Opel Astra 1.6 diesel, prova su strada

Compatto ma abitabile, con volante e pedaliera in asse. E il sedile montato (optional) ha tante regolazioni e il massaggio.

Rispetto al passato è diventata più ordinata e pulita. Anche se ha un aspetto meno ricco e originale.

Anche in quattro adulti si viaggia molto bene. E il passeggero posteriore centrale se la passa bene per essere in una segmento C.

La capacità minima è la stessa di prima ed è un buon risultato visto il calo dimensionale. In assoluto il valore è piuttosto buono.

Ditero è limitata dalle dimensioni e dall’inclinazione del lunotto. I sensori sono di serie davanti e dietro. La telecamera è optional.

Il sistema bizona ha la regolazione automatica. La portata e la silenziosità sono ok. Ci sono le bocchette posteriori.

Materiali di buona qualità o, comunque, ben trattati, tranne quelli che riguardano il vano bagagli e la cappelliera.

I sistemi Opel Eye e OnStar sono di serie e in opzione ci sono i proiettori full led. Però non è previsto il cruise control attivo.

L’Innovation è l’allestimento top di gamma e offre parecchio. Anche il navigatore rientra nella dotazione di serie.

Resta al di sotto di quello delle dirette concorrenti di pari livello e anche gli accessori a richiesta non sono eccessivamente cari.

La cavalleria non è da record, ma spinge, con un piglio quasi sportivo e sa girare anche in alto. Però è rumoroso oltre i 2500 giri.

Sullo 0-100 abbiamo rilevato un secondo meno del dichiarato e il tempo ottenuto è molto interessante per la categoria.

Ai bassi regimi è già fluida, sebbene il picco di coppia sia collocato un po’ più in alto rispetto ai migliori diesel della categoria.

La prova con gli strumenti ha offerto un risultato leggermente migliore di quello ufficiale e buono in assoluto.

Il motore invita a guidare in modo brillante, ma con un comportamento saggio sono possibili economie di esercizio buone.

Preciso, veloce e con una corsa della leva piuttosto contenuta. Lo si usa con piacere. I rapporti non sono particolarmente lunghi.

Non è propriamente sportivo ma ha una certa rapidità che si combina coerentemente con la risposta delle sospensioni.

Il comando è pronto ma pastoso come deve essere su un modello familiare. Gli spazi di frenata sono nella media della categoria.

L’Astra è ben piantata a terra, precisa nell’affrontare e nel mantenere le traiettorie e reattiva.

Il retrotreno è più vivace che in passato e partecipa in modo attivo alla dinamica. Se serve, l’elettronica ne prende il controllo.

L’assetto tende al rigido e la voce del motore si fa presente a partire dai regimi medi. Non è al vertice della categoria.