Nuova BMW X1, la prova su strada

Nuova BMW X1, la prova su strada
Motore decisamente potente. Sterzo rapido. Ottima guidabilità. Abitabilità e capacità di carico accresciute.

di Saverio Villa

22.02.2016 ( Aggiornata il 22.02.2016 00:00 )

Prestazioni

Bmw X1 xDrive25d Sport 3

Il quattro cilindri modulare turbodiesel di 2 litri è davvero un motore tuttofare, con un ventaglio di potenze che parte dai 150 cv della soluzione monoturbo (la più richiesta nel nostro Paese) e, dopo svariati step, approda ai 231 cv di quella biturbo, utilizzata, per ora, solo da X1 e X5. E quest’ultima raggiunge un risultato sensazionale, visto che i cv sono gli stessi del 2 litri a benzina montato (all’estero) dalla stessa X1. Con la differenza che, in quel caso, i Nm disponibili sono solo 350, mentre sull’unità a gasolio salgono a ben 450. Rispetto ai diesel Bmw delle generazioni passate, l’erogazione è meno energica ai bassi regimi e questo può dare la sensazione di avere tra le mani un motore tranquillo.

Ma non è affatto così, come dimostrano i tempi di accelerazione che abbiamo rilevato. Questo due litri è molto fluido e non ha picchi improvvisi di erogazione, ma la spinta è molto distribuita e continua fino a 5 mila giri senza cedimenti. Tra l’altro, ai regimi più elevati - diciamo oltre i 3 mila giri - trova anche una voce coinvolgente che, però, rimane opportunamente nascosta alle andature autostradali legali (a 130 km/h il motore ruota solo a 2000 giri). 

Si potrebbe aprire un dibattito sull’opportunità di spendere 4.600 euro in più rispetto alla versione monoturbo da 190 cv, già pienamente in grado di soddisfare tutte le necessità di un utente diesel con inclinazioni sportive, ma quest’unità può rappresentare certamente un punto d’orgoglio per il legittimo possessore e dà effettivamente qualcosa in più rispetto alla concorrenza. La trasmissione automatica a 8 marce non è prodotta dalla ZF, come quella che veniva invece proposta sulla vecchia X1 e fa tuttora faville sulla Serie 1, ma dall’Aisin, come tutte quelle utilizzate dalla BMW per i motori trasversali. Comunque dà ottimi responsi perché è abbastanza morbida nelle cambiate e rapida quando occorre, anche se a volte ritarda un po’ nella fasi di rilascio e riattacco. Rimane in ogni caso una delle migliori offerte nella categoria.

L’ASSETTO PUÒ essere arricchito, come nel caso della vettura provata, con gli ammortizzatori a controllo elettronico a un sovrapprezzo tutto sommato modesto (510 euro) ed è una spesa che merita di essere affrontata, perché la taratura standard delle sospensioni è abbastanza rigida per dare alla X1 la dinamica che ci sia aspetta da una Bmw, mentre l’opzione elettronica permette, quando serve, di selezionare una modalità più tenera e di guadagnare in confort quando serve.

A maggior ragione, conviene munirsene in presenza dei pneumatici super ribassati come quelli del nostro esemplare, montati su cerchi da 19” anziché da 18” come precede lo standard dell’allestimento Sport, che collaborano poco all’ammortizzazione oltre a produrre un rumore di rotolamento piuttosto evidente. Anche in caso di gestione elettronica, comunque, l’assetto della X1 resta più solido rispetto alla media delle concorrenti e, conseguentemente, meno portato a digerire le irregolarità della strada. Sebbene il sistema di trazione integrale possa trasferire tutta la coppia davanti o dietro secondo l’esigenza del momento, in condizioni normali sono le ruote davanti a farsi carico di tutto il lavoro, quindi la vettura si comporta come una trazione anteriore e neppure provocandolo si riesce a far perdere aderenza al retrotreno.

In ogni caso il sistema elettronico Performance Control - che simula l’effetto di un differenziale autobloccante ed è di serie su tutte le versioni della X1 - regola la distribuzione di coppia sull’avantreno in modo da contenere il sottosterzo e rende più facile mantenere traiettorie pulite in curva. Tra le dotazioni comuni a tutte le versioni c’è anche il selettore della modalità di guida, che permette di scegliere tra le configurazioni Eco Pro, Comfort e Sport. Quest’ultima, però, rende fin troppo reattivo il cambio, che tiene più a lungo il rapporto prima di passare a quello superiore e spesso e volentieri fa arrivare il motore a limitatore troppo rapidamente: ne deriva certo una sensazione di brillantezza superiore che, però, non si traduce necessariamente in prestazioni più elevate in accelerazione e ripresa ma rende l’andatura meno confortevole.

Si possono comunque modificare i parametri di questa modalità, per mantenere rilassato il cambio e, nel contempo, rendere più reattivi acceleratore, ammortizzatori e sterzo. Quest’ultimo, sulle X1 Sport, non ha solo la servoassistenza variabile ma anche il passo, cioè è più facile e gestibile nelle piccole correzioni in velocità e più rapido con angoli di volante importanti. A dire il vero non risente molto del cambio di modalità tra Comfort e Sport, però è sempre piacevolmente reattivo, anche se non sensibilissimo.

IL SOLITO PACCHETTO EfficientDynamics, costituito da soluzioni che spaziano dalla scelta dei materiali leggeri, all’ottimizzazione aerodinamica, passando per la riduzione degli attriti e il recupero dell’energia, è alla base di una notevole efficienza e i consumi della X1 xDrive25d restano bassi in rapporto alla tanta potenza disponibile ma, in assoluto, col biturbodiesel non si posso ottenere valori record. In città, comunque, aiuta parecchio lo start&stop, che è molto solerte anche se non proprio inavvertibile come sui migliori esempi di produzione francese.

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