Ford Mustang GT prova su strada

Ford Mustang GT prova su strada
Americana fino all'ultimo bullone: divertimento, ruote fumanti, efficacia di guida e buon comfort

di Lorenzo Facchinetti

10.12.2015 ( Aggiornata il 10.12.2015 00:00 )

Prestazioni

Basta premere il pulsante d’accensione, sul tunnel centrale, per calarsi immediatamente in una classica atmosfera a stelle e strisce. Il V8 borbotta, con sonorità tipicamente americana, e al minimo scuote leggermente la vettura. Non ci è dato sapere se sia un effetto voluto o meno, ma in ogni caso percepire attraverso la schiena le vibrazioni del 5 litri è una sensazione che, in questo caso, assume un valore positivo.

La Mustang non incute affatto timore. In abitacolo hai tutto sotto controllo, la visibilità è buona e la frizione è leggera e ottimamente modulabile. È una vettura, insomma, che mette subito a proprio agio chiunque e anche dopo qualche chilometro questa sensazione permane. Perché l’otto cilindri, per le sue caratteristiche proprie, è vellutato e malleabile, riprende bene con un filo di gas e ha anche un suono piuttosto sommesso, forse troppo sommesso. Allora decidi di darci un po’ dentro e vedere se la musica cambia. E a quel punto scopri con sorpresa che l’erogazione del V8 5 litri non è quella, un po’ noiosa, della quasi totalità dei motori moderni ma ha del carattere. Che emerge più o meno allo scoccare dei 4500 giri, quando l’ascesa del contagiri cambia carattere, divenendo più aggressiva e coinvolgente con un allungo molto gratificante fino alla soglia dei 7000 giri.

L’ASPETTO piacevole della faccenda è che all’aumentare del passo, tutte le componenti della Mustang si adeguano quasi miracolosamente al resto. Il cambio, morbido e ben manovrabile in città, tiene bene il ritmo anche quando viene usato velocemente esenza riguardi, con innesti secchi e decisi. Lo sterzo assume maggior consistenza e precisione (specie se viene impostata la modalità sportiva che aumenta il carico) e copia fedelmente ogni pensiero del guidatore. Anche l’assetto, che sulle prime pare quello solito da americana, tutto confort e poca precisione, accompagna la Mustang fra le curve con grande compostezza.

Forse è proprio il bilanciamento complessivo della vettura la più grande sorpresa di questa sportiva. Perché se all’inizio la ritenevi buona soltanto per divertirti a fare sovrasterzi di potenza in ogni curva (compito che peraltro assolve egregiamente e in grande scioltezza...), la Mustang ti convince anche nell’impiego estremo in pista, dove sfodera appunto un equilibrio realmente encomiabile. Non tanto in termini di efficacia pura, perché ci sono coupé di pari potenza che viaggiano più veloci, quanto nel rapporto fra piacere di guida e facilità con cui vengono raggiunti i limiti.

L’AVANTRENO ha infatti una notevole presenza e precisione, non patisce mai sottosterzo e si dirige, peraltro in fretta, esattamente dove le mani del pilota desiderano. Solitamente a un avantreno così preciso corrisponde un retrotreno ballerino. Invece, il grip garantito dalle ruote posteriore è sempre di alto livello, sia che si tratti dell’uscita da una curva lenta, dove il sovrasterzo è progressivo e ben gestibile, sia che si parli di veloci curve in appoggio, dove la vettura resta salda alla traiettoria impostata. Altro punto di forza della Mustang, l’impianto frenante: oltre a garantire spazi d’arresto molto contenuti anche dalle andature più elevate, si è dimostrato costante e potente dopo intense sessioni in pista. Tutto questo, oltretutto, a fronte di un confort di marcia che è globalmente molto buono, a dimostrazione dell’equilibrio globale della vettura. Detto dell’assetto tutt’altro che rigido, anche l’insonorizzazione è ben curata e i decibel sono sempre piuttosto contenuti.

DI TUTTO il quadro prestazionale, l’unico elemento ad essere sotto tono sono i consumi. Anche in presenza dello start/ stop, le percorrenze urbane sono limitate (6,9 km/litro) e nella guida sportiva ancor peggio (2,8 km/litro al limite). Ma anche nella situazione più favorevole, ossia i 90 km orari costanti, non si riescono a percorrere più di 12,5 km con un litro.

 

La Mustang in pista a Balocco

Il problema della Mustang è che forse crea aspettative più elevate rispetto a ciò che è realmente, ossia una coupé sportiva ma nulla di più, non certo una variante estrema da pista. Ecco allora che una volta in pista, se paragonata a una vettura veramente sportiva come la BMW M4 di potenza similare (la Ford ho solo 10 cv in meno), la differenza è di circa 4 secondi al giro, che non sono pochi.

Certo è che rispetto agli standard di un tempo questa Mustang vola. Ma soprattutto, aspetto forse più importante, sfodera un inaspettato bilanciamento che la rende estremamente godibile fra i cordoli. Già dalle prime curve si apprezza un avantreno molto preciso negli inserimenti, quasi del tutto esente da sottosterzo, che porterebbe a pensare a un retrotreno “leggero”. Invece, risulta notevole anche la motricità delle ruote posteriori, che difficilmente vanno in crisi anche negli appoggi più veloci.

Dovessero farlo, i sovrasterzi sono sempre molto progressivi e facilmente gestibili. All’altezza anche l’impianto frenante, che oltre a vantare una notevole potenza e modulabilità, ha messo in mostra una notevole resistenza all’impiego più intenso.

 

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