26.02.2014 ( Aggiornata il 26.02.2014 07:05 )
Sul fronte diesel la Mazda va in controtendenza non solo perché aumenta le cilindrate anziché ridurle, come fanno tutti in nome del downsizing, ma anche diminuendo il rapporto di compressione invece di aumentarlo, come suggeriscono i manuali di ingegneria motoristica per incrementare l’efficienza.
Il 2.2 litri, che poi è lo stesso utilizzato anche dalle Mazda6, CX-5 e CX-7, ha un valore di 14:1 contro una media di 16:1 se non di più: questo richiede un sistema un po’ più sofisticato per l’avviamento a freddo (candelette speciali e valvole di scarico ad alzata variabile), ma sollecita meno le parti “stressate” del motore come albero, cuscinetti, bielle e pistoni, consentendone un dimensionamento diverso che va a vantaggio di peso e attriti. Oltre che di usare l’alluminio al posto della ghisa per il basamento.
C’è poi un vantaggio importante legato alle emissioni: grazie alla bassa compressione, la produzione di ossidi di azoto e di particolato è bassa e così il motore Mazda rispetta la normativa Euro 6, che entrerà in vigore a settembre, senza ricorrere a sistemi complessi di post-trattamento, che sono costosi e implicano una manutenzione più articolata perché, in occasione dei tagliandi, bisogna provvedere al rifornimento dell’additivo.
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