BMW 220d cabrio, prova del nuovo diesel

BMW 220d cabrio, prova del nuovo diesel
Ha una capote rapida nell’azionamento e molto ben fatta dal punto di vista dell’insonorizzazione

di Saverio Villa

06.08.2015 ( Aggiornata il 06.08.2015 07:23 )

Presentazione

Se l’acquisto e l’utilizzo dell’auto fossero azioni razionali e pienamente consapevoli - cioè se comprassimo l’auto solo se ci serve davvero, scegliendo niente più di quella che ci serve veramente e se poi la usassimo solo in assenza di alternative più sensate – lo Stato italiano, per non portare i libri in tribunale, dovrebbe cominciare a tassarci l’aria, il sonno e magari qualche altro bisogno fisiologico.

E il mercato delle cabriolet non esisterebbe, perché se si mettono sulla bilancia gli svantaggi oggettivi delle “scoperte” a quattro o cinque posti, appare chiaro - al di là di ogni possibile dubbio - che l’acquisto di un’auto di questo genere meriterebbe un trattamento sanitario obbligatorio. Però viaggiare su una cabrio, in momenti particolari la cui frequenza varia in funzione dell’area geografica nella quale ci si muove e delle traversie del vivere quotidiano di ciascuno di noi, ha il potere di un antidepressivo a livello “Prozac”, oltre che la stessa capacità di dare dipendenza. Poi, naturalmente, secondo i modelli, il punto di squilibrio tra vantaggi e svantaggi si sposta in una direzione o nell’altra e - tanto vale anticiparlo - quello di questa BMW è tra quelli posizionati più favorevolmente.

Senza contare che la Serie 2 Cabrio (come anche la Coupé), che, a prescindere dalla numerazione, sono gli spin-off sportivi della Serie 1, sarà una delle ultime BMW compatte a trazione posteriore, dopodiché anche a Monaco passeranno al “tutto avanti” per tutti i modelli che devono darsi una parvenza di economicità. Quindi potremmo perfino considerarla una “instant classic”. Rispetto alla precedente Serie 1 Cabrio, la “2” è un po’ più lunga (7 cm), larga (2 cm) e pesante (20 kg), però è accompagnata da un miglioramento misurabile nell’abitabilità posteriore e nella capacità del bagagliaio. Focalizzando il confronto sulla precedente 120d Cabrio, ci sono 13 cv e 50 Nm in più che non fanno mai male ma, fatalmente, “entry level” è salito da poco più di 37 mila euro a 39 mila tondi tondi. Però se il design è diventato più moderno, fluido e coerente con il corso stilistico attuale della BMW – al punto che, se vista di sfuggita, la si potrebbe confondere con una Serie 4 - la linea ha perso quella durezza di forme un po’ retrò che rendeva affascinanti le Serie 1 Cabrio e Coupé, specie quelle con il make-up furbo delle personalizzazioni del programma “M”.

Diciamo “affascinanti” ma potremmo anche usare l’aggettivo “ignoranti” che, quando si parla di mezzi a motore, assume generalmente una connotazione niente affatto negativa. La plancia, per contro, è diventata più spigolosa e tormentata nelle linee: si intravede un certo miglioramento nella qualità dei materiali e negli assemblaggi, però l’atmosfera non sembra affatto più moderna rispetto al passato, anzi. L’insieme console/tunnel, poi, è monolitico e sovradimensionato, anche se, all’atto pratico, questo comporta una maggiore disponibilità di vani dove riporre monete, smartphone, chiavi e così via. La nota dolente delle cabrio in genere è che, al di là dei proclami di abitabilità e caricabilità più o meno degne di una berlina, l’effettiva disponibilità a trasportare più di due occupanti è sempre inferiore alle promesse. Neppure la Serie 2 è una quattro posti in senso stretto, perché dietro due adulti hanno poco spazio per le gambe, anche se stanno ragionevolmente comodi in larghezza all’altezza delle spalle nonostante il restringimento dei fianchi. In compenso, rispetto ad alcuni membri illustri del club delle “cabrio per famiglia”, gli schienali non sono sgradevolmente verticali.

L’avanzamento elettrico dei sedili non facilita più di tanto l’accessibilità posteriore ma lo spazio per la testa a capote chiusa è sufficiente anche per persone di alta statura. Il bagagliaio è largo e abbastanza profondo ma si sviluppa poco in altezza, perché deve salvaguardare lo spazio per ripiegare la capote, quindi viaggiando scoperti si hanno a disposizione 280 litri, che salgono a 335 con il tetto chiuso, mentre prima la “forbice” era di 260/305 litri. Stranamente il “duemila” da 190 cv è l’unica opzione a gasolio prevista dalla gamma italiana della Cabrio (la Coupé offre anche unità da 143 e 218 cv, pur con la medesima cilindrata). In compenso, per chi vuole risparmiare, alla base della famiglia c’è la 118i, col nuovo 1.5 3 cilindri da 136 cv della Mini Cooper. In questo caso, però, in attesa di una prova chiarificatrice, si suppone che il potere antidepressivo della Serie 2 Cabrio possa scendere al livello “valeriana”.

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