Skoda Octavia, "Golf" e cravatta, una signora macchina

Skoda Octavia, "Golf" e cravatta, una signora macchina
Agile, reattiva, dinamica, confortevole e un po' seriosa

di Marco Visani

18.08.2013 ( Aggiornata il 18.08.2013 16:26 )

Presentazione

Ricomincia da dov’era partita, la Skoda. Dopo essersi aperta i suoi spazi un po’ ovunque — dall’ammiraglia al SUV, dalla multispazio alla citycar — riprende la sua strada con un grande classico.

Anzi, “il” classico, la Skoda per antonomasia. Perchè fu proprio con la prima Octavia che, 16 anni fa, il marchio ceco dimostrò al mondo ciò di cui era diventato capace grazie alla gestione (e ai soldi) della Volkswagen. Pensionata anche la seconda serie, che aveva quasi nove anni di servizio, tocca ora alla Octavia 3 tenere alto il buon nome della casata.

Dell’unico, tra i costruttori dell’ex blocco dell’Est, che è sbarcato sui mercati occidentali con l’obiettivo di confrontarsi a testa alta con generalisti radicati da decenni. Non così Dacia, intuizione geniale di Renault, che ha però un posizionamento dichiaratamente low cost. La nuova Octavia, ancor più delle sorelle di gamma, di economico in senso lato non ha ormai più niente. A parte i consumi.

Per il resto è una signora macchina che, se non eccelle per immagine, lo deve non al logo appiccicato sulla calandra ma alla conformazione a due volumi e mezzo della carrozzeria.

Più che un tema, un tranello per gli stilisti, che tuttalpiù si può risolvere con un buon equilibrio. Che in effetti qui non manca. E che si esprime in un’immagine rigorosa, quasi severa, adeguata a un berlinone di 4 metri e 66 al quale, per l’imponenza di certi tagli, daresti anche una ventina di centimetri in più, lasciandoti confondere — bravi alla Skoda, se sono riusciti a creare questo equivoco — dall’abbondanza di spazio, specie davanti e nel baule (ben 590 litri a 5 posti!) e da un comportamento stradale da prima della classe. D’altra parte, anche la Octavia (come pure l’Audi A3 e la Seat Leon) nasce sul pianale della Golf 7, lo stracelebrato MQB che esce sicuramente dalle orecchie di chiunque abbia un minimo di consuetudine con le cose d’auto ma che con altrettanta insistenza entra sotto le carrozzerie più diverse del Gruppo VW ed è un bene che lo faccia, visti i risultati. Poi è anche fatta bene, la Octavia. Se sulla più compatta Rapid, progettata per i mercati emergenti e riadattata a quelli maturi, qualche incoerenza l’avevamo notata, sulla berlina media (media perché, più su, c’è sempre la Superb) siamo in difficoltà a trovarle dei difetti.

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