trasferimenti di carico sono chiaramente avvertibili e i cambi di direzione finiscono giocoforza per essere un po’ rallentati. Siamo insomma anni luce da una macchina piatta, con i benèfici effetti che questo ha sul piano del confort, visto che sia sulle sconnessioni secche sia sugli avvallamenti più ampi le sospensioni effettuano un efficace lavoro di filtraggio. Oltre ai già citati livelli di sonorità, va registrata la pressoché totale assenza di rumori parassiti e fruscii aerodinamici. Complessivamente efficaci anche i freni: l’impianto misto, ancora con tamburi posteriori, consente decelerazioni potenti e un adeguato controllo della direzionalità anche nei pestoni più decisi.

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