Renault Kadjar vs Nissan Qashqai, prova

Prestazioni

Quando, come in questo caso, ci si ritrova a guidare due vetture la cui sostanza tecnica è praticamente identica, il rischio è quello di farsi fuorviare da elementi secondari o addirittura puramente estetici. Ma, a ripensarci, siamo sicuri sia davvero un rischio? Dopotutto è proprio sui dettagli che si può giocare la preferenza personale di chiunque, nel decidere a favore di una macchina o di un’altra, anche quando l’acquisto comporta un impiego cospicuo di denaro.

Del resto sono elementi che hai sotto l’occhio per tutto il tempo che stai alla guida, o che azioni con frequenza, a fare la differenza fra un viaggio più o meno piacevole; un po’ come vale per il desktop del computer quando ci lavori 8 ore al giorno (se non più). E proprio da questo punto di vista vale la pena partire subito da un elemento distintivo della Renault Kadjar: il quadro strumenti personalizzabile. Non dobbiamo certo stare a spiegare come scegliere il colore preferito in una gamma di 5 renda più piacevole l’interazione, e anche senza scomodare Freud siamo sicuri sia possibile dimostrare che i colori influiscono sullo stato d’animo e sulla guida.

OLTRE alla strumentazione, con la Qashqai che peraltro rilancia sul lato del display centrale offrendo una completa vista perimetrale in manovra (e non solo le barrette distanziali della Kadjar), va detto che l’intero ambiente della Renault appare più gradevole, sebbene non esente da difetti. Questo non dipende solamente dai rivestimenti in pelle, ma anche da una migliore resa degli elementi plastici presenti, sebbene non si possa realmente parlare di maggior qualità, alla fin fine. Un esempio ben visibile anche nelle immagini è dato dal volante: quello Nissan appare più “grezzo”, eppure non è risultato inferiore (semmai l’opposto) in termini di gestione dei vari comandi che vi troviamo “annegati”.

PROPRIO lo sterzo può essere l’elemento che ci introduce alla guida vera e propria, stavolta ovviamente più dal punto di vista dinamico che estetico. Con la Qashqai che dalla sua propone la doppia modalità di intervento della servoassistenza elettrica, cioè Normal e Sport. In realtà, passare da una scelta all’altra è un po’ macchinoso, perché lo si fa via software tramite il display fra gli strumenti e dopo qualche passaggio. Inoltre abbiamo trovato poco omogeneo l’azionamento in Sport, preferendo alla fine restare sempre in Normal. In questo modo ci siamo ritrovati con una sterzata più leggera (anche di quella della Kadjar) ma non talmente da compromettere il feeling con la strada.

Restando in tema di comandi, ma scivolando più sul piano tecnico, abbiamo un cambio manuale sufficientemente maneggevole sulla Qashqai, al quale si contrappone l’automatico, sempre a sei rapporti ma con doppia frizione, sulla Kadjar. Quest’ultimo è confortevole ma un po’ lento nelle reazioni, ancor più di quanto dica l’accelerazione rilevata “sul campo”: 11”97 contro gli 11”16 della Qashqai per scattare da 0 a 100 km/h.

INFLUISCE anche sui consumi, la presenza del cambio automatico (se non altro per via del peso), facendo perdere mediamente mezzo km per litro. In questo fattore c’è peraltro la complicità della gommatura più abbondante della Kadjar, che tuttavia permette di recuperare qualcosa in frenata (34,5 metri contro 35,3 per fermarsi dai 100 orari). L’effetto sulla guida più in generale è poco avvertibile ed entrambe le vetture si dimostrano tendenzialmente sottosterzanti, pur se impegnandosi un po’ si può mettere in crisi il retrotreno.

Ma parliamo di casi estremi e ricordando sempre la presenza di vari ausili elettronici alla guida, per i quali abbiamo riscontrato una maggior rapidità di intervento nel caso della Renault. Le sospensioni, infine, non sono molto “salde” ma non inficiano sul confort quanto certi fruscii.