Range Rover SDV6 Hybrid, regina con scossa

Range Rover SDV6 Hybrid, regina con scossa
Anche la Range si dà all'ibrido, ma puntando più a comfort e alle prestazioni che ai consumi

di Lorenzo Facchinetti

30.11.2015 ( Aggiornata il 30.11.2015 00:00 )

Presentazione

Ibrido è una parola (bruttina, per la verità) diventata ormai d’uso comune alla quale più o meno tutti gli automobilisti si stanno abituando. Si sa che è un sistema che, grazie a un motore elettrico, in qualche maniera permette di consumare meno. È altresì noto che i vantaggi dell’ibrido arrivano quasi unicamente in città e che ne beneficiano, più o meno, tutte le tipologie di automobili.

Ma c’è ibrido e ibrido. Certo, il principio di funzionamento è lo stesso ma occorre iniziare a far distinzioni ben precise e scendere nei dettagli tecnici per capire le differenze e dunque il relativo rendimento nell’impiego reale: ibrido standard, ibrido plug-in, capacità delle batterie al litio o al nichel, potenza del motore elettrico. Soltanto spulciando fra queste caratteristiche si potrà capire se l’ibrido a cui si è interessati vale la candela o meno.

NEL CASO della Range Rover Hybrid di questo test, ad esempio, a nostro avviso conviene girare la frittata e vederla nel modo seguente: l’ibrido può essere interpretato come un optional da installare sulla Range 3.0 V6 diesel (un optional che vale 14.400 euro in più, tanto è il divario di prezzo fra la Hybrid diesel e la diesel standard a parità d’allestimento) e che permette di avere una vettura notevolmente più brillante nelle prestazioni ma con gli stessi consumi di carburante della versione normale. Sì perché a vederla soltanto dal punto di vista dei consumi, questo ibrido “soft” potrebbe risultare deludente: come detto, se la Range TDV6 che provammo nel marzo del 2013 percorreva in media 10,9 km/ litro effettivi, questa ne copre 10,5, addirittura un pizzico in meno.

Ma se si osserva il quadro nel suo complesso, la situazione migliora. Perché, appunto, a fronte di consumi pressoché identici è possibile godere di un centinaio di cavalli in più che cambiano un bel po’ le carte in tavola. Parliamo infatti di una potenza totale del sistema di 340 cavalli (che stanno salendo a 354 con il model year 2016 in arrivo in questi giorni), a fronte dei 258 cv della 3.0 TDV6 standard, che garantiscono accelerazioni e riprese (mentre la velocità resta simile), notevolmente più efficaci. Questa versione Hybrid, in un certo senso, rende quasi inutile la presenza della 4.4 SDV8 diesel, che di cavalli ne ha 339 e segna una coppia soltanto leggermente superiore, 740 Nm contro i ben 700 dell’accoppiata fra 3 litri V6 diesel e motore elettrico. Riassumendo, si può affermare che la Range Hybrid racchiude le prestazioni della V8 4.4 e i consumi della V6 3.0. Non sarà una Prius, ma senza dubbio è un compromesso che può risultare molto interessante. Non ci si devono invece fare troppe illusioni, invece, riguardo al funzionamento elettrico.

La modalità EV (Electric Vehicle) è presente, ma soltanto per un chilometro e mezzo di strada e a cinquanta all’ora al massimo, perché appunto il sistema ibrido è formato da un elettrico relativamente poco potente (48 cv) accoppiato alla trasmissione e da un pacco batterie dalla capacità inferiore rispetto ai modelli plug-in hybrid. Diciamo che la modalità EV può tornare utile per non disturbare nei centri storici o nei parcheggi sotterranei, muovendo 25 quintali di Suv nel totale silenzio.

PER IL RESTO, la Hybrid è sempre la solita Range. Della quale si apprezzano un abitacolo spazioso arredato con materiali sontuosi, dalla moquette spessa un dito che riveste qualsiasi pertugio della vettura a finiture di pregio. Poi c’è il confort di marcia, che fra insonorizzazione e assorbimento delle sospensioni è quasi inarrivabile, nemmeno parlando di grosse ammiraglie a tre volumi.

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