Ford Fiesta ST, Peugeot 208 GTi e Renault Clio RS, tre piccoli mostri

Ford Fiesta ST, Peugeot 208 GTi e Renault Clio RS, tre piccoli mostri
Confronto: hanno i 1.6 turbo, come le prossime F1

di Maurizio Voltini

15.07.2013 ( Aggiornata il 15.07.2013 12:12 )

Design

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Fiesta ST

Il pulsante per l’avviamento (a richiesta) è una delle pochissime concessioni alla modernità che abbiamo trovato sulla Fiesta ST, una vettura che anche in tema di dotazione riflette una concezione piuttosto tradizionalista di come debba presentarsi una vettura davvero sportiva. Tanto che, nel complesso di questa Ford, stupisce il trovare un accessorio del tutto frivolo come i battitacco illuminati, a mettere bene in evidenza il modello quando si sale in orari notturni.

Anche esteticamente troviamo alcuni elementi classici degli allestimenti sportivi di tutti i tempi, quali lo scarico sdoppiato contornato da un non troppo accentuato “scivolo” posteriore, e ovviamente lo spoiler all’apice del tetto, questo piuttosto prominente. Non mancano nemmeno le bandelle sottoporta. C’è da rimarcare che il colore nero (optional) della vettura in prova (ma vi sono anche specifiche tinte dedicate, fra blu, rosso e arancio) non aiuta a mettere in evidenza questi elementi aerodinamici ed estetici, come del resto “smorza” un po’ anche alcune caratteristiche esteriori piuttosto aggressive in comune con le altre Fiesta, come la mascherina anteriore peraltro contornata inferiormente da un paraurti più incisivo e dotato di fendinebbia.
Così l’elemento più evidente e “caratterizzante” di questa versione di Fiesta viene quasi ad essere proprio il logo “ST”, che ben risalta con il suo colore rosso, sia sulla griglia a nido d’ape che sul portellone. Senza dimenticare gli specifici cerchi in lega leggera da 17 pollici e a 5 razze, con gomme 205/40.

Internamente spiccano subito a prima vista i bei sedili Recaro avvolgenti e rivestiti in pelle bicolore, apprezzabili sia per stile che per funzionalità: trattengono benissimo anche perché non risultano scivolosi, e risultano confortevoli e pure riscaldabili. Solo chi è di corporatura superiore alla media li potrebbe trovare un po’ “costrittivi”, anche alle spalle. Validi pure il volante e qualche rifinitura in pelle o alluminio, come la pedaliera sportiva, ma alla fine un’osservazione più approfondita non può che evidenziare ciò che non c’è, piuttosto che la dotazione presente. Il climatizzatore è di tipo piuttosto semplice e mancano alcuni automatismi comodi come quello dei tergicristalli o delle luci (quelle diurne a Led sono sempre inserite). Navigatore e Cruise control sono optional, come pure la retrocamera di parcheggio, in una lista di accessori a richiesta piuttosto essenziale. Di conseguenza la già limitata dotazione di base non può essere significativamente arricchita. A vantaggio dell’acquirente restano però il prezzo di acquisto e quello delle aggiunte, piuttosto favorevoli. Così è possibile portarsi a casa la Fiesta ST per una cifra più che accessibile, pari a 21.500 euro.

Per discostarsi da questa cifra, suggeriamo gli aiuti al parcheggio (la visibilità posteriore non è eccezionale) oltre ad un colore più “ardito”. Mentre non presente sulla vettura provata ma disponibile a richiesta integrato col navigatore, è il sistema Ford Sync che permette di controllare dal monitor centrale sia il sistema audio che molte altre funzioni della vettura. Può addirittura reagire alle chiamate con tre risposte impostate in precedenza.
Infine ricordiamo che la carrozzeria è disponibile al momento solo in variante a tre porte, per la Fiesta ST, ma è prevista (per quanto non importata da noi) pure a 5 porte per un impiego più familiare. A questo proposito, se il guidatore principale è il padre e talvolta il figlio, per facilitare un approccio più graduale a chi ha meno esperienza è disponibile il sistema My Ford Key, una chiave secondaria che però può abbassare la soglia di potenza (e quindi le prestazioni) oltre a quella dell’intervento degli ausili elettronici.

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208 GTI

Già con la 208 “normale” si è fatto spesso riferimento alla “vecchia” 205, se non altro per la volontà di rinverdirne i fasti commerciali. Nel caso della variante GTi, poi, le citazioni si sono davvero sprecate. E non solo per la sigla in sé, ma anche per il suo posizionamento “fisico”: che sia riportato non soltanto sul portellone, ma anche sul montante posteriore, è un “richiamo” al passato espressamente voluto e cercato. Insomma, ci si è voluti ispirare alla progenitrice 205 GTi (ricordiamo prodotta sia 1.6 che 1.9, sempre “aspirata”) sotto tanti punti di vista, però “smussandone” un poco certi eccessi e spigolosità. Anche esteticamente si percepisce quest’ultima volontà progettuale: la linea è sì più sportiva e “incattivita”, mantenendo però sempre una certa eleganza sottolineata da vari profili cromati. Anche la calandra è cromata, con una soluzione alternata che vuole richiamare gli scacchi di quella che è la bandiera più nota in campo automobilistico.

Anche il doppio terminale di scarico trapezoidale è cromato. Allo stesso tempo troviamo comunque — al di là del colore di carrozzeria della vettura provata e fotografata — vari particolari in rosso, come le scritte negli inserti cromati, il profilo inferiore della calandra e le pinze dei freni. Queste ultime si notano attraverso i cerchi Carbone da 17 pollici, anch’essi caratterizzati da un design che ricerca una certa eleganza. Mentre di taglio più sportiveggiante sono i profili inferiori della carrozzeria che si collegano agli archetti passaruota e vanno a concludersi posteriormente con un diffusore non smisurato. Anche lo spoiler all’apice del tetto, pur ben marcato, non è da record della categoria in quanto a misure e sporgenze.

Pure nell’abitacolo troviamo ripetuta svariate volte l’adozione di rifiniture cromate e/o rosse, come rosse sono le varie cuciture in evidenza. Piuttosto “glamour” le modanature sfumate dal rosso al nero sulle maniglie delle portiere e in pieno centro plancia, e come sulle concorrenti si nota anche qui la pedaliera metallica sportiva, mentre un elemento “tecnico” ben visibile che anche in questo caso contraddistingue la 208 è la strumentazione rialzata. Con una grafica e colori specifici per la GTi, questo elemento è fra i più controversi della 208, non tanto per la sua funzionalità, quanto perché richiedendo di essere “visto” al di sopra del volante (posizione in sé favorevole perché più in linea con lo sguardo verso la strada) finisce per condizionare imprescindibilmente la posizione del volante stesso, e di conseguenza quella dell’intera postura del guidatore. È un dato praticamente statistico che i guidatori si siano spartiti in modo quasi equivalente fra chi riesce a trovare una posizione buona e chi invece proprio non ci riesce. Tutte queste motivazioni portano anche in questo caso all’adozione di un volante di diametro ridotto rispetto al consueto, cosa che comunque non infastidisce su una macchina sportiva e dotata di una buona servoassistenza come questa.

La carrozzeria, solo a tre porte, può essere dotata a richiesta del tetto panoramico in cristallo, abbinato alla tendina parasole manuale e a un’illuminazione specifica. Fra gli altri optional, spiccano i sensori di parcheggio — anche in questo caso la visibilità posteriore non è delle più favorevoli — come pure l’impianto hi-fi della JBL, mentre la possibilità o meno di avere il lettore Cd, apparentemente un po’ oziosa rispetto alla cifra interessata, può essere ben accetta da chi ormai trasporta la musica solo sulle chiavette Usb. Mentre ricordiamo che le alternative per le ruote in lega riguardano solo il colore, anche perché sulla 208 GTi non sono previste altre misure oltre a quella adottata (205/45-17).
Scelte quali la verniciatura metallizzata (lo sono tutte meno solo quella bianca) o l’adozione del navigatore, contribuiscono ad innalzare un poco il prezzo d’acquisto che comunque è favorevole, di base, perché in 21.950 sono comunque compresi già diversi accessori apprezzabili, a partire dal climatizzatore automatico bizona e dai rivestimenti interni in misto pelle-tessuto, fino al cruise control e alle accensioni automatizzate di fari e tergi. Ricordando, per concludere, che anche qui i controlli elettronici sono disattivabili e che un quinto passeggero si troverebbe un po’ sacrificato: sconsigliati per lui i viaggi troppo lunghi.

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Clio RS

È vero che non si nota immediatamente, grazie al profilo da coupé e alla soluzione delle maniglie quasi nascoste nella guida del cristallo, ma la più recente delle Clio RS presenta la novità del corpo macchina a 5 porte anziché 3. Notizia che ha fatto un po’ storcere il naso ai puristi (e il marchio Renault Sport può contarne davvero tanti, fra i suoi seguaci) ma che potrebbe indubbiamente avvicinare a questa vettura anche i meno estremisti e che pensano di utilizzarla pure in modo più borghese e quotidiano. Se alla resa dei conti questa scelta farà pendere la bilancia più da un lato che dall’altro, lo si vedrà solo in futuro.

Vediamo piuttosto quali sono gli elementi stilistici che caratterizzano questa variante sportiva di Clio: si parte dai paraurti specifici (quello anteriore non prevede i fendinebbia, presenti invece di serie con gli allestimenti Live ed Energy) e proseguendo nel profilo inferiore con le minigonne apposite si arriva al diffusore posteriore che integra i due scarichi rettangolari ai vertici opposti (anziché gemellati come su Fiesta ST e 208 GTi). L’effetto aerodinamico al retrotreno è completato dallo spoiler superiore, mentre per quello estetico si può scegliere fra una gamma di 5 colorazioni fra cui quella esclusiva metallizzata Giallo Sirio, adottata sulla vettura del nostro servizio. Una verniciatura di indubbio effetto, anche perché ricorda quello delle Renault F1 che correvano da fine anni ‘70, ma per la quale bisogna prevedere un esborso di 1.600 euro invece dei 550/650 richiesti per le altre tinte metallizzate (fra l’altro, l’unica opaca è il Bianco Ghiaccio).

Il discorso della dotazione accessoristica, sia originale che optional, richiede qualche riga in più, specialmente nel caso della Clio provata. Si tratta infatti di un esemplare “preserie” deliberato prima che venissero definiti gli allestimenti per l’Italia, e che quindi non coincide al 100% con le Clio RS che vengono vendute nel nostro Paese. Meglio saperlo, se qualcosa non vi corrisponde fra le foto e ciò che vi propone il concessionario. Per esempio, è assente, ma solo “per caso”, la telecamera posteriore che assiste in parcheggio se è stato richiesto il Premium Pack più completo. Inoltre sulla Clio testata è montato il navigatore (sarebbe l’optional denominato Smart Nav, non contemplato ora) ma non l’R-Link con l’RS Monitor completo, con il quale invece è abbinato normalmente. Un vero peccato, perché ci sarebbe piaciuto valutare dal vero questo sistema che offre una quantità impressionante di parametri da “vera telemetria”, tanto da sopire qualsiasi possibile invidia nei confronti di vetture come la Nissan GT-R (almeno, da questo punto di vista). In sintesi, sullo schermo si possono visualizzare i valori di coppia e potenza sfruttate, ma anche varie temperature fino a quelle delle frizioni, nonché parametri disparati quali l’angolo del volante, le performance in accelerazione, le sollecitazioni longitudinali e laterali, il grado di slittamento delle ruote motrici, il cronometro abbinato al GPS e così via, fino al monitoraggio della vita del materiale di consumo (pneumatici, pastiglie freno, eccetera) e ai consigli di pilotaggio. Il tutto viene visualizzato direttamente sotto forma di quadranti o istogrammi, ma soprattutto può essere registrato e salvato su una chiavetta Usb per essere rivisto e analizzato con comodo a casa.

Dunque la situazione reale vedrà una discreta possibilità di personalizzare la propria Clio RS con una interessante lista di optional, fra i quali anche l’assetto Cup (la cui presenza è rivelata anche dalle pinze dei freni rosse) e le ruote in lega da 18 pollici, nere. Entrambi sono presenti sulla Clio provata e possono essere richiesti in un’unica soluzione, come “RS Pack” (sebbene non cambi nulla sotto il profilo dell’economia). Già in origine nell’allestimento RS, peraltro, troviamo cose interessanti come il cruise control e gli automatismi per le luci e i tergi, ma soprattutto il cambio robotizzato EDC con sei rapporti, la doppia frizione e le “palette” al volante.

Ma se questo non sembra sufficiente a ricordare la guida di una monoposto, in aggiunta abbiamo la funzionalità RS Drive che permette tre modalità di funzionamento: Normal, Sport e Race. Probabilmente è inutile sottolineare che avanzando in questa scala di modalità (evidenziata sul cruscotto) si ottengono cambiate più “cattive” e una gestione generale più sportiva, ma oltretutto in “Race” vengono del tutto esclusi i vari controlli elettronici, compreso il passaggio automatico di marcia prima di raggiungere il limitatore e anche il “trascinamento” della frizione da fermo (utile però in fase di parcheggio). In più troviamo anche il “launch control”, che si attiva spingendo il freno col piede sinistro e tirando entrambe le leve del cambio. A quel punto è possibile affondare l’acceleratore: il regime si stabilizza sui 2500 giri e quando molli il freno la Clio scatta in avanti “sgommando ma non troppo” per un’accelerazione più efficace. Una serie di funzioni che possono giustificare un prezzo di partenza, 23.500 euro, superiore a quello delle rivali. Attenzione, piuttosto, agli optional...

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