Smart fortwo 70, prova su strada

Smart fortwo 70, prova su strada
Più larga, più matura. Sempre corta e con uno sterzo che la fa girare su se stessa. Il 3 cilindri beve poco, non bisogna avere fretta...

di Lorenzo Facchinetti

30.03.2015 ( Aggiornata il 30.03.2015 00:26 )

Prestazioni

Lo smartista doc resterà spiazzato già al momento di metterla in moto: il blocchetto d’accensione non è più sul tunnel bensì, molto meno fantasiosamente, sul piantone sterzo come la quasi totalità delle vetture. Il rumore del motorino d’avviamento è invece sempre lo stesso e pure il timbro e le vibrazioni del 3 cilindri ricreano la tipica atmosfera Smart. Ma la prima impressione è quella di una vettura globalmente più matura: il “mille” frulla, ma non risulta mai invadente, pare incapsulato meglio; l’assetto non è certo un materasso in quanto a morbidezza (specie in questa versione, con ruote da 16” e sospensioni sportive), ma è senza dubbio un buon passo avanti rispetto a prima; poi, quella sensazione di avantreno “approssimativo” è sparita lasciando spazio a un buon mordente in ingresso curva.

Ma è soprattutto lo sterzo a destare curiosità: non certo per il feeling che offre, che resta sempre un po’ vago e poco fedele alla realtà, quanto alla sua versatilità. Il fatto che ora abbia la demoltiplicazione variabile porta vantaggi su tutti i fronti: nelle curve ad alta velocità è diretto e serve poco angolo, mentre alle basse andature, o in parcheggio, diviene indiretto per garantire il massimo diametro di volta, che nella fattispecie corrisponde a ben 51 gradi di angolo di sterzata, quindi la capacità di invertire la marcia nello spazio di una corsia! Per quel che riguarda il 3 cilindri aspirato, se siete amanti degli scatti brucianti al semaforo è meglio che optiate per il 0.9 turbo da 90 cavalli (che a parità d’allestimento costa 1.170 euro in più). Ben inteso, il “mille” rende quanto deve rendere un piccolo motore aspirato da settanta cavalli e con appena una novantina di Nm di coppia. Al quale non si deve richiedere un’elasticità da record e allunghi paurosi. Che poi, di suo, il 3 cilindri sarebbe anche brillante.

Ma una rapportatura al cambio eccessivamente lunga smorza un poco le sue ambizioni, e questo lo si nota soprattutto in ripresa dove diventa pressoché doveroso scalare almeno un paio di rapporti per chiudere un sorpasso in serenità. Chi ha il piede pesante, insomma, si troverà spesso a dover tirare il collo al motore per ottenere spunto (14”78 lo scatto 0-100). Con la consolazione che anche viaggiando sempre “flat out”, il 3 cilindri beve davvero poco: abbiamo registrato 10 km/litro al limite, cioè con il gas a tavoletta, e in un impiego umano le medie superano i 17 km/l effettivi, con ottimi 18,4 con un litro in città.

Per quel che riguarda le reazioni della vettura al limite, quei 100 mm in più di carreggiata e le ruote maggiorate hanno reso la Smart più piantata a terra rispetto a prima. Appaiono evoluti anche i sistemi di controllo elettronici, con un ESP che entra in azione con largo anticipo ad annullare eventuali reazioni e che tra l’altro è dotato di una funzione che annulla le forze del vento laterale (soltanto sopra gli 80 km/h), cui le vecchie Smart erano particolarmente sensibili.

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