BMW X5 M50d, il tri-turbo fa innamorare, prova su strada

BMW X5 M50d, il tri-turbo fa innamorare, prova su strada
Molto simile a prima, in realtà la X5 è tutta nuova. Soprattutto dentro dove debuttano nuovi dispositivi hi-tech.

di Lorenzo Facchinetti

21.03.2014 ( Aggiornata il 21.03.2014 06:46 )

Prestazioni

Avete presente quelle poltrone relax con telecomando, massaggio e vibrazioni varie che vengono esposte negli aeroporti o nei centri commerciali? Con i nuovi sedili Comfort della X5, l’approccio è più o meno lo stesso: ti accomodi, ti lasci scivolare sulla pelle Nappa e inizi a giocare con le mille regolazioni elettriche, che allungano il cuscino, reclinano la parte superiore dello schienale e alzano i poggiatesta modellabili che ti avvolgono la testa.

Sono di una comodità strepitosa — per la cronaca ora sono disponibili anche per la zona posteriore — e rappresentano uno dei tre capisaldi del confort regale che è capace di offrire il nuovo Suv BMW. Gli altri due sono un’insonorizzazione eccezionale e delle sospensioni molto efficaci.

In merito alla silenziosità, qui siamo realmente a livelli di una Serie 7 o di una Classe S: a 130 km/h abbiamo misurato 65,3 decibel e a velocità prossime ai 200 orari c’è la stessa atmosfera ovattata che si registra su una buona vettura che viaggia ad andatura codice. Poi c’è l’assetto, che nella fattispecie è l’opzionale Dynamic con taratura più sportiva rispetto a quello delle X5 standard. Ma ciò nonostante, la capacità di digerire qualsiasi ostacolo che si ponga fra la strada e il benessere di chi sta a bordo è davvero encomiabile.

Il confort, dunque, è l’aspetto che a nostro avviso è aumentato maggiormente in questa terza generazione di X5. Una spanna sopra a prima, lasciando invariato però il dinamismo della vettura. Che in linea con tutti gli ultimi prodotti BMW resta tale — dunque non fa progressi, ben inteso — a fronte di appunto di un maggior confort generale.

Ovvio che un invito ad uno stile di guida brillante, anche se si tratta di un Suv, sulla X5 M50d non tardi ad arrivare per colpa del motore. Con tre turbine che scalpitano sotto il cofano e una coppia che farebbe invidia a molte supersportive (75,5 kgm), la tentazione di spingere sul pedale destro è sempre piuttosto elevata.

Perché questo propulsore, a differenza di quasi tutti gli altri colleghi a gasolio meno dotati, riesce a coinvolgerti quasi come un motore a benzina sportivo. Ha un sound pieno e possente, una spinta imbarazzante già dal minimo e una caratteristica che lo distingue da tutti gli altri diesel: attorno ai 3500 giri, quando l’erogazione di un motore tradizionale inizia ad abbassare la serranda, la turbina più grande inizia a frullare sul serio e si avverte una spinta aggiuntiva, che permette un allungo sino a 5500 giri piuttosto insolito per un diesel. Il bello, o il brutto a seconda dei punti di vista, è che la spinta è tale che vorresti salire ancor di più con la lancetta del contagiri, come fosse un benzina. Invece occorre accontentarsi e cambiare marcia prima di quando vorresti.

Il 6 cilindri 3 litri trova poi nello Steptronic 8 marce un eccellente compagno di viaggio. Come abbiamo già scritto più volte, questo automatico con convertitore è splendidamente calibrato sia per un impiego confort, sia per quello sportivo, con una resa superiore a quella di un doppia frizione in entrambe le condizioni. E adesso, se impostato in Eco Pro, il cambio introduce anche la modalità veleggio per “staccarsi” dal propulsore e aumentare la scorrevolezza in fase di rilascio, una soluzione che consente di guadagnare qualcosa in termini di consumi. Questa soluzione adottata ormai da parecchi costruttori, assieme al ben noto start/stop, permette infatti di tirare fuori delle percorrenze anche decenti, alla luce del rapporto fra potenza (381 cavalli) e massa (2375 chili col pieno): sia in città, sia in autostrada, si coprono quasi 9,5 km/litro. Ma non fatevi troppe illusioni, perché con uno stile di guida tendente al brillante, la M50d difficilmente potrà reggere percorrenze del genere.

Sempre in tema di brillantezza di guida, il rollio in curva piuttosto evidente può essere arginato a dovere impostando le sospensioni nella modalità Sport+. La taratura diventa molto rigida e, nonostante non riesca comunque a trasformare la X5 in una gazzella in mezzo alle curve, garantisce una buona reattività del corpo vettura ai comandi, specie nella tenuta laterale in curva che è molto elevata. Al pari della motricità, che grazie anche alla trazione xDrive riveduta e corretta va difficilmente in crisi anche su fondi viscidi.

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