Porsche Panamera S E-Hybrid, a passo di ricarica, prova su strada

Porsche Panamera S E-Hybrid, a passo di ricarica, prova su strada
L'ammiraglia ibrida plug-in fa quasi 30 km a emissioni zero. E non c’è mai ansia da autonomia

di Lorenzo Facchinetti

02.01.2014 ( Aggiornata il 02.01.2014 10:11 )

Presentazione

Sgombriamo subito il campo dai dubbi: una vettura come la nuova Panamera S E-Hybrid non va intesa come una fonte di risparmio. Se l’obiettivo è la convenienza, con lo stesso modello a gasolio si risparmia di quel po’. Crediamo però che un cliente che si avvicina a questa Porsche, e ne riesca a comprendere appieno l’essenza, sia disposto a spendere volentieri — o quasi — quei trentamila euro in più rispetto alla diesel proprio in favore della tecnologia che porta in dote.

Che nella fattispecie è la ibrida plug-in, quella che l’intero Gruppo Volkswagen sta spingendo alla grande su tutti i suoi marchi, ed è una sorta di ibrido 2.0 che in un sol colpo è in grado di rendere quasi obsoleta la tecnologia finora conosciuta. La Panamera Hybrid, per inciso, esisteva già. Era la “1.0”, con un sistema benzina-elettrico un po’ blando che di fatto non faceva miracoli in termini di consumi.

La nuova Panamera S E-Hybrid (nuova anche perché arriva con il restyling della ammiraglia Porsche) invece li fa, i miracoli. Sebbene li possa fare soltanto in determinate condizioni che spiegheremo meglio nel corso di questa prova. Ma andiamo con ordine: per plug-in s’intende una ibrida che può essere ricaricata anche attraverso la presa di corrente. Ma non è questo il succo della questione. Ciò che rende migliore questa Panamera rispetto alla prima è il fatto che ci sono batterie più evolute e potenti (al litio anziché al nichel, cinque volte più efficienti) che rendono possibile l’adozione di un motore elettrico molto più potente di prima (95 cavalli contro 47), il quale a sua volta permette di usare molto meno il motore termico (che è sempre lo stesso V6 3.0 con compressore da 333 cv).

E meno il motore termico lavora, minori saranno i consumi; ovvio no? Ma perché il motore termico lavora meno? Semplice: grazie appunto alle batterie più efficienti e a un propulsore elettrico più potente, l’autonomia elettrica della Panamera è infinitamente superiore rispetto alla prima serie: 30 km anziché 2 e con una velocità massima di 135 km/h contro gli 85 di prima. Non solo. Sempre grazie alla maggior potenza dell’elettrico, quando si viaggia in modalità ibrida (con i due motori che lavorano assieme), l’apporto dell’elettrico è molto più evidente e quindi il V6 può concedersi maggiori fasi di riposo, e di pari passo ingurgitare meno benzina. Ma passiamo al discorso consumi, che in questo caso vanno analizzati con una certa attenzione.

Le percorrenze della Panamera E-Hybrid sono fortemente dipendenti dallo stato di carica della batteria: se questa è piena, l’elettrico lavora spesso sollevando dal suo lavoro il termico; e soprattutto, c’è quella riserva di 30 km di autonomia elettrica che permette di viaggiare a consumo zero per un tragitto che mediamente è quello che tutti percorriamo ogni giorno per recarci al lavoro. Se però la batteria non viene ricaricata, viene da sè che non sia più possibile marciare ad emissioni zero e, ancor peggio, il V6 a benzina si ritrova a spingere quasi sempre da solo, e con 333 cavalli e 21 quintali di massa potrete immaginare che le percorrenze non siano proprio quelle di una Panamera diesel.

È qui che allora entra in gioco la spina: per ricaricare le batterie sono sufficienti 3,8 ore attraverso la comune 220V oppure 2,3 ore se si impiega la 380V. Sono tempi più che gionevoli, specie se raffrontati a quelli di una elettrica pura, e inoltre c’è una seconda via per ricaricare: un pulsante in plancia, che si chiama E-charge, che permette di rigenerare completamente la batteria in movimento, non solo nelle fasi di rilascio e frenata come tutte le ibride, ma anche durante la trazione grazie al propulsore termico che sdoppia il suo lavoro, dando un po’ di potenza anche al generatore di ricarica oltre che alle ruote per poter marciare.

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