Kia Carens 1.7 CRDI 115 cv, spaziosa e ben fatta, come va su strada

Prestazioni

Sulla resa dinamica della Carens abbiamo avuto più di un dubbio. Tanto che abbiamo chiesto a Kia Italia di poter disporre di un secondo esemplare della vettura, identico al primo per motore, trasmissione e gommatura. Alla fine, però, i dubbi sono rimasti. Iniziamo sgomberando il campo dal più serio, tra questi interrogativi, che a questo punto potrebbe venire anche a voi: la Carens è sicura.

Quando la faccenda si mette male, l’elettronica fa il suo mestiere. E non esiste situazione critica – doppio evitamento ostacolo o prova dell’alce che dir si voglia, che nel caso della Carens abbiamo effettuato per fugare ogni dubbio – in cui l’ESP non entri in funzione ed eviti di finire ruote all’aria. Nei momenti critici il controllo di stabilità appare tarato con una soglia di intervento non bassissima, e questo non ci dispiace: lascia spazio a un certo sottosterzo all’inizio, poi a un non banale sovrasterzo, e solo allora taglia e riallinea. Ribadiamo: non c’è davvero verso di metterla in crisi.

Proprio perché gli ausili dimostrano un’indole relativamente permissiva, riesce difficile capire con quale logica, in situazioni molto più banali ma in fondo anche più ricorrenti, l’ESP entri in funzione con una solerzia fastidiosa, che fin che non ci hai fatto l’abitudine è l’esatto contrario che rassicurante. Ad esempio: può succedere che percorrendo una rotonda trafficatissima a velocità modeste (anche sotto il limite urbano) si sia costretti a sollevare il piede destro. Ecco, con un rilascio così “da poco” l’intervento il più delle volte è estremamente brusco. Come moto di grana grossa, diremmo vecchia maniera, è l’attacco dell’ABS, cui basta poco per rimandare l’effetto grattugia sotto la suola. Sono solo due delle incoerenze della Carens.

La cui parte meno riuscita è tuttavia lo sterzo. Qui sì, che la faccenda diventa fastidiosa. Il comando è evanescente, non comunica feeling, costringe a continue correzioni in rettilineo anche a velocità non elevate salvo poi dimostrare un eccesso di direzionalità e un successivo irrigidimento sui piccoli angoli che, alla minima distrazione, rischia di far assumere una traiettoria diverse da quella impostata. Duecento chilometri in autostrada richiedono insomma una concentrazione superiore alla norma, che concederemmo con un pizzico di indulgenza a una granturismo ma non a una vettura dalla destinazione e dalle prestazioni da famiglia.

E poi c’è il cambio. A parte una frizione un po’ pesante nella marcia in colonna, ma niente di grave, è la manovrabilità delle sei marce (peraltro ben spaziate) a rivelarsi talora complessa giacché, senza una ragione apparente (non è questione che sia caldo o freddo o che lo si strapazzi con una guida brillante) si impunta e, specie nel passaggio terza/quarta, sbaglia innesto e scala in seconda.

La resa prestazionale è invece soddisfacente: il millesette diesel, pur in difetto di potenza in relazione a una massa di quasi 16 quintali e un po’ vuoto in basso (ciò che limita l’elasticità nel rapporto superiore costringendo quasi sempre a scalare in quinta per recuperare coppia e ritmo), svolge globalmente bene il suo compito e non è neppure particolarmente ruvido, anzi. Con 180 km/h tondi rilevati e 11”73 per lo scatto 0-100 la Carens è rapida e brillante quanto ci si attende da una vettura del genere. Ma soprattutto, ha consumi interessanti: pur priva di Start & Stop, ottenibile solo come optional (scelta francamente un po’ bizzarra e discutibile) supera i 16 con un litro di media e sfiora i 20 a 90 all’ora costanti. E si dimostra rassicurante in frenata, con spazi ridotti e un buon equilibrio sui fondi differenziati. Altrettanto bene il confort, con valdi riscontri fotometrici, una sostanziale assenza di fruscii aerodinamici e rumori parassiti e un’adeguato assorbimento da parte dell’assetto delle irregolarità del fondo stradale.