Mazda6 Wagon Skyactiv-D 2.2 175 cv. Versatile, fa tutto bene

Mazda 6 Wagon

di Redazione

13.06.2013 ( Aggiornata il 13.06.2013 13:34 )

Prestazioni

La Mazda 6 è una di quelle vetture alle quali sembra riuscire tutto bene e con la quale si instaura un feeling immediato. Comincia col mettere a perfettamente a proprio agio il conducente offrendogli un posto guida davvero ben fatto: volante dal disegno sportivo, un po’ grande ma con una presa eccellente; comandi semplici e immediati; strumentazione con soluzioni tradizionali per quanto riguarda grafica e layout ma che, proprio per questo, risulta chiara e niente affatto ansiogena. E, in caso di dubbi, anche il “librone” di uso e manutenzione è semplice, chiaro e ben impaginato.

Si parte da una seduta non troppo alta ma con regolazioni chilometriche del sedile (con movimenti elettrici e due memorie) e del volante, per soddisfare anche chi ama guidare in altura, come sulle Suv. La console offre un ottimo ancoraggio in curva per la gamba destra (però, a lungo andare, si rivela un po’ troppo rigido), mentre per il piede sinistro c’è un appoggio funzionale e comodo. La visibilità è buona davanti, grazie al cofano piatto del quale si percepiscono a sufficienza i limiti, e più critica dietro a causa del lunotto inclinato, dei poggiatesta e delle terze luci laterali piccole. Ma l’allestimento Exceed non lascia nulla al caso e comprende sia i sensori di parcheggio anteriori e posteriori, sia la telecamera posteriore.

La prima sensazione, dopo aver premuto il pulsante di accensione, è che la tipica rumorosità gracchiante del diesel sia più presente rispetto alla media dei prodotti di ultima generazione, ma mano a mano che vengono raggiunte le condizioni di esercizio ne rimane soltanto un’eco. Ed è tutto qui, praticamente, quel che resta delle canoniche atmosfere del gasolio. Perché il motore è pastoso come un benzina, sembra avere la stessa sensibilità di un benzina e, in definitiva, si finisce per trattarlo proprio come un benzina. Risponde prontamente all’accelerata, è agile nelle variazioni di regime e, benché il valore di potenza massima venga raggiunto a 4500 giri, arriva rapidamente ai 5500 giri senza cedimenti e senza dare la sensazione di soffrirne.

Anzi, fino ai 5000 la spinta sembra ancora produttiva. E consuma anche poco: sui 20,4 km/ litro dichiarati ufficialmente nel ciclo misto non bisogna fare troppo affidamento, ma i 16 km/litro abbondanti sono realmente a portata di mano, mentre in autostrada i 13/14 km/litro sono la prassi, anche perché ai 130 indicati il motore ruota a 2250 giri. In città, invece, grazie allo Start&stop molto efficace, oltre che fulmineo, si riescono anche a sfiorare i 14 km/litro. E alla Mazda sono felici e orgogliosi di fare tutto questo con un 2.2 litri a basso rapporto di compressione.

Alla faccia del “downsizing”. Il cambio automatico a sei marce, standard per il motore in configurazione da 175 cv (mentre per la variante da 150 cv costa 1900 euro) è dolce, ben rapportato e, quando lo si sfrutta a fondo, anche piuttosto rapido in salita. I paddles, solidali col volante, sono piccoli e non sempre facili da agganciare, ma quando si decide di usare la leva, ci si imbatte nella piacevole sorpresa della scalata in avanti. SI DICEVA della confidenza immediata che si instaura tra Mazda6 e conducente: alle basse velocità, considerando che si tratta di un modello senza grilli (sportivi) per la testa, l’auto quasi sorprende per la velocità con cui risponde ai comandi del volante, muovendosi pochissimo sulle sospensioni.

Lo sterzo ha la servoassistenza elettrica che toglie una parte di sensibilità, ma è diretto e pesante quanto basta. Aumentando il ritmo di guida, la dinamica della Mazda6 torna in ambiti più “familiari”, il rollio comincia farsi sentire e anche lo sterzo perde un po’ di immediatezza, ma sono scelte progettuali quasi dovute per aumentare la prevedibilità. Il sottosterzo, pur evidente, non va mai sopra le righe e la sensibilità alle correzioni rimane buona. Il controllo di stabilità è stato tarato per infondere tranquillità, ma in uscita di curva, se si è poco educati col gas, indulge a qualche pattinamento. Il comando del freno pronto e poco cedevole, rappresenta un’ulteriore conferma del fatto che Mazda ha avuto un occhio di riguardo chi per rifugge gli atteggiamenti passivi e vuole interagire con l’auto anche nel quotidiano per evitare di annoiarsi.

Per limitare le conseguenze di possibili intemperanze, comunque, la Mazda6 Exceed offre di serie una specie di uno “scudo” elettronico per la sicurezza. Il cruise control attivo sfrutta un sensore radar anteriore che verifica la posizione dei veicoli che precedono per mantenere la distanza di sicurezza agendo su freni e acceleratore (si possono impostare quattro diverse distanze minime in funzione della densità del traffico). Il sistema rileva veicoli fino a 140 metri di distanza, funziona tra i 30 e i 200 km/h e si disattiva sotto i 20 km/h. C’è poi la frenata automatica tra i 15 e i 145 km/h per impedire gli impatti o limitarne le conseguenze: utilizza lo stesso sensore radar del cruise control attivo per calcolare il tempo di un’eventuale collisione in base alla velocità e alla distanza. Quest’ultimo sistema, poi, è coadiuvato da un sensore montato sul parabrezza che opera su una banda vicina agli infrarossi e tiene sotto controllo, a velocità comprese tra 4 a 30 km/h, i veicoli che precedono entro un raggio di sei metri.

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