Grazie al tre cilindri turbo non consuma molto ma manca di un pizzico di carattere

Uno dei commenti più ricorrenti riguardo alla nuova Mini è... “sì vabbè, ma è uguale a prima!”. Ci sta, perché effettivamente la continuità stilistica con le precedenti generazioni è netta e per capire che si tratta della Mini “quella-tutta-nuova” bisogna puntare soprattutto sul muso e sugli occhioni, ben delineati dalle luci a Led.Ma il fatto è che con vetture iconiche come la Mini, ma anche Porsche 911 oppure VW Golf, stravolgerne l’aspetto sarebbe un errore fatale, oltre che un esercizio stilistico estremamente complesso. Ecco allora che occorre spiegare bene, in questi casi, che sotto un vestito simile a prima (che poi è simile soltanto all’apparenza, in realtà le proporzioni sono ben diverse), si cela un progetto nuovo che non va liquidato, come spesso accade, con un più che riduttivo “restyling”. Ci sono dunque una scocca nuova, in questa Mini, e dimensioni accresciute in ogni direzione: è più lunga di quasi 10 cm, più larga di 4,4 e sono state aumentate, cosa importante, le misure del passo (28 millimetri) e delle carreggiate (42 e 34 mm davanti e dietro). Aumentare passo e larghezza significa, solitamente, portare benefici all’abitabilità e alla guidabilità.Nel caso della Mini sono maggiormente avvertibili i vantaggi dinamici, che come approfondiremo nelle pagine successive hanno visto aumentare in misura considerevole il confort senza intaccare minimamente un piacere di guida che continua ad essere il punto di forza della vettura. Sul fronte dell’abitabilità, invece, l’aumento delle dimensioni non è così lampante: i sedili posteriori restano d’emergenza, con poco spazio per le gambe per non dire quasi nullo se chi siede davanti è di statura elevata e deve arretrare col sedile. Il baule cresce di una cinquantina di litri e dunque può accogliere una borsa morbida in più, nulla di trascendentale ma meglio che niente. Aumentano, invece, le buone sensazioni una volta a bordo.La qualità dei materiali è in crescita, con un maggior impiego di plastiche con imbottitura molto gradevoli al tatto. Poi aumenta la praticità, poiché la disposizione dei comandi risulta ora molto più razionale pur conservando una certa originalità stilistica in plancia: il tachimetro ora è ben visibile davanti agli occhi, i comandi della climatizzazione sono più intuitivi da utilizzare e in generale, sul tunnel centrale, c’è meno affollamento di tasti che in precedenza.L'esemplare in prova è spinto dal nuovo 3 cilindri 1.5 turbo-benzina da 136 cavalli, un propulsore appartenente alla nuova famiglia di motori modulari (ci sono anche i diesel di identica cubatura) sviluppati da BMW. Nel cambio con il precedente 1.6 aspirato, la Cooper cambia dal giorno alla notte sotto ogni punto di vista: velocità, accelerazione, ripresa e soprattutto consumi che sono scesi drasticamente in ogni condizione (16,9 km/litro in media effettivi). Magari, quel che manca a questo motore, è un pizzico di grinta nella voce e nell’erogazione, giusto per sposarsi meglio con il carattere della Mini.

Mini ha voluto alzare l&rsquo;asticella anche sul fronte delle dotazioni, anche se purtroppo sono in larga parte a richiesta. Oltre alle solite innumerevoli personalizzazioni estetiche, debuttano assistenti alla guida ormai imprescindibili, ma solitamente riservati ai segmenti superiori: telecamera per leggere i cartelli stradali ed evitare tamponamenti con una frenata automatica, radar per la distanza di sicurezza, proiettori a Led adattivi, per non parlare della connettivit&agrave; e dell&rsquo;infotainment che sono al top.Il problema &egrave; che se ci si fa prendere la mano, dagli interessanti 20mila&nbsp;euro richiesti per questa Cooper si pu&ograve; arrivare tranquillamente a quasi 35mila, come nel caso dell&rsquo;esemplare provato.Le opzionali ruote da 17&rdquo; sono il minimo sindacale per un buon appeal, poich&eacute; di serie ci sono solo i 15 pollici. I&nbsp;proiettori a Led, (810 euro), che possono essere anche adattivi per circa 200 euro in pi&ugrave;.&nbsp;

<h2>Sempre originale ma pi&ugrave; pratica</h2>La plancia ripropone i concetti gi&agrave; noti, ma in chiave pi&ugrave; razionale. I comandi sulla console sono meno fitti e alcuni, come gli alzavetri, sono ora al posto giusto, cio&egrave; sul pannello porta. La strumentazione ora &egrave; pi&ugrave; visibile, perch&eacute; posta davanti al guidatore e non pi&ugrave; sull&rsquo;obl&ograve;. Presenti il&nbsp;pannello per l&rsquo;head up display e il pomello touch per gestire l&rsquo;infotainment.<h2>Ben fasciati davanti e dietro</h2>Il posto guida &egrave; quello di sempre, largamente regolabile e corretto nelle geometrie; fasciano parecchio i sedili sportivi, specie i fianchetti laterali. La zona posteriore continua a offrire uno spazio piuttosto limitato: sono due posti d&rsquo;emergenza.<h2>Per qualche borsina in pi&ugrave;</h2>Il baule guadagna 50 litri di volume, per un totale di 211. Lo spazio, comunque, resta abbastanza limitato, fatta salvo la possibilit&agrave; di reclinare gli schienali e ottenere un bel vano piatto ben sfruttabile.ma pi&ugrave; praticaLa plancia ripropone i concetti gi&agrave; noti, ma in chiave pi&ugrave;razionale. I comandi sulla console sono meno fitti e alcuni, comegli alzavetri, sono ora al posto giusto, cio&egrave; sul pannello porta.La strumentazione ora &egrave; pi&ugrave; visibile, perch&eacute; posta davanti alguidatore e non pi&ugrave; sull&rsquo;obl&ograve;. Notare, in alto, il pannello per l&rsquo;headup display e, sotto, il pomello touch per gestire l&rsquo;infotainment.&nbsp;

Chi gi&agrave; conosce la precedente Mini, su quella nuova respirer&agrave; aria di casa. La posizione di guida continua ad essere quella giusta, con il volante verticale e la possibilit&agrave; di guidare a pochi centimetri dal suolo. La plancia conserva la sua ben nota originalit&agrave;, ma ora &egrave; pi&ugrave; matura e razionale: se prima rischiavi di disattivare il DSC mentre cercavi di abbassare il finestrino, ora gli alzavetri sono nel posto dov&rsquo;&egrave; logico che siano, cio&eacute; sui pannelli porta, e anche i comandi della climatizzazione hanno una movimentazione molto pi&ugrave; intuitiva.Ancora, sul nuovo modello si &egrave; cercato di ridurre al minimo le distrazioni dello sguardo dalla strada: il tachimetro &egrave; finalmente davanti agli occhi, mentre prima era sull&rsquo;obl&ograve; centrale. E volendo c&rsquo;&egrave; anche un head up display a richiesta che proietta davanti agli occhi le info principali, dalla velocit&agrave; alle istruzioni della navigazione. La chiave d&rsquo;accensione puoi tenertela in tasca: su tutte le versioni l&rsquo;avviamento &egrave; keyless di serie e avviene attraverso il coreografico &ldquo;toggle&rdquo;, una levetta rossa stile aeronautico al centro del tunnel.Il 3 cilindri turbo, all&rsquo;avvio, &egrave; quasi inavvertibile: non vibra, segno che &egrave; stato ben controbilanciato, e non fa rumore. La sua erogazione &egrave; quella che ci si aspetta da un moderno propulsore sovralimentato a iniezione diretta: pronta, gi&agrave; poco sopra il&nbsp;minimo, e costante lungo tutto l&rsquo;arco d&rsquo;utilizzo. L&rsquo;elasticit&agrave;, non a sorpresa, &egrave; dunque il punto di forza di questo motore, come confermato sulla carta dal picco di coppia di 22,4 kgm (23,4 in overboost) che si manifesta a soli 1250 giri e resta immutato sino ai 4000.Proprio questa grande fluidit&agrave; ha consentito di adottare una rapportatura al cambio particolarmente lunga, forte del piccolo &ldquo;millecinque&rdquo; che non si fa pregare a riprendere anche a soli mille giri. Con una seconda marcia da 111,8 km/h effettivi e una terza da 175,5 orari (!), viene da s&egrave; che l&rsquo;uso del cambio, anche in citt&agrave;, sia fortemente limitato grazie appunto al mix fra elasticit&agrave; del motore e lunghezza dei rapporti. Questo, in parte, penalizza per&ograve; il piacere di guida, almeno nei confronti di chi ama smanettare con la leva lungo una bella strada di montagna. E sempre in tema di piacere di guida, riteniamo che al 3 cilindri avrebbe fatto comodo un pizzico di carattere in pi&ugrave;. Certo, &egrave; elastico, ricco di coppia e frulla bene anche in alto. Per&ograve; &egrave; quasi inavvertibile a livello sonoro e un&rsquo;erogazione cos&igrave; piatta, comune peraltro a tutti i moderni turbo, mal&nbsp;si addice a una Cooper. Questione di sensazioni. Perch&eacute; per quel che concerne i numeri, nel passaggio dal vecchio 1.6 aspirato da 122 cavalli a questo 1.5 turbo da 136 cv la Mini ha fatto l&rsquo;affare della sua vita: ora &egrave; decisamente pi&ugrave; veloce (208,5 km/h contro 191,3), pi&ugrave; scattante (8&rdquo;32 sullo 0-100 anzich&eacute; 9&rdquo;33) e infinitamente meno assetata di benzina; se prima si coprivano in media circa 11,5 km/ litro, oggi le percorrenze si attestano sui 16,9 km al litro effettivi, di cui 14,6 in citt&agrave; e 17,9 nell&rsquo;extraurbano.Un altro comparto dove la nuova Mini ha fatto affari d&rsquo;oro &egrave; l&rsquo;assetto. Per ottenere il cosiddetto &ldquo;go-kart feeling&rdquo;, le vecchie Mini viaggiavano con dei set up da qualifica che&nbsp;ricordavano da vicino un kart vero e proprio. Un bene per l&rsquo;handling, un po&rsquo; meno per la schiena.La nuova Mini &egrave; riuscita invece a trovare la quadratura del cerchio. Grazie a nuove sospensioni e a misure di passo e carreggiata pi&ugrave; generose, confort e dinamismo sono adesso ben armonizzati fra loro.L&rsquo;assorbimento &egrave; decisamente migliorato, specie quando ci si trova di fronte a tutti quegli ostacoli prettamente urbani (dissuasori, buche e tombini) che erano il lato debole delle precedenti generazioni. Ma al contempo i tecnici sono riusciti a conservare quell&rsquo;agilit&agrave; e reattivit&agrave; tipica del modello, quella che non appena incontri una strada un po&rsquo; sgombra e ricca di curve ti invoglia a guidare. Merito in primo luogo di uno sterzo ottimamente calibrato, che continua ad essere s&igrave; molto preciso e diretto, ma non cos&igrave; tanto da compromettere la direzionalit&agrave; alle alte velocit&agrave; autostradali, come invece accadeva prima quando occorreva viaggiare sempre con due mani ben salde sule razze. La Mini riesce quindi ad aggredire le curve con la solita incisivit&agrave;, grazie anche a un retrotreno che segue fedelmente quello che fanno le ruote anteriori, con un leggero effetto autosterzante che velocizza le operazioni di inserimento. Se ci si aggiunge un rollio in curva quasi nullo e degli appoggi saldi e rassicuranti, ecco che saltare da una curva all&rsquo;altra continua ad essere una delle ragioni di vita della Mini. Tra l&rsquo;altro, in tema d&rsquo;assetto, ora la Mini pu&ograve; essere equipaggiata con sospensioni regolabili a gestione elettronica, la cui taratura dipende anche dall&rsquo;optional Driving Modes (185 euro) che prevede tre modalit&agrave; di guida a scelta dalla pi&ugrave; sportiva alla pi&ugrave; &ldquo;eco&rdquo;, agendo su risposta dell&rsquo;acceleratore e dello sterzo.Un altro accessorio interessante e altamente consigliabile, sebbene pi&ugrave; costoso (1.015 euro), &egrave; invece il Driving Assistant: include l&rsquo;Adaptive Cruise Control con radar per mantenere velocit&agrave; e distanza di sicurezza da chi precede, nonch&eacute; la telecamera per sorvegliare la zona antistante la vettura e attivare, in caso di pericolo, una frenata automatica per scongiurare un tamponamento o, peggio, l&rsquo;investimento di un pedone.&nbsp;

La pi&ugrave; grossa novit&agrave; tecnica della Mini &egrave; rappresentata dalla gamma motori, una serie di unit&agrave; sviluppate ex-novo dal Gruppo di Monaco che andranno ad equipaggiare anche modelli BMW. Si tratta di una nuova famiglia di motori modulari, la cui base di partenza sono i 3 cilindri ma da essi prenderanno vita anche nuovi 4 e 6 cilindri. Alla Mini, ovviamente, interessano i propulsori pi&ugrave; piccoli, quelli che danno un bel taglio alle emissioni.Ecco allora che la gamma si snoda sui 3 cilindri di 1.5 litri di cilindrata, benzina e diesel, che condividono moltissime componenti proprio per ottimizzare sia i processi di produzione, sia i costi. Tutti a iniezione diretta e sovralimentati, ci sono il 3 cilindri 1.5 a benzina da 136 cv della Cooper e i turbodiesel, sempre 1.5, da 95 e 116 cv rispettivamente per One D e Cooper D. Le uniche eccezioni sono il 3 cilindri turbo della One, che &egrave; un 1.2 da 102 cv, e il propulsore della Cooper S da 192 cavalli che &egrave; un 4 cilindri 2 litri gi&agrave; impiegato su alcune BMW.Assieme ai motori debuttano poi nuovi cambi: il manuale &egrave; pi&ugrave; leggero e migliorato nei sincronizzatori, l&rsquo;automatico &egrave; pi&ugrave; diretto nella risposta e dotato di nuovo software. Altra grossa fetta del lavoro di rinnovamento ha riguardato le sospensioni, dove troviamo un McPherson anteriore dotato ora di bracci in alluminio per ridurre i pesi, mentre il retrotreno resta fedele all&rsquo;assale multilink, sebbene rivisto nelle geometrie e nell&rsquo;elastocinematica per sposarsi al meglio con le nuove dimensioni della vettura. Da segnalare, in merito, il sensibile allargamento delle carreggiate: 42 mm davanti e 34 mm dietro.

Mini Cooper, agile, divertente e confortevole, prova su strada

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