Audi S6 Avant 4.0 TFSI, l'ottovolante

Audi S6 Avant 4.0 TFSI

di Redazione

05.05.2013 ( Aggiornata il 05.05.2013 09:21 )

Prestazioni

Ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà, viaggiando a cinquanta all’ora con i finestrini chiusi, il Bang&Olufsen spento e l’orecchio teso a percepire ogni minima nota stonata. Eppure, niente. Del famigerato funzionamento a quattro cilindri non ce ne siamo mai accorti. Ergo, o si tratta di una bufala oppure i supporti motore attivi e il sistema che annulla le frequenze negative attraverso gli altoparlanti funzionano davvero. Propendiamo verso quest’ultima ipotesi, conoscendo la maniacale attenzione al dettaglio di Audi.

Ma anche per via del fatto che il 25% di riduzione dei consumi promesso dalla Casa
, cui contribuisce in larga parte proprio il sistema “cylinder on demand” (oltre a start/stop, cilindrata ridotta e sovralimentazione), ha trovato riscontro nei nostri rilevamenti. Non siamo arrivati proprio al 25%, ma un buon venti di risparmio rispetto a prima c’è, con medie reali effettive di 9,2 km/litro a fronte dei 7,5 circa della precedente S6 con il V10. Restano pur sempre percorrenze modeste, che si abbassano notevolmente se il piede è pesante, ma dobbiamo dare atto alle Case, non solo ad Audi, dell’impegno profuso al contenimento dei consumi anche su vetture di questo calibro.
UN CALIBRO da due tonnellate in ordine di marcia, che però riesce a farsi catapultare da fermo a cento all’ora in meno di 4,5 secondi, grazie alle encomiabli doti di spinta di questo V8 biturbo. Che come tutti i recenti propulsori sovralimentati elargisce coppia e cavalli in maniera istantanea, stile motore elettrico. Un bene perché la guida risulta molto più fluida e quando c’è la necessità basta affondare sul pedale per ricevere una soffice ma poderosa spinta dietro alla schiena, anche se stai ronzando a duemila giri in quarta marcia. Un male perché manca quel pizzico di thrilling agli alti regimi che offrivano i motori aspirati, come appunto il V10 Lambo oppure quello BMW della M5. Questo V8 è educato nell’erogazione e pure nella voce, sempre molto sommessa e tenuta alla larga dall’abitacolo attraverso un’insonorizzazione eccellente. La sportività di questa S6 emerge soprattutto dalla imbarazzante velocità con cui guadagna metri sull’asfalto.

Perché tutta la vettura pare “tarata” su una sportività soft, edulcorata:
il cambio S tronic doppia frizione è rapido ma non spara a raffica, l’assetto lascia spazio al confort (sempre elevatissimo) anche se posizionato in Dynamic, anche perché le pneumatiche sono di per sé una scelta meno sportiva rispetto alle tradizionali sospensioni. C’è di buono che le eccellenti qualità intrinseche della nuova A6 si fanno sentire anche qui, con la sensazione di guidare una vettura più leggera di almeno trecento chili rispetto a quel che è davvero, con limiti di tenuta laterali stratosferici e, finalmente, molto meno sottosterzo.

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