Mercedes GLC 250 d, prova su strada

Mercedes GLC 250 d, prova su strada
Prestazioni brillanti associate a consumi piuttosto contenuti. Abitacolo ben vivibile e curato

di Lorenzo Facchinetti

25.01.2016 ( Aggiornata il 25.01.2016 00:00 )

Presentazione

C’era una volta la GLK, che con quelle sue forme spigolose aveva spaccato in due i clienti Mercedes e non solo: c’era chi la adorava proprio per la sua originalità, chi invece non poteva digerirla perché si discostava fortemente dagli stilemi del marchio. Oggi, nella riorganizzazione della gamma Suv Mercedes (ora si chiamano tutte GL e l’ultima lettera - A, C, E, S - indica il segmento di appartenenza), è bastato sostituire la terza lettera della sigla e ripartire praticamente da zero per ottenere la sua erede, la GLC.

Dalla denominazione si evince che è basata sulla Classe C e a parte il segmento in cui va a inserirsi (Audi Q5, BMW X3, Volvo XC60, ecc.) non ha più nulla a che vedere con la precedente GLK.

Ha un design che è l’opposto di prima: le forme squadrate, tipiche da fuoristrada, lasciano spazio a linee morbide e tondeggianti, meglio digeribili da un vasto pubblico e in linea con l’attuale tendenza che vede prevalere, fra i Suv, un’immagine più dinamica e vicina a quella delle vetture tradizionali piuttosto che ai classici off road. Un crossover, insomma, che taglia in maniera così netta i ponti col passato da rendere quasi difficile percepire che si tratta effettivamente dell’erede della GLK.

La nuova GLC ha infatti una presenza scenica più importante, dovuta sia alle differenti forme della carrozzeria che enfatizzano l’aspetto, ma anche a un effettivo aumento dimensionale: è più lunga di 12 cm (4,66 metri), più larga di 5 cm e ha un passo maggiorato di 118 millimetri, che vanno tutti a beneficio di un’abitabilità interna e di una capacità di carico sensibilmente accresciute.

L’ABITACOLO, ancor più dell’aspetto esteriore, segna un netto salto di qualità rispetto alla precedente GLK, non soltanto in termini di qualità e bontà dei materiali ma anche sotto il profilo del design. La plancia austera e fin troppo rigorosa del precedente modello lascia spazio a quella, elegante e moderna, della Classe C. Strappata pari pari dalla berlina e sistemata sul Suv, è opera del centro stile Mercedes di Como e rappresenta un riuscitissimo esempio di fusione fra eleganza, dinamismo e praticità: i materiali impiegati sono buoni ma non eccelsi, però sono stati valorizzati in maniera intelligente in modo da fornire una sensazione di lussuosità nonostante le finiture siano piuttosto semplici, come ad esempio quelle attorno alle bocchette d’aerazione con un effetto alluminio satinato (ma in realtà è ABS verniciato), oppure l’imponente tunnel centrale con toni caldi e belle sensazioni al tatto che ricordano la radica. Le linee della plancia sono movimentate, per dare dinamismo, ma tutt’altro che disordinate.

La praticità arriva invece dal profondo e capiente cassetto portaoggetti sulla consolle centrale che, quando è chiuso e non viene utilizzato, conserva la pulizia stilistica della intera plancia. Poi c’è il display dell’impianto multimediale (che può essere da 7” o 8,4” a seconda del sistema scelto) che risulta ben leggibile grazie alla posizione sopraelevata. Però il fatto che sia appeso alla plancia a mo’ di tablet non fornisce, a nostro avviso, la stessa sensazione di solidità e qualità degli schermi a scomparsa con movimentazione elettrica che altri costruttori impiegano.

IN CRESCITA, come detto, anche lo spazio a bordo. La GLC offre più libertà di movimento in ogni direzione, sia in larghezza ai gomiti, ma anche in lunghezza nella zona posteriore. Il passo allungato ha consentito di ricavare qualche centimetro in più per le ginocchia e anche in larghezza la sistemazione di tre persone non è difficoltosa, merito anche di un tunnel centrale che non risulta particolarmente invasivo per piedi. Semmai, lo spazio per la testa di chi siede dietro, non è eccezionale nel caso di persone di alta statura.

LA VERSIONE che abbiamo provato è la diesel più potente, cioé la 250 d spinta dal 2.1 litri da 204 cavalli e 500 Nm di coppia che si pone un gradino sopra la 220 d con 170 cavalli e 400 Nm. La trazione è 4Matic per tutte (al momento non c’è la due ruote motrici) e la trasmissione è affidata al nuovo 9G-Tronic a nove rapporti. Come già sulla Classe C, è previsto il cosiddetto assetto Agility Control che adatta continuamente lo smorzamento alla strada e peraltro, la GLC, è l’unica del segmento a proporre le sospensioni pneumatiche a richiesta. C’è anche un pacchetto off road che amplia la mobilità della vettura sui fondi a bassa aderenza con cinque programmi elettronici differenti. Tra le doti stradali di spicco della GLC c’è senza dubbio il confort, specie quello acustico al netto di qualche fruscio degli specchi esterni. Anche le sospensioni assolvono abbastanza bene il loro dovere ed è del tutto soddisfacente il rapporto fra prestazioni e consumi. Abbiamo soltanto qualche riserva sullo sterzo e sull’impianto frenante, come potrete approfondire nelle pagine della guida

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Design
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