Oggi, 8 novembre 2023, entra ufficialmente in vigore il Nuovo Accordo dell&rsquo;Alleanza tra il Gruppo Renault e Nissan che sostituisce i precedenti accordi che disciplinano la governance, e che fa seguito ai precedenti annunci pubblicati il 6 febbraio e il 26 luglio 2023. Dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni di legge, adesso il Gruppo Renault e Nissan detengono ora una partecipazione incrociata del 15%, con obbligo di conservazione e obbligo di massimale delle quote di partecipazione.  Cosa cambia con la nuova Alleanza  Cosa significa questo? Che entrambi i partner possono esercitare il 15% dei diritti di voto legati alla propria partecipazione. I diritti di voto del Gruppo Renault e di Nissan sono limitati al 15% dei diritti di voto esercitabili, mentre entrambi i Gruppi possono esercitare liberamente i propri diritti entro questo limite. &rdquo;Questo nuovo capitolo dell&rsquo;Alleanza pogger&agrave; sulle fondamenta di una partnership di lunga data - si legge sulla nota stampa -. Incrementer&agrave; al massimo la creazione di valore per ognuno dei membri, ponendo le basi di una nuova governance equilibrata, equa ed efficace. L&rsquo;Alleanza continuer&agrave; ad individuare, su tutti i mercati, progetti chiave in grado di offrire ai suoi membri risultati reciprocamente vantaggiosi e tangibili su vasta scala&rdquo;.  Renault ha ceduto il 28,4% delle proprie azioni Nissan (su un totale del 43,4%) a un fondo fiduciario francese, in cui i diritti di voto sono &ldquo;neutralizzati&rdquo; per la maggior parte delle decisioni, fatte salve alcune eccezioni. &quot;Il Gruppo Renault - prosegue la nota - continua a beneficiare a pieno titolo dei diritti economici (dividendi e proventi dalla cessione delle azioni) connessi alle azioni detenute dal fondo fiduciario, fino alla vendita delle azioni stesse, e, gi&agrave; da oggi, pu&ograve; impartire al fondo fiduciario l&rsquo;ordine di procedere alla vendita delle azioni Nissan detenute dal fondo fiduciario stesso, senza tuttavia l&rsquo;obbligo di farlo entro un lasso di tempo specifico predeterminato. Il Gruppo Renault ha la piena facolt&agrave; di cedere le azioni Nissan detenute dal fondo fiduciario nell&rsquo;ambito di un processo organizzato e coordinato con Nissan, in cui Nissan avrebbe il diritto di prima offerta, a se stesso o a un terzo designato. La cessione da parte del Gruppo Renault delle azioni Nissan al fondo fiduciario non comporter&agrave; nessun deprezzamento nel bilancio del Gruppo Renault&quot;.  Renault e Valeo, nel 2027 arriva un nuovo motore elettrico 

Le due aziende da oggi, 8 novembre 2023, detengono una partecipazione incrociata del 15%

Renault e Nissan: si apre un nuovo capitolo dell&rsquo;Alleanza

        Entro il 2020 avremo il quadro definito, ma oggi si &egrave; scritta una pagina&nbsp;di storia dell&rsquo;economia e dell&rsquo;automotive&nbsp; mondiale. Attesa, ma sempre&nbsp;storia. FCA e PSA hanno confermato di buon ora stamattina, prima&nbsp;dell&rsquo;apertura delle Borse, firmando il memorandum d&rsquo;intesa l&rsquo;avvio di una fusione il cui closing &egrave; previsto al massimo entro 15 mesi, ma che di&nbsp;fatto &egrave; operativa, come era gi&agrave; apparso chiaro lo scorso 31 ottobre quando&nbsp;le parti avevano annunciato la trattativa in essere. Fusione FCA PSA, via libera al consiglio francese per l'accordo Nasce cos&igrave; il secondo Gruppo Europeo dell&rsquo;auto dietro a Volkswagen e il quarto mondiale (terzo sottolineano da Torino e Parigi, guardando il fatturato) dietro sempre a&nbsp;VW, Toyota e Renault-Nissan. E, sempre ricordando che siamo ancora a livello di parole, &egrave; quantomeno confortante che tutta l&rsquo;architrave della fusione viene annunciata senza la chiusura di stabilimenti e mettendo due rappresentati dei lavoratori, nel nuovo CdA a 11 con 5 elementi per parte, con John Elkann che fa parte dei 5 di FCA e resta Presidente, con Carlos Tavares CEO invece a trainare tutta la locomotiva e a fare da ago della bilancia. Il nascente gruppo, al quale verr&agrave; dato anche un nome nuovo, avr&agrave; sede in Olanda e sar&agrave; quotato a Milano, Parigi e Wall Street. ANNUNCIATO Un epilogo annunciato, e reso quai formalit&agrave; dall&rsquo;approvazione che il tutto aveva ricevuto ieri dai CdA dei due gruppi e ancora prima, luned&igrave; dalla famiglia Peugeot. Il coronamento del sogno di Sergio Marchionne che per anni, dopo aver salvato in un colpo solo &nbsp;Fiat e Chrysler, aveva inseguito altre sinergie, l&rsquo;unica maniera, sosteneva, per rendere profittabili piccoli gruppi isolati in un mercato sempre pi&ugrave; complesso. Falliti i tentativi con Opel, GM e a giugno quello con Renault Nissan, ecco PSA col quale sboccia una realt&agrave; da quasi 9 milioni di veicoli, ricavi per 170 milioni, utile operativo da 11 miliardi e molto pi&ugrave; bilanciata come presenza geografica con ricavi che proverranno per il 46% dall&rsquo;Europa e il 43% dal Nord America. SINERGIE E FUTURO Ma &egrave; indubbio che il reale vantaggio, il clamoroso&nbsp;risparmio economico generato dalla fusione arriver&agrave; dalle piattaforme dei veicoli, dalle tecnologie. Una somma valutata in 3,7 miliardi di euro suddivisi tra il 40%, figlio proprio di quella condivisione, mentre un altro 40% sar&agrave; il risparmio su acquisti e prezzi. Un&rsquo;ottimizzazione dei costi che&hellip; &ldquo;consentir&agrave; al nuovo gruppo di investire fortemente nelle tecnologie e nei servizi che definiranno la mobilit&agrave; in futuro, contribuendo al raggiungimento degli stringenti requisiti normativi globali sulle emissioni di CO2". MANLEY E tanto per ribadire il concetto, si tratta di stime che, come scritto sui comunicati &ldquo;&hellip; non prevedono alcuna chiusura di stabilimenti in conseguenza dell'operazione. Le sinergie non riguardano il personale&rdquo;. Ha&nbsp;sottolineato Mike Manley ad FCA che ha aggiunto: &ldquo;&Egrave;&rsquo; l&rsquo;unione di marchi incredibili e persone appassionate e competenti. Entrambe abbiamo affrontato momenti di estrema difficolt&agrave; ma ne siamo usciti ancora pi&ugrave; agili, intelligenti e formidabili. Le nostre persone hanno un tratto in comune, quello di guardare alle sfide come opportunit&agrave; da cogliere perch&eacute;&nbsp;rappresentano la strada per renderci ancora migliori nel fare quello che facciamo". FCA Chrysler: 1,3 miliardi di tasse non pagate per il fisco TAVARES A sua volta Tavares ha spiegato: &ldquo;questa operazione viene realizzata da due gruppi che sono in ottima forma. Non facciamo una&nbsp;fusione in un contesto di crisi o in una situazione difficile per le due&nbsp;compagnie, ma perch&eacute; sappiamo che servir&agrave; ad essere pi&ugrave; forti rispetto alle sfide del futuro. Una grande opportunit&agrave; per raggiungere una posizione ancora pi&ugrave; forte nel settore attraverso il nostro impegno a guidare la trasformazione verso un mondo con una mobilit&agrave; ecologica, sicura e sostenibile e a offrire ai nostri clienti prodotti, tecnologie e servizi d'eccellenza&rdquo;. QUOTE L&rsquo;altro notizia del giorno, anche questa attesa, &egrave; che alla fine dell&rsquo;operazione il Gruppo cinese Donfeng scender&agrave; nel capitale societario dal 12,2% di oggi al 4,5 del nuovo gruppo. La famiglia Peugeot ne potr&agrave; rilevare una parte, mentre PSA acquister&agrave; 30,7 milioni di azioni in possesso a Donfeng per cancellarle. Le quote della famiglia Peugeot e dello Stato francese arriveranno cos&igrave; ad un totale sommato di circa 14%. Il comunicato precisa che.. &ldquo;lo statuto non permetter&agrave; a nessun azionista di avere diritto di voto in misura eccedente il 30% dei voti espressi in assemblea. Si prevede inoltre che non ci sar&agrave; alcun trasferimento dei diritti di doppio voto esistenti, ma che i nuovi diritti di doppio voto speciale matureranno dopo un periodo di detenzione delle azioni di tre anni dal perfezionamento della fusione". DIVIDENDI Prima del closing, FCA distribuir&agrave; ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro mentre PSA retroceder&agrave; ai soci&nbsp;la quota del 46% detenuta nella societ&agrave; di componentistica Faurecia. In&nbsp;pi&ugrave;, FCA e PSA distribuiranno ciascuna un dividendo ordinario di 1,1&nbsp;miliardi di euro nel 2020, relativo all'esercizio 2019. Al closing, gli&nbsp;azionisti di PSA riceveranno 1,742 azioni della societ&agrave; risultante dalla&nbsp;fusione per ogni azione PSA detenuta, mentre gli azionisti di FCA avranno&nbsp;una azione della societ&agrave; risultante dalla fusione per ogni azione detenuta&nbsp;in FCA.&nbsp;Avanti con la storia.       

Confermata la firma del memorandum d&rsquo;intesa per l&rsquo;avvio di una fusione: il closing &egrave; previsto al massimo entro 12/15 mesi

FCA e PSA: alleanza verso il futuro

        Citro&euml;n celebra il suo primo secolo e tiene bene aperti gli occhi sul presente, il futuro prossimo e quello remoto. Il successo a la crescita del Marchio del double chevron sono un dato di fatto. Merito anche del pragmatismo di Linda Jackson: abbiamo incontrato il CEO inglese di Citroen a Parigi. Jakcson,&egrave; uno dei manager auto di maggiore impatto negli ultimi anni. Di successo e con idee. Abbiamo parlato con la pragmatica e gentilissima manager nel centro della capitale francese, a pochi passi da dove cento anni fa cominci&ograve; tutto, praticamente di fianco a dove l&rsquo;ex stabilimento dove Andr&eacute; Citro&euml;n inizi&ograve; la storia. E&rsquo; stressante essere a capo di un Marchio cos&igrave; importante? &ldquo;Adoro questo lavoro. Ogni giorno mi alzo e il mio compito &egrave; quello di valutare i progetti, il design, parlo con i venditori. Il contatto con i nostri clienti. Un ruolo importante e stimolante&rdquo;. Il momento pare epocale: l&rsquo;era dell&rsquo;elettrificazione &egrave; alle porte. &ldquo;Il nostro piano &egrave; definito e rispetteremo la scaletta. Nel 2020 arriver&agrave; C5 Aircross, il SUV ibrido ricaricabile. Pi&ugrave; avanti un nuovo modello elettrico, una compatta del Segmento C (come C4 o VW Golf) che avr&agrave; anche motorizzazione Diesel e Benzina. Entro il 2025 ogni modello della gamma avr&agrave; una versione elettrificata. Pronti alla modernit&agrave;&rdquo; Il sorpasso delle auto elettriche quando ci sar&agrave;? &ldquo;Non credo ci sia una persona al mondo in grado di stabilirlo con esattezza. Non dipende da Citroen e dagli altri Costruttori. Si decider&agrave; in base alle politiche dei Governi, alle infrastrutture presenti e alla scelta dei clienti. Fattori importanti, che non permettono di fissare date certe&rdquo;. I motori a gasolio non al capolinea? &ldquo;Il Marchio che dirigo ha intenzione di essere credibile. I limiti di emissioni di CO2 sono stati fissati. Daremo ai clienti quello che ci chiederanno, le auto di cui riterranno avere bisogno. Faremo ancora motori Diesel, ma abbiamo fermato lo sviluppo. Al momento il Diesel pare in calo drastico di vendite in Europa. Vedremo se si stabilizzer&agrave; o come continuer&agrave; la sua discesa. Sono due prospettive davvero diverse&rdquo;. Il Diesel &egrave; sempre stato un punto di forza dei Marchi francesi: non pesa questo abbandono, in pratica deciso dalla politica e non dalla tecnologia? &ldquo;Vendiamo automobili: non operano in un campo emozionale. Si tratta di affari, non di sentimento&rdquo;. Tra FCA e Renault il dialogo continua. Siete interessasti a fusioni o alleanze? &ldquo;Nella nostra scaletta non sono previste. Abbiamo il nostro Gruppo, PSA, con Peugeot, Opel e DS. Guardiamo intorno a noi, &egrave; chiaro. Ma siamo pronti su ogni fronte di sviluppo: non abbiamo bisogno di altro in questo momento. Siamo in un ottimo bilanciamento&rdquo;.       

Il CEO del Marchio francese: venderemo Diesel finch&egrave; i clienti lo chiederanno

Jackson: "Citroën non farà alleanza, PSA andrà avanti da sola"

Stand by, ancora niente fumata bianca, tutto rinviato a domani: il conclave CdA di Renault tenuto oggi nella sede storica di Boulogne-Billancourt, alle porte di Parigi, non ha ancora&hellip;partorito la montagna messa insieme in fretta in furia in dieci giorni dalla lettera di John Elkann, con quella proposta di fusione paritetica tra FCA e Renault. Insomma, il Papa non &egrave; stato ancora eletto, ma nemmeno rinnegato e tra chi vede in questo rinvio un segnale negativo e chi comunque un piccolo passo avanti, resta il dato oggettivo della complessit&agrave; di una trattativa inevitabilmente difficile per la posta in gioco.  &quot;ll Consiglio di amministrazione si &egrave; riunito oggi con lo scopo di rivedere nel dettaglio gli elementi costitutivi della proposta ricevuta da Fca il 27 maggio scorso riguardante una potenziale fusione 50/50 tra Renault e FCA. Il CdA ha deciso di continuare a studiare con interesse l&#39;opportunit&agrave; di una tale fusione e di prolungare i colloqui su questo tema. Si riunir&agrave; nuovamente mercoled&igrave; 5 giugno (domani) a fine giornata&quot;.&nbsp;  Questa la breve nota con cui Renault conclude una giornata febbrile culminata con la prima parte della riunione del suo consiglio di amministrazione straordinario. Sul tavolo un progetto che negli ultimi giorni ha mostrato le sue potenzialit&agrave;, ma anche le immancabili criticit&agrave; sul versante politico ed economico.  Quindi non resta che incassare la conferma dell&#39;interesse fusione da parte di Renault, che per&ograve; si riserva ulteriori valutazioni prima di dare un eventuale via libera condizionato alle grandi linee del progetto, passaggio che lo ricordiamo preannuncia l&#39;apertura di negoziati esclusivi con FCA che potrebbero durare anche diversi mesi se non un anno.  Fusione FCA-Renault, ampia gamma in ogni mercato  La fusione FCA-Renault  L&rsquo;architettura attuale dell&rsquo;accordo, prevede la creazione di una holding basata ad Amsterdam, divisa 50-50 tra Renault e FCA, e quotata a Parigi, New York e Milano. Anche se il Governo francese ha chiesto almeno il quartier generale a Parigi. La famiglia Agnelli, che controlla il 29% di Fiat-Chrysler, vedrebbe la sua parte automaticamente diluita al 14,5%,restando comunque primo azionista della nuova entit&agrave;, mentre lo Stato francese scenderebbe al 7,5% dall&#39;attuale 15% che detiene attualmente in casa Renault.  Tutte ancora da formalizzare le risposte che attende il mercato. &quot;E&#39; del tutto escluso che il progetto di fusione possa portare ad una presa di controllo di Renault da parte di Fiat-Chrysler&quot;: questo ha dichiarato una fonte del governo citata dall&#39;agenzia France Presse, non confermando per ora le informazioni di stampa secondo cui lo Stato francese, che controlla il 15% della casa transalpina, avrebbe ottenuto un posto nel CdA e nel comitato nomine della futura entit&agrave;, come da richiesta fatta da Bruno le Maire, Ministro delle Finanze di Macron allo stesso John Elkann negli incontri dell&rsquo;ultimo week end, insieme a quello di una governance pi&ugrave; Renault oriented oltre ad un dividendo per gli azionisti Renault che non ha alcuna ragion d&rsquo;essere.  FCA-Renault, ora &egrave; pi&ugrave; complicato  La posizione di Nissan  Altra domanda finora senza risposta, il ruolo nella trattativa di Nissan, alleato di Renault. Gi&agrave; nel primo pomeriggio le indiscrezioni davano i rappresentanti della casa giapponese nel CdA Renault intenzionati ad astenersi, sottolineando in modo evidente come la prospettiva industriale corretta dell&#39;accordo non possa prescindere dal partner nipponico e del suo bagaglio di tecnologie e brevetti.  Quanto la partita fosse complessa sulla sponda giapponese si era intuito gi&agrave; ieri, con una nota ufficiale Hiroto Saikawa, ceo di Nissan, precisava la formale volont&agrave; del marchio nipponico di prendere tempo, oltre che quella sostanziale di preferire un eventuale ruolo da alleato della nuova azienda. &ldquo;La proposta attualmente in discussione tra FCA e Renault &egrave; una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del nostro partner Renault. Ci&ograve; richiederebbe una revisione fondamentale della relazione esistente tra Nissan e Renault, i suoi rapporti contrattuali esistenti e il modo in cui dovremmo operare in futuro&quot;.  Lo snodo non &egrave; piccolo. Renault detiene, con pieni diritti di voto, il 43% della Nissan e quest&rsquo;ultima possiede il 15% di Renault ma senza alcun diritto di voto. Renault e FCA produrrebbero assieme 8,7 milioni di veicoli all&#39;anno, distribuiti in una galassia di 15 marchi. Nei fatti per&ograve; solo l&#39;inclusione di Nissan porterebbe la nascita di un gigante primo al mondo con 15 milioni di veicoli, e soprattutto con un magazzino brevetti e contratti sufficiente per sostenere le sfide dell&#39;elettrificazione e del rinnovamento delle gamme dei prodotti con nuove piattaforme meccaniche.  Fusione FCA-Renault, cauta apertura di Nissan  L&#39;indiscrezione su Elkann e Peugeot  Nel frattempo oggi qualcuno ha riportato la voce di una cena &ldquo;galeotta&rdquo; tra John Elkann e Robert Peugeot. Quanto corrisponda alla realt&agrave; o sia solo strategia comunicazionale lo sapremo presto. Di certo, se fosse vera, la mossa spariglia carte, cio&egrave; un accordo con PSA sarebbe davvero da applausi. Ma anche l&igrave; ci sarebbero tanti soci da mettere d&rsquo;accordo, ancora lo stato francese, la famiglia Peugeot e i cinesi di Don Feng.  Per la serie, dove ti giri giri, di facile non c&rsquo;&egrave; nulla quando si smuovono tutti questi interessi. 

Tutto in stand by: si riunir&agrave; ancora&nbsp;il CdA di Renault per aggiornarsi sulla&nbsp;proposta di fusione paritetica con FCA&nbsp;

FCA-Renault: confermato l&#39;interesse, ma &egrave; tutto rinviato a domani

Finalmente amiche? BMW e Mercedes-Benz sono le rivali per eccellenza nel mondo delle auto di lusso. L&rsquo;irruzione, pur eccellente di Audi e Lexus (in USA) negli ultimi trenta anni, non ha intaccato la concorrenza tra Stoccarda e Monaco di Baviera.  Una volta agli antipodi, lusso, comfort e affidabilit&agrave; contro prestazioni, piacere di guida e design sportivo. Coi tempi le caratteristiche di entrambe si sono ampliate, non sovrapponendosi, ma inevitabilmente avvicinandosi molto.  Dalla Germania per&ograve; rimbalza una voce di una clamorosa alleanza. L&rsquo;autorevole Handelsblatt ha avanzato l&rsquo;ipotesi che Mercedes e BMW sarebbero in procinto di realizzare una sinergia votata allo sviluppo di una piattaforma&nbsp;per le vetture del Segmento B. Le compatte, in poche parole. Ovvero le future Classe A, Classe B, CLA, GLA, Serie 1, Serie 2, X1 e potenzialmente anche MINI, per fare degli esempi concreti.  Automobili da grandi numeri, ma da profitti non stratosferici, ecco probabilmente la spiegazione del potenziale accordo. Il magazine tedesco ha ipotizzato la realizzazione questa partnership non prima del 2025. Per le prossime generazioni dei modelli, cercano di ottimizzare al meglio i costi di sviluppo e di produzione. L&rsquo;accordo riguarderebbe anche sistemi di guida assistita e autonoma.  In questo modo i due Gruppi avrebbero pi&ugrave; capitali da investire in quello che potenzialmente dovrebbe essere la spesa pi&ugrave; alta e rischiosa: l&rsquo;elettrificazione, parziale e totale.  Contatti tra BMW e Mercedes ce ne sono stati anche nel passato prossimo, come nel caso della sinergia per il car sharing tra DriveNow e Car2go. Ma questo ovviamente avrebbe un impatto, anche storico, ben pi&ugrave; rilevante. 

Ipotesi di una partnership per lo sviluppo della piattaforma per le Segmento B nel 2025

BMW e Mercedes, alleate per le compatte del futuro

        BMW e Mercedes a braccetto, non &egrave; uno scherzo di Natale. Bloomberg ha lanciato il sasso nello stagno e i due colossi tedeschi del lusso non hanno replicato. Da rivali storiche, la Casa dell&rsquo;elica e quella della stella a tre punte, ad alleate per affrontare le sfide dell&rsquo;auto dei prossimi anni. Non si tratta di un matrimonio, ma un accordo di grande interesse reciproco, non ancora ai livelli ufficiali come l&rsquo;intesa che sta per concretizzarsi tra Ford e Volkswagen, ma ugualmente cruciale. Il futuro, molto prossimo, prefigura auto elettriche, ibride molto avanzate, guida autonoma o assistita di altissimo livello, connessione totale. Alta tecnologia, anche per le batterie ovviamente, il vaso di coccio in questo contesto a nostro avviso. In ogni modo, altissimi costi. E su certi elementi, e servizi, Google e Apple non staranno certo a guardare, facendo una concorrenza sfrenata. Correre da soli potrebbe essere rischioso. La ricerca e lo sviluppo ai massimi livelli potrebbero essere troppo onerosi anche per i Marchi leader. BMW e Mercedes si sono gi&agrave; incontrate per quanto riguarda il car sharing (con DriveNow e car2go). Il prossimo passo sarebbe quello di trovare un accordo per l'ingegnerizzazione e la produzione delle&nbsp;componenti pi&ugrave; sofisticate e quindi dispendiose dei prossimi modelli.&nbsp; La situazione sarebbe ancora a livelli di contatti. Niente &egrave; trapelato, come per VW e Ford, riguardi all&rsquo;utilizzo di fabbriche in comune. Ma di certo anche questo sar&agrave; un punto nevralgico.       

Le due big del lusso starebbero discutendo su un'intesa per i componenti pi&ugrave; sofisticati delle vetture del futuro

BMW e Mercedes, prove di alleanza

        Ford e Volkswagen, l&rsquo;asse USA-Germania potrebbe funzionare per l&rsquo;automobile. Un&rsquo;alleanza strategica&nbsp;tra il colosso di Detroit e quello di Wolfsburg sta divenendo sempre pi&ugrave; verosimile. E potrebbe spostare la bilancia del mercato mondiale dell'auto in futuro. La conferma che il tavolo della trattativa &egrave; serio arriva da parte di Bob Shank, Chief financial officier di Ford. &ldquo;Stiamo parlando ad ampio raggio per capire come possiamo aiutarci reciprocamente con Volkswagen. I colloqui vertono su una collaborazione totale, senza limiti per area geografica, tipi di auto o tecnologia&rdquo;. Ben oltre quindi l&rsquo;alleanza relativa ai veicoli commerciali&nbsp;annunciata lo scorso giugno. Potrebbe portare a nuovi modelli, con parti in comune in Europa e in America. Ford cerca nuove piattaforme per le prossime generazioni, cercando di contenere i costi industriali, non avendo una situazione economica florida. Il piano di ristrutturazione prevede un &ldquo;aggiustamento&rdquo; di 11 miliardi di dollari. Tutti questi soldi in qualche modo dovranno essere risparmiati. Ecco qua il colpo di scena, su larga scala. La prossima piattaforma delle Ford compatte potrebbe essere l&rsquo;evoluzione della MQB di Volkswagen. Quindi per Focus, ma anche per Fiesta (con lo sviluppo della MQB A0 di Polo) e ovviamente per tutti i SUV medi e compatti della Casa americana, che in futuro ovviamente potrebbe anche gli altri pianali MEB per le vetture elettriche e MLB Evo per i modelli pi&ugrave; prestigiosi a motore longitudinale. Un piano importante, con Ford che da parte sua fornirebbe tutta la sua specializzazione per pick-up (la famiglia F-150 &egrave; la terza automobile pi&ugrave; venduta al mondo) e veicoli commerciali.       

Dopo il memorandum di intesa di luglio, l'alleanza tra le due Case diventa sempre pi&ugrave; concreta. VW fornirebbe i pianali, l'Ovale Blu il know-how per pick-up e veicoli commerciali

Ford-Volkswagen, matrimonio alle porte

        Se son rose, fioriranno. Ford Motor Company e il Gruppo Volkswagen hanno ufficializzato un memorandum d&rsquo;intesa per sviluppare un&rsquo;alleanza strategica. Un primo passo, esplorativo, per future collaborazioni. Che potrebbero portare a progetti condivisi, auto o tecnologie sviluppate in comune, con l&rsquo;obiettivo di potenziare bilateralmente la competitivit&agrave; di entrambe i colossi. Un approccio importante, anche se non sono stati messi nero su bianco impegni finanziari o compartecipazioni. Anzi: &ldquo;Qualsiasi alleanza strategica non implicher&agrave; scambi azionari n&eacute; partecipazioni incrociate&rdquo;. Ognuno per la sua strada, meglio se parte del cammino sar&agrave; comune. Il primo passo riguarda i veicoli commerciali. Sui quali Ford e VW stanno valutando le possibilit&agrave; di uno sviluppo congiunto di una gamma. Queste le parole di Jim Farley, presidente di Ford Global Markets. "Ford &egrave; impegnata nel trovare soluzioni che le permettano di adattarsi rapidamente al continuo evolversi del mercato e nello sfruttare diversi modelli di business - che comprendono anche lavorare con partner per migliorare la nostra efficacia ed efficienza. Questa potenziale alleanza con Volkswagen &egrave; un altro esempio di come possiamo trovare nuove soluzioni di business, attraverso la creazione di un vincente portafoglio di prodotti globali. Non vediamo l'ora di esplorare, con il team Volkswagen, nei prossimi giorni, le possibilit&agrave; di lavorare insieme per soddisfare al meglio le esigenze, in continua evoluzione, dei clienti dei veicoli commerciali e non solo". Thomas Sedran, capo di VW Group Strategy, ha detto. "I mercati e le esigenze dei clienti stanno cambiando a una velocit&agrave; incredibile. Entrambe le societ&agrave; hanno gi&agrave; posizioni consolidate e complementari in diversi segmenti dei veicoli commerciali. Per adattarsi alle sfide del mercato, &egrave; della massima importanza diventare pi&ugrave; flessibili attraverso delle alleanze. Questo &egrave; un elemento fondamentale della strategia di Volkswagen Group 2025. La potenziale cooperazione industriale con Ford &egrave; vista come un&rsquo;opportunit&agrave; per migliorare la competitivit&agrave; di entrambe le aziende a livello globale".       

Accordo per una potenziale gamma di veicoli commerciali: primo passo per un'alleanza strategica

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