Opel Karl, prova della compatta

Opel Karl, prova della compatta
E' la Opel più piccola ed economica: cinque porte tradizionale e godibile, consuma poco anche se in autostrada soffre

di Maurizio Voltini

20.10.2015 ( Aggiornata il 20.10.2015 00:14 )

Prestazioni

Opel Karl prova su strada

Ciò a cui viene da pensare già nella prima presa di contatto con la Opel Karl, è il famoso discorso della “coperta corta”: vale a dire che quando ci sono certi limiti, andare a recuperare da un lato fa perdere qualcosa da quello opposto.

I “limiti” - che poi non sono sempre tali - in questo caso sono rappresentati dalle dimensioni esterne che risultano ancor più ridotte rispetto all’Agila: sono 6 cm in lunghezza, ma se ne guadagnano (anzi perdono) anche in tutte le altre direzioni. Non dimentichiamo però che alcune concorrenti dirette fanno meglio in termini di ingombro longitudinale: così la Hyundai i10 è più corta di 1 cm, la Fiat Panda di 3 cm e la Kia Picanto di 8 cm, rispetto ai 168 della Karl. In questa lotta per lo spazio, come abbiamo già detto la Opel sacrifica qualcosa a livello di baule, ma l’abitabilità interna è più che buona per quattro persone.

Anche l’impostazione di guida è buona e il sedile comodo, seppur tendenzialmente piccolo. Vagando internamente con l’occhio, si notano materiali abbastanza economici ma utilizzati in forme che non disturbano; forse a qualcuno non andrà giù, magari, la mancanza dei “maniglioni” alti per i passeggeri. Però davanti ci sono molti vani portaoggetti sparsi un po’ dappertutto (dietro invece mancano) e in più sulla Cosmo ci sono i rivestimenti misti per i sedili (tessuto più finta pelle) e in pelle per il volante, sul quale abbiamo diversi pulsanti integrati a richiamare la presenza di certi gadget come il cruise control.

SE COME dotazione non si avvertono particolari mancanze, dopo un certo periodo d’uso sconcerta il climatizzatore: alle volte sembra che non voglia saperne di seguire le nostre impostazioni, e se inviamo tutto il flusso alle bocchette centrali la rumorosità aumenta significativamente. Situazioni che richiederebbero una controverifica, beninteso, e che probabilmente si avvertono di più perché il motore di per sé risulta piuttosto silenzioso nelle normali condizioni di utilizzo. Infatti in velocità si sente parecchio di più il rotolamento dei pneumatici che non la meccanica. Anche la ruvidità “da 3 cilindri” è limitata, e così del motore si apprezzano piuttosto l’ottima reattività ai comandi del pedale destro - fermo restando che la coppia non è certo quella di un turbodiesel - e una potenza adeguata alla vettura.

IN AIUTO al comportamento generale viene oltretutto il peso. Certo, sempre in tema di “coperta corta” dovremo riuscire a sorvolare su certi effetti secondari come il rumore da lamierino quando chiudiamo il portellone dietro, ma non dobbiamo certo inventarci ora quali sono i vantaggi della leggerezza dal punto di vista di tutte le performance, e non solo quelle “sportive”. Così la Karl rispetta il dichiarato nell’accelerazione da 0 a 100 km/h (13”84) e quasi in velocità, con 167,7 orari ottenuti in quarta marcia.

Ma per chi punterà a questa vettura risulterà probabilmente ben più significativo che, proprio grazie al peso ridotto ben al di sotto dei 1000 kg (918 kg verificati!), in città si riescano a superare i 17 km e mezzo con un litro di benzina (17,6 per la precisione). Certo, se arriviamo a spremere un po’ di più il motore la media peggiora, ma resta pur sempre sui 18,6 km/litro. Proseguendo l’analisi dei dati rilevati, buona senza esagerare anche la frenata, con appena più di 38 metri per arrestarsi dai 100 orari. Il problema è che ad un leggero sollevamento della coda, comprensibile su vetture con questo passo, si aggiunge una certa sensibilità alle sconnessioni del fondo, imputabile però non tanto all’ABS quanto alle sospensioni.

A QUESTO punto è allora il momento di passare ad analizzare il comportamento stradale. Da un lato è ovvio che non ha senso parlare di guida sportiva su una vettura di questo genere, ma dall’altro il motore brillante permette di districarsi bene anche sui percorsi misti. Non si sente nemmeno la necessità di un rapporto in più rispetto ai 5 offerti dal cambio, che si manovra abbastanza facilmente e piuttosto soffre una certa imprecisione della frizione, non sempre omogenea nella risposta. Ritornando invece in tema di sospensioni, queste sono tarate piuttosto morbide con tutto ciò che ne consegue sul piano teorico e pratico. Dunque possiamo contare su un certo confort connesso all’assorbimento delle irregolarità stradali; però trovare una sconnessione o una buca in curva causa una notevole perdita di linea, con la macchina che si scompone sensibilmente anche senza essere andati a cercare il limite. Nulla di davvero pericoloso o preoccupante, ma ugualmente piuttosto fastidioso.

Inoltre la tendenza alla morbidità si riflette negativamente pure nella marcia rettilinea. Nonostante la proporzionalità dell’assistenza elettrica all’aumentare della velocità, infatti, lo sterzo risulta ugualmente troppo leggero e poco preciso: la mancanza di autodirezionalità fa sì che siano le nostre braccia a doverlo “tenere dritto”, con conseguente affaticamento anche in autostrada. È per motivi come questo unitamente alla rumorosità “non meccanica”, e non per questioni di motore o abitabilità, che la Karl risulta poco adatta ai viaggi più lunghi. Nessun problema invece a godersela in città con gli amici.

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