La Fiat 128 è stata lanciata il 29 marzo del 1969 come la prima auto di serie a trazione anteriore della Casa italiana. Progettata da un team di ingegneri guidato da Dante Giacosa, la trazione anteriore è stata scelta per migliorare la manovrabilità e l'efficienza del veicolo. Il modello fu prodotto in diverse versioni, tra cui berlina, familiare, coupé e spider, ed è stata la prima auto a vincere il premio di Auto dell'anno nel 1970. Ha venduto oltre 3 milioni di unità in tutto il mondo.

Buon compleanno alla Fiat 128: 54 anni esordiva sul mercato italiano

Un omaggio ai 50 anni del grande passo per l'umanità. Celebra così, con una livrea spaziale, lo sbarco sulla Luna Magnus Racing. La squadra automobilistica durante il Gran Premio del Nord-Est del campionato di auto sportive IMSA WeatherTech ha sfoggiato un look speciale. La Lamborghini Huracán GT3 EVO # 44 del team ha cambaito sia la livrea che il numero #11 per ricreare l’aspetto del razzo Saturn V, e celebrare quel piccolo passo di Armstrong del 20 luglio 1969

Lamborghini Huracán GT3 EVO con livrea lunare FOTO

Mentre gli Stati Uniti ammiravano la Luna, gli europei si stropicciavano gli occhi con la Fiat 128. &Egrave; proprio lei, il gioiellino automobilistico, che esce dallo stabilimento di Rivalta di Torino nel 1969.&nbsp;    La Fiat alla fine deali Anni 60 &egrave; l&#39;azienda pi&ugrave; grande ed influente d&#39;Italia: il suo fatturato supera i 1.000 miliardi di lire e conta quasi&nbsp;140.000 lavoratori, di cui oltre 50.000 impiegati a Mirafiori ma provenienti dal sud dello Stivale. Non a caso nel 1969, l&#39;anno dell&#39;&ldquo;autunno caldo&rdquo;, ingloba anche la Lancia rilevandola da Carlo Pesenti. In Italia circolano ancora tante&nbsp;Fiat 600, nell&#39;ultimo anno della sua produzione, che in quell&#39;anno &egrave; la quinta auto pi&ugrave; venduta.  Chevrolet Astro Experimental: auto della Luna nel 1969 FOTO  La nascita della 128  Il debutto sul mercato avviene nell&#39;aprile 1969 e inizialmente la 128 affianca la &quot;old but gold&quot; Fiat 1100, in attesa di sostituirla completamente. Progettata dall&#39;ing. Dante Giacosa, il pap&agrave; di tutti i modelli FIAT fino agli Anni 70, &egrave; la prima vettura di serie torinese a trazione anteriore, dopo le varie sperimentazione e collaudi delle soluzioni cinematiche sui modelli Autobianchi Primula.  Una novit&agrave;, quella della configurazione tutta in avanti, per nulla amata dalla Fiat e che si vedeva poco nella automobili italiane, se non sulla Lancia Flavia e Fulvia. Una caratteristica considerata prettamente &quot;estera&quot; visto l&#39;utilizzo delle Case francesi Citro&euml;n, Peugeot, Panhard, Renault e SIMCA, di quelle inglesi Austin/Morris o da alcuni costruttori tedeschi allora in cerca di uno spazietto nell&#39;automotive come Audi e DKW.  Auto e luna piena di notte: aumentano gli incidenti alla guida  La disposizione Giacosa e non solo  La vera innovazione rispetto alle altre automobili europee, vecchie pioniere della trazione anteriore, era nel gruppo motore-trasmissione montato in posizione trasversale, con il cambio in linea a sinistra che permetteva un perfetto&nbsp; sfruttamento dello spazio nell&#39;abitacolo.  Questa furba disposizione ancora oggi adottato viene utilizzata dai costruttori sulle piccole-medie trazioni anteriori, col nome di &quot;disposizione Giacosa&quot;, proprio il nome dell&#39;ingegnere italiano di cui parlavamo prima.  La Fiat 128 per&ograve; porta con s&egrave; anche altre scelte tecniche innovative: le sospensioni a quattro ruote indipendenti in uno schema McPherson all&#39;avantreno e in una sospensione con balestra trasversale, con funzione anche di barra stabilizzatrice al retrotreno   Una cura, che per&ograve; negli interni manca, essendo improntati alla funzionalit&agrave; e non al lusso. Il cruscotto &egrave; semplice e razionale, i sedili sono rivestiti in finta pelle, le finiture sono essenziali ma consentono comunque una notevole abitabilit&agrave; interna, data all&#39;assenza del tunnel centrale.  La prima serie  La prima serie della Fiat 128 (ne seguiranno altre due, prodotte fino al 1985, oltre all&#39;interpretazione del carrozziere Moretti nella versioni coup&eacute; e le varie sportive berlina e rally del preparatore Giannini) era disponibile in una sola motorizzazione: un nuovo 4 cilindri in linea di 1116 cm&sup3; da 55 cv, con albero a camme in testa azionato da cinghia dentata in gomma, che comandava direttamente le punterie senza interposizione di bilancieri. La velocit&agrave; massima veniva dichiarata in circa 140 km/h.  La linea, piuttosto spigolosa e priva di concessioni alla stravaganza, segue i dettami stilistici in voga all&#39;epoca, gi&agrave; adottati dalla Fiat 124 e 125. La gamma iniziale prevedeva le versioni berlina 3 volumi a 4 o 2 porte e, sul corpo vettura di quest&#39;ultima, anche la &quot;Familiare&quot; a 3 porte presentata sempre nell&#39;autunno del 1969.  Il successo &egrave; immediato tanto che ispir&ograve; la futura Golf. Si narra che il designer Giorgetto Giugiaro, andando a Wolfsburg per presentare i bozzetti del disegno della nuova Volkswagen vide nel reparto progettazione una 128 completamente smontata con i tecnici che ammisero il &quot;fattaccio&quot; e lodando la berlina come miglior esempio di &quot;auto medio piccola&quot; moderna, alla quale tutti avrebbero dovuto ispirarsi per lo schema tecnico.  Auto dell&#39;anno 1970: Autobianchi A112 dietro la Fiat 128 

Dallo spot di Enzo Ferrari fino alle sue mille sfaccetatture tecniche che ispirarono al futura Golf. Mentre Armstrong era il primo uomo a passeggiare sulla Luna, la Fiat lanciava la sua 128. Un successo e l&#39;auto pi&ugrave; venduta del Vecchio Continente proprio in quell&#39;anno &nbsp;

Fiat 128: nel 1969 l&#39;auto pi&ugrave; venduta in Europa

Nello storico anno dello sbarco sulla Luna, la berlina della Casa torinese era "l'auto più venduta in Europa", come suggeriva il claim alla fine del celebre spot con protagonista il patron della Ferrari. L'auto, prodotta anche nelle versioni familiare, roadster e rally, riscosse un grande successo

Fiat 128, lo spot del 1969 con Enzo Ferrari

        Non solo la moda, il costume, il cinema e il pensiero, ma soprattutto le auto. Lo sbarco sulla Luna nel 1969 ha fatto sognare e sbizzarrire anche l'industria dell'auto e i marchi automobilistici. Sono molti i progettisti e i costruttori che hanno fatto andare a briglia sciolta la fantasia, e hanno voluto immaginare l'auto del futuro, un veicolo costruito per gli anni 2000 e 3000: un futuro che alla fine degli anni 60 sembrava davvero una meteora lontana anni luce dalla Terra.&nbsp;  Le tecnologie sviluppate dall'automotive statunitense sono state veramente spaziali. Linee dritte e lunghe, carrozzerie a punta, ispirate alle forme dei missili e degli shuttle lunari della NASA: questi sono i risultati dell'unione Luna-automobili.&nbsp;&nbsp; Strada e spazio si fondono per esempio nel progetto di General Motors, rimasto purtroppo solo un concept puramente sperimentale. A rivederli ora, in questo 2019 e a 50 anni di distanza dallo sbarco sulla Luna, i prototipi ideati dalla Chevrlote fanno sicuramente sorridere per il loro aspetto. Scopriamoli insieme.&nbsp; Goodyear e Space X: nello Spazio per migliorare gli pneumatici Chevrolet Astro I Experimental: il primo concept Nel 1967 la navicella Apollo 1 della NASA &egrave; protagonista di un tragico incidente. Durante un'esercitazione&nbsp;perdono la vita i 3 astronauti Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee. I tre astronauti dell'agenzia spaziale statunitense rimangono coivolti in un incendio causato da un cortocircuito fra i 50 km di cavi della struttura. L'episodio turba tutto il Paese e anche il quartier generale della General Motors che&nbsp;New York Auto Show svela un concept indeito, chiaramente un omaggio allo spazio e alla passione per l'esplorazione del cielo: la Chevrolet Astro I Experimental. &nbsp;&nbsp;  La Chevrolet Astro I Experimental &egrave; una coup&eacute; a due porte in fibra di vetro, che dimostra l'armonia che si pu&ograve; ottenere tra estetica e aerodinamica. Il suo motore posteriore raffreddato ad aria,  collocato posteriormente e con trazione sul retrotreno,&nbsp;e l'assenza del radiatore per guadagnare spazio erano stati realizzati dalla piattaforma della Corvair. 1969 Peugeot, BMW e Alfa Romeo: le auto dell'uomo sulla Luna Chevrolet Astro II Experimental: l'evoluzione General Motors ci prende gusto. E nel 1968, l'anno successivo, viene ispirata nuovamente dal lancio dell'11 ottobre della NASA del programma Apollo 7. L' idea &egrave; quella di un "auto lunare spaziale" con una versione totalmente rinnovata dell'Astro I. Nasce cos&igrave; la Chevrolet Astro II Experimetal: dotata di telaio in acciaio saldato, un radiatore montato nella parte posteriore.&nbsp;  Era spinta da un V8 Mark IV che azionava le ruote posteriori tramite un cambio Tempest Transaxle a 2 marce e arrivava ad un'altezza di soli 111 cm. Spaziale anche la parte posteriore della carrozzeria, completamente sollevabile, e presente anche nella Ford GT40 del 1964 e nella Lamborghini Miura del 1966. "L'auto vista dalla Luna" in mostra al Mauto di Torino FOTO Chevrolet Astro III Experimental: lunare nel 1969 Il 20 luglio 1969 la missione spaziale Apollo 11 porta i primi uomini sulla Luna. I tre astronauti Armstrong, Aldrin e Collins tengono tutti col fiato sospeso e il naso all'ins&ugrave;. Proprio Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore pi&ugrave; tardi dell'allunaggio, il 21 luglio alle ore 02:56, con Aldrin che arriv&ograve; 19 minuti dopo - i due trascorsero circa due ore e un quarto al di fuori della navicella, e raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che riportarono a Terra - e Collins che rimase in orbita lunare da bravo pilota della navicella. Nell'ottobre di quell'anno General Motors decide di spingersi verso nuovi orizzonti stilistici unendo il mondo delle auto con quello dei grandi missili per le imprese spaziali. Il risulatato &egrave; la nuova concept car Astro III che abbandona le forme precedenti di vettura sportiva per trasformarsi in un jet su ruote.  Questa ai tempi era ''l'auto sportiva del futuro, per circolare sulle autostrade del 2000'' voluta dall'allora capo del brand Chevrolet John Zachary DeLorean, lo stesso che nel 1983 fond&ograve; l'omonima Casa di vetture sportive, rese celebri dal film Ritorno al Futuro. La spaziale Chevrolet Astro III Experimental aveva un motore a turbina da 317 cv, un sistema di guida con joystick, come quelli degli aerei, e una visione posteriore con telecamera. Un po' di futuro dal passato, per costruire un nuovo spaziale avvenire. Festival dello Spazio, omaggio alla Luna e alla mobilit&agrave; futura        

Il mercato dell'automobile statunitense &egrave; stato fortemente influenzato dallo sbarco sulla Luna e dalle missioni spaziali della NASA che si sono susseguite dal 1967 al 1969. La General Motors in quei tempi aveva creato l'auto del futuro: ecco la Chevrolet Astro Experimental, le tre concept car spaziali

Chevrolet Astro Experimental: auto della Luna nel 1969 FOTO

Lo sbarco sulla Luna influenza anche il mondo delle automobile. General Motors nel 1969 presenta al Salone dell'auto di New York la Chevrolet Astro III Experimental, terza versione del concept allora pensato per diventare "auto del futuro"

1969 auto della Luna, Chevrolet Astro III Experimental FOTO

Nel 1969 il terzo gradino del premio Auto dell&#39;anno veniva occupato da un gioiellino dell&#39;Alfa Romeo: la 1750, auto di classe superiore. Eccola nelle sue tre versioni: berlina, Spider Veloce e GT Veloce.

Alfa Romeo 1750: dalla berlina alla Spider fino alla GT Veloce

Due grandi eventi sconvolgono il 1969: Niel Armstrong, Buzz Aldrin e sono i primi uomini che guardano e mettono piede sulla Luna, mentre a Woodstock oltre mezzo milione di giovani partecipano al pi&ugrave; grande concerto che la storia della musica abbia mai visto. Sono passati 50 anni da quel periodo e da quelle emozioni che ancora oggi sono indimenticabili. Ma se negli Stati Uniti accadeva tutto questo, in Italia cosa succedeva? Quali erano i gusti degli italiani del tempo?&nbsp;  Auto dell&#39;anno 1969: le vetture in Italia&nbsp;  Se a livello culturale il mondo &egrave; cambiato gi&agrave; l&#39;anno precedente, con il fenomeno socio-culturale che ancora oggi &egrave; conosciuto semplicemente come Sessantotto. Il mercato delle auto continua a produrre dei veri e propri gioiellini. Proprio nel 1969 sui tre gradini del podio del premio Auto dell&#39;anno, organizzato dalla nostra testata, ci finiscono una Peugeot, una BMW e un&#39;Alfa Romeo. Scopriamo meglio il nostro podio.  L&#39;auto vista dalla Luna: al Mauto le mostre sullo sbarco e Gribaudo  Peugeot 504, la regina del 1969  La Peugeot 504 inizia ad essere prodotta nel 1968 e si tratta di una quattro ruote di classe medio-alta. Sostituisce la precedente 404, troppo datata ormai per rimanere al passo col mondo che cresce a passi di gigante, sia socialmente che tecnologicamente. Il progetto della 504 nasce gi&agrave; nel 1964, quando dall&#39;atelier torinese Pininfarina arrivano le prime realizzazioni in scala 1:1.    Per modellare alla perfezione l&#39;auto, per&ograve;, bisogna aspettare quattro anni: tutto &egrave; pronto per il debutto nella primavera del 1968, ma i disordini del maggio francese costringono la Casa di Sochaux a far slittare la presentazione di qualche mese. La Peugeot 504 entra prepotentemente nel mercato come un&#39;auto confortevole e spaziosa, moderna ed elegante, con una coda spiovente che le regala quel tocco di originalit&agrave;. Una berlina a tre volumi e quattro porte, che cattura subito l&#39;occhio degli appassionati tanto da aggiudicarsi il premio di Auto dell&#39;anno 1969: &egrave; la prima Peugeot a vincere questo titolo.  BMW 2500/2800, il lusso dell&#39;E3  Dopo quasi dieci anni d&#39;assenza dovuti alla crisi finanziaria, la BMW decide di tornare a produrre auto che potessero concorrere nel mercato delle berline d&#39;alta gamma alla fine degli anni Sessanta. Dopo il successo dei modelli Neue Klasse e Serie 02, viene idealizzato il progetto E3: una berlina sportiva disponibile in due versioni, la 2500 e la 2800.    Entrambe auto a tre volumi e quattro porte, alimentate da due carburatori a doppiocorpo. Le caratteristiche sono le tipiche della BMW: trazione posteriore, freni a disco su tutte e quattro le ruote, sterzo a circolazione di sfere, sospensioni a ruote indipendenti, cambio manuale a 4 marce o altrimenti automatico a 3.  Alfa Romeo 1750, la terza &#39;superiore&#39;  L&#39;Alfa Romeo a quei tempi e grazie a successi come la Giulietta e la Giulia era gi&agrave; un&#39;industria di grandi successi commerciali nel settore delle vetture berlina, coup&eacute; e spider di gamma medio-alta. Per raggiungere al meglio la propria clientela, che lamentava la mancanza di una vettura di classe superiore rispetto a quelle gi&agrave; in commercio, la Casa milanese guidata da Giuseppe Luraghi, attu&ograve; una strategia puramente commerciale. Ovvero utilizzare gli ormai collaudati autotelai &quot;Giulia&quot; per apportare modifiche tecniche ed estetiche adatte ad accogliere motori di cilindrata superiore, compatibili con le nuove linee di produzione funzionanti nello stabilimento di Arese.    Nasce cos&igrave; l&#39;Alfa Romeo 1750: una nuova gamma - dotata di propulsore con cubatura portata a 1.779 cm&sup3; e una potenza aumentata a 118 CV che porta la velocit&agrave; massima a oltre 180 Km/h - composta dal modello coup&eacute; &quot;1750 GT Veloce&quot;, con carrozzeria &quot;Giulia GT&quot;, dal modello spider &quot;1750 Spider Veloce&quot;, con carrozzeria &quot;Duetto&quot;, e dal modello &quot;1750 Berlina&quot;, con pianale derivato dalla &quot;Giulia&quot; e nuova carrozzeria ideata dalla Casa Bertone. 

Mentre gli Stati Uniti preparavano la missione Apollo 11 sulle strade d&#39;Italia giravano tre grandi automobili: la Peugeot 504, eletta Auto dell&#39;anno - premio organizzato dalla nostra testata -, la BMW E3 con i modelli 2500 e 2800, e l&#39;Alfa Romeo 1750. Ecco come cambia il Mondo in quell&#39;anno

1969 Peugeot, BMW e Alfa Romeo: le auto dell&#39;uomo sulla Luna

Il gioiello prodotto dalla Casa francese vinse il premio Auto dell'anno, organizzato dalla nostra testata, nello stesso momento in cui l'uomo raggiungeva la luna per la prima volta nella storia: era il 1969

Peugeot 504, la regina del 1969

Nel 1969, mentre l'uomo raggiungeva la Luna, la BMW E3, di cui fanno parte i gioiellini 2500 e 2800 prodotti dalla Casa tedesca, raggiunse il secondo posto nella classifica dell'Auto dell'anno, premio organizzato dalla nostra testata

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