Mini Cooper, agile, divertente e confortevole, prova su strada

Mini Cooper, agile, divertente e confortevole, prova su strada
Grazie al tre cilindri turbo non consuma molto ma manca di un pizzico di carattere

di Lorenzo Facchinetti

17.06.2014 ( Aggiornata il 17.06.2014 16:25 )

Prestazioni

Chi già conosce la precedente Mini, su quella nuova respirerà aria di casa. La posizione di guida continua ad essere quella giusta, con il volante verticale e la possibilità di guidare a pochi centimetri dal suolo. La plancia conserva la sua ben nota originalità, ma ora è più matura e razionale: se prima rischiavi di disattivare il DSC mentre cercavi di abbassare il finestrino, ora gli alzavetri sono nel posto dov’è logico che siano, cioé sui pannelli porta, e anche i comandi della climatizzazione hanno una movimentazione molto più intuitiva.

Ancora, sul nuovo modello si è cercato di ridurre al minimo le distrazioni dello sguardo dalla strada: il tachimetro è finalmente davanti agli occhi, mentre prima era sull’oblò centrale. E volendo c’è anche un head up display a richiesta che proietta davanti agli occhi le info principali, dalla velocità alle istruzioni della navigazione. La chiave d’accensione puoi tenertela in tasca: su tutte le versioni l’avviamento è keyless di serie e avviene attraverso il coreografico “toggle”, una levetta rossa stile aeronautico al centro del tunnel.

Il 3 cilindri turbo, all’avvio, è quasi inavvertibile: non vibra, segno che è stato ben controbilanciato, e non fa rumore. La sua erogazione è quella che ci si aspetta da un moderno propulsore sovralimentato a iniezione diretta: pronta, già poco sopra il minimo, e costante lungo tutto l’arco d’utilizzo. L’elasticità, non a sorpresa, è dunque il punto di forza di questo motore, come confermato sulla carta dal picco di coppia di 22,4 kgm (23,4 in overboost) che si manifesta a soli 1250 giri e resta immutato sino ai 4000.

Proprio questa grande fluidità ha consentito di adottare una rapportatura al cambio particolarmente lunga, forte del piccolo “millecinque” che non si fa pregare a riprendere anche a soli mille giri. Con una seconda marcia da 111,8 km/h effettivi e una terza da 175,5 orari (!), viene da sè che l’uso del cambio, anche in città, sia fortemente limitato grazie appunto al mix fra elasticità del motore e lunghezza dei rapporti. Questo, in parte, penalizza però il piacere di guida, almeno nei confronti di chi ama smanettare con la leva lungo una bella strada di montagna. E sempre in tema di piacere di guida, riteniamo che al 3 cilindri avrebbe fatto comodo un pizzico di carattere in più. Certo, è elastico, ricco di coppia e frulla bene anche in alto. Però è quasi inavvertibile a livello sonoro e un’erogazione così piatta, comune peraltro a tutti i moderni turbo, mal si addice a una Cooper. Questione di sensazioni. Perché per quel che concerne i numeri, nel passaggio dal vecchio 1.6 aspirato da 122 cavalli a questo 1.5 turbo da 136 cv la Mini ha fatto l’affare della sua vita: ora è decisamente più veloce (208,5 km/h contro 191,3), più scattante (8”32 sullo 0-100 anziché 9”33) e infinitamente meno assetata di benzina; se prima si coprivano in media circa 11,5 km/ litro, oggi le percorrenze si attestano sui 16,9 km al litro effettivi, di cui 14,6 in città e 17,9 nell’extraurbano.

Un altro comparto dove la nuova Mini ha fatto affari d’oro è l’assetto. Per ottenere il cosiddetto “go-kart feeling”, le vecchie Mini viaggiavano con dei set up da qualifica che ricordavano da vicino un kart vero e proprio. Un bene per l’handling, un po’ meno per la schiena.

La nuova Mini è riuscita invece a trovare la quadratura del cerchio. Grazie a nuove sospensioni e a misure di passo e carreggiata più generose, confort e dinamismo sono adesso ben armonizzati fra loro.

L’assorbimento è decisamente migliorato, specie quando ci si trova di fronte a tutti quegli ostacoli prettamente urbani (dissuasori, buche e tombini) che erano il lato debole delle precedenti generazioni. Ma al contempo i tecnici sono riusciti a conservare quell’agilità e reattività tipica del modello, quella che non appena incontri una strada un po’ sgombra e ricca di curve ti invoglia a guidare. Merito in primo luogo di uno sterzo ottimamente calibrato, che continua ad essere sì molto preciso e diretto, ma non così tanto da compromettere la direzionalità alle alte velocità autostradali, come invece accadeva prima quando occorreva viaggiare sempre con due mani ben salde sule razze.

La Mini riesce quindi ad aggredire le curve con la solita incisività, grazie anche a un retrotreno che segue fedelmente quello che fanno le ruote anteriori, con un leggero effetto autosterzante che velocizza le operazioni di inserimento. Se ci si aggiunge un rollio in curva quasi nullo e degli appoggi saldi e rassicuranti, ecco che saltare da una curva all’altra continua ad essere una delle ragioni di vita della Mini. Tra l’altro, in tema d’assetto, ora la Mini può essere equipaggiata con sospensioni regolabili a gestione elettronica, la cui taratura dipende anche dall’optional Driving Modes (185 euro) che prevede tre modalità di guida a scelta dalla più sportiva alla più “eco”, agendo su risposta dell’acceleratore e dello sterzo.

Un altro accessorio interessante e altamente consigliabile, sebbene più costoso (1.015 euro), è invece il Driving Assistant: include l’Adaptive Cruise Control con radar per mantenere velocità e distanza di sicurezza da chi precede, nonché la telecamera per sorvegliare la zona antistante la vettura e attivare, in caso di pericolo, una frenata automatica per scongiurare un tamponamento o, peggio, l’investimento di un pedone. 

  • Link copiato

Mini Cooper, agile, divertente e confortevole, prova su strada

Torna su

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese