La quinta generazione è ancora più polivalente: grande, comoda, maneggevole, si adegua ad autostrada e off-road leggero

Bella la Outback, no? Certo fa una gran scena. Però è un po’ ingombrante. E poi quegli spigoli e quelle cromature… non sarà un tantino troppo americana? Questo è più o meno quel che la gente pensa della nuova ammiraglia Subaru. E sarebbe strano il contrario. In Europa, in tutto il 2014, sono state vendute poco meno di 33 mila Subaru, delle quali quasi 2700 in Italia, mentre in Usa se ne vendono ben più di 40 mila al mese. Si può quindi seraficamente immaginare che nell’Ebisu Subaru Building di Tokyo abbiano tutti la bandiera a stelle e strisce sulla scrivania accanto alla foto della famiglia e che in mensa servano solo T-Bone Steak. Non ci sarebbe da stupirsi se anche i turni lavorativi fossero sincronizzati sul fuso di New York.E tutto questo affetto (interessato) per gli Usa è ricambiato, dal momento che là le Subaru ricevono riconoscimenti a piene mani nel campo della qualità. E non è cosa da poco, visto quanto gli americani sono micragnosi su argomenti come “value for money” e affidabilità. L’Outback è sempre lo spin-off esotico della Legacy, che non viene importata in Italia. Rispetto a quest’ultima, l’altezza da terra aumenta di 5 cm (qui supera i 20 cm ed è più di quanto offre la media dei Suv), ci sono sovrastrutture di protezione della scocca estetico/funzionali e pneumatici con spalla alta (serie 60 per l’allestimento Unlimited del servizio, serie 65 negli altri casi). L’ASPETTO è più personale e anche un po’ più in linea con i gusti latini rispetto alla quello dell’Outback IV (2009/2014), della quale questa generazione ha ereditato il passo e il layout generale. Tutto sommato il “musone” imposto dalle normative per la protezione dei pedoni è ormai una consuetudine ed è bilanciato da una coda altrettanto fisicata: questo basta per raggiungere un buon equilibrio. Oltretutto con un pizzico di slancio aggiuntivo derivante dal parabrezza più avanzato e inclinato e una maggiore riconoscibilità data dalla grande bocca esagonale. Per quanto riguarda l’arredo interno, potremmo dire che i fatti hanno finito per dar ragione alla Subaru, che in passato è stata spesso stata criticata per l’eccessiva essenzialità del design. Adesso che tutti gli altri fanno retromarcia e, a poco a poco, stemperano le complessità da cockpit areonautico raggiunte negli anni recenti, la linearità dell’Outback - con la conseguente e quasi dimenticata individuabilità dei comandi - sembra quasi di tendenza. Qualcuno, per la verità, ha bollato come démodé la soluzione dei comandi della climatizzazione, con il visore sottile e le manopoline dedicate alle temperature, ma è un approccio che garantisce immediatezza nel comando e nella percezione del suo effetto, cioé un “must” che va (dovrebbe andare…) al di là delle mode.PER CONTRO, in Subaru si affidano ancora un po’ troppo alle plastiche rigide, che probabilmente non dispiacciono agli americani epicurei (specialmente se sono ben assemblate come in questo caso) e fanno saltare un po’ la mosca al naso agli europei edonisti, ma globalmente l’Outback non ne fa un uso scandaloso, né in assoluto, né in relazione al prezzo, che è stimolante in relazione ai contenuti. La nostra Unlimited è la proposta “all inclusive” che, al momento di firmare l’assegno, lascia spazio solo alla scelta tra colore pastello o metallizzato, tanto per non far intorpidire la capacità discrezionale di chi acquista, e in quest’ottica i 43 mila euro e rotti sono già un ottimi viatico. Ma non bisogna dimenticare che l’Outback con motore turbodiesel (volendo è disponibile anche un 2500 aspirato a benzina, ma c’è un limite anche all’anticonformismo) comincia da poco più di 36 mila euro e in questa cifra sono già comprese trazione integrale (ci mancherebbe altro), cambio automatico, sistema di gestione elettronica della marcia fuoristrada X-Mode e, soprattutto, l’EyeSight, cioè uno dei pacchetti di funzioni che, oggi come oggi, si avvicinano di più al miraggio della guida autonoma.SE NON BASTASSE, l’Outback è posizionata sul mercato in modo furbo, perché può essere un’alternativa plausibile a molti modelli senza avere avversarie realmente sovrapponibili. Costa più o meno come le versioni station wagon 4x4 di Audi A4, BMW Serie 3, Mercedes Classe C, VW Passat e Volvo V60 rispetto alle quali, però, è più generosa in termini di allestimento e dimensioni/ abitabilità, mentre fa risparmiare parecchio rispetto alle varianti paragonabili di A6, Serie 5, Classe E e V70, che invece hanno dimensioni simili.

<a href="https://www.auto.it/wp-content/uploads/2015/09/Subaru-Outback.jpg"><img class="alignnone size-medium wp-image-48720" src="https://cdn.auto.it/images/2015/10/05/subaru-outback-300x155.jpg" alt="Subaru Outback" width="300" height="155" /></a>SPIGOLI VIVI L&rsquo;Outback 2015 ha un design pi&ugrave; personale e morbido rispetto alla precedente, ma i tagli netti delle linee ci sono sempre.VELOCE QUANTO BASTA L&rsquo;altezza da terra e la sezione frontale abbondante limitano la velocit&agrave; massima a 185 km/h, comunque pi&ugrave; che sufficienti per il genere di automobile.INTELLIGENT &Egrave; MEGLIOCi sono due programmi di guida: Intelligent Mode e Sport Mode. Quest&rsquo;ultimo rende motore e cambio pi&ugrave; pronti ma diminuisce la fluidit&agrave; di marcia.MANUALE MA SOFT Le palette al volante permettono di pilotare manualmente la trasmissione ma le cambiate sono meno risolute rispetto a un automatico convenzionale.

<a href="https://www.auto.it/wp-content/uploads/2015/09/Subaru-Outback-.jpg"><img class="alignnone size-medium wp-image-48717" src="https://cdn.auto.it/images/2015/10/05/subaru-outback--300x215.jpg" alt="Subaru Outback" width="300" height="215" /></a>Gusto molto USA La disponibilit&agrave; di vani, portabicchieri e portabottiglie non lascia dubbi sul fatto che l&rsquo;Outback sia stata pensata per far colpo sul pubblico nordamericanoTUTTO ELETTRICO L&rsquo;allestimento Unlimited prevede la regolazione elettrica e il riscaldamento per entrambi i sedili anteriori, che sono anche sufficientemente ampi e sagomati.INDIETRO&hellip; C&rsquo;&Egrave; POSTOSul divanetto si sta comodi in tre e, anche chi sta al centro, beneficia di una buona dose di centrimetri per le gambe e per la testa nonostante l&rsquo;ingombro del tunnel centrale.CARICARLA &Egrave; UN VERO GIOCO DA RAGAZZIIl portellone ad apertura elettrica &egrave; di serie, il piano di carico &egrave; a filo col paraurti e il ribaltamento dello schienale viene comandato dal vano bagagli.&nbsp;

<a href="https://www.auto.it/wp-content/uploads/2015/09/Subaru-Outback-1.png"><img class="alignnone size-medium wp-image-48718" src="https://cdn.auto.it/images/2015/10/05/subaru-outback-1-300x188.png" alt="Subaru Outback" width="300" height="188" /></a>Da noi, come in tutto il pianeta, Subaru &egrave; sinonimo di 4x4. E va bene. Del resto le integrali uscite con questo marchio dal giorno in cui, nel 1972, un ingegnere con gli occhi a mandorla ha avuto il sentore che &ldquo;quattro &egrave; meglio di due&rdquo; sono gi&agrave; circa 14 milioni, quindi sarebbe sorprendente il contrario. Ma da noi riecheggiano ancora forti e chiare le suggestioni rallystiche che, invece, non hanno pi&ugrave; ragioni di esistere, dal momento che la Casa giapponese ha interrotto l&rsquo;attivit&agrave; sportiva ufficiale nel WRC ormai dal 2008. E lo spirito della produzione di serie Subaru si &egrave; per lo pi&ugrave; adeguato al nuovo trend assennato. Come dire: non aspettatevi dall&rsquo;Outback un temperamento da extrasistole. Il boxer turbodiesel, che continua a non avere eguali nella categoria per l&rsquo;impostazione, &egrave; stato plafonato a 150 cv, che di questi tempi non sono affatto tanti per un 2 litri. In compenso&nbsp;ha un&rsquo;erogazione di coppia straordinaria ai bassi regimi e questo significa una risposta cos&igrave; pronta ed energica che potrebbe essere erroneamente interpretata come sportiva. Razionalmente e nella pratica &egrave; esattamente quel che serve su un&rsquo;auto cos&igrave; e ne consegue una bella sensazione di gusto e appagamento.Emotivamente, invece, nasce un retrogusto amarognolo quando - vogliosi di capire cosa c&rsquo;&egrave; &ldquo;dopo&rdquo; e oltremodo speranzosi - si scopre che sopra i 3000/3500&nbsp;giri non conviene insistere con l&rsquo;acceleratore, perch&eacute; la spinta si affievolisce parecchio. Quindi &egrave; meglio abituare il proprio piede destro a mantenere la calma e a lasciar lavorare motore e cambio automatico come piace a loro, con la certezza che ne uscir&agrave; sempre la soluzione giusta pi&ugrave; o meno per ogni esigenza di marcia che non sia quella di una prova speciale. E VENIAMO al cambio, che pu&ograve; essere solo automatico (esisterebbe anche un sei marce manuale ma non &egrave; disponibile per l&rsquo;Italia). Nella trasmissione a variazione continua di rapporto sono rimasti in pochi a credere, a meno che non si non si parli di citycar, e tra questi pochi i risultati ottenuti sono alterni. Subaru ha sviluppato in maniera indefessa il suo&nbsp;Lineartronic, tra l&rsquo;altro accettando la sfida dell&rsquo;abbinamento con un motore a gasolio (missione alla quale ha rinunciato perfino sua maest&agrave; Audi), e l&rsquo;esito &egrave; apprezzabilissimo. Guidando in tranquillit&agrave;, i pregi della variazione continua sono evidenti: in accelerazione il regime del motore rimane quasi costante mentre la velocit&agrave; dell&rsquo;Outback cresce in modo omogeneo senza che il progressivo cambio di rapporto sia avvertibile. Se invece si usa l&rsquo;acceleratore in modo pi&ugrave; convinto, l&rsquo;elettronica del sistema riproduce l&rsquo;effetto di una cambiata convenzionale, con relative interruzione momentanea nella trasmissione di coppia e variazione di regime, che d&agrave; una sensazione di maggiore sportivit&agrave; e quasi annulla quelle impennate di&nbsp;regime sgradevoli (dal punto di vista sonoro ma non solo) che invece contraddistinguono di norma i CVT.Chi invece vuole provare il gusto pi&ugrave; rurale della cambiata,&nbsp;c&rsquo;&egrave; anche la modalit&agrave; manuale, attuabile tramite le leve al volante (non dalla leva sul tunnel) e pu&ograve; contare su sette rapporti predefiniti. Ma, in questo caso, alla selezione manca oggettivamente quella secchezza che piace agli sportivi e, dopo averla sperimentata pi&ugrave; per curiosit&agrave; che altro, si lascia in disparte questa opzione senza troppi rimpianti. Non perch&eacute; sia sgradevole in senso stretto, ma perch&eacute; l&rsquo;automatismo offre tutto il desiderabile. Anche il comportamento stradale dell&rsquo;Outback &egrave; frutto di una miscela insolita di aspetti e caratteristiche a volte contrastanti che ne fanno un&rsquo;auto senza una caratterizzazione netta ma sempre molto godibile. Il&nbsp;motore a cilindri contrapposti abbassa il baricentro, il peso contenuto (abbiamo rilevato meno di 1700 kg, che sono un centinaio pi&ugrave; del dichiarato ma, comunque, pochi rispetto alle dimensioni dell&rsquo;Outback) favorisce la maneggevolezza e la reattivit&agrave;, mentre il sistema di trazione integrale (a ripartizione variabile ma con uno standard del 60% davanti e 40% dietro) e il torque vectoring determinano un comportamento quasi neutro in curva e risposte rapide alla sterzata. Per contro, le sospensioni morbide e rialzate si oppongono poco al rollio e la servoassistenza elettrica dello sterzo filtra quasi del tutto i segnali provenienti dalle ruote davanti.ALLA RESA dei conti l&rsquo;Outback si dimostra molto gradevole ed efficace sulle lunghe distanze affrontate a medie anche molto elevate, pur non consentendo picchi velocistici a livello della concorrenza migliore (abbiamo superato di poco i 185 chilometri orari), e offre anche spunti molto interessanti in ripresa grazie alla grande disponibilit&agrave; di coppia e all&rsquo;efficienza della trasmissione, mentre l&rsquo;accelerazione pura e brutale non &egrave; il suo forte. Sul misto d&agrave; una prova di grande stabilit&agrave;, tenuta sicurezza e manovrabilit&agrave; che, all&rsquo;occorrenza, permetterebbero anche di affrontare le curve con un piglio aggressivo e con l&rsquo;efficacia necessaria, per&ograve; la collocazione sopraelevata dell&rsquo;abitacolo e il rollio provocato dalle sospensioni a corsa lunga distolgono da queste pulsioni. A chi vuole cimentarsi in un fuoristrada seppur non troppo esasperato, l&rsquo;Outback offre possibilit&agrave; inattese, grazie soprattutto all&rsquo;X-Mode, inseribile con un pulsante alla sinistra del selettore del cambio Lineartronic. Il sistema modifica i parametri di erogazione del motore, della distribuzione di coppia e pure&nbsp;della frenata adeguandoli alle superfici a bassa aderenza e gestisce automaticamente anche la velocit&agrave; in discesa tramite l&rsquo;Hill Descent Control.IN BUONA sostanza, se escludiamo un&rsquo;attivit&agrave; fuoristradistica di tipo &ldquo;professionale&rdquo;, l&rsquo;Outback permette la stessa mobilit&agrave; di un ottimo suv, con gli unici limiti derivanti dal passo lungo (2,74 metri) e della gommatura stradale. Per la cronaca, per chi volesse tentare l&rsquo;avventura offroad, gli angoli di attacco, dosso e uscita sono, rispettivamente, di 18,6&deg;, 20,4&deg; e 23,1&deg;. Ed &egrave; l&rsquo;unica avventura in cui ci si pu&ograve; cimentare con l&rsquo;Outback, perch&eacute; il suo acquisto non presenta particolari lati oscuri. O, almeno, cos&igrave; la pensano in America.

<a href="https://www.auto.it/wp-content/uploads/2015/09/Subaru-Outback-1.jpg"><img class="alignnone size-medium wp-image-48719" src="https://cdn.auto.it/images/2015/10/05/subaru-outback-1-300x213.jpg" alt="Subaru Outback" width="300" height="213" /></a>Il layout tecnico non offre grandi novit&agrave; rispetto alla tradizione Subaru: motore boxer longitudinale, trazione integrale permanente con ripartizione attiva partendo da un rapporto standard di 60% davanti e 40% dietro e cambio a variazione continua con cinghia metallica e simulazione di rapporti fissi per l&rsquo;uso manuale.L&rsquo;aspetto pi&ugrave; interessante dell&rsquo;Outback, quindi &egrave; la presenza del sistema EyeSight di terza generazione, di serie su tutte le versioni, che impiega per la prima volta due telecamere stereo, al posto dei tradizionali sensori radar, capaci di catturare immagini a colori tridimensionali con una capacit&agrave; di riconoscimento, simile a quella dell&rsquo;occhio umano. Grazie a queste immagini il sistema riconosce forma, velocit&agrave; e distanza di veicoli, moto, biciclette e pedoni. Quando rileva un potenziale pericolo il sistema avverte il guidatore e, se necessario, provvede anche a frenare in modo da evitare incidenti.

La quinta generazione è ancora più polivalente: grande, comoda, maneggevole, si adegua ad autostrada e off-road leggero


Subaru Outback, la prova: trasformista

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