19.12.2014 ( Aggiornata il 19.12.2014 12:07 )
L’Active Tourer utilizza un pianale derivato da quello dell’ultima Mini, con il passo maggiorato e le sospensioni rivisitate. È anche la prima BMW a montare solo i nuovi motori modulari. Si tratta di propulsori a benzina o gasolio, a tre o quattro cilindri, tutti in alluminio, con sovralimentazione e iniezione diretta. In tutti i casi la cilindrata unitaria è di circa 500 cm3, che la BMW indentifica come ideale per il rendimento.
In più c’è un’eccezionale intercambiabilità tra i componenti che abbatte i costi di produzione: tra i tre e i quattro cilindri, indipendentemente dall’alimentazione, c’è il 60% di elementi condivisi, mentre tra i benzina e i diesel la percentuale comune è del 40%. La Active Tourer segue la filosofia Efficient Dynamics, che prevede recupero di energia in frenata, sterzo elettromeccanico, start&stop, modalità Eco Pro (da sola, secondo la BMW, abbatte i consumi fino al 20%), ottimizzazione del peso (il cofano in alluminio pesa la metà di uno in acciaio), gruppi secondari controllati in base al fabbisogno, compressore del climatizzatore escludibile, pompa dell’olio regolata dalla mappatura e pneumatici con resistenza al rotolamento ridotta.
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BMW 218d Active Tourer: come va davvero
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