Da Milano a Junior. La notizia che Alfa Romeo &egrave; stata costretta a cambiare nome al suo nuovo baby Suv presentato appena una settimana fa &egrave; rimbalzata ovunque. Il Ministro Adolfo Urso si &egrave; rifatto ad una legge nata per preservare il Made in Italy dei prodotti agroalimentari. Una legge corretta contro le imitazioni: per esempio, il vero parmigiano dal farlocco &ldquo;parmesan&rdquo;, dal nome simile ma non uguale, prodotto nei Paesi dell&rsquo;Est con latte differente da quello del parmigiano e lavorazioni molto meno scrupolose. Ma anche per le mozzarelle fake, per il finto prosciutto di Parma o per l&rsquo;imitazione dell&rsquo;aceto balsamico modenese, e per tanti altri prodotti fasulli.    Nello scontro Governo-Alfa Romeo ha perso l&#39;automotive italiano  Alfa Romeo ha pagato il &ldquo;braccio di ferro&rdquo; che Stellantis da mesi sta facendo con il Governo su diversi temi, decisamente pi&ugrave; importanti di un nome di una vettura. Vettura, la Milano che comunque &egrave; nata da stilisti italiani e ingegneri del nostro Paese, sviluppata e messa a punto da esperti tecnici italiani sulla pista di Balocco che sono gli stessi che hanno curato l&rsquo;handling e il set-up della Giulia GTA, tanto per fare un esempio di tecnologia d&rsquo;avanguardia.  Il comunicato di Alfa Romeo &egrave; stato chiaro: &ldquo;Pur ritenendo che il nome Milano rispetti tutte le prescrizioni di legge, e in considerazione del fatto che ci sono temi di stretta attualit&agrave; pi&ugrave; rilevanti del nome di una nuova autovettura, Alfa Romeo decide di cambiare il nome da Milano a Junior, nell&rsquo;ottica di promuovere un clima di serenit&agrave; e distensione&rdquo;. Ma alla fine &egrave; stato deciso di cambiare nome, dall&rsquo;evocativo Milano ad un semplice Junior.  Per&ograve; io penso che in questa vicenda abbiano perso entrambi. Sia il Ministro Urso che Stellantis. Il primo perch&eacute; si &egrave; impuntato su un nome che avrebbe dato comunque lustro internazionale al nostro Paese, anche perch&eacute; al netto di dove verr&agrave; prodotta la vettura &egrave; comunque un&rsquo;auto italiana e cos&igrave; viene percepita da tutto il mondo e non certamente polacca. Stellantis perch&eacute; ha perso un&rsquo;occasione di un nome che ha una risonanza internazionale e ha sminuito un grande prodotto con un nome dal sapore straniero. Le Alfa che ricordiamo sono Duetto, Giulia, Giulietta, Stelvio, Brera, e certamente, anche se gi&agrave; usato il nome Junior.  E comunque ha perso ancora una volta il sistema automotive italiano, proprio quello che il Governo vorrebbe difendere e far crescere.  Alfa Romeo Milano diventa Junior: contrordine, ci siamo sbagliati 

Nel braccio di ferro sul nome del nuovo Suv, hanno perso sia il Governo che Alfa Romeo: ecco perch&eacute;

Alfa Romeo Junior, con il cambio di nome hanno perso tutti

        Contrordine, ci siamo sbagliati! L&rsquo;improvviso cambio di nome della nuova compatta sportiva Alfa Romeo da &ldquo;Milano&rdquo; a &ldquo;Junior&rdquo; ha del clamoroso. E far&agrave; discutere non poco. Non era mai successo nella storia dell&rsquo;automotive che un&rsquo;auto cambiasse improvvisamente nome appena dopo il lancio. Nell&rsquo;imminenza s&igrave;, ma a presentazione gi&agrave; avvenuta mai.  Alfa Romeo Milano e il botta e risposta Governo-Stellantis Mercoledi sera 10 aprile l&rsquo;auto era stata lanciata in pompa magna con il nome Milano, con una frizzante world premiere proprio nella capitale lombarda. Appena cinque giorni dopo i vertici Alfa &ndash; con in testa l&rsquo;amministratore delegato Jean Philippe Imparato &ndash; hanno deciso di cancellare quel nome che aveva suscitato tante polemiche e ribattezzarla &ldquo;Junior&rdquo;. Come la mitica Giulia GT Sprint del 1966 con motore 1.3 litri il cui nomignolo ne sottolineava proprio la cilindrata inferiore rispetto alla sorella maggiore 1600. Il motivo del cambio di nome lo sappiamo e ce l&rsquo;hanno spiegato con dovizia di particolari: spezzare la tensione politica che si era creata con le dichiarazioni del ministro del made in Italy, Adolfo Urso, che aveva pi&ugrave; o meno apertamente accusato l&rsquo;Alfa Milano di &ldquo;illegalit&agrave;&rdquo;. Eliminando l&rsquo;ambiguo nome Milano si vuol mandare un messaggio di distensione al mondo politico e a quello sociale. La tesi del Ministro Urso era che battezzando la piccola Alfa Romeo col nome della citt&agrave; lombarda, si faceva credere alla gente che fosse un&rsquo;auto costruita in Italia quando invece &egrave; assemblata in Polonia. Un&rsquo;accusa grave. Ma anche una forzatura esagerata. Perch&eacute; se per ipotesi estrema si fosse andati verso un contenzioso legale, Alfa Romeo avrebbe vinto a mani basse un&rsquo;eventuale causa. Perch&eacute; Urso ha preso a pretesto una legge, quella dell&rsquo;Italian Sounding, che &egrave; stata creata anni fa per tutelare la falsificazione dei prodotti italiani con nomi storpiati che per assonanza richiamano l&rsquo;italianit&agrave; quando sotto non c&rsquo;&egrave; niente di italiano. Ma che &egrave; esagerato abbinare alla faccenda Alfa Milano. Quella legge &egrave; stata scritta per salvaguardare i prodotti italiani dal fake, dalle imitazioni: per esempio, il vero parmigiano dal farlocco &ldquo;parmesan&rdquo;, dal nome simile ma non uguale, prodotto nei paesi dell&rsquo;est con latte differente da quello del parmigiano e lavorazioni molto meno scrupolose. E che viene venduto negli Usa agli ignari americani creduloni che acquistano parmesan convinti di mangiare il vero parmigiano. Lo stesso vale per le mozzarelle fake, per il finto prosciutto di Parma o per l&rsquo;imitazione dell&rsquo;aceto balsamico modenese, e per tanti altri prodotti fasulli. Ma l&rsquo;Alfa Romeo Milano non &egrave; come il parmesan: &egrave; veramente italiana. &Egrave; un&rsquo;auto pensata, disegnata e progettata in Italia. Da stilisti italiani e ingegneri del nostro Paese. Sviluppata e messa a punto da esperti tecnici italiani sulla pista di Balocco che sono gli stessi che hanno curato l&rsquo;handling e il set-up della Giulia GTA, tanto per fare un esempio di tecnologia d&rsquo;avanguardia. E soprattutto porta sul cofano un Marchio italiano che appartiene a un&rsquo;azienda di propriet&agrave; almeno per met&agrave; di azionisti italiani. Insomma, caro Ministro, la Milano non &egrave; proprio la stessa cosa del parmesan cheese proveniente dai Paesi dell&rsquo;est. Alfa Romeo cambia nome alla Milano: il B-Suv ora si chiama Junior Alfa Romeo, una decisione contro le polemiche Cos&igrave;, cambiando nome alla Milano e chiamandola Junior, Alfa ha voluto smussare le polemiche. Mandare un messaggio di distensione. &Egrave; come se avesse detto: noi crediamo di essere nel giusto ma se questo dev&rsquo;essere un motivo di attrito, facciamo un passo indietro. Ha voluto mettere a tacere speculazioni, critiche e allusioni perch&eacute; quasi subito la vicenda era stata strumentalizzata dalla politica. &Egrave; evidente che il Governo italiano ha criticato l&rsquo;Alfa Romeo con la scusa del nome per colpire in realt&agrave; le strategie industriali del gran capo di Stellantis, Carlos Tavares, rest&igrave;o ad aumentare la produttivit&agrave; di automobili nelle fabbriche italiane. Il Governo non poteva perdere la faccia davanti ai lavoratori e ai sindacati facendo vedere che non aveva forza di trattativa con Stellantis per far togliere la cassa integrazione a Mirafiori. Cos&igrave; ha giocato duro alludendo all&rsquo;ambiguit&agrave; del nome Milano che evocava un&rsquo;italianit&agrave; della macchina che solo produttivamente non era tale. Ora questo segnale di distensione far&agrave; bene a tutti e due: all&rsquo;Alfa Romeo che ha dimostrato maturit&agrave; nella vicenda e al Governo che pu&ograve; incassare una mezza vittoria morale. Potr&agrave; vantarsi di aver costretto un&rsquo;azienda che fino a ieri gli ha sempre risposto picche, a tornare sui propri passi. Cosa cambier&agrave; dopo il cambio di nome della Milano Ma siccome sappiamo che non &egrave; usanza n&eacute; in politica n&eacute; nell&rsquo;industria che qualcuno porga l&rsquo;altra guancia e basta; e sappiamo anche che a pensar male a volte ci si piglia, viene da chiedersi: cosa ci guadagneranno le due parti? Qui entriamo nel campo delle ipotesi: il Governo potr&agrave; fingere davanti alle parti sociali e ai cittadini di aver vinto il braccio di ferro senza in realt&agrave; che abbia portato a casa nulla di concreto. Perch&eacute; la Milano, anzi la Junior, si continuer&agrave; a costruire in Polonia non certo a Mirafiori. L&rsquo;Alfa Romeo, a sua volta, in cambio di questo segnale di distensione, magari potrebbe chiedere al governo che i famosi incentivi statali per rilanciare il mercato, promessi lo scorso febbraio e ancora misteriosamente fermi al palo della ratifica governativa, vengano finalmente fatti partire. &Egrave; quello che serve a tutta l&rsquo;industria automobilistica per rilanciare le vendite crollate nei primi mesi 2024, ripianare i bilanci e allontanare lo spettro della cassa integrazione per Stellantis. E infine Alfa Romeo ci guadagna di sicuro tanta pubblicit&agrave; extra e un nome bellissimo per la sua piccola compatta sportiva. Junior era la seconda scelta nella rosa dei nomi dopo Milano, ma le era stato preferito l&rsquo;altro perch&eacute; evocava le origini lombarde di Alfa. Invece non c&rsquo;&egrave; dubbio che Junior sia un nome azzeccatissimo: perfetto come simbologia, tradizione e significato per un&rsquo;Alfa sportiva di piccole dimensioni. Solo una volta, nella storia dell&rsquo;industria automobilistica, c&rsquo;era stato un precedente altrettanto clamoroso di cambio di nome al momento del lancio del nuovo modello o poco prima. Guarda caso proprio da parte del gruppo Fiat. Quando la Fiat Panda del 2003 la cui nuova generazione avrebbe dovuto chiamarsi &ldquo;Gingo&rdquo; per segnare una netta rottura col passato, fu all&rsquo;ultimo istante ribattezzata Panda perch&eacute; Gingo somigliava troppo a Twingo (Renault). Successe talmente nell&rsquo;imminenza del debutto che non ci fu il tempo di cambiare il merchandising che era stato preparato per la nuova utilitaria. Addirittura su certe borse di tela create per la Panda/Gingo, si intravvedeva ancora chiaramente in trasparenza sotto al nuovo nome Panda il vecchio nome Gingo che non si era riusciti a cancellare. In quel 2003 la vicenda cre&ograve; scalpore e sembrava che potesse finire in tragedia commerciale; invece la nuova Panda incontr&ograve; il successo clamoroso che ben conosciamo. Chiss&agrave; che la vicenda non porti altrettanta fortuna all&rsquo;Alfa Romeo Junior... Abarth compie 75 anni e mette in mostra un tesoro di rarit&agrave;       

Alfa Romeo risponde al Governo cambiando nome alla sua ultima nata. Ma la legge sull'italian sounding non sarebbe stata vincolante per il Biscione. Ecco cosa cambia adesso

Alfa Romeo Milano diventa Junior: contrordine, ci siamo sbagliati

        Alfa Romeo Milano cambia nome. A seguito delle polemiche legate all'ultima nata del Biscione, innescate dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso, il Marchio milanese ha deciso di ribattezzare il B-Suv lanciato la scorsa settimana. Addio quindi alla Milano, benvenuta all'Alfa Romeo Junior. Alfa Romeo, ecco la Junior Nelle ore successive al lancio della ormai ex Milano, il Ministro Urso aveva criticato la decisione di battezzare con il nome di una citt&agrave; italiana una vettura prodotta all'estero (nello storico stabilimento Stellantis di Tychy, n.d.r.) facendo riferimento alla norma dell'italian sounding del 2003. "Un&rsquo;auto che si chiama Milano non pu&ograve; essere prodotta in Polonia! &Egrave; proibito farlo!" aveva tuonato pochi giorni fa il Ministro. La normativa, secondo Alfa Romeo, &egrave; stata pienamente rispettata in quanto la vettura &egrave; stata ideata, progettata e disegnata in Italia. Nonostante la convinzione di aver agito nel rispetto delle regole, i vertici di Alfa Romeo hanno comunque deciso di cambiare nome alla Milano per evitare di coinvolgere il Marchio in ulteriori polemiche che avrebbero potuto danneggiare l'immagine del nuovo modello.  Imparato: "Nome cambiato, ma non eravamo costretti a farlo" &ldquo;Siamo perfettamente consapevoli che questo episodio rimarr&agrave; inciso nella storia del Marchio - ha detto Jean-Philippe Imparato, amministratore delegato del Biscione - &Egrave; una grande responsabilit&agrave; ma al tempo stesso &egrave; un momento entusiasmante. La scelta del nuovo nome Alfa Romeo Junior &egrave; del tutto naturale, essendo fortemente legato alla storia del marchio ed essendo stato fin dall&rsquo;inizio tra i nostri preferiti e tra i preferiti del pubblico. Come team scegliamo ancora una volta di mettere la nostra passione a disposizione del Marchio, di dare priorit&agrave; al prodotto e ai clienti. Decidiamo di cambiare, pur sapendo di non essere obbligati a farlo, perch&eacute; vogliamo preservare le emozioni positive che i nostri prodotti generano da sempre ed evitare qualsiasi tipo di polemica. L&rsquo;attenzione riservata in questi giorni alla nostra nuova compatta sportiva &egrave; qualcosa di unico, con un numero di accessi al configuratore online senza precedenti, che ha provocato il crash del sito web per alcune ore". &ldquo;Alfa Romeo &egrave; un Brand inclusivo, che accoglie e che genera passione ed emozioni positive - ha aggiunto Stefano Odorici, Presidente Associazione Concessionari Italiani del Gruppo FCA - Per questo accogliamo favorevolmente la decisione presa dall&rsquo;azienda di cambiare nome alla vettura da Milano a Junior alla luce delle ultime notizie, che potrebbero influire sul clima di entusiasmo e sull&rsquo;enorme attenzione che la nuova autovettura sta riscuotendo in questi giorni da parte dei nostri clienti. Junior, come Milano, sono nomi bellissimi, che affondano le proprie radici nella storia del Marchio. Non a caso sono stati da subito tra i preferiti del pubblico". Abarth compie 75 anni e mette in mostra un tesoro di rarit&agrave; Junior, un nome iconico per Alfa Romeo Come ha rivelato Jean-Philippe Imparato, Junior faceva gi&agrave; parte della rosa dei tre nomi presi in considerazione per il modello oltre a MiTo e, appunto, Milano. MiTo &egrave; stato scartato per evitare le medesime polemiche di Milano ("Ho problemi con una citt&agrave;, figuriamoci con due..." ha scherzato Imparato) facendo ricadere la scelta su Junior. Che comunque, spiegano in Alfa Romeo, non &egrave; un ripiego in quanto si tratta di un nome ricchissimo di storia per il Biscione. Il primo modello a portare questo nome fu infatti la 1300 GT Junior lanciata nel settembre del 1966 come modello sportivo ma pi&ugrave; accessibile per attirare un pubblico pi&ugrave; giovane rispetto alla Giulia. Disegnata da Giugiaro per Bertone, la Junior montava motori da 1,3 litri da 89 cavalli che la spingevano a 170 km/h di velocit&agrave; massima. La vettura fu un successo: al termine della produzione, ne erano state prodotte ben 92mila. In tempi pi&ugrave; recenti, il nome Junior &egrave; stato adottato per alcune versioni speciali della MiTo e della Stelvio.        

A seguito delle polemiche innescate dalle dichiarazioni del Ministro Urso, la Casa del Biscione ha deciso di modificare il nome del nuovo Suv. Imparato: "Non eravamo obbligati a farlo"

Alfa Romeo cambia nome alla Milano: il B-Suv ora si chiama Junior

Alfa Romeo Junior &egrave; la prima vettura interamente pensata, studiata e realizzata dal Centro Stile della Casa ed &egrave; anche la prima vettura totalmente elettrica del brand. La Junior ha anche un compito importantissimo, quello di riportare una fascia di clienti alle auto del Biscione, automobilisti che in passato avevano vetture come 147, Giulietta e MiTo. La Junior dunque riporta Alfa Romeo in quel segmento di vetture compatte, che &egrave; anche il pi&ugrave; importante come volumi per il mercato europeo, ma con un chiaro DNA sportivo e con l&rsquo;obiettivo di creare anche una nuova generazione di Alfisti.  Non solo elettrica  &Egrave; la prima Alfa Romeo totalmente elettrica, ma &egrave; anche mild hybrid, come gi&agrave; accaduto con altri brand del Gruppo. Due le opzioni per questa motorizzazione a zero emissioni da 156 o 240 cv con una batteria da 54 kWh e un&rsquo;autonomia che si dovrebbe aggirare sui 410 chilometri. La nuova Alfa Romeo Junior nell&rsquo;allestimento Veloce &egrave; la versione pi&ugrave; sportiva disponibile ed &egrave; dotata anche di un differenziale autobloccante meccanico, rapporto di sterzo diretto, carreggiata allargata con barre antirollio specifiche anteriori e posteriori, sospensioni e impianto frenante sportivo e cerchi da 20 pollici dal nuovo design. La versione con la motorizzazione benzina mild hybrid, capace di 136 cv, dispone di un&rsquo;unit&agrave; sovralimentata per mezzo di una turbina a geometria variabile (VGT), con un apparato elettrico a 48 volt. Inoltre la Junior &egrave; l&rsquo;unica vettura nella classe delle compatte premium a offrire anche la versione integrale, la Q4 con gestione automatizzata della trazione sull&rsquo;asse posteriore. La Junior &egrave; lunga 4,17 metri, larga 1,78 metri, ha un&rsquo;altezza di 1,53 metri, mentre il passo &egrave; di 2,55 metri. La vettura ha un peso che oscilla dai 1.305 kg ai 1.560 nelle versione a batteria.   La Junior per&ograve; non verr&agrave; costruita negli stabilimenti di Stellantis in Italia ma in Spagna, di fatto &egrave; la prima Alfa prodotta fuori dai nostri confini se si escludono alcune parti della &ldquo;mitica&rdquo; (si fa per dire) Arna dei primi Anni Ottanta. La versione di lancio della Junior con la motorizzazione elettrica nell&rsquo;esclusivo allestimento Speciale, &egrave; gi&agrave; ordinabile online e negli showroom del brand, ma arriver&agrave; anche mild hybrid. Nelle concessionarie le vetture arriveranno a settembre con l&rsquo;elettrico e entro fine dell&rsquo;anno anche la mild hybrid.  Carattere sportivo  L&rsquo;Alfa Romeo Junior &egrave; comunque un B-Suv dal design sportivo grazie alla sua linea con un tetto abbastanza spiovente nella parte posteriore. Contenuti gli sbalzi, con l&rsquo;anteriore di 84 cm e quello posteriore di 77 cm. Queste scelte confermano che &egrave; una vettura compatta ma che a bordo offre una grande abitabilit&agrave;. Infatti il baule ha una capienza di 415 litri, che diventano 1.280 abbattendo i sedili posteriori; &egrave; dotata anche della soluzione Alfa Romeo Cable Organizer per gestire gli oggetti che vi si ripongono. Nonostante le dimensioni compatte di poco pi&ugrave; di quattro metri lo spazio a bordo non manca ponendola ai vertici delle vetture premium. Elegante e funzionale il cruscotto con il cruscotto a cannocchiale e il volante multifunzione a tre razze a clessidra. Seduti al posto di guida si percepisce subito la qualit&agrave; della vettura e soprattutto la filosofia sportiva che i tecnici hanno voluto trasferire su questa compatta da modelli pi&ugrave; performanti. A bordo la tecnologia pi&ugrave; avanzata in termini di comfort, connettivit&agrave; e dinamica di guida. Diverse le versioni disponibili con la Veloce come top di gamma, allestimenti che per&ograve; non cambiano tra le due motorizzazioni, elettrica e ibrida, disponibili.  Richiami al passato  Molti ed evidenti i richiami a vetture del passato del brand come lo scalino anteriore, che riprende il famoso sbalzo tra cofano e muso della Giulia GT degli Anni Sessanta, ma anche la &ldquo;coda tronca&rdquo;, un profilo aerodinamico che richiama il posteriore della TZ del 1963. Il vistoso Trilobo, che da sempre domina il frontale delle Alfa, e che sulla Junior, a seconda delle versioni, ha all&rsquo;interno il profilo del simbolo del Biscione oppure una griglia dal sapore heritage con la scritta Alfa Romeo in corsivo.  Prezzo interessante  Se la versione entry level ha il compito di riavvicinare al brand vecchi e nuovi clienti, anche perch&eacute;, vista la qualit&agrave; della vettura promette un valore residuo interessante, il prezzo base partir&agrave; con una soglia sopra i 30mila euro, mentre per le versioni elettriche pi&ugrave; sportive da 240 cv, si va su cifre decisamente superiori.  Il servizio completo &egrave; il prossimo numero di AUTO, in edicola l&#39;11 aprile oppure qui in edizione digitale. 

La prima elettrica di Arese, disponibile anche in versione mild hybrid, punta a diventare il riferimento tra le compatte

Alfa Romeo Junior, il nuovo Suv sportivo del Biscione

L&#39;automotive e l&#39;Italia intera piange uno dei suoi punti di riferimento imprenditoriali, Paolo Pininfarina. Il presidente della storica azienda torinese di auto fondata dal nonno Battista nel 1930, &egrave; morto all&#39;et&agrave; di 65 anni. Fino all&#39;ultimo della sua lunga malattia gli sono stati vicini la moglie Ilaria, i suoi cinque figli Greta, Giovanni, Iole, Tullio e Giulia e la madre Giorgia Gianolio. &quot;Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Paolo Pininfarina, presidente della storica azienda torinese di auto, tra i simboli pi&ugrave; conosciuti del Made in Italy nel mondo. Le mie condoglianze alla famiglia. A Dio Paolo, ci mancherai&quot;, scrive su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto.  L&#39;annuncio della scomparsa  &quot;&Egrave; con grande dolore che annunciamo la scomparsa del nostro Presidente Paolo Pininfarina, che ci ha lasciato oggi a Torino all&#39;et&agrave; di 65 anni. Fino ai suoi ultimi istanti &egrave; stato circondato dai suoi cari, tra cui la moglie Ilaria, i figli Greta, Giovanni, Iole, Tullio e Giulia, la madre Giorgia Gianolio&quot;, si legge sulla pagina Facebook dell&#39;azienda che ha dato il triste annuncio. &quot;L&#39;eredit&agrave; di Paolo Pininfarina va ben oltre i suoi legami familiari: &egrave; stato una forza trainante dell&#39;azienda fondata da suo nonno Battista nel 1930. In qualit&agrave; di Presidente dal 2008, la dedizione, l&#39;entusiasmo e l&#39;energia di Paolo hanno spinto la Pininfarina verso nuovi ambiti di eccellenza del design. La sua leadership ha guidato l&#39;azienda attraverso un processo di diversificazione negli anni &#39;80, espandendo la sua influenza al di l&agrave; del design automobilistico per diventare un punto di riferimento in vari campi del design. Oggi piangiamo la perdita di un leader visionario, ma celebriamo anche l&#39;impatto duraturo della vita e del lavoro di Paolo Pininfarina. Il suo spirito continuer&agrave; a ispirarci nel portare avanti la sua eredit&agrave; di innovazione ed eccellenza. I nostri pensieri e le nostre condoglianze sono rivolti alla famiglia Pininfarina in questo momento difficile&quot;.  Il ricordo di Silvio Angori  &quot;Il consiglio d&#39;amministrazione e l&#39;azienda - si legge in una nota - si raccolgono intorno alla famiglia nel ricordo della figura professionale e umana di Paolo Pininfarina, che per tanti anni ha profuso impegno, entusiasmo ed energia nell&#39;azienda fondata da suo nonno Battista nel 1930, presiedendola dal 2008 ad oggi. Grazie alla dedizione di Paolo Pininfarina, l&#39;azienda ha avviato negli anni Ottanta un processo di diversificazione che l&#39;ha portata, nel tempo, a diventare un punto di riferimento in ambiti di design diversi dall&#39;automotive&quot;.   &quot;A nome del cda, del collegio sindacale e di tutti i dipendenti Pininfarina - afferma l&#39;amministratore delegato Silvio Angori - esprimo profondo dolore e cordoglio per la perdita del nostro caro presidente. Siamo tutti estremamente riconoscenti all&#39;ingegnere Pininfarina per il suo straordinario contributo all&#39;Azienda e per essersi sempre speso con passione, in prima persona, per tutelare la nostra storia e la nostra identit&agrave; aziendale sia in termini di stile che di scelte etiche e comportamentali. Gli sono personalmente grato per avermi confermato alla guida dell&#39;Azienda, in seguito alla scomparsa di Andrea Pininfarina nel 2008. In questi anni abbiamo condiviso tanti trionfi e anche tante sfide, sempre consigliandoci e sostenendoci a vicenda. Il modo migliore per onorare la sua memoria &egrave; continuare, come lui vorrebbe, ad impegnarci al massimo per il futuro della Pininfarina&quot;.   Il tragico destino dei Pininfarina  Paolo Pininfarina nasce a Torino il 28 agosto 1958. Laureatosi in Ingegneria meccanica presso il Politecnico di Torino, dopo una serie di esperienze formative e professionali all&#39;estero tra cui in Cadillac, Honda e General Motors nel 1982 inizia il suo percorso professionale in Pininfarina e nel 1987 assume la carica di presidente e amministratore delegato della Pininfarina Extra, societ&agrave; del gruppo specializzata in design industriale, arredamento, architettura, nautica e aeronautica. Dal 1988, &egrave; membro del consiglio di amministrazione e dal 2002, membro del Comitato di direzione della capogruppo Pininfarina. Nel 2006, viene nominato vice presidente di Pininfarina e nel 2008, dopo la scomparsa improvvisa del fratello Andrea assume la posizione di presidente. Tra i capolavori che tiene personalmente a battesimo, due gli sono particolarmente cari: la concept car Sergio, barchetta biposto su base meccanica Ferrari, che Paolo decide di realizzare nel 2013 in memoria del padre, il Senatore a vita Sergio Pininfarina, e la Automobili Pininfarina Battista, hypercar elettrica che porta il nome di suo nonno e che egli stesso svela al Salone dell&#39;Auto di Ginevra 2019.  &nbsp; 

Il presidente della storica azienda torinese, nipote del fondatore Battista nonch&eacute; mitico &#39;Pinin&#39;, &egrave; scomparso all&#39;et&agrave; di 65 anni dopo una lunga malattia

Addio a Paolo Pininfarina

        Nel mondo dell'automobilismo di lusso, poche marche incantano gli appassionati come Alfa Romeo. E tra i fortunati acquirenti della sua ultima creazione, la 33 Stradale, si distingue Noriaki Uchino, un imprenditore giapponese che ha trascorso due giorni a Milano tra le bellezze storiche e culturali della citt&agrave; e Arese, dove ha avuto l'opportunit&agrave; di configurare personalmente il suo esemplare.  Il viaggio e la personalizzazione Il suo profondo amore per questa icona automobilistica si riflette nelle sue due Alfa Romeo in Giappone, entrambe contraddistinte dal numero 33 nella targa: una splendida 4C Spider Italia Special Series e una Giulia GTAm, che utilizza quotidianamente. Successivamente, Uchino ha incontrato gli esperti del team Alfa Romeo dedicati al progetto della 33 Stradale presso la Sala del Consiglio del Museo di Arese, dove &egrave; stata approvata la sua concezione nel 1967.&nbsp; Il manager giapponese ha richiesto una personalizzazione dettagliata per la sua vettura Alfa Romeo, ispirata alla tradizione e all'eleganza dell'iconica Alfa Romeo 33 del 1967. Ha scelto una livrea esclusiva in Blu Reale, in omaggio alla storia dell'auto e al ricordo personale del cielo italiano. Questo colore si abbina con dettagli come i fari rossi e le pinze dei freni verniciate di rosso. I cerchi in lega nero lucido rimandano alla 33 storica, mentre la calandra frontale "classica" e la rimozione della presa d'aria dal cofano contribuiscono a una pulizia delle linee nel posteriore. Gli interni sono un tributo alla 33 Stradale del '67, con rivestimenti in pelle bicolore "biscotto e ardesia", mentre dettagli come il padiglione e i montanti in Alcantara grigio conferiscono un tocco di lusso. Ulteriori personalizzazioni includono una pedaliera e un poggiapiedi in alluminio satinato scuro, oltre a un'incisione identificativa personalizzata sul volante. Infine, ha richiesto un set di valigie brandizzate "33 Stradale" realizzate a mano da Schedoni, un rinomato marchio di lusso. Alfa Romeo Milano, &egrave; conto alla rovescia verso il debutto Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella       

L'imprenditore ha passato due giorni tra Milano e Arese per incontrare gli esperti del team che hanno sviluppato il modello e per personalizzare il suo esemplare

Noriaki Uchino, dal Giappone per rendere unica la sua Alfa Romeo 33 Stradale

        Sta per essere svelata ufficialmente l'Alfa Romeo Milano, il B-Suv del Biscione che rappresenter&agrave; il primo modello a zero emissioni della Casa. Una sorta di "antipasto" per quella che sar&agrave; un'intera gamma elettrica, a partire dalla Giulia e la Stelvio, prossime a diventare totally green. La presentazione &egrave; fissata per il per il 10 aprile 2024, alle ore 17, a Milano ovviamente, ma l'attesa &egrave; stata smorzata da un brevissimo video teaser comparso sui profili social ufficiali di Alfa Romeo, in cui viene lasciata intravedere una carrozzeria rossa e la scritta Alfa Romeo Milano e pochi dettagli della vettura.  Alfa Romeo, i 10 nomi pi&ugrave; belli delle auto della Casa del Biscione Cosa sappiamo finora Le motorizzazioni attese comprendono anche il mild hybrid nello schema composto dal motore 1.2 litri turbo benzina (con distribuzione a catena) e il cambio doppia frizione eDSC 6 marce. Un'installazione che permette di effettuare brevi frangenti a trazione elettrica, quali le operazioni di parcheggio, la marcia stop&amp;go nel traffico, fino al coasting a motore spento. Ovviamente a patto che la batteria da poco pi&ugrave; di 400 watt/ora abbia carica sufficiente. Il posizionamento sul mercato che occuper&agrave; il B-Suv &egrave; in quota 4,10 metri o poco pi&ugrave;, su un passo di 2,56 metri condiviso - come l'architettura - con progetti quali Jeep Avenger.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Alfa Romeo (@alfaromeoofficial)      Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella       

Cresce la curiosit&agrave; di scoprire come sar&agrave; il rimo modello totalmente elettrico dell'azienda: ecco il breve filmato pubblicato sui social

Alfa Romeo Milano, un video teaser alimenta la curiosità sul B-Suv

        L'attesissima Milano &egrave; solo una delle vetture nate negli stabilimenti Alfa Romeo che presentano nomi tutt'altro che casuali. Dagli omaggi alle citt&agrave; a quelli verso i passi alpini pi&ugrave; belli della Penisola, fino alle imprese storiche in Formula 1 del marchio. Ecco alcuni dei modelli che, anche grazie al loro nome, hanno fatto la storia dell'azienda. Lista dei modelli:  Alfa Romeo Milano Alfa Romeo Tonale Alfa Romeo Stelvio Alfa Romeo Mito Alfa Romeo Brera Alfa Romeo Giulietta Alfa Romeo Spider "o Duetto" Alfa Romeo Alfetta Alfa Romeo Alfasud Alfa Romeo Arna  &nbsp; Alfa Romeo Milano  Alfa Romeo sta per presentare il suo primo modello a zero emissioni, l'Alfa Romeo Milano, un B-Suv che aprir&agrave; la strada a progetti futuri, incluso l'elettrificazione delle nuove generazioni di Giulia e Stelvio. La presentazione ufficiale &egrave; programmata per il 10 aprile 2024 a Milano alle 17:00 e sar&agrave; disponibile anche online tramite live streaming. La Milano non sar&agrave; solo elettrica, ma potrebbe includere anche una motorizzazione mild hybrid. Riguardo al design, i rendering di Lorenzo Preti suggeriscono un frontale dinamico con il caratteristico trilobo come elemento centrale e gruppi ottici disposti su due livelli. Nella parte posteriore, si prevedono spigoli simili e una fascia di fari a tutta ampiezza, con particolare attenzione alla sportivit&agrave; complessiva del veicolo. La prima Alfa Romeo a chiamarsi Milano &egrave; stata la versione per il mercato nordamericano della 75.&nbsp; &nbsp; Alfa Romeo Tonale  L'Alfa Romeo Tonale prende il suo nome dal noto passo alpino italiano che si estende per le province di Brescia e Trento, palcoscenico del Giro d'Italia sin dal 1933. La versione plug-in dell'Alfa Romeo Tonale ha ampliando la gamma del SUV del Biscione gi&agrave; disponibile nelle varianti mild hybrid e Diesel.&nbsp; &nbsp; Alfa Romeo Stelvio  L'Alfa Romeo Stelvio &egrave; il primo SUV prodotto dalla Casa del Biscione e condivide la piattaforma, con trazione posteriore o integrale, della berlina Giulia. Il nome della vettura &egrave; ispirato all'omonimo passo alpino, situato tra il Trentino-Alto Adige e la Lombardia, che rappresenta il valico automobilistico pi&ugrave; alto d'Italia. &nbsp; Alfa Romeo Mito  L'Alfa Romeo Mito, originariamente denominata Junior nel progetto 955, &egrave; stata un'auto molto apprezzata, in produzione fino al 2018 e particolarmente popolare tra i giovani. Il nome "Mito" si riferisce all'asse Milano-Torino, attorno al quale si svolgono le attivit&agrave; del Biscione (simbolo di Alfa Romeo) dal 1986, anno in cui la casa automobilistica milanese &egrave; stata acquisita dal gruppo Fiat. &nbsp; Alfa Romeo Brera  La Alfa Romeo Brera ha un nome inconfondibile: si tratta ovviamente di un omaggio al quartiere milanese omonimo, amato dai cittadini e sede dell'accademia di Belle Arti e punto d'incontro storico per gli intellettuali e gli artisti della citt&agrave; nel corso del secolo scorso. Una celebrazione della cultura che si fonde con la tradizione automobilista italiana. &nbsp; Alfa Romeo Giulietta  Il nome "Giulietta" ha un'origine davvero originale e storica per l'azienda italiana: la moglie del poeta Leonardo Sinisgalli, consulente di Finmeccanica, battezz&ograve; l'auto cos&igrave; durante un incontro a Parigi, chiamando scherzosamente gli uomini dell'Alfa Romeo "otto Romeo senza una Giulietta".&nbsp; &nbsp; Alfa Romeo Spider "o Duetto"  L'Alfa Romeo Spider, ufficialmente denominata cos&igrave;, &egrave; conosciuta in tutto il mondo come "Duetto". La vettura, prodotta in quattro serie fino alla prima met&agrave; degli anni '90, ha ottenuto il soprannome grazie a un concorso indetto dalla casa automobilistica. Il vincitore del concorso sugger&igrave; il nome "Duetto", ma la vettura non fu ufficialmente denominata in quel modo.&nbsp; &nbsp; Alfa Romeo Alfetta  Il nome Alfa Romeo Alfetta deriva dalle potenti auto da corsa che hanno ottenuto la vittoria nei primi due campionati mondiali di Formula 1 nel 1950 e nel 1951. L'auto,&nbsp;presentata agli inizi degli anni '70, divenne rapidamente l'auto simbolo delle forze dell'ordine italiane, includendo Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Sostituendo le Giulia Super, le forze di polizia adottarono un elevato numero di esemplari in varie cilindrate, diventando un'icona nel ruolo di "pantera" e "gazzella". &nbsp; Alfa Romeo Alfasud  L'Alfa Romeo Alfasud, prodotta a Pomigliano D'Arco venne cos&igrave; chiamata per "discostarsi" da quell'impronta esclusivamente del nord che fino a quel momento il Biscione aveva conservato, dedicando il modello anche agli automobilisti del sud Italia. Nel 1976, la Alfasud introduce la vivace Sprint, una coup&eacute; con gli stessi motori della berlina. Negli anni '80, dopo la sostituzione dell'Alfasud con la 33, la Sprint continua la sua produzione in modo indipendente fino al 1989, quando riceve il nuovo motore boxer 1.7 da 118 CV. Con questo propulsore, la versione Quadrifoglio Verde raggiunge quasi i 200 km/h. Oltre alla coup&eacute;, ci furono varianti a due porte, inizialmente riservate alla Ti e la Giardinetta. &nbsp; Alfa Romeo Arna  Il nome Alfa Romeo Arna deriva dalla joint venture tra Alfa Romeo e Nissan, che port&ograve; alla creazione del modello. Le scocche, identiche a quelle della Nissan Cherry, venivano spedite dal Giappone, mentre gli organi meccanici venivano assemblati in una fabbrica appositamente creata a Pratola Serra, nell'Avellinese. Il prodotto realizzato non fu certo uno dei pi&ugrave; grandi successi dell'azienda. Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella       

In attesa della presentazione, prevista per il 10 aprile, della nuova Milano, scopriamo alcuni dei nomi pi&ugrave; iconici dei modelli prodotti dall'azienda

Alfa Romeo, i 10 nomi più belli delle auto della Casa del Biscione

L&#39;attesissima Milano &egrave; solo una delle vetture nate negli stabilimenti Alfa Romeo che presentano nomi tutt&#39;altro che casuali. Dagli omaggi alle citt&agrave; a quelli verso i passi alpini pi&ugrave; belli della Penisola, fino alle imprese storiche in Formula 1 del marchio. Ecco alcuni dei modelli che, anche grazie al loro nome, hanno fatto la storia dell&#39;azienda.  Lista dei modelli:    Alfa Romeo Milano  Alfa Romeo Tonale  Alfa Romeo Stelvio  Alfa Romeo Mito  Alfa Romeo Brera  Alfa Romeo Giulietta  Alfa Romeo Spider &quot;o Duetto&quot;  Alfa Romeo Alfetta  Alfa Romeo Alfasud  Alfa Romeo Arna   &nbsp;  Alfa Romeo Milano    Alfa Romeo sta per presentare il suo primo modello a zero emissioni, l&#39;Alfa Romeo Milano, un B-Suv che aprir&agrave; la strada a progetti futuri, incluso l&#39;elettrificazione delle nuove generazioni di Giulia e Stelvio. La presentazione ufficiale &egrave; programmata per il 10 aprile 2024 a Milano alle 17:00 e sar&agrave; disponibile anche online tramite live streaming. La Milano non sar&agrave; solo elettrica, ma potrebbe includere anche una motorizzazione mild hybrid. Riguardo al design, i rendering di Lorenzo Preti suggeriscono un frontale dinamico con il caratteristico trilobo come elemento centrale e gruppi ottici disposti su due livelli. Nella parte posteriore, si prevedono spigoli simili e una fascia di fari a tutta ampiezza, con particolare attenzione alla sportivit&agrave; complessiva del veicolo. La prima Alfa Romeo a chiamarsi Milano &egrave; stata la versione per il mercato nordamericano della 75.&nbsp;  &nbsp;  Alfa Romeo Tonale    L&#39;Alfa Romeo Tonale prende il suo nome dal noto passo alpino italiano che si estende per le province di Brescia e Trento, palcoscenico del Giro d&#39;Italia sin dal 1933. La versione plug-in dell&#39;Alfa Romeo Tonale ha ampliando la gamma del SUV del Biscione gi&agrave; disponibile nelle varianti mild hybrid e Diesel.&nbsp;  &nbsp;  Alfa Romeo Stelvio    L&#39;Alfa Romeo Stelvio &egrave; il primo SUV prodotto dalla Casa del Biscione e condivide la piattaforma, con trazione posteriore o integrale, della berlina Giulia. Il nome della vettura &egrave; ispirato all&#39;omonimo passo alpino, situato tra il Trentino-Alto Adige e la Lombardia, che rappresenta il valico automobilistico pi&ugrave; alto d&#39;Italia.  &nbsp;  Alfa Romeo Mito    L&#39;Alfa Romeo Mito, originariamente denominata Junior nel progetto 955, &egrave; stata un&#39;auto molto apprezzata, in produzione fino al 2018 e particolarmente popolare tra i giovani. Il nome &quot;Mito&quot; si riferisce all&#39;asse Milano-Torino, attorno al quale si svolgono le attivit&agrave; del Biscione (simbolo di Alfa Romeo) dal 1986, anno in cui la casa automobilistica milanese &egrave; stata acquisita dal gruppo Fiat.  &nbsp;  Alfa Romeo Brera    La Alfa Romeo Brera ha un nome inconfondibile: si tratta ovviamente di un omaggio al quartiere milanese omonimo, amato dai cittadini e sede dell&#39;accademia di Belle Arti e punto d&#39;incontro storico per gli intellettuali e gli artisti della citt&agrave; nel corso del secolo scorso. Una celebrazione della cultura che si fonde con la tradizione automobilista italiana.  &nbsp;  Alfa Romeo Giulietta    Il nome &quot;Giulietta&quot; ha un&#39;origine davvero originale e storica per l&#39;azienda italiana: la moglie del poeta Leonardo Sinisgalli, consulente di Finmeccanica, battezz&ograve; l&#39;auto cos&igrave; durante un incontro a Parigi, chiamando scherzosamente gli uomini dell&#39;Alfa Romeo &quot;otto Romeo senza una Giulietta&quot;.&nbsp;  &nbsp;  Alfa Romeo Spider &quot;o Duetto&quot;    L&#39;Alfa Romeo Spider, ufficialmente denominata cos&igrave;, &egrave; conosciuta in tutto il mondo come &quot;Duetto&quot;. La vettura, prodotta in quattro serie fino alla prima met&agrave; degli anni &#39;90, ha ottenuto il soprannome grazie a un concorso indetto dalla casa automobilistica. Il vincitore del concorso sugger&igrave; il nome &quot;Duetto&quot;, ma la vettura non fu ufficialmente denominata in quel modo.&nbsp;  &nbsp;  Alfa Romeo Alfetta    Il nome Alfa Romeo Alfetta deriva dalle potenti auto da corsa che hanno ottenuto la vittoria nei primi due campionati mondiali di Formula 1 nel 1950 e nel 1951. L&#39;auto,&nbsp;presentata agli inizi degli anni &#39;70, divenne rapidamente l&#39;auto simbolo delle forze dell&#39;ordine italiane, includendo Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Sostituendo le Giulia Super, le forze di polizia adottarono un elevato numero di esemplari in varie cilindrate, diventando un&#39;icona nel ruolo di &quot;pantera&quot; e &quot;gazzella&quot;.  &nbsp;  Alfa Romeo Alfasud    L&#39;Alfa Romeo Alfasud, prodotta a Pomigliano D&#39;Arco venne cos&igrave; chiamata per &quot;discostarsi&quot; da quell&#39;impronta esclusivamente del nord che fino a quel momento il Biscione aveva conservato, dedicando il modello anche agli automobilisti del sud Italia. Nel 1976, la Alfasud introduce la vivace Sprint, una coup&eacute; con gli stessi motori della berlina. Negli anni &#39;80, dopo la sostituzione dell&#39;Alfasud con la 33, la Sprint continua la sua produzione in modo indipendente fino al 1989, quando riceve il nuovo motore boxer 1.7 da 118 CV. Con questo propulsore, la versione Quadrifoglio Verde raggiunge quasi i 200 km/h. Oltre alla coup&eacute;, ci furono varianti a due porte, inizialmente riservate alla Ti e la Giardinetta.  &nbsp;  Alfa Romeo Arna    Il nome Alfa Romeo Arna deriva dalla joint venture tra Alfa Romeo e Nissan, che port&ograve; alla creazione del modello. Le scocche, identiche a quelle della Nissan Cherry, venivano spedite dal Giappone, mentre gli organi meccanici venivano assemblati in una fabbrica appositamente creata a Pratola Serra, nell&#39;Avellinese. Il prodotto realizzato non fu certo uno dei pi&ugrave; grandi successi dell&#39;azienda.  Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella 

In attesa della presentazione, prevista per il 10 aprile, della nuova Milano, scopriamo alcuni dei nomi pi&ugrave; iconici dei modelli prodotti dall&#39;azienda

Alfa Romeo, i 10 nomi pi&ugrave; belli delle auto della Casa del Biscione

        Manca meno di un mese alla presentazione di Alfa Romeo Milano, il B-Suv che rappresenta il primo modello a zero emissioni della Casa e che fa da apripista per i progetti futuri che coinvolgeranno le nuove generazioni (elettriche) di Giulia e Stelvio. L&rsquo;appuntamento &egrave; fissato per il 10 aprile 2024, alle ore 17, a Milano ovviamente, ma potr&agrave; anche essere seguito online, collegandosi al live streaming della presentazione ufficiale della nuova Alfa. Cosa sappiamo Cosa sappiamo finora di Alfa Romeo Milano? Sar&agrave; elettrica, ma non solo. Tra le motorizzazioni previste, infatti, ci dovrebbe essere anche il mild hybrid. E sappiamo anche come sar&agrave;, all&rsquo;incirca, il suo stile, come anticipano i rendering realizzati da Lorenzo Preti pubblicato nello scorso numero di Auto. Frontale dinamico, trilobo come elemento focale e gruppi ottici disposti su due livelli. In coda avremo spigolosit&agrave; simili e una fascia di fari a tutta ampiezza, oltre all&rsquo;andamento del lunotto nel raccordo con il bordo del portellone. E sempre con un occhio di riguardo alla sportivit&agrave;. Manca sempre meno, il conto alla rovescia &egrave; partito. Alfa Romeo inaugura il &ldquo;33 Stradale Day&rdquo;: il giorno speciale del Biscione       

L&rsquo;appuntamento &egrave; fissato per il 10 aprile 2024, alle ore 17, a Milano, ma potr&agrave; anche essere seguito online

Nuovo Alfa Romeo Milano, conto alla rovescia per la presentazione

Inizia il conto alla rovescia verso Alfa Romeo Milano. Presentazione fissata il prossimo 10 aprile, ovviamente nel capoluogo lombardo.  Sar&agrave; il momento dell&#39;esordio Alfa Romeo nel campo dell&#39;elettrico, poich&eacute; il B-Suv rappresenta il primo modello a zero emissioni in una strategia che vedr&agrave; i prossimi passi compiuti con le nuove generazioni di Giulia e Stelvio in forma elettrica.  Quali motori avr&agrave; il Suv Milano?  Elettrica ma non solo, l&#39;Alfa Romeo Milano. Le motorizzazioni attese comprendono anche il mild hybrid nello schema composto dal motore 1.2 litri turbo benzina (con distribuzione a catena) e il cambio doppia frizione eDSC 6 marce. Un&#39;installazione che permette di effettuare brevi frangenti a trazione elettrica, quali le operazioni di parcheggio, la marcia stop&amp;go nel traffico, fino al coasting a motore spento. Ovviamente a patto che la batteria da poco pi&ugrave; di 400 watt/ora abbia carica sufficiente.  Per due opzioni da considerare certe, da verificare nei livelli di potenza, c&#39;&egrave; un fronte ulteriore da monitorare. Alfa Romeo ha sviluppato il Suv Milano ritagliando caratteristiche di handling che fossero particolarmente dinamiche nel panorama dei B-Suv. I muletti impegnati a Balocco hanno rivelato, inoltre, dettagli che portano a immaginare una proposta sportiva elettrica, ad alte prestazioni, come del tutto logica. Un sistema da 240 cavalli vestirebbe in modo ideale i panni di una Milano Quadrifoglio. Tra sogno e realt&agrave;, sarebbe un rimando ulteriore a quell&#39;Alfa Romeo Milano che fu la 75 commercializzata negli USA a met&agrave; anni Ottanta, modello che nella propria gamma annoverava diversi livelli di allestimento Quadrifoglio.    Quanto sar&agrave; grande l&#39;Alfa Milano? Le dimensioni  Il posizionamento sul mercato che occuper&agrave; il B-Suv &egrave; in quota 4,10 metri o poco pi&ugrave;, su un passo di 2,56 metri condiviso - come l&#39;architettura - con progetti quali Jeep Avenger. Una parentela tecnica di base che detta anche il sito di produzione, quello di Tychy dove nascono altri modelli del Gruppo Stellantis sulla medesima architettura CMP ed e-CMP (Fiat 600 oltre a Jeep Avenger).  La caratterizzazione di stile dell&#39;Alfa Milano sar&agrave; molto netta, come anticipano i rendering realizzati da Lorenzo Preti (in foto), dallo scorso numero di Auto.  Stile sportivo e assetto pure  Frontale dinamico, trilobo quale elemento focale e gruppi ottici disposti su due livelli. In coda avremo spigolosit&agrave; simili e una fascia di fari a tutta ampiezza. Una soluzione piuttosto originale e sicuramente molto diversa da Avenger e 600e &egrave; attesa nell&#39;andamento del lunotto nel raccordo con il bordo del portellone. Sempre con un&#39;enfasi particolare sulla sportivit&agrave; del Suv.  Dinamismo che sar&agrave; trasferito e percepibile nelle regolazioni dell&#39;assetto, personalizzato da Alfa Romeo in tutti gli elementi elastici delle sospensioni, dettagli in grado di ritagliare insieme alle regolazioni del servosterzo tutto un altro comportamento rispetto a Suv gemelli nella piattaforma di partenza.  Alfa Romeo inaugura il &ldquo;33 Stradale Day&rdquo;: il giorno speciale del Biscione 

La presentazione del B-Suv sveler&agrave; la scheda tecnica, i livelli di potenza del motore benzina e di quello elettrico. Ci sar&agrave; anche un&#39;Alfa Romeo Milano Quadrifoglio? Interrogativi e attese verso il debutto

Alfa Romeo Milano, cosa sappiamo sul Suv elettrico e mild hybrid

Peugeot con questa E-3008 fa un grande salto. Rappresenta uno spartiacque storico, modello di grandi ambizioni e portabandiera tecnologico e di stile per Marchio. Cruciale anche per Stellantis. &Egrave; la prima vettura del Gruppo ad arrivare in concessionaria con la piattaforma STLA Medium, architettura che sar&agrave; assemblata in Europa in quattro stabilimenti: Sochaux, Rennes, Eisenach e Melfi, e adottata da modelli di lunghezza tra 4,3 e 4,9 metri, una fetta decisiva del mercato.  Piazzatasi sul podio nel premio The Car of The Year 2024 (la precedente serie nel 2017 aveva vinto il titolo beffando in volata l&rsquo;Alfa Romeo Giulia), la nuova 3008 mette sul piatto esclusivamente novit&agrave;, puntando decisamente sull&rsquo;elettrico.  &Egrave; la prima del nuovo corso: oltre alla nuova architettura, esibisce un design inedito, che definir&agrave; tutta la gamma ventura del Leone. Con gli artigli a led sempre in vista, ma una silhouette pi&ugrave; ardita e spigolosa, con il posteriore spiovente. Ma soltanto dopo i sedili posteriori per mantenere una buona abitabilit&agrave; dentro. Manifesta ambizioni da coup&eacute;: chiamatela fastback, non sinuosa, ma aggressiva e curata in tutti i particolari.  La prova completa &egrave; sul prossimo numero di Auto in edicola il 15 marzo, oppure qui in edizione digitale   

Il crossover francese &egrave; stato messo sotto la lente di ingrandimento del nostro Centro Prove. Qui un&#39;anticipazione del servizio completo sul prossimo numero di Auto, in edicola il 15 marzo

Nuova Peugeot E-3008, il test del Centro Prove

        Coniugare lavoro e maternit&agrave; &egrave; uno dei temi pi&ugrave; sentiti in questo periodo storico. I dati sono tutt&rsquo;altro che incoraggianti in questo senso: l&rsquo;ultimo rilevamento dell&rsquo;Ispettorato nazionale del Lavoro, relativo al 2022, ha evidenziato un aumento del 17,1% delle dimissioni volontarie presentate nei primi tre anni di vita dei figli, il 63% dei casi riguarda neomamme che giustificano il ricorso alle dimissioni con la incompatibilit&agrave; tra lavoro e maternit&agrave;.&nbsp; La fotografia di quanto &egrave; difficile essere una mamma lavoratrice in Italia la d&agrave; lo studio condotto da CVapp, piattaforma di editor online per la creazione di curriculum vitae.&nbsp; Prendendo in considerazione dati demografici, dati relativi alla conciliazione tra lavoro e famiglia e dati economici, ha elaborato il CVapp Maternity Leave Index, una classifica regionale che indica in quali aree del Paese &egrave; pi&ugrave; semplice coniugare l&rsquo;impegno lavorativo e quello genitoriale, analizzando fattori come i posti disponibili negli asili nido, la spesa pro-capite sostenuta dai comuni per i servizi educativi, i redditi medi delle famiglie con figli, il costo degli asili nido e le tariffe regionali per baby-sitting.&nbsp; Emerge dunque come la regione che fa registrare il punteggio pi&ugrave; alto all&rsquo;interno di questa speciale classifica sia l&rsquo;Emilia Romagna, davanti a Toscana e Lazio, mentre le aree in maggiore difficolt&agrave; risultano essere Campania, Sicilia e Calabria, sul cui risultato pesa una spesa pro-capite bassa sostenuta dai comuni per i servizi educativi per la prima infanzia e una drammatica carenza per quel che riguarda i posti disponibili negli asili nido ogni 100 bambini nella fascia 0-2 anni (rispettivamente 11, 10 e 12), cifre ben lontane da quelle di chi domina questo ambito preciso del CVapp Maternity Leave Index, vale a dire Umbria (44), Emilia Romagna (41) e Valle d&rsquo;Aosta (40). A ogni variabile presa in esame da CVapp, la cui analisi parte da dati ufficiali Istat e del Ministero della Salute, &egrave; stato attribuito un punteggio, con l&rsquo;obiettivo di fornire una fotografia che fosse il pi&ugrave; possibile fedele.&nbsp; I dati mostrano un&rsquo;Italia che viaggia a due velocit&agrave;, con le regioni del Sud alle prese con redditi medi delle famiglie con figli pi&ugrave; bassi rispetto al resto del Paese (Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria, Molise e Puglia occupano le ultime sei posizioni, al di sotto dei 30.000 euro medi) e, di conseguenza, anche con il costo medio pi&ugrave; basso per quanto riguarda gli asili comunali (il minimo lo si tocca in Molise, con 169 euro medi a fronte dei 472 del Trentino-Alto Adige). Discorso analogo per le tariffe del baby-sitting, con Valle d&rsquo;Aosta, Liguria e Lombardia che dominano la classifica e la Basilicata che pu&ograve; vantare i prezzi pi&ugrave; bassi, sotto gli 8 euro all&rsquo;ora di media.&nbsp; Il CVapp Maternity Leave Index attribuisce un punteggio medio finale espresso in decimi, che vede la seguente classifica: Emilia Romagna 6,85; Toscana 6,65; Lazio 6,4; Umbria 6,2; Lombardia e Valle d&rsquo;Aosta 5,9; Molise 5,75; Veneto 5,6; Marche 5,5; Sardegna 5,35; Trentino-Alto Adige 5,25; Piemonte e Friuli-Venezia Giulia 4,95; Liguria 4,7; Abruzzo 4,45; Basilicata 3,85; Puglia 3,6; Calabria 2,95; Sicilia 2,7; Campania 2,3.&nbsp;       

La classifica per regioni stilata dal CVapp Maternity Leave Index evidenzia un Paese che viaggia a due velocit&agrave;: guidano Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, i piattaforma di editor online per la creazione di curriculum vitae n coda Calabria, Sicilia e Campania

Quanto è difficile essere una mamma lavoratrice in Italia?

        Un piano molto chiaro per il futuro di Alfa Romeo che ha esposto in un incontro Jean-Philippe Imparato CEO del brand premium del gruppo Stellantis. In occasione di svelare in anteprima il nuovo Suv sportivo Milano, la vettura &egrave; decisamente bella e ha tutto per meritarsi sul cofano il logo del Biscione, sono stati anticipati i progetti dei prossimi anni del brand. Le nuove vetture arriveranno nei prossimi anni, la Stelvio nel 2025 e la Giulia nel 2026 poi si vedr&agrave; come rispondono i mercati extra Europa e si potr&agrave; decidere su che segmento andare, ma probabilmente sar&agrave; una vettura pi&ugrave; grande, e probabilmente elettrica al 100%. Jean-Philippe Imparato ha subito esordito dichiarandosi contento delle piattaforme attuali di Stellantis che permettono di vere diverse soluzioni di alimentazioni:&nbsp; "Solo due anni fa parlare di piattaforme multi energia non era molto trendy.- ha esordito Imparato &ndash; Oggi questo tipo di strategia che abbiamo adottato si &egrave; rivelata vincente". La Milano arriva il 10 aprile La Milano che abbiamo potuto vedere nella versione BEV con l&rsquo;allestimento Veloce &egrave; decisamente bella nel suo design con una serie di soluzioni adottate dal Centro Stile che riprendono elementi iconici del brand. Come lo scalino del cofano, il posteriore dal chiaro richiamo di prototipi&nbsp; Alfa degli anni Sessanta e interessante la qualit&agrave; degli interni. I prezzi partiranno da meno di 30.000 euro per arrivare a circa 45.000 nella versione pi&ugrave; performante elettrica. La nuove Giulia e Stelvio Ma torniamo al parlare di futuro. Alfa Romeo in Italia dispone delle due piattaforme STLA Medium e Large che serviranno per sviluppare le nuove vetture. Stelvio e Giulia saranno due auto tutte italiane, disegnate dal Centro Stile a Torino e prodotte nello stabilimento di Cassino. Le nuove tecnologie STLA Brain e STLA SmartCockpit La Stevio sar&agrave; la prima vettura di Stellantis ad essere prodotta sulla piattaforma STLA Large in Italia ma soprattutto entrambe le vetture avranno le nuove tecnologie che sta sviluppando il Gruppo denominate STLA Brain e STLA SmartCockpit. Le due nuove vetture disporranno quindi di nuove tecnologie ma soprattutto grazie alle ampie soluzioni modulari che offre la piattaforma STLA Large. Oltre ad essere in grado di supportare molteplici sistemi di propulsione gli ingegneri possono definire il passo, la lunghezza complessiva della vettura, la larghezza e le altezze totale e da terra. Inoltre &egrave; possibile utilizzare differenti moduli sospensione per soddisfare gli obiettivi prestazionali specifici di ogni veicolo, tra cui la dinamica di guida, la maneggevolezza e il comfort. La nuova Stelvio nella motorizzazione elettrica potr&agrave; impiegare la tecnologia 800 Volt di cui &egrave; dotata la piattaforma STLA Large e con batteria che assicurano autonomie oltre i 700 chilometri. Le piattaforme tecnologiche STLA Brain e STLA SmartCockpit permetteranno ad Alfa Romeo di personalizzare l&rsquo;esperienza e la dinamica di guida onboard e offboard. Decisione che il guidatore potr&agrave; prendere grazie a all&rsquo;intelligenza artificiale e agli OTA. La piattaforma STLA Large La piattaforma BEV STLA Large &egrave; la piattaforma BEV-nativa pi&ugrave; flessibile del settore, in grado di supportare diversi tipi di veicoli come berline, crossover e SUV nei segmenti D ed E e pu&ograve; disporre di batterie fino a 118 kWh, con una velocit&agrave; di ricarica fino a 4,5 kWh al minuto. Le vetture prodotte su questa piattaforma possono avere prestazioni di alto livello come l&rsquo;accelerazione 0-100 km/h inferiori a 3 secondi. Su questa piattaforma nascer&agrave; quindi l&rsquo;Alfa Romeo che vederemo nel 2027 e che sar&agrave; probabilmente un segmento grande, da C o D. Un futuro gi&agrave; programmato Le nuove Alfa Romeo Stelvio e Giulia sono gi&agrave; in fase avanzata di progettazione. La nuova Stelvio &egrave; gi&agrave; stata deliberata da Jean-Philippe Imparato e la vedremo nella seconda met&agrave; del 2025. &ldquo;Alfa Romeo in cinque anni avr&agrave; rinnovato totalmente la gamma, - ha spiegato Imparato &ndash; e lanciato la prima vettura BEV. Siamo gli unici che vendiamo vetture che vanno da 30.000 euro a 2 milioni di euro senza perdere il nostro DNA&rdquo;. *Nella foto di apertura: il CEO di Alfa Romeo, Jean-Philippe Imparato e Daniel Guazzafame responsabile di Alfa Romeo Products       

Il crossover, che sar&agrave; presentato ad Aprlie, dar&agrave; il via al piano di rilancio Alfa, con le nuove Stelvio e Giulia realizzate con il top della tecnologia Stellantis

Il futuro di Alfa Romeo: dopo la Milano arrivano le nuove Stelvio e Giulia

        La muscle car dei due mondi, sia elettrica sia termica. Dodge Charger Daytona tiene il piedone in due staffe, presentata in pompa magna nella versione a batteria, ma pimpante anche con il motore tradizionale, anche se con due cilindri in meno e due turbo in pi&ugrave;. Annunciata come la prima muscle car elettrica, Dodge Charger Daytona nasce sulla piattaforma STLA Large di Stellantis, che sar&agrave; anche delle prossime Alfa Romeo Stelvio e Giulia.  Dodge Charger Daytona, potenza elettrica La prima punta per la Casa americana &egrave;&nbsp; Dodge Charger Daytona EV Scat Pack, a doppio motore elettrico e trazione integrale, capace di erogare 680 cavalli e 850 Nm di coppia e di accelerare da 0 a 60 miglia (96,5 km/h) in 3,3 secondi. Ovvero uno 0-100 km/h ipotizzabile in circa 3,4 secondi. Poi c&rsquo;&egrave; la R/T, sempre a doppio propulsore che scarica a terra 503 cavalli. La batteria &egrave; da 94 kWh, l&rsquo;autonomia dichiarata va da 418 a 510 km. Per le partenze al fulmicotone al semaforo c&rsquo;&egrave; il tasto Powershot che fa schizzare in alto la potenza di 41 cv per 15 secondi. Non solo per chi vuole metterle di traverso ci sono le funzioni Drift, e Donut, per le &ldquo;ciambelle&rdquo; fumanti. &Egrave; solo l&rsquo;inizio, il CEO Tim Kuniskis, ha annunciato che la Charger elettrica sar&agrave; pi&ugrave; rapida di tutti modelli a benzina, anche quelli col V8 Hellcat, prossimamente c&rsquo;&egrave; da aspettarsi versioni ancora pi&ugrave; scatenate. Destinato a creare polemica il Fratzonic, sistema che genera il sound dei V8 Hemi. Charger, sar&agrave; anche a benzina e a 4 porte Dodge Charger Daytona sar&agrave; disponibile inizialmente a due porte da fine 2024 anche a quattro oporte. Lo stile richiama i modelli storici, con tocchi vintage, ma con aerodinamica molto curata: &egrave; lunga ben 5,25 metri. Trover&agrave; adepti la Charger con motore termico, anche se non avr&agrave; pi&ugrave; l&rsquo;otto cilindri. Sar&agrave; spinta dal pi&ugrave; compatto 3 litri V6 bi-turbo Hurricane nella versione Sixpack H.O (High Output) da 550 cavalli e in quella Sixpack da 420 cv. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Dodge nuove e usate       

Elettrica e termica, l'americana nasce sulla nuova piattaforma STLA Large. Accelerazioni "monstre"

Dodge Charger Daytona, la muscle car dei "due mondi"

Guarda qui l'intervista a Giulio Grosjacques, Assessore al Turismo, Sport e Commercio

Il futuro della mobilità a Courmayeur, intervista a Giulio Grosjacques

        C'&egrave; la Giulia entrata nella storia per le vittorie nel campionato europeo turismo, la GTA 1300 protagonista tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta. E c'&egrave; la Totem Automobili GTAm, che a quella storia rende omaggio in modo pregevolissimo. Al Salone di Ginevra arriva un restomod fatto con cura dall'azienda veneziana. Cinque esemplari appena, per 1,1 milioni di euro. Questa la sintesi estrema dell'esclusivit&agrave;, prestazioni e artigianalit&agrave; proposte.&nbsp;  Tanto carbonio tra scocca e carrozzeria Della Giulia delle origini c'&egrave; giusto una parte della scocca, sposata a una cellula abitacolo monoscocca in carbonio. Come in fibra di carbonio (in larga parte a vista, altra in tinta carrozzeria) sono i pannelli esterni. I fari riprendono le forme tondeggianti e il numero di elementi, ma la tecnologia &egrave; ovviamente a led. Poi, i cerchi. Altro dettaglio ad altissimo tasso tecnico, con canale in carbonio e la composizione in due parti con un anello esterno in alluminio forgiato. Calzano gomme Pirelli P Zero Trofeo da 19 pollici, nella misura 235/35 R19 davanti e 285/35 R19 dietro.&nbsp; GTAm Totem, un peso piuma &Egrave; un'ode alla leggerezza e alle prestazioni esagerate, Totem GTAm. Pesa appena 1.095 kg, su 4,24 metri di lunghezza. Ha la spinta del motore V6 3.2 litri twin turbo, un progetto curato da Italtecnica Engineering, che dall'unit&agrave; ITV62 Gloria sviluppa 810 cavalli e 730 Nm di coppia, trasmessi al posteriore mediante un differenziale autobloccante, installato sul cambio sequenziale 6 marce. Disposizione della trasmissione transaxle, a vantaggio della ripartizione delle masse. Non &egrave; solo una "super Giulia GTA modificata", quella pensata da Totem Automobili, che realizza un bodykit notevolmente allargato rispetto ad altri restomod sempre a tema Giulia storica. A bordo l'attenzione ai materiali prevede rivestimenti in Alcantara e pelle, per muoversi in un ambiente raffinato mentre sotto al cofano ci sono le prestazioni da vera supercar: oltre 300 orari di velocit&agrave; massima e 2"6 dichiarati nello scatto 0-100 orari. Lo stravolgimento tecnico del restomod vede sospensioni a doppi bracci oscillanti sia davanti che dietro, mentre i freni sono firmati Brembo. Pinze a sei pompanti all'avantreno, quattro al retrotreno.       

Modello diventato icona dei successi Alfa Romeo, la Giulia GTAm &egrave; oggetto di un notevole intervento di restomod da parte di Totem Automobili. Tanto esclusivo quanto di valore tecnico&nbsp;

Totem Automobili GTAm, a Ginevra il restomod del mito

Progetto estremamente di nicchia quello di Totem Automobili, che a Ginevra presenta il restomod GTAm. L'ispirazione è data dall'Alfa Romeo Giulia di fine anni Sessanta, riletta in chiave moderna e con materiali da supercar vera. Come lo sono le prestazioni.

Totem Automobili GTAm

        Con la tappa di Courmayeur Auto ha concluso il ciclo di incontri aperti al pubblico in cui le sette finaliste di The Car of The Year 2024 , BMW Serie 5, BYD Seal, Kia EV9, Peugeot e3008, Renault Scenic e Toyota C-HR e Volvo EX30 sono state esposte e fatte provare a curiosi e appassionati. E siete stati in centinaia che a Milano CityLife Shopping District in piazza Tre Torri dal 26 al 28 gennaio, a Breuil-Cervinia in via Carrel dal 9 all&rsquo;11 febbraio e dal 23 al 25 febbraio a Courmayeur nella Piazza dello Chalet de L&rsquo;Ange ad aver testato le &ldquo;magnifiche sette&rdquo; toccando con mano come le Case auto stanno interpretando la modernit&agrave; e disegnando il futuro della mobilit&agrave;.  Le ambizioni della Valle d'Aosta L&rsquo;appuntamento ai piedi del Monte Bianco &egrave; stata anche un occasione per raccogliere riflessioni sulla transizione con il convegno si sabato 24 febbraio febbraio al Centro Congressi Courmayeur, sul tema &ldquo;Il futuro della mobilit&agrave; e la transizione verso l&rsquo;elettrico&rdquo; in cui sono intervenuti il Presidente della Regione Autonoma Valle d&rsquo;Aosta Renzo Testolin, gli Assessori regionali Luigi Bertschy e Giulio Grosjacques, il Sindaco di Courmayeur Roberto Rota e gli AD di alcune delle Case auto finaliste del premio, dibattito moderato dal Direttore di Auto, Andrea Brambilla e dal Responsabile del Centro Prove di Auto e Vice Presidente della Giuria di The Car of The Year, Alberto Sabbatini. A fare gli onori di casa, il Presidente Testolin ha iniziato la discussione dicendo che: &ldquo;Per noi &egrave; un piacere ospitare questa manifestazione che ci proietta verso il futuro, visto che le finaliste di The Car of The Year ci danno l&rsquo;idea di dove va il mercato. Come Regione cechiamo di essere al passo con i tempi e di anticiparli anche ed eventi come questi ci indicano la strada su dove va la mobilit&agrave;, invitandoci a riflettere nel momento in cui prendiamo decisioni che avranno impatto sulle prossime generazioni&rdquo; Tema della sostenibilit&agrave; estremamente sentito in Valle d&rsquo;Aosta. La Regione, tra idroelettrico e fotovoltaico vanta pi&ugrave; del 90% di produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili. Un potenziale enorme, che permette loro di vendere all&rsquo;estero il 65% dell&rsquo;energia prodotta. Inoltre, vivendo ai piedi di un ghiacciaio, hanno una sensibilit&agrave; diretta sugli effetti del riscaldamento globale. Caratteristiche peculiari che potrebbero rendere la Valle d&rsquo;Aosta, potenzialmente, un laboratorio di ricerca per innovare: &ldquo;Ci fa piacere essere un esempio positivo - ha continuato il Presidente - Abbiamo un potenziale enorme, ma siamo all&rsquo;inizio del percorso, l&rsquo;energia oltre a produrla va anche trasportata e iniziative come queste sono spunti anche per portare soluzioni e innovazione. Anzi, lancio una provocazione: esportiamo il 65% di energia prodotta, perch&eacute; non usare quell&rsquo;energia per portare qui una linea sostenibile di produzione di auto di nicchia da vendere a marchio Valle d&rsquo;Aosta?".  Le opioni dei Costruttori Poi &egrave; toccato ai rappresentati delle Case, tutti d&rsquo;accordo sugli aspetti principali: la mobilit&agrave; elettrica &egrave; un treno in corsa che non pu&ograve; pi&ugrave; essere fermato, ma senza leggi che semplifichino l&rsquo;installazione delle infrastrutture e politiche statali di sostegno all&rsquo;acquisto sar&agrave; difficile superare l&rsquo;attuale 4% di quota di mercato in Italia. Per Bitti, presidente e ad di Kia Italia: &ldquo;L&rsquo;auto elettrica diventer&agrave; sicuramente preponderante nell&rsquo;utilizzo urbano, chi gi&agrave; la usa in citt&agrave; ne apprezza infatti le caratteristiche peculiari. Kia, da qui al 2027 lancer&agrave; altri 15 modelli elettrici per arrivare all&rsquo;elettrificazione completa. L&rsquo;auto elettrica, oramai, &egrave; una realt&agrave; pronta, gli investimenti sono partiti, ma la realt&agrave; in Italia non decolla per infrastrutture e costi. Oltre agli incentivi serve uno sforzo congiunto con le istituzioni per abbattere la burocrazia e facilitare la messa in posa delle colonnine&rdquo;. Per Fusilli, presidente e Ad di&nbsp; Renault Italia: &ldquo;Ci siamo posti un obiettivo, che &egrave; quello di essere 100% elettrici gi&agrave; a partire dal 2030 e con prodotti popolari, perch&eacute; riteniamo che quello sia uno spazio da presidiare prima che arrivino prodotti dalla Cina. Per abbattere i costi ed essere competitivi serve una politica comune europea&rdquo;. D&rsquo;amico, Public Relations &amp; Communication Director di Stellantis, ha detto che: &ldquo;Il concetto principale &egrave; che stiamo aspettando gli incentivi annunciati. C&rsquo;&egrave; stato uno sforzo da parte del Governo, ma sono d&rsquo;accordo con le valutazioni fatte fino ad ora su cosa dobbiamo fare per non perdere competitivit&agrave; nei confronti dei prodotti cinesi. E gli incentivi, da soli, non bastano. In Italia il 25% di auto con pi&ugrave; di 12 anni, quanti con una Euro 0-3 comprerebbero una eC3 che ha un listino da 20.900 euro? Dobbiamo cercare di fare di pi&ugrave; sul fronte educativo, la gente &egrave; ancora confusa. Bisogna far capire che sull&rsquo;auto elettrica non ci sono molte soluzioni di uscita&rdquo;.       

Nell'ultimo appuntamento prima di conoscere, a Ginevra, la finalissima di Auto dell'anno 2024, si &egrave; tenuto il convegno &ldquo;Il futuro della mobilit&agrave; e la transizione verso l&rsquo;elettrico&rdquo; &egrave; stato&nbsp;

Il futuro della mobilità a Courmayeur

Grande successo per il tour del mensile Auto organizzato anche quest&rsquo;anno per presentare e far testare le 7 finaliste del premio internazionale The Car of The Year 2024, di cui Auto &egrave; il magazine italiano organizzatore. Le prime tappe si sono tenute a Milano e a Breuil-Cervinia e questo ultimo weekend di febbraio sar&agrave; la volta di Courmayeur Mont Blanc per conoscere le sette vetture finaliste del premio pi&ugrave; ambito. Tre week end per vedere le auto pi&ugrave; importanti del mercato ed effettuare dei test drive esclusivi. Dal 23 al 25 febbraio quindi le 7 auto saranno esposte a Courmayeur nella Piazza dello Chalet de L&rsquo;Ange e la vincitrice verr&agrave; poi eletta il 26 febbraio al Salone Internazionale dell&rsquo;Auto di Ginevra. Ma questa non sar&agrave; una tappa qualunque, perch&eacute; per la prima volta ci sar&agrave; anche l&rsquo;occasione di partecipare a un incontro gratuito e aperto a tutti che si terr&agrave; nel pomeriggio dalle 18 del 24 febbraio al Centro Congressi Courmayeur, sul tema &ldquo;Il futuro della mobilit&agrave; e la transizione verso l&rsquo;elettrico&rdquo;. Grandi ospiti e personalit&agrave; del mondo dell&#39;automotive interverranno per parlare di mobilit&agrave; elettrificata e soluzioni ecologiche, ma non solo. Prenderanno la parola il Presidente della Regione Autonoma Valle d&rsquo;Aosta Renzo Testolin, gli Assessori regionali Luigi Bertschy e Giulio Grosjacques, il Sindaco di Courmayeur Roberto Rota e gli AD di alcune delle case auto finaliste del premio. Un&rsquo;occasione di dibattito sul delicato tema della transizione della mobilit&agrave; che sar&agrave; moderato dal Direttore di Auto, Andrea Brambilla e dal Responsabile del Centro Prove di Auto e Vice Presidente della Giuria di The Car of The Year, Alberto Sabbatini. <div style=" display: flex; align-items: center; "> <a href="https://www.auto.it/eventi/coty" style=" ">Clicca qui per provare gratis le auto le finaliste di Auto dell&#39;anno 2024! &nbsp; &nbsp; &nbsp;

A Mont Blanc il gran finale prima di scoprire la vincitrice a Ginevra con un dibattito aperto su &ldquo;Il futuro della mobilit&agrave; e la transizione verso l&rsquo;elettrico&rdquo;

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