        C&rsquo;era molta attesa attorno alla nuova Peugeot 9X8 a Le Mans: correre in Francia, nella competizione pi&ugrave; importante del WEC, il Campionato Mondiale Endurance, con un&rsquo;auto che &egrave; un laboratorio in divenire, ma soprattutto con la necessit&agrave; di non deludere le aspettative, ebbene non era facile. Alla fine, la Le Mans del Centenario ha dato due voti alle vetture del Leone in gara: uno positivo, per l&rsquo;atteggiamento, la crescita, il comportamento, l&rsquo;altro che suona come una sufficienza di stima e di sprone: 8&deg; e 11&deg; posto. "Siamo un Team giovane - ha spiegato Jean-Marc Finot, responsabile di Stellantis Motorsport - con poche gare di questo genere alle spalle, tre lo scorso anno, quattro nel 2023. In pi&ugrave; Le Mans rappresenta un grande evento che ha richiesto un grande impegno della nostra squadra. La prima annotazione &egrave; che siamo cresciuti notevolmente, compiendo numerosi progressi e abbiamo segnato un altro passo avanti in termini di prestazioni. E poi abbiamo dimostrato di poter lottare con i Team di testa, siamo partiti bene, siamo stati in testa alla gara per oltre quattro ore...". Vorrebbe aggiungere magari che &egrave; mancata un pizzico di fortuna, ma non c&rsquo;&egrave; tempo per pensare ai colpi della sorte e preferisce non nascondersi: "C&rsquo;&egrave; da lavorare&hellip;". Le premesse non erano state confortanti: "Nelle prove ci &egrave; mancata un po&rsquo; di velocit&agrave;, sul bagnato siamo andati bene"&nbsp;e sotto l&rsquo;acquazzone la squadra e i piloti hanno risposto benissimo alle bizze del meteo e all&rsquo;acqua copiosa. Complici anche delle caratteristiche del prototipo &ldquo;senza ali&rdquo; che la differenzia nelle scelte aerodinamiche e per il fatto di montare gomme pi&ugrave; strette nella parte posteriore e pi&ugrave; larghe sull&rsquo;avantreno, dimostrando maggiore aderenza.&nbsp; Senza dimenticare gli effetti delle nuove regole "Su queste non parlo, non si sa mai cosa mi pu&ograve; accadere" ha detto Finot ridendo. "I costi sono una difficolt&agrave; e abbiamo visto tra F1 e Formula E che &egrave; stato imposto un tetto di spesa per tenerli sotto controllo. Se l&rsquo;obiettivo vuole evitare che i costi aumentano, direi che forse si pu&ograve; pensare a un limite pi&ugrave; che al BoP&hellip;". Di fatto, come da regolamento in virt&ugrave; del BoP (Balance of Performance per l&rsquo;equilibrio), le Peugeot 9X8 possono attivare il motore elettrico, posizionato sull&rsquo;anteriore con funzione di trazione integrale, a 150 km/h mentre Ferrari e Toyota possono metterlo in funzione a 190 km/h. "La nostra felicit&agrave; riflette il lavoro di anno - aggiunge Olvier Jansonnie direttore tecnico di Peugeot Sport - e di tutte quelle persone che hanno spinto e accelerato su questo progetto. Pi&ugrave; volte hanno puntato il dito contro di noi sulla mancanza di risultati e prestazioni, di affidabilit&agrave;. Non siamo stati i migliori, ma abbiamo compensato la nostra 24 Ore con una strategia di corsa audace e con un atteggiamento enorme di squadra. Basti pensare all&rsquo;atteggiamento delle ultime tre ore di gara, in cui &egrave; emersa la determinazione di tutti. Abbiamo finito le 24 Ore con una carica e una condizione ben superiore a quella necessaria per una Sei Ore&hellip;". Insomma, la sfida &egrave; lanciata e in casa Peugeot il pensiero si &egrave; subito rivolto a Monza, dove il brand francese spera di dar vita a una battaglia in famiglia con la Ferrari. Finot non lo dice, tutto il Team lo spera: anche il CEO Linda Jackson ha dato appuntamento a Monza. E non a caso&hellip;       

Ecco come Jean-Marc Finot, responsabile di Stellantis Motorsport, ha spiegato il risultato del Leone alla Le Mans

Peugeot, Finot: "C'è da lavorare"

A volte ritornano. E se ritornano, non ritornano per partecipare, come avrebbe desiderato il loro connazionale De Coubertin. La storia di Peugeot nel motorsport, parla chiaro: quando corrono, quelli del Leone, lo fanno per vincere e se non ci riescono - cosa peraltro rara - ci vanno sempre molto vicino. Ora poi che hanno al comando un manager- pilota come Carlos Tavares, c&rsquo;era solo da capire quando sarebbe scattato il piano &ldquo;back on the track&rdquo; dopo quello &ldquo;back on the race&rdquo; e non a caso sar&agrave; proprio Tavares a dare il via all&rsquo;edizione 2020 della 24 Ore di le Mans, rinviata a settembre e senza pubblico, causa Covid-19.  Primo teaser dell&#39;hypercar  In un mondo, quello dell&rsquo;Endurance, dove ancora non c&rsquo;&egrave; grande chiarezza sulle regole complessive, Peugeot torna a correre a rivendica l&rsquo;esperienza e il grande palmares (tre vittorie 1992, 1993 e 2009) e sfrutta proprio il palcoscenico di Le Mans per annunciare il suo ritorno, non pi&ugrave; insieme alla Rebellion, ma con il suo storico partner, Total.  Ancora &egrave; tutto molto fumoso, ma qualcosa si comincia a intravedere. Intanto l&rsquo;anteriore e il posteriore, evidenziati dal percorso luminoso che vale come firma ed evidenzia alcune forme, qualche colore della nuova libera di Peugeot Sport, verde acido e nero, parte del design ma si sa poco o niente di tutto il resto.  210 anni di storia e di vittorie  Per&ograve; colpisce la soddisfazione e la gioia del management, rappresentato dal CEO, Jean Philippe Imparato che proprio sulla pista de la sarte ha spiegato il senso di questa sfida rinnovata.  &ldquo;Le Mans &egrave; il Santo Graal delle corse, una pista fantastica, il primo motivo per cui siamo tornati. L&rsquo;altro &egrave; il team che stiamo costruendo insieme a Total, con cui collaboriamo da 25 anni. Infine il rispetto dovuto alla nostra storia, alle nostre tre vittorie ottenute qui. E noi sappiano quanta fatica, quanto lavoro e sudore ci sono voluti per vivere la gioia di quelle lacrime&quot;.  Una storia lunga, visto che quest&rsquo;anno Peugeot compie 210 anni, di cui almeno 100 passati a progettare e migliorare il motorsport:  &ldquo;Da Indy a Le Mans, dal Mondiale Rally alla Dakar fino alla Pikes Pike - continua Imparato - noi ci siamo sempre. Ma dietro al programma endurance c&rsquo;&egrave; molto di pi&ugrave;, c&rsquo;&egrave; una filosofia nuova. Quella che integra le esperienze sportive ai modelli di serie. Partecipare alla categoria LMH unisce infatti l&rsquo;identit&agrave;, le tecnologie e le caratteristiche delle auto di serie che produciamo Con questo impegno, Peugeot apre un nuovo capitolo, quello che racconta il nuovo concetto di neo performance, figlio il Peugeot Sport Engineering che qui a Le Mans presentiamo con il primo concept di un&rsquo;intera gamma, la 508 Sport Engineering. Torniamo alle gare di durata perch&eacute; abbiamo l&#39;opportunit&agrave; di lavorare nello sport in modo diverso, grazie alla nostra tecnologia ibrida. Peugeot Sport cambia la sua identit&agrave; e lancia il brand di veicoli elettrificati ad alte prestazioni e questo programma endurance ci consente di integrarci perfettamente nel concetto di transizione energetica, coniugando le alte performance a emissioni di CO2 molto basse (43 g/km ndr)&rdquo;.  I dettagli noti  Tornando alla macchina, quel poco che si sa, lo spiega Olivier Jansonnie, direttore tecnico di Peugeot Sport WEC. &quot;L&#39;auto sar&agrave; a trazione integrale e, come da regolamento, avr&agrave; un motore elettrico della potenza massima di 200 kW sull&#39;assale anteriore. La potenza totale sar&agrave; identica a quella di un&#39;auto termica al 100% a 2 ruote motrici (500kW, circa 680 cv) che sar&agrave; distribuita tra i 2 assi. Rispetto a quanto attualmente c&#39;&egrave; in LMP1, la vettura sar&agrave; pi&ugrave; pesante in modo da essere compatibile con i veicoli stradali, oltre che pi&ugrave; lunga (5 metri contro 4,65 metri) e pi&ugrave; larga (2 metri contro 1metro e 90 cm)&rdquo;.  E qui sta il vantaggio che ha convinto, tra tutte le altre cose, a tornare in pista, ad accettare la sfida e la scommessa. &ldquo;E&rsquo; un regolamento diverso, perch&eacute; il WEC ha un Balance of Performance che regola le prestazioni. Pone sicuramente dei limiti, ma lascia anche spazio a molte possibilit&agrave; tecniche nel nostro sviluppo, in particolare sul design generale, a patto che non venga superata una certa efficienza aerodinamica complessiva. Tutto ci&ograve; verr&agrave; verificato in galleria del vento con un modellino in scala 1:1 per rispettare anche anche il BoP, Ad oggi abbiamo definito parte del concetto aerodinamico, &egrave; stata decisa la struttura del motore e abbiamo scelto la funzionalit&agrave; del sistema ibrido e il suo design fondamentale. Ci restano ancora diversi passi da compiere prima del nostro debutto nel 2022; parlo di studi, produzione di prototipi e, infine, la verifica al banco e in pista&rdquo;.  Opportunit&agrave; storica  Matthias Hossann, Direttore del design Peugeot, commenta: &quot;La nuova categoria Le Mans Hypercar offre un&#39;opportunit&agrave; storica e senza precedenti alle squadre di lavorare sul design. Il regolamento risponde pienamente alla necessit&agrave; e alla voglia di Peugeot di incarnare la sua visione del futuro nella sua prossima vettura da competizione: quella delle prestazioni elettriche. Il look dei veicoli non sar&agrave; pi&ugrave; solo il risultato delle prove in galleria del vento, avremo uno spazio dedicato per creare un prodotto unico e iconico, che combina prestazioni ed espressivit&agrave;. Intendiamo sfruttare al massimo lo spazio di manovra offerto e siamo molto entusiasti di questo progetto! Siamo attualmente nella fase di pre-progettazione, quella degli studi e dell&#39;ideazione. Abbiamo discusso diverse possibilit&agrave; di regolamentazione con Peugeot Sport per assicurarci di essere pienamente consapevoli di ci&ograve; che &egrave; permesso fare e cosa no. Il resto del progetto sar&agrave; realizzato in stretta collaborazione tra le squadre di lavoro. Questi disegni che vedete sono le prime bozze di progetto che ci aiuteranno a individuare i segmenti importanti su cui dobbiamo concentrarci. I tre artigli e i colori sono simboli che vogliamo produrre sulla nostra Hypercar, una firma che si trova gi&agrave; nei fari dei mezzi di serie che produciamo e che vogliamo riproporre in gara&quot;. 

Il progetto endurance &egrave; il simbolo della nuova filosofia del Leone che inseque il quarto successo a La Sarth&eacute; coniugando la &quot;neo-performance&quot; e la sostenibilit&agrave;

Peugeot, ritorno a Le Mans nel 2022 con le Hypercar a basse emissioni

        Il museo Ferrari, a Maranello, ospiter&agrave; dal 15 gennaio 2020, la mostra Ferrari at 24 Heures du Mans, allestita per celebrare le vittorie delle auto del Cavallino Rampante nella celebre gara di durata che si disputa sul circuito francese . La mostra rester&agrave; aperta fino al 19 aprile 2020, affiancandosi a quelle gi&agrave; presenti nel Museo ovvero &ldquo;Hypercars - L'evoluzione dell'unicit&agrave;" e "90 anni - Scuderia Ferrari, la storia completa."  Ferrari Roma, la Grande Bellezza Ferrari, mostra sulle 24 Ore di Le Mans Negli spazi espositivi dedicati alla Mostra saranno presenti alcune delle auto che hanno gareggiato e vinto a Le Mans come la 166 MM Barchetta Touring, la vettura che con Lord Selsdon e Luigi Chinetti si impose nell'edizione 1949, o la 488 GTE che ha trionfato nell'ultima edizione dedicata alla classe con Alessandro Pier Guidi, James Calado e Daniel Serra. Sei Ferrari all'asta per un totale di 8,3 milioni di dollari Trentasei vittorie, di cui 27 di classe e nove assolute&nbsp; rappresentano, in estrema sintesi, i numeri della storia Ferrari a Le Mans, un mito che, ora, tutti gli appassionati potranno rivivere e toccare con mano nella mostra dedicata nella quale saranno presenti anche i trofeo della celebre maratona automobilistica che si corre sul circuito de La Sarthe.       

L'evento espositivo &egrave; previsto dal 15 gennaio al 19 aprile 2020 e ospiter&agrave; alcune auto che hanno trionfato nella celebre corsa francese

Museo Ferrari, la mostra dedicata alla 24 Ore di Le Mans

Le Mans vuol dire magia. Si potrebbe pensare che una 24 ore possa essere noiosa, ma la ormai classica corsa che si svolge sul Circuit de la Sarthe, arrivata quest&rsquo;anno alla sua 86esima edizione, ha saputo reinventarsi anno dopo anno e ancora oggi attira centinaia di migliaia di appassionati.  La nostra esperienza comincia il venerd&igrave; con la parata piloti che si snoda tra Place des Jacobins e Place de la Republique e gi&agrave; ci rendiamo conto di quanto la citt&agrave; sia legata a questa gara. Il centro &egrave; completamente paralizzato dai tifosi distribuiti sul percorso, che pazientemente attendono l&rsquo;arrivo dei loro beniamini. La 24 ore di Le Mans non &egrave; soltanto una corsa, &egrave; molto di pi&ugrave;; un&rsquo;esperienza che ogni appassionato di motorsport deve vivere almeno una volta nella vita.    Il circuito &egrave; per la maggior parte composto da strade che normalmente sono aperte al traffico e nonostante i grandi passi avanti fatti in nome della sicurezza rimane uno dei pi&ugrave; lunghi e impegnativi al mondo con i suoi poco pi&ugrave; che 13 chilometri.    Rientrando al nostro alloggio percorriamo il tratto che dalle curve Porsche porta ad Arnage e la mente subito ci riporta ai grandi piloti che hanno reso Le Mans leggendaria come Steve McQueen, Paul Newman, Jackie Ickx o Tom Kristensen. I fan rendono unico il colpo d&rsquo;occhio, ovunque ci giriamo si respira passione, come in una grande Woodstock dei motori. Camper, tende e barbecue la fanno da padroni nei prati della Sarthe; i tifosi sono eterogenei, non pensate di trovare solo camperisti duri e puri, si possono ammirare anche vetture di un certo livello come una Testarossa arrivata dalla Germania o una Jaguar E dall&rsquo;Inghilterra.  La partenza &egrave; un momento indimenticabile, con tutte le vetture schierate sul rettilineo ad attendere l&rsquo;arrivo della bandiera francese, quest&rsquo;anno sventolata da Rafa Nadal, che ha dato il via ufficiale alla 24 ore. Le attrazioni durante la corsa sono molteplici, con un fan village che offre svariati divertimenti, come i concerti di Jamiroquai e Texas, le boutique dove acquistare gadget, modellini e abbigliamento, i simulatori per sfidarsi con altri appassionati o il Muse&eacute; des 24 heures (accessibile con il biglietto d&rsquo;ingresso al circuito) dove ammirare le vetture che hanno fatto la storia dell&rsquo;endurance.    Emozionante l&rsquo;arrivo, con la classica invasione di pista dei supporter che quest&rsquo;anno hanno celebrato la storica vittoria della Toyota, che finalmente ha trionfato con l&rsquo;equipaggio Alonso-Buemi-Nakajima dopo anni di ritiri e delusioni.&nbsp; 

Diario dalla 24 Ore pi&ugrave; famosa del mondo, battaglia in pista e grande festa del motorsport

Le Mans, l&#39;eterna magia della Woodstock dei motori

Ultima erede di una stirpe nata nel 2005 con la R10 TDI, la R18 TDI &egrave;&nbsp;la massima espressione dell&#39;auto sportiva da endurance secondo Audi. Il suo motore ibrido-diesel da 1.000 CV e 6 MJ di capacit&agrave; di recupero di energia le conferisce delle prestazioni di livello assoluto. L&#39;abbiamo provata in pista cercando di scoprire i suoi segreti, ma sempre dandole del lei.  E&#39;&nbsp;un&nbsp;Wolfgang Ullrich sorridente&nbsp;quello che si presenta ai nostri microfoni, evidentemente rilassato per la fine della stagione sportiva ma anche&nbsp;pronto a ricominciare. Nel box con alle spalle le sue velocissime e iper-tecnolgiche creature, ci ha spiegato alcune cose del mondiale endurance e della 24 Ore di Le Mans, svelandoci anche i suoi piani per il futuro. 

Abbiamo provato il prototipo da 1.000 CV dei Quattro anelli, una delle auto da gara tecnologicamente pi&ugrave; avanzate della storia

Audi R18 TDI, in pista con la regina di Le Mans

Il &quot;pap&agrave;&quot; della R18 della 24 Ore di Le Mans

Intervista a Wolfgang Ullrich, team principal di Audi Sport

E' un ritorno in grande stile, quello di Ford alla 24 ore di Le Mans. L'annuncio era nell'aria e si &egrave; concretizzato nel venerd&igrave; di "quiete prima della tempesta" sul circuito de La Sarthe. Bill Ford, Mark Fields e Raj Nair erano i protagonisti attesi della conferenza stampa annunciata da Ford Performance, ma non sono stati da soli, accanto alla Ford GT modificata per correre nella classe GTE Pro tra un anno. C'era anche Chip Ganassi, titolare dell'omonima scuderia impegnata su molteplici fronti (Nascar, Indycar, IMSA, GRC) ai quali si sommer&agrave; l'impegno nel mondiale Endurance Fia (WEC) il campionato Tudor United SportsCar Championship.  Verranno schierate quattro macchine in tutto alla 24 ore di Le Mans 2016, che coincider&agrave; con il cinquantenario della tripletta di Ford GT40, compleanno che la casa statunitense aveva gi&agrave; previsto di festeggiare con il lancio sul mercato della versione stradale di Ford GT concept, anticipata allo scorso Salone di Detroit. Una veste aerodinamica specifica, modificata soprattutto al posteriore, con l'adozione di un'ampia ala per ottimizzare il carico deportante, rappresenta l'elemento visivo di maggior cambiamento rispetto alla GT "normale", livrea a parte. "Scontate" le modifiche all'estrattore e all'impianto frenante. La fotogallery di Ford GT LM GTE Pro   Guardandola attentamente si scoprono anche i terminali di scarico riposizionati, appena davanti le ruote posteriori, insieme a uno splitter pi&ugrave; ampio e le pinne davanti alle ruote anteriori, oltre a due prese d'aria separate, una dedicata al propulsore, l'altra appena davanti i supporti dell'ala, riservata a raffreddare la trasmissione.  Interessante scoprire che sul motore V6 3.5 litri Ecoboost saranno adottati dei componenti stampati in 3D, sulla falsariga di quanto fatto in altri impieghi della stessa unit&agrave;. E' propulsore gi&agrave; avvezzo alle corse in pista, avendo debuttato nel campionato Tudor United SportsCar nel 2014 e con il quale Ford, insieme al team di Chip Ganassi con Felix Sabates, ha vinto alla 12 ore di Sebring e la 24 ore di Daytona. Proprio a Daytona, nel gennaio del prossimo anno, ci sar&agrave; il debutto in pista, dove si scontrer&agrave; con rivali come Ferrari 458 Italia, Porsche 911, Chevrolet Corvette, Aston Martin Vanquish.    Fabiano Polimeni

Correr&agrave; contro Ferrari, Porsche, Aston Martin e Chevrolet nella classe GTE Pro dal 2016

Ford GT, ritorno alla 24 Ore di Le Mans

Ford GT LM GTE Pro

&Egrave; soltanto vivendola sul campo, che puoi apprezzare appieno il fascino della 24 Ore di Le Mans. Respirandone i profumi, ascoltando l'urlo dei motori e il tifo degli appassionati, osservando il frenetico lavoro di migliaia di persone che ogni anno riescono a mettere in piedi e far marciare la macchina organizzativa pi&ugrave; complicata dell'intero panorama automobilistico mondiale.  Se poi Le Mans la vivi dall'abitacolo di una vettura, un quarto d'ora prima l'inizio delle qualifiche del gioved&igrave; sera, allora capisci ancor meglio cos'&egrave; la 24 Ore.    Ed &egrave; quello che &egrave; successo a noi gioved&igrave; 12 giugno, alle ore 18:45, un attimo prima che le 56 vetture ufficiali si giocassero la pole nelle varie categorie. La situazione era delicata, perch&eacute; questo test non avrebbe dovuto compromettere, ovviamente, le sessione di prove ufficiali. L'Aco &egrave; stata chiara: dovete seguire la vettura di testa ed &egrave; assolutamente vietato superarla. Bene, per fortuna che ci hanno avvertito perch&eacute; altrimenti un pensiero l'avremmo fatto a provare a infilare Tom Kristensen alla staccata della Mulsanne o alla chicane Michelin! Noi a bordo della nuova Audi R8 V10 Plus da 610 cavalli in versione safety car, Mr Le Mans al volante di una R8 LMS GT3 a guidarci lungo i 13629 metri di pista.  Pronti via, Tom non si risparmia e parte come un missile perch&eacute; non c'&egrave; tempo da perdere. Rettifilo di partenza, infiliamo seconda, terza e quarta senza risparmiare giri motore (i 610 cv sono erogati a 8250 giri ma il limitatore stacca a 8500) e subito capisci quanto tira la leggera piega a destra che conduce alla variante del ponte Dunlop. Ma soprattutto, ti rendi conto di quanto le immagini di camera car viste mille volte a video non rendano minimamente l'idea delle variazioni di pendenza di una pista vera: superato il ponte Dunlop, gi&ugrave; per le esse che portano a Tertre Rouge, &egrave; tutto un tirare a indovinare la linea corretta perch&eacute; ci sono un sacco di punti ciechi, e per fortuna che in lontananza riusciamo ancora a vedere la coda della R8 di Kristensen che imbocca il rettifilo dell'Hunaudieres. E qui lo scenario cambia drasticamente: l'asfalto da liscio diventa rugoso e sconnesso, ai margini non ci sono pi&ugrave; cordoli e rassicuranti vie di fuga ma rails e alberi; e la linea tratteggiata di quella che per 51 settimane all'anno &egrave; una normalissima strada statale aumenta maledettamente la percezione della velocit&agrave; e pare di volare. In realt&agrave; stiamo facendo soltanto poco meno di 250 km/h, perch&eacute; ci teniamo un po' di margine di sicurezza. Ma Tom, poi, ci dir&agrave; che la R8 V10 Plus stradale in quel punto pu&ograve; raggiungere circa i 290, una punta simile a quella che toccano le GT in gara ma ben lontana da quella dei prototipi P1 o P2.    Arriviamo alla chicane Forza Motorsport, gi&ugrave; tre marce con i quattro scarichi della R8 che ratano paurosamente e gi&ugrave; tutto di nuovo per un altro pezzo di rettifilo, dove apprezziamo soprattutto la velocit&agrave; di cambiata della trasmissione S tronic rispetto a quella della precedente versione di R8.  Superata la variante Michelin di nuovo flat out per cercare di tenere il passo di Tom verso la impegnativa frenata della Mulsanne, una secca curva a destra. Poi ancora gas per l'ennesimo tratto di rettifilo, con i pensieri che viaggiano verso i piloti veri e li loro attributi quadrati che questi tratti li devono affrontare di notte, con la pioggia, con la luce dell'alba e del tramonto, con la stanchezza di svariate ore di guida e la tensione del risultato o della danza fra i doppiati. Massimo rispetto. Come pure per il tratto di pista che ci troviamo davanti adesso. Quello pi&ugrave; guidato e tecnico, con la staccata della Indianapolis dove si arriva come missili e bisogna frenare scomposti appesi a un filo. Questa frenata piace molto a Kristensen, che con il fuoco e la passione nello sguardo di uno che avrebbe una voglia pazzesca di rimettersi al volante della R18 LMP1, ci spiega per filo e per segno come si affronta con il prototipo da corsa, mimando con le mani e la voce il delicatissimo bilanciamento che occorre trovare in quel punto.  Arriviamo nel punto pi&ugrave; lento della pista, la curva Arnage che &egrave; una 90 gradi secca. Qui anche la nostra R8 accenna al sovrasterzo in uscita di curva e sentiamo lavorare il controllo di stabilit&agrave;; non usiamo immaginare cosa voglia dire mettere gi&ugrave; un migliaio di cavalli di un P1 ibrido magari con l'asfalto bagnato e la gomma finita! Anche perch&eacute; dopo arrivano le Porsche Curve, con la prima piega a destra che noi affrontiamo con la dovuta cautela, ma i prototipi divorano a una velocit&agrave; infernale, di sesta marcia, facendo leva sul loro elevato downforce. Da qui in poi &egrave; tutta una serie di curve e controcurve da raccordare alla perfezione, dove se sbagli la linea della prima sei fottuto con le altre. Prima dell'ultima variante che immette nuovamente sul rettifilo di partenza troviamo i commissari che ci invitano ad uscire dalla pista, perch&eacute; devono partire le qualifiche. Scendiamo dalla R8 con le gambe che tremano per l'emozione di aver calcato l'asfalto di un luogo cos&igrave; sacro. Tom Kristensen, dall'alto delle sue nove vittorie a Le Mans, con il suo sorriso spara una battuta: "ecco, servono altri quattrocento giri cos&igrave; e puoi dire di aver portato a casa la 24 Ore...".  Lorenzo Facchinetti      

Guidati da Kristensen, abbiamo percorso il tracciato de La Sarthe prima delle qualifiche ufficiali al volante dell'Audi R8 Safety Car

24 Ore di Le Mans: siamo scesi in pista anche noi!

L'unica certezza &egrave; sulla data: venerd&igrave; 12 giugno. E' l'appuntamento dato da Ford per un annuncio relativo alla divisione Ford Performance, quella che, per intenderci, ha sfornato recentemente la Focus RS. In diretta streaming i vertici della Casa dell'Ovale blu riveleranno "qualcosa di importante". Non si sbilanciano ulteriormente, ma venerd&igrave; non &egrave; una data qualsiasi, &egrave; la vigilia della 24 ore di Le Mans, che scatter&agrave; sul circuito de La Sarthe sabato. A Le Mans Ford ha scritto pagine splendide di storia del motorsport, esattamente 49 anni fa inizi&ograve; l'epopea delle Ford GT 40.  L'impressione &egrave; che l'annuncio possa avere a che fare proprio con Le Mans e proprio con la granturismo destinata a raccogliere l'eredit&agrave; della GT40, ovvero, Ford GT. Il concept &egrave; stato svelato a inizio anno al Salone di Detroit 2015, raccogliendo unanimi pareri positivi dalla critica. Forme spigolose e aerodinamiche, un posteriore rastremato e scavato intorno al motore V6 turbo da 3.5 litri: la GT si far&agrave;. Arriver&agrave; nel 2016 in versione stradale, esattamente 50 anni dopo il "triplete" di Le Mans, quando tre GT40 monopolizzarono il podio. La fotogallery di Ford GT concept   Ecco che mettendo insieme i pezzi del puzzle, facilmente assisteremo all'annuncio di un ritorno alla 24 ore francese. A supportare l'idea ci sono dei bozzetti di Ford GT rivisti, con un'ampia ala posteriore e una pinna sul cofano motore, spuntati tra i video di presentazione delle caratteristiche della supercar americana. Ford potrebbe "limitarsi" a sbarcare nella classe delle GT, accanto a Ferrari, Corvette, Aston Martin, Porsche, oppure tentare la strada di un impegno in LMP1, dove la concorrenza si chiama Audi, Porsche, Toyota, Nissan, sebbene appaia un percorso pi&ugrave; difficilmente percorribile.  Venerd&igrave; ne sapremo di pi&ugrave;.  Fabiano Polimeni

La stradale arriver&agrave; nel 2016, 50 anni dal dominio nella 24 ore

10 risultati per '24 Ore Le Mans'