Alfa 4C, Biscione bollente, prova completa su strada

Alfa 4C, Biscione bollente, prova completa su strada
Esaltante e senza compromessi

di Saverio Villa

07.01.2014 ( Aggiornata il 07.01.2014 07:44 )

Design

La 4C è tanto bella ed eccitante da vedere, quanto “professionale” e burbera da usare. Salirci, per la verità, è piuttosto facile, ma già scendere lo è di meno. Dentro, lo spazio vitale è più che sufficiente per i normotipi, ma non è detto che si trovi un posto per lo smartphone (nessun problema, invece, per un Nokia degli Anni ’90).

In manovra occorrono bicipiti, tricipiti e pettorali tonici per girare il volante, perché manca il servosterzo, e sensi da Uomo Ragno, perché la visibilità posteriore è ansiogena e il radar di parcheggio, optional, potrebbe non bastare. I tumulti del motore, che si agita a pochi centimetri dagli occipiti di chi è a bordo, sono più tormentosi proprio alla velocità autostradale (quella Codice, per lo meno) ed è meglio non guidare quando si è costipati, perché, con uno sterzo dal gioco quasi nullo al centro, ogni starnuto significa una deviazione dalla traiettoria voluta.

Certi dettagli interni da Panda, poi, sono un po’ indigesti, perché 53 mila euro saranno anche pochi per mettersi dietro un’Aston Martin V12 Vantage in pista, ma sono pur sempre 53 mila euro. Però la 4C è una vera “dream car”, alla quale si può perdonare tanto perché provoca emozioni da “ultras” a chi la vede, ha i cromosomi da auto da corsa e quando si è a gas spianato imprime sulla faccia di chi guida un sorriso estatico, spesso un po’ inebetito e indelebile. E sappiamo bene quanto il buonumore allunghi la vita. Insomma con la 4C adesso l’Alfa ha creato la punta dell’iceberg. Da qui in poi bisogna formare l’iceberg.

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