Alfa Giulia Quadrifoglio: la prova strumentale

Alfa Giulia Quadrifoglio: la prova strumentale

Abbiamo messo alla prova l’Alfa Romeo stradale più potente della storia e i nostri rilevamenti confermano prestazioni record

di Alberto Sabbatini

22 maggio 2017

Presentazione

Il quadrifoglio verde su un’Alfa Romeo risale al 1923. Lo dipinse un giorno sulla fiancata Ugo Sivocci, uno dei piloti dello squadrone ufficiale Alfa dell’epoca, di cui faceva parte anche Enzo Ferrari. Sivocci era scaramantico e voleva esorcizzare la sfortuna che lo colpiva in corsa. Portò talmente bene che Sivocci quel giorno vinse la sua prima gara: la Targa Florio. Forse per questo motivo che Marchionne ha voluto il quadrifoglio Alfa anche sulla Ferrari F1 da quest’anno. Purtroppo la riprova del potere magico del quadrifoglio si ebbe pochi mesi dopo quando nel settembre 1923 Sivocci perse la vita in gara a Monza; incredibile ma vero, quel giorno sulla sua Alfa Romeo non c’era il quadrifoglio perché, dopo una riparazione, per la fretta la carrozzeria non era stata ridipinta. Da allora il quadrifoglio è sempre rimasto come simbolo di tutte le Alfa Romeo da corsa e dei modelli stradali più sportivi. L’attuale moderna Giulia merita in pieno il quadrifoglio che le dà anche il nome perché con i suoi 510 cavalli è il simbolo della riscossa Alfa Romeo nel campo delle auto sportive. Non è un mistero che i progettisti, per realizzare la Giulia, abbiano preso come riferimento la BMW che è il marchio che negli ultimi trent’anni ha sottratto immagine e clienti sportivi all’Alfa Romeo.

LA DOMANDA che ci si pone adesso è: con la nuova Giulia, e nello specifico con la Quadrifoglio, l’Alfa è riuscita a conquistare la leadership della categoria tra le berline sportive? Sul piano tecnico-prestazionale la risposta è sì. Vedremo il perché nelle pagine successive.

La Giulia Quadrifoglio non è un semplice passo avanti ma rappresenta una vera e propria rivoluzione per gli appassionati di guida sportiva.

Lo slogan “La meccanica delle emozioni”, con cui l’Alfa ha lanciato la Giulia, non sono le solite parole vuote con cui il marketing dell’auto è solito riempirsi la bocca nei messaggi pubblicitari. Stavolta sono parole dannatamente sincere. Bisogna guidarla davvero la Giulia Quadrifoglio per rendersi conto di quali fantastiche sensazioni al volante sia capace di generare. Di “birra” in corpo ne ha tanta, perché 510 cavalli da gestire col pedale del gas sono un’enormità, ma la cosa appagante della Giulia è che si guida “facile”. Mette ansia per la potenza che ha in corpo, ma non per la difficoltà di guida. Ha uno sterzo precisissimo, come dicono tutti quelli che l’hanno potuta provare. Dove la metti, lei sta. Anche quando spalanchi il gas. Il segreto della Quadrifoglio è la combinazione perfetta di sospensioni e sterzo. Merito del gruppo di tecnici che l’hanno progettata, quasi tutti di provenienza Ferrari, dove sono più abituati di altri a mettere a punto telaio, sospensioni e assetto per combinare nel migliore modo possibile potenza e guidabilità.

LA QUADRIFOGLIO è stata realizzata da un gruppo di giovani ingegneri Ferrari guidati dall’ingegner Krieff (poi tornato a lavorare a Maranello). Lo sviluppo finale invece l’ha seguito l’ingegner Fedeli, padre di tutte le Ferrari stradali degli ultimi dieci anni, richiamato un anno fa dalla BMW proprio per completare la messa a punto di questa sportiva di punta. Pensate che per ottimizzare la sofisticata elettronica del CDC (chassis domain control), il “cervello” dell’auto che coordina tutti i sistemi elettronici di bordo, dalla mappatura di gestione motore e trazione al sistema torque vectoring, Alfa ha dovuto partire da zero: i programmatori hanno dovuto scrivere quattro milioni di righe di codice in pochi mesi perché non esisteva in casa elettronica così avanzata per un’auto così tecnologicamente complessa. Anche per questo, la Quadrifoglio rappresenta una pietra miliare nel processo costruttivo Alfa. Il pensiero di tutti gli appassionati corre alla rivale diretta: la BMW M3 (o anche la coupé M4). Ma quale è meglio? Sull’estetica è questione di gusti, e ognuno ha i propri. Analizzando però i numeri dei nostri rilevamenti appare evidente come la Giulia sia più rapida sullo scatto e freni meglio. Valori e cifre li leggerete in dettaglio a parte perché è giusto che un’auto come questa venga giudicata non soltanto in base alle sensazioni ma anche col cronometro.

ANCHE SUL PREZZO la Giulia pare in vantaggio: una Quadrifoglio come quella della nostra prova, (con l’automatico ZF da otto marce che va benissimo) costa 81.500 euro ma è già completa di tutto quello che vi serve: controlli elettronici di ogni genere, torque vectoring, sedili misti pelle/alcantara. L’unico optional che dovete pagarvi a parte sono i freni carboceramici (7500 euro, e ve li consigliamo). Con quella spesa avrete davvero una berlina sportiva a due volti; un’auto che in modalità elettronica “race” supera i 300 all’ora, va forte in accelerazione e curva come una GT supersportiva; ma anche un’auto che vi permette di viaggiare pure in modalità turistica con tutto il comfort e i quattro comodi posti di una berlina. Una M3 accessoriata come la Quadrifoglio costa 6/7 mila di più ma ha 80 cv in meno e con quella non avvicinerete mai le prestazioni dell’Alfa che le rifila mezzo secondo sullo 0-100 e 5 secondi sul giro della nostra pista di handling. 

Velocità Massima Km/h
305,8 km/h
Spazio di frenata A 100 Km/h-m
30,8 m
Accelerazione Da 0 a 100 Km/h-s
3”86
Accelerazione Da 0 a 1000 m-s
21”27
Consumo in Autostrada - Km/l
10,412
Consumo Urbano Km/l
6,513
Ripresa Da 80 a 120Km/h IN Vl s
2”42

1 di 5

Interni
  • Link copiato

Alfa Giulia Quadrifoglio: la prova strumentale

Torna su

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese