        Wizz Air, terza compagnia aerea in Italia, ha tenuto nella mattina di oggi 25 luglio, all'aeroporto di Roma Fiumicino, l'evento di celebrazione per dare il benvenuto nella sua flotta al suo undicesimo aeromobile Airbus A321neo. Si tratta di uno dei&nbsp; modelli pi&ugrave; avanzati e sostenibili al mondo, capace di offrire numerosi vantaggi sia in termini di efficienza energetica che di riduzione delle emissioni di carbonio.&nbsp; Volkswagen Gen.Travel &egrave; l'alternativa autonoma ai brevi viaggi in aereo  Airbus A321neo: sostenibilit&agrave; e nuove tratte La tecnologia all'avanguardia che equipaggia l'A321neo riduce significativamente il consumo di carburante e le emissioni nocive di CO2 per passeggero/chilometro. Questo impegno per la sostenibilit&agrave; ambientale si &egrave; concretizzato in un risultato lodevole: nell'anno finanziario 2023, Wizz Air ha raggiunto la straordinaria cifra di 53,8 grammi di CO2 per passeggero/chilometro, stabilendo un nuovo record europeo nel settore dell'aviazione. Il nuovo aeromobile permetter&agrave; a Wizz Air di introdurre quattro nuove rotte da Roma Fiumicino quest'estate, arricchendo l'offerta di voli per i passeggeri in partenza dalla Capitale. Da oggi 25 luglio, sar&agrave; possibile volare verso Lussemburgo, seguito dalla rotta verso il Kuwait il 26 luglio. A partire dal 5 settembre, sar&agrave; attiva la tratta per Memmingen, mentre dal 6 settembre sar&agrave; possibile raggiungere Funchal (Madeira). La compagnia ha messo in atto un meticoloso processo di turnaround per massimizzare l'efficienza ambientale delle operazioni a terra. Sono stati utilizzati apparecchiature elettriche per la preparazione dell'aeromobile, dal carico dei bagagli ai gradini per i passeggeri, fino al pushback senza l'utilizzo di barre di traino. L'adozione di trattori per bagagli e caricatori a nastro completamente elettrici, oltre all'impiego di unit&agrave; di alimentazione a terra, ha consentito una significativa riduzione delle emissioni di carbonio del processo di assistenza a terra, riducendole dell'85% rispetto alle tradizionali attrezzature alimentate a gasolio.  Nel breve futuro Entro la fine di quest'anno, la compagnia operer&agrave; in Italia con ben ventisei aeromobili, tutti Airbus A321neo a fusoliera stretta. Questi nuovi veicoli non solo garantiranno un'esperienza di viaggio migliore e pi&ugrave; confortevole per i passeggeri, ma offriranno anche significativi vantaggi ambientali, come una riduzione del 50% delle emissioni acustiche, una diminuzione del 20% del consumo di carburante e una drastica diminuzione del 50% delle emissioni di ossidi di azoto. La sostenibilit&agrave; &egrave; l'elemento centrale dell'attivit&agrave; della compagnia aerea, come spiega Yvonne Moynihan, Corporate and ESG Officer di Wizz Air: "Siamo lieti di dare il benvenuto al nostro undicesimo aeromobile Airbus A321neo con un turnaround completamente elettrico a Roma Fiumicino, una delle basi pi&ugrave; grandi del nostro network. Abbiamo fatto investimenti significativi nella nostra flotta, attualmente la pi&ugrave; giovane e la pi&ugrave; efficiente in termini di consumo di carburante in Europa, ma i nostri sforzi per la sostenibilit&agrave; non si fermano qui: per il lungo termine, stiamo anche esplorando il potenziale del carburante per l'aviazione sostenibile e degli aeromobili a zero emissioni alimentati a idrogeno. L'evento di oggi dimostra che la collaborazione tra industrie &egrave; uno dei modi pi&ugrave; impattanti per affrontare l'attuale sfida climatica e siamo lieti di lavorare su questo fronte insieme ad Aeroporti di Roma e Aviation Services." "ADR &egrave; lieta di accogliere un nuovo aereo basato sullo scalo di Roma Fiumicino da Wizz Air, ad ulteriore conferma della volont&agrave; di Wizz Air di valorizzare ulteriormente l&rsquo;attrattivit&agrave; del mercato romano&rdquo; - ha commentato Ivan Bassato, Chief Aviation Officer di Aeroporti di Roma. &ldquo;Questo sviluppo, oltre a consentire il lancio di due ulteriori nuove destinazioni per il nostro mercato ed il rafforzamento su altrettante rotte poco presidiate, genera un&rsquo;importante crescita dell&rsquo;indotto aeroportuale. Il posizionamento di aeromobili di ultima generazione e la possibilit&agrave; di eseguire le operazioni di terra in modalit&agrave; full electric costituiscono un&rsquo;ulteriore passo verso la sostenibilit&agrave;, uno dei pilastri fondamentali della strategia di ADR".  L' "Air Force Renzi" &egrave; fermo da 5 anni ma costa ancora 150 milioni!       

Il velivolo &egrave; dotato di una tecnologia che riduce il consumo di carburante e le emissioni nocive di CO2. Entro il termine del 2024, il numero di questi modelli salir&agrave; a 26

WizzAir Airbus A321neo: sostenibilità nei cieli d'Europa

        Arrivano le prime indiscrezioni sulla bozza di regolamento sui nuovi standard per le emissioni inquinanti Euro 7, che a breve verr&agrave; reso pubblico. Secondo quanto si apprende la Commissione Ue ha scelto una linea pi&ugrave; leggera per le auto, mentre dovrebbe optare per una stretta maggiore sui mezzi pesanti. Ecco cosa sappiamo. Cosa sappiamo Partiamo dalla auto a benzina, i cui nuovi limiti degli ossidi di azoto dovrebbero entrare in vigore nel 2025 (anche se i numerosi ritardi sulla questione potrebbero far slittare l&rsquo;entrata in vigore di uno-due anni, dando cos&igrave; il tempo alle Case di mettersi in regola) e convergere verso il tetto gi&agrave; fissato con Euro 6, ovvero pari a 60 mg/km. Per quanto riguarda i mezzi pesanti, invece, la situazione &egrave; molto diversa, perch&eacute; i provvedimenti sulle emissioni inquinanti saranno sicuramente pi&ugrave; severi. C&rsquo;&egrave; per&ograve; anche da considerare che gli esperti consultati da Bruxelles avrebbero consigliato un alleggerimento delle norme Euro 7, cio&egrave; 20 mg/km. Una scelta, questa di imporre un lieve scostamento, dovuta al fatto che esiste gi&agrave; il regolamento sugli standard di emissione di CO2 per il clima, che prevede l'azzeramento delle emissioni al 2035. Non resta che attendere per saperne di pi&ugrave;. Cerchi un'auto usata? Guarda qui       

In attesa di conoscere il nuovo regolamento che a breve verr&agrave; svelato dalla Commissione Europea, trapelano i primi dettagli

Auto Euro 7, forse emissioni simili a Euro 6

        Durante il Made in Italy Summit del Sole 24 Ore e del Financial Times, Luca De Meo, Ceo Renault, ha parlato del presente e del futuro del Marchio francese. &ldquo;In questo momento in Renault c&rsquo;&egrave; un coraggio e una vitalit&agrave; che raramente ho visto in 30 anni di lavoro. Sono ottimista che sapremo cavarcela&rdquo;, ha iniziato De Meo, ripercorrendo il passato recente, le difficolt&agrave;, fino ad arrivare al momento attuale. &ldquo;Due anni fa l&rsquo;azienda era in grandissima difficolt&agrave; e abbiamo avuto la sfortuna di aver incontrato due cigni neri: il Covid, e abbiamo avuto la crisi legata alla carenza di offerta di alcuni componenti, soprattutto semiconduttori&rdquo;, e l&rsquo;altro ovviamente &egrave; la crisi in Ucraina e &ldquo;noi facevamo circa il 20% dei volumi in Russia ma il tema delle sanzioni internazionali ci impediva di produrre&rdquo;. Da qui, &ldquo;la dolorosa decisione di uscire&rdquo;. De Meo ha sottolineato che &ldquo;a volte le crisi diventano opportunit&agrave; e ci siamo ricentrati su altri mercati e altri segmenti, le cose stanno andando bene&rdquo;. E ora? &ldquo;C'&egrave; una possibile recessione e sar&agrave; un&rsquo;altra prova, ma abbiamo dimostrato di essere resistenti e che sappiamo passare altre acque tempestose&rdquo;. Renault 4 Concept, rinasce un'icona al Salone di Parigi Sfruttare le tecnologie De Meo ha anche affrontato il tema delle emissioni, ribadendo che Renault rispetter&agrave; i limiti imposti dalla Ue sulle emissioni, ma con la convinzione che alcune tecnologie non vanno abbandonate: &ldquo;Il nemico &egrave; la Co2, non le tecnologie&rdquo;. &ldquo;Siamo stati abbastanza chiari sulla nostra posizione - ha proseguito -, ci siamo battuti perch&eacute; il limite temporale (sullo stop alle auto termiche, ndr) fosse spostato un po&rsquo; pi&ugrave; in l&agrave;. Ma si va in altra direzione&rdquo;. Tra le posizioni prese da De Meo, anche quella di difendere l'idea di &ldquo;misurare l'impatto delle varie tecnologie dall&rsquo;inizio alla fine e non solo l'impatto energetico di muovere un veicolo. Siamo pi&ugrave; dell&rsquo;idea che va guardata tutta la catena e, se lo guardiamo da questo punto di vista, ci sono altre tecnologie che possono dire la loro&rdquo;. In questo contesto &ldquo;le autorit&agrave; devono darci un&rsquo;idea di dove dobbiamo arrivare, per&ograve; devono lasciare spazio ai tecnici di trovare la soluzione e di come arrivarci&rdquo;. Se comunque le regole sulla stop ai motori termici in Ue dal 2035 restano queste &ldquo;le rispettiamo&rdquo;. &ldquo;Il Marchio Renault ha gi&agrave; in programma di essere 100% elettrico dal 2030&rdquo;, ha continuato, ma &ldquo;dobbiamo darci anche un piano B, perch&eacute; alla fine chi ha ragione &egrave; il cliente e il mercato. Lasciarsi delle opzioni aperte non &egrave; stupido&rdquo;. Digitalizzazione e transizione ecologica Come settore automotive, ha concluso De Meo, &ldquo;la digitalizzazione e la transizione ecologica sono le due pi&ugrave; grandi sfide che abbiamo davanti a noi&rdquo;. &ldquo;In alcuni ambiti, in particolare la transizione ecologica andr&agrave; a cambiare nostro modello di business, &egrave; interessante essere alla guida di una grande azienda per poter accompagnare&rdquo; questo processo di trasformazione. Cerchi un'auto usata? Guarda qui       

Il Ceo del Marchio francese ha parlato del presente e del futuro dell&rsquo;azienda al Made in Italy Summit del Sole 24 Ore e del Financial Times

Renault, De Meo: “Elettrici entro il 2030. Co2 nemico, non le tecnologie”

Dopo 5 anni arriva la confessione. FCA USA ammette di avere le sue colpe nel Dieselgate dinnanzi al governo di Washington. &quot;FCA ha raggiunto un accordo che risolve un&rsquo;indagine penale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti su 101.482 veicoli con motori diesel venduti negli anni dal 2014 al 2016. L&#39;accordo, soggetto all&#39;approvazione del tribunale federale degli Stati Uniti, include una dichiarazione di colpevolezza, una multa da 96,1 milioni di dollari e un&#39;ammenda di 203,6 milioni di dollari sui guadagni derivanti dalla condotta., si legge nella nota emessa da Stellantis venerd&igrave; scorso.  La societ&agrave; quindi risponde colpevole alle accuse di aver venduto oltre 100.000 auto diesel Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 dotate di sistemi illegali utilizzati per superare di rilevazione di emissioni di CO2, e accetta di pagare in totale oltre 354 milioni di euro di sanzioni. Inoltre sar&agrave; soggetta a un periodo di sorveglianza di tre anni e collaborer&agrave; alle ulteriori indagini dell&rsquo;amministrazione USA sul Dieselgate.   FCA, le differenze col Dieselgate VW e la lotta USA al gasolio &nbsp;  La difesa di Marchionne dalle accuse nel 2017  Dalle indagini effettuate &egrave; stato accertata anche una campagna pubblicitaria specifica di marketing per poter vendere le automobili contraffatte. &quot;FCAUSA ha ideato una specifica campagna di marketing per vendere tali veicoli ai consumatori usa come clean Ecodiesel, quando avevano installati software illegali e intrapreso altre condotte fraudolente per aggirare i test regolatori e aiutare questi veicoli a rispettare gli standard di emissioni richiesti&rdquo;, sottolinea Kenneth A. Polite, viceprocuratore generale della divisione penale del Dipartimento.&nbsp;  Come riporta Ilfattoquotidiano.it. il procedimento contro FCA era stato aperto a gennaio 2017 e all&rsquo;epoca, le accuse rivolte furono commentate dall&rsquo;allora amministratore delegato Sergio Marchionne come &ldquo;unadulterated hogwash&rdquo;, ossia, tradotto, &ldquo;s*****e allo stato puro&ldquo;.  &nbsp; 

Sono oltre 100.000 le Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 diesel messe sul mercato con dei sistemi illegali per aggirare i test sulle emissioni di CO2. Ora dovr&agrave; risarcire oltre 268 milioni di euro &nbsp;

Dieselgate, FCA USA ammette: &quot;Vendute auto con emissioni truccate&quot;

        Polestar 0 Project, il Marchio di Volvo alza l&rsquo;asticella. Il Progetto Zero &egrave; molto ambizioso: arrivare entro il 2030 alla realizzazione di un&rsquo;auto che non abbia alcuna impatto ambientale. Zero emissioni su strada, ma anche nella progettazione, nello sviluppo e nella produzione. Un piano ambizioso, ma in linea con il percorso del Gruppo. Polestar punter&agrave; dritto all&rsquo;obiettivo, senza compensazioni per le emissioni di anidride carbonica, anzi scappatoie come le ha definite Thomas Ingenlath, CEO del Marchio, quali la compravendita di &ldquo;certificati verdi&rdquo; o l&rsquo;impianto di alberi. &ldquo;Dovremo andare oltre ci&ograve; che &egrave; possibile oggi. Mettere in discussione tutto e&nbsp; innovare". Ottimista il responsabile della sostenibilit&agrave; di Polestar, Fredrika Klar&eacute;n: "Siamo elettrici, quindi c&rsquo;&egrave; motivo di preoccuparci per i motori. Ma ci&ograve; non significa che il nostro progetto sia completato. Bisogna eliminare tutte le emissioni derivanti dalla produzione dei nostri veicoli". Coinvolta tutta la filiera Il processo, oltre alla produzione e lo sviluppo coinvolger&agrave; tutta la catena, compresi anche fornitori e concessionarie: ogni auto sar&agrave; accompagnata da una dichiarazione di sostenibilit&agrave;.&nbsp; Ingenlath ha aggiunto: &ldquo;I consumatori sono un'enorme forza trainante nel passaggio a un'economia sostenibile. Devono essere forniti degli strumenti giusti per prendere decisioni informate ed etiche. Oggi, una Polestar 2 lascia i cancelli della fabbrica con un'impronta di carbonio. Nel 2030 presenteremo un'auto che non lo far&agrave;". Geely, in arrivo un nuovo Marchio anti Tesla       

Su strada, nella progettazione, nello sviluppo nella produzione: anche presso fornitori e concessionari.

Polestar 0 Project, nel 2030 auto senza impatto sul clima

        L&rsquo;UE tende una mano al settore automotive e accoglie le richieste dei costruttori per estendere il sistema premiante sul calcolo della CO2 anche alle quattro ruote dotate di alternatori ad alta efficienza alimentati a metano e GPL, sia mono che bi-fuel. UE, stop alla vendita di auto benzina, diesel e ibride dal 2035 &ldquo;UN&rsquo;OPPORTUNIT&Agrave; PER L&rsquo;INDUSTRIA NAZIONALE&rdquo; La notizia arriva da Assogasliquidi-Federchimica, che attraverso un comunicato ha reso nota l&rsquo;intenzione della Commissione Europea di estendere il sistema premiante &ndash; che prima riguardava solamente le auto a benzina e diesel dotate di alternatori ad alta efficienza &ndash; a tutti i mezzi (veicoli commerciali leggeri inclusi) che viaggiano a metano e GPL. Le ricadute di tale delibera, regolamentata dalla Decisione di esecuzione 2021/488 del 22 marzo 2021, porter&agrave; un grande vantaggio agli acquirenti di queste nuove auto che, oltre all&rsquo;economicit&agrave; e al basso impatto ambientale, ora vedranno aggiungersi i vantaggi dell&rsquo;ibrido nella riduzione dei consumi. &ldquo;La Decisione della Commissione Europea rappresenta una ottima opportunit&agrave; per l&rsquo;industria nazionale, &ndash; ha commentato Andrea Arz&agrave;, presidente di Assogasliquidi-Federchimica &ndash; perch&eacute; consente di affermare ancora una volta il valore e la flessibilit&agrave; di queste alimentazioni alternative anche in combinazione con la sempre pi&ugrave; frequente ibridizzazione dei nuovi veicoli&rdquo;. Auto elettriche e ibride: nuova etichetta standard su veicoli e colonnine       

La Commissione Europea ha pubblicato la Decisione accogliendo la richiesta dei costruttori e ascoltando l&rsquo;interesse degli automobilisti verso i mezzi con alimentazione a metano e GPL

Benefici sul calcolo della CO2: l’UE estende anche su auto a gas

Dopo aver rinnovato gli incentivi per il 2021, il Governo ha confermato anche l&#39;ecotassa introdotta nel 2019 per disincentivare l&#39;acquisto di vetture inquinanti. In particolare, sono state riviste le fasce che impongono il pagamento della quota prevista alla lucedell&#39;introduzione del nuovo sistema di omologazione WLTP. Che, rispetto al precedente NEDC, rileva emissioni medie sensibilmente pi&ugrave; elevate, rendendo necessario aumentare le soglie sia dell&#39;ecobonus che dell&#39;ecotassa.  Incentivi e promozioni a gennaio: tutti gli sconti sotto i 20.000 euro marchio per marchio  Le nuove cifre da pagare  Precedentemente, la soglia limite oltre la quale era introdotta la tassa era pari a 160 grammi per chilometro di anidride carbonica, mentre ora il valore &egrave; salito a 190 grammi. La quota base da pagare &egrave; di 1.100 euro per le vetture che emettono da 191 a 210 g/km di CO2, cifra che sale a 1.600 euro per la fascia 211-240 g/km, 2.000 euro per quella 241-290 g/km e 2.500 euro per le vetture con emissioni superiori ai 291 g/km di CO2.  Nonostante l&#39;aggiornamento delle soglie, non cambia la lista delle vetture che devono pagare l&#39;Ecotassa, visto che le modifiche sono state fatte esclusivamente per adeguarsi al nuovo standard di omologazione. Come prima, inoltre, il pagamento &egrave; una tantum, cio&egrave; da versare solo al momento dell&#39;acquisto dell&#39;auto nuova (o della sua importazione dall&#39;estero). Qualora si acquisti una macchina usata non &egrave; necessario pagare alcuna Ecotassa, cos&igrave; come per le auto gi&agrave; circolanti.  Ecotassa 2021, chi la paga?  La lista delle auto buove he portano in dote l&#39;addebito della nuova Ecotassa 2021 &egrave; molto lunga. Ma ecco qualche esempio per marca e modello: Aston Martin (tutti i modelli), Audi: A8, Q7, Q8, R8, RS3, RS4, RS5, RS6, RS7, RS Q3, RS Q8, S8, SQ7, SQ8; Bentley: Bentayga, Mulsanne; BMW: M2, M3, M4, M5, M8, Serie 5, Serie 7, Serie 8 , X3 M, X4 M, X5 xDrive 40i, X5 M, X6, X6 M, X7; Cadillac: XT4; Ferrari: 812 GTS e Superfast, GTC4 Lusso, Portofino; Ford: Mustang Coup&eacute; e Convertible; Honda : NSX; Jaguar: E-Pace, F-Pace, F-Type, XJ; Jeep: Grand Cherokee, Wrangler, Lamborghini: Aventador, Hurac&aacute;n; Land Rover: Defender, Discovery, Range Rover, Range Rover Sport e Range Rover Velar; Lexus: LC Hybrid, RC Hybrid; Lotus: Evora, Exige; Maserati: Ghibli, Levante, Quattroporte; McLaren: 540C, 570GT, 570S e 570S Spider, 720S; Mercedes: AMG GT e AMG GT Roadster, AMG GT4 Coup&eacute;, Classe G SUV, CLS Coup&eacute;, GLA, GLC e GLC Coup&eacute;, GLE Coup&eacute; 400 d Coup&eacute;e SUV, GLS SUV; Morgan: Plus 8, Roadster; Nissan: GT-R; Porsche: 718 Boxster e Cayman, 911 Coup&eacute;, Cabrio, Speedster e Targa, Cayenne e Cayenne Coup&eacute;, Macan, Panamera e Panamera Sport Turismo; Rolls Royce: Cullinan, Dawn, Phantom, Wraith; SsangYong Korando 1.5 T Benzina 4WD.  La Ministra dei Trasporti De Micheli a rischio sostituzione: i nomi dei nuovi candidati  Sistema pi&ugrave; realistico  Il NEDC (New European Driving Cycle) era il sistema di omologazione in vigore fino a due anni fa dopo essere stato introdotto nell&#39;ormai lontano 1992. Giudicato ormai obsoleto e poco affidabile, il NEDC &egrave; stato sostituito di recente dal WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicle Test Procedure). Il nuovo sistema simula in maniera pi&ugrave; accurata l&#39;utilizzo della vettura, che viene testata su un percorso complessivo di 23 km (contro gli 11 km del vecchio sistema) con una velocit&agrave; media di 47 km/h (prima erano 33) e un maggior numero di parametri valutati.  Mediamente, le emissioni e i consumi calcolati secondo il ciclo WLTP sono pi&ugrave; elevati, e per questo si &egrave; reso necessario aggiornare tutte le soglie per evitare che modelli prima considerati &ldquo;virtuosi&rdquo; vengano improvvisamente considerati inquinanti. L&#39;aggiornamento dei dati di omologazione riguarda solo le vetture nuove. Dal 2019 sul libretto delle vetture sono segnate le emissioni rilevate secondo entrambi i sistemi, mentre da quest&#39;anno i dati rilevati secondo il NEDC non verranno pi&ugrave; presi in considerazione, mantenendo solo i pi&ugrave; affidabili WLTP.  Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto per il rinvio allo stop Euro 4 diesel 

I livelli di emissioni di CO2 che comportano il pagamento della tassa sono stati rivisti per adeguarsi all&#39;introduzione del ciclo di omologazione WLTP: scopriamo le cifre e i modelli interessati

Ecotassa auto 2021, ecco i prezzi e le fasce per la nuova tassa da pagare

        Da oltre un decennio quello dei SUV &egrave; un mercato che non conosce crisi. Le quote degli Sport utility vehicle sono cresciute costantemente trimestre dopo trimestre, e anche chi pensava a una moda passeggera ha dovuto ricredersi. Ancora oggi i SUV continuano a prendersi clienti fino a poco tempo fa affezionati alle vetture tradizionali, e nel 2019 hanno raggiunto una quota di mercato del 38%. Ora per&ograve; la crescita esponenziale di questo tipo di auto potrebbe costare caro ai Costruttori. Che, a causa dei limiti di emissioni di CO2 imposti dalle istituzioni europee, potrebbero dover ridimensionare l&rsquo;importanza dei Suv nei loro listini. O rassegnarsi a pagare multe miliardarie. Kia Sorento, 265 cavalli per il grande SUV plug-in ibrido Nuove norme europee Come noto, le Case dovranno sottostare a un limite di emissioni medie della propria gamma pari a 95 grammi di anidride carbonica per kilometro percorso, da rispettare entro il 2021. Pur con le dovute esenzioni (come per esempio quelle per i marchi di vetture sportive o di lusso che vendono poche migliaia di unit&agrave;) il rischio &egrave; che Bruxelles recapiti multe per miliardi di euro nei prossimi anni. Anche perch&eacute; tale limite continuer&agrave; a scendere costantemente negli anni a seguire: 80 grammi nel 2025 e 59 nel 2030, con l&rsquo;obiettivo, non troppo lontano, di raggiungere il sogno delle emissioni zero.  Al momento per&ograve; le Case sono ben lontane dal raggiungere gli ambiziosi obiettivi imposti dall&rsquo;Unione Europea. Come segnala Jato Dynamics, la societ&agrave; di analisi del mercato automobilistico, al momento le emissioni medie sforano di ben 27,2 g/km l&rsquo;obiettivo fissato dall&rsquo;UE per il prossimo anno. Con un trend che &egrave; in diminuzione, ma molto lenta. Nel 2019 si sono registrati numeri paragonabili a quelli del 2014, complice anche il sempre minore peso dei motori Diesel, che pur combattuti da Case e istituzioni garantivano minori emissioni di CO2. Lister Stealth, il super-suv da 312 km/orari Troppi SUV in circolazione Ma secondo Jato la &ldquo;colpa&rdquo; principale del mancato raggiungimento dei limiti 2021 &egrave; da ricercare nell&rsquo;eccessiva presenza di SUV sulle strade. Bench&eacute; molto pi&ugrave; virtuosi che in passato, questo tipo di auto &egrave; comunque caratterizzato da una minore efficienza dovuta al maggiore peso e a una peggiore aerodinamica. Tanto che, se si considerano solo gli Sport utility, il gap rispetto al limite di emissioni sale a 36,5 g/km. Jato fornisce poi una serie di dati che fa capire come i SUV rappresentino la maggiore fonte di anidride carbonica per le Case: le citycar emettono in media 107,7 grammi, le segmento B sono a quota 109,1, le segmento C raggiungono i 114,8, mentre le berline del segmento D (grazie al boom della Tesla Model 3) solo 115,9. Di contro, i SUV di piccole dimensioni registrano medie di 122,7 g/km, quelli pi&ugrave; grandi salgono a quota 131,5. Solo sportive, auto di lusso e van hanno emissioni maggiori, a fronte per&ograve; di numeri molto inferiori in termini di vendite.  Quale soluzione, quindi? Secondo Jato per ridurre il problema legato alle eccessive emissioni dei SUV la soluzione migliore &egrave; quella di lavorare sulla loro efficienza, introducendo modelli pi&ugrave; piccoli, leggeri e privi della trazione 4x4. Senza dimenticare le versioni elettrificate, ancora rare ma che potranno permettere alle Case di mantenere in gamma tutti i loro SUV. L&rsquo;alternativa, infatti, &egrave; quella di tagliare l&rsquo;offerta di questo tipo di auto, e sospenderne (o limitarne) la vendita in alcuni mercati. Fiat 500X a metano risparmia fino al 55% dei consumi: 96 km con 10 euro       

Gli sport utility, che pesano per ben il 38% del mercato, producono emissioni di Co2 troppo alte e rischiano di far pagare sanzioni miliardarie ai Costruttori: ecco cosa rischiano i Marchi dell'automotive

Troppi SUV in strada: le Case automobilistiche rischiano una mega multa

        Prendi una Fiat 500 X 1.6 Torq 4 cilindri 1598 cc 81 Kw (110 hp) con cambio meccanico Euro 6, convertita a metano in after market attraverso l&rsquo;installazione di un kit specifico (in origine era a benzina), e controlla quanto si risparmia. &Egrave; la prova pratica messa in atto da Ecomotive Solutions e Autogas Italia. Cerchi un'auto usata? Sfoglia il nostro listino Testi di consumi ed emissioni Prima di tutto, la vettura &egrave; stata sottoposta a vari test per determinare consumi di carburante ed emissioni di CO2. Se il consumo di benzina &egrave; stato valutato impiegando un apposito contenitore graduato (sottoposto anche a pesatura), quello di metano ha richiesto normali rifornimenti presso la stessa stazione agli stessi orari del giorno con uguale pressione presente nelle bombole.  I risultati Cosa &egrave; emerso dai test su strada su percorso misto? In base ai consumi rilevati, il costo al chilometro a benzina &egrave; risultato essere di 0,104 euro, mentre per il metano si parla di 0,047. In altre parole, con 10 euro di benzina la Fiat 500 X percorre circa 96 km, con il metano arriva quasi a 213 km. Una netta differenza e un risparmio di circa il 55%. &ldquo;Il costo chilometrico viaggiando a metano &ndash; evidenziano Ecomotive Solutions e Autogas Italia - in alcuni casi pu&ograve; essere simile o addirittura inferiore al costo sostenuto per caricare un&rsquo;auto ibrida plug-in (dipende dal tipo di carica che si effettua). Inoltre, il risparmio viaggiando a metano permette di ammortizzare il costo di installazione dell&rsquo;impianto, pari a circa 2.200 euro iva compresa, spese di collaudo escluse, entro 40.000 km di percorrenza&rdquo;. Contemporaneamente, le emissioni di CO2 scendono a 128 gr/km (inferiore del 25% rispetto al funzionamento con benzina): sulla base delle stime di Ecomotive Solutions e Autogas Italia, percorrendo anche solo 10.000 km/anno, si possono ridurre le emissioni di CO2 di 420 kg (che si traducono nella quantit&agrave; di CO2 assorbita da 20 alberi in un anno, in ambiente urbano). Sfoglia la gamma Fiat: tutti i modelli sul mercato I vantaggi &ldquo;La conversione a metano di una vettura come la 500 X in after market &ndash; sottolineano Ecomotive Solutions e Autogas Italia -&nbsp;non ha di per s&eacute; nulla di particolarmente innovativo se non il fatto che si tratta di un veicolo circolante con motore omologato euro 6 e quindi quello che ci preme evidenziare sono i vantaggi che possiamo ottenere. I focus sui quali ci siamo concentrati riguardano sia i consumi di carburante che la riduzione di CO2 che possiamo ottenere anche su un veicolo di ultima generazione dotato di un impianto a metano installato in after market&rdquo;. Fiat 500 La Prima, aperti gli ordini della berlina       

I test eseguiti da Ecomotive Solutions e Autogas Italia mostrano un notevole abbassamento dei consumi e il -25% di CO2 rispetto al funzionamento con benzina

Fiat 500X a metano risparmia fino al 55% dei consumi: 96 km con 10 euro

I test eseguiti da Ecomotive Solutions e Autogas Italia su una Fiat 500 X 1.6 Torq 4 cilindri 1598 cc 81 Kw (110 hp) con cambio meccanico Euro 6, convertita a metano in after market, mostrano un notevole abbassamento dei consumi e il -25% di CO2 rispetto al funzionamento con benzina 

Fiat 500X a metano, risparmio del 55% e meno emissioni CO2 FOTO

        Nonostante gli sforzi dell'automotive per investire in tecnologie ibride ed elettrificare le auto, il traguardo delle emissioni di Co2 controllate e a norma per l'Unione europea &egrave; ancora molto lontano. A rivelarlo &egrave; uno studio svolto da Netbet che evidenzia come nessuna delle dieci case automobilistiche pi&ugrave; vendute attualmente soddisfa l'obiettivo di emissioni medie di 95 gCO2/km per l'intera flotta dei limiti imposti dall'UE per l'anno 2021. Per mettersi in pari le case automobilistiche sarebbero costrette a spendere il 40% delle loro entrate per ridurre le emissioni e non incappare nella multa collettiva di 114,6 miliardi. Precisamente la cifra si aggira intorno ai 42,4 miliardi di euro ciascuno, pari al 39,5% del loro fatturato annuo. I costruttori che non riusciranno a raggiungere l'obiettivo medio di emissioni della flotta auto stabilite, saranno multati di 95 euro per ogni CO2/km in piu? rispetto all'obiettivo, moltiplicato per le unita? vendute. Tutto sugli incentivi auto legati all'Ecobonus 2020 La classifica&nbsp; Sulla base delle vendite e delle emissioni medie per marca, Daimler AG &egrave; la pi&ugrave; lontana dall'obiettivo e potrebbe quindi incorrere in una multa di 13,3 miliardi di euro nel 2021 (95 euro per gCO2/km oltre l'obiettivo, moltiplicato per le vendite), mentre il Gruppo Volkswagen sarebbe tenuto a spendere ben 88,6 miliardi di euro per compensare le emissioni di carbonio del 2019.  Il report sulle emissioni delle automobili redatto, evidenzia che il gruppo FIAT Chrysler, ad esempio, rischia una sanzione annuale di 12,3 miliardi di euro ed &egrave; proprietaria dei veicoli con le maggiori emissioni, che producono in media 63,1 kg di CO2. Toyota Industries invece e? la compagnia meno inquinante con emissioni medie di carbonio pari a 53,8 kg. Sulla base delle loro cifre di vendita, i costruttori hanno prodotto rispettivamente 278,8 miliardi e 577,8 miliardi di kg di carbonio nell'ultimo anno. Nessuna casa automobilistica &egrave; attualmente in linea con i requisiti imposti dall'UE per il settore trasporti, che &egrave; responsabile del 24% sull'emissioni di CO2 complessive annuali.&nbsp; Le 7 regole d'oro per viaggiare in auto d&rsquo;estate coi bimbi Inoltro da uno studio condotto dalla Carbon Engineering e? emerso che recuperare una tonnellata di CO2 nell'atmosfera costa una media di 150 euro che, oltre a mitigare il cambiamento climatico, favorisce inoltre l'implementazione di tecnologie a basse emissioni di carbonio e fonti di energia rinnovabili. Sulla base delle emissioni medie per modello e delle unita? vendute per marchio, i principali produttori avrebbero potuto emettere lo scorso anno 282 miliardi di kg di CO2 ciascuno, con un costo di compensazione pari a 424 miliardi di euro. Tutti i risultati, marchio per marchio e nel dettaglio, sono consultabili su Netbet.it&nbsp;       

Uno studio ha rivelato che nessuno tra i dieci marchi automobilistici pi&ugrave; venduti &egrave; in linea con le normative imposte dall'UE. Volkswagen dovrebbe spendere il 71% del suo fatturato annuo per compensare il gap dell'ultimo anno, mentre la Daimler AG solo il 17%. Ed FCA? Ecco tutti i dettagli&nbsp;

Emissioni Co2 auto: multa di 114,6 miliardi a tutto l'automotive per ridurle?

L&rsquo;annuncio &egrave; arrivato su twitter, canale di comunicazione prediletto dal Presidente USA: &quot;Grandi notizie! Le famiglie americane ora saranno in grado di acquistare auto&nbsp;pi&ugrave; sicure, pi&ugrave; economiche e pi&ugrave; ecologiche&nbsp;con le nostre nuove regole di sicurezza sui veicoli&rdquo;.   Great news! American families will now be able to buy safer, more affordable, and environmentally friendly cars with our new SAFE VEHICLES RULE. Get rid of those old, unsafe clunkers. Build better and safer American cars and create American jobs. Buy American! &mdash; Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 31, 2020   &quot;La mia proposta per le Case automobilistiche politicamente corrette&nbsp;abbasser&agrave; il prezzo medio di un&#39;auto per i consumatori di oltre 3.500 dollari&rdquo;.   My proposal to the politically correct Automobile Companies would lower the average price of a car to consumers by more than $3500, while at the same time making the cars substantially safer. Engines would run smoother. Positive impact on the environment! Foolish executives! &mdash; Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 31, 2020   &quot;La mia amministrazione sta aiutando i lavoratori delle aziende automobilistiche statunitensi sostituendo la fallita regola sulle emissioni di Obama. Impossibile soddisfare il suo&nbsp;Green New Deal Standard; Un sacco di sanzioni inutili e costose per gli acquirenti di auto!&quot;.   My Administration is helping U.S. auto workers by replacing the failed Obama Emissions Rule. Impossible to satisfy its Green New Deal Standard; Lots of unnecessary and expensive penalties to car buyers! &mdash; Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 31, 2020   Nello spazio di tre post, la ratificazione di una scelta clamorosa, ma attesa, visto che gi&agrave; nel 2018 l&rsquo;ente ambientale americano aveva gi&agrave; anticipato la decisione di allentare i vincoli.  Cosa cambia da Obama a Trump  Obama, nel 2012, aveva fissato come obiettivo da raggiungere da parte dei costruttori di auto, lo standard di 46,7 miglia per gallone di benzina, incrementando del 5% all&rsquo;anno l&rsquo;efficienza dei veicoli. Ora cambia tutto: la nuova soglia &egrave; fissata a 40,7 miglia per gallone entro il 2030, con l&rsquo;incremento dell&rsquo;efficienza emergetica delle vetture a combustione interna che scende all&rsquo;1,5% all&rsquo;anno.  &Egrave; chiaro che la partita &egrave; tutta elettorale. Con l&rsquo;elezioni presidenziali a novembre, Trump punta a una stretta ulteriore verso i Costruttori esteri, che spinti dai vincoli ambientali hanno l&rsquo;auto elettrica o elettrificata&nbsp; al centro dei piani di industriali, salvaguardando la produzione interna.  Una scelta che potrebbe essere devastane per il futuro della mobilit&agrave; decarbonizzata perch&eacute;, in questo modo, la ricerca e sviluppo su tecnologie pi&ugrave; efficienti diventa disincentivata, con un colpo durissimo inferto agli sforzi fatti fino ad ora per rendere le vetture sempre meno inquinanti.  Battaglia legale  La partita, per&ograve;, non &egrave; chiusa. La California guida un drappello di stati pronti a sfidare Trump e le nuove norme sul piano legale, portando la questione in tribunale.  Su quale strada si metteranno, per&ograve;, gli USA verr&agrave; decisa il giorno delle presidenziali il 3 novembre prossimo. La riconferma di Trump sarebbe la pietra tombale definitiva, mentre una vittoria del fronte democratico potrebbe riportare gli USA su scelte molto pi&ugrave; eco compatibili. 

Il presidente americano innesta la retromarcia sugli standard ambientali fissati dall&rsquo;amministrazione che l&rsquo;ha preceduto

Emissioni auto, Trump cancella i limiti messi da Obama

        Un dazio salato da pagare per l'automotive europeo. Il totale delle multe sub&igrave;to dalle Case automobilistiche del Vecchio Continente per non aver rispettato l&rsquo;obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2021, cos&igrave; come imposto dalla Commissione Europea, ammonterebbe a ben 14,5 miliardi di euro. Maserati, anche la supersportiva sar&agrave; elettrica LA SITUAZIONE DEL MERCATO EUROPEO Lo afferma lo studio di PA Consulting, che ha analizzato i recenti andamenti del mercato. &Egrave; stato rilevato infatti come in Europa la vendita di auto a emissioni medie/basse (ovvero sotto il 50 g/km) stia rallentando, ed &egrave; quindi difficile pronosticare una ripresa entro il 2020, l&rsquo;anno che &egrave; stato preso come riferimento per il calcolo finale delle sanzioni, che prevede l&rsquo;addebito di 95 euro per ogni grammo di CO2 sopra all&rsquo;obiettivo prefissato dalla Commissione Europea. DATI PEGGIORATI RISPETTO AL 2018 E i dati vanno peggiorando, se &egrave; vero che nel penultimo studio di PA Consulting, datato dicembre 2018, la multa stimata per non pi&ugrave; di 13 Case era 3.9 miliardi di euro: adesso, a inizio 2020, nessun Marchio &egrave; immune, e la cifra sale addirittura a 14,5 miliardi. Tra i &ldquo;bocciati&rdquo;, desta scalpore soprattutto la situazione di Toyota. La Casa giapponese nel 2018 toccava una quota di emissioni di CO2 pari a 87,1 g/km con un obiettivo di 94,9 g/km. Nel 2020, invece, si &egrave; saliti a 95,1 g/km. La multa pi&ugrave; pesante potrebbe doverla pagare Volkswagen: 4,5 miliardi di euro, il triplo rispetto allo studio edizione 2018. Batterie elettriche, l'Europa pronta al mega investimento       

Ecco a quanto ammonta la sanzione totale per i Marchi automobilistici europei che non hanno raggiunto l&rsquo;obiettivo di riduzione delle emissioni imposto dalla Commissione Europea entro il 2021

Multe CO2 auto: l'UE sanziona l'automotive europeo per 14,5 miliardi

        La strada &egrave; quella giusta. Sono stati registrati i dati sulle emissioni di CO2 derivate dall&rsquo;uso di veicoli a benzina e gasolio, e un confortante segno meno descrive una situazione pi&ugrave; che positiva. Rispetto all&rsquo;anno 2018, considerando i mesi tra gennaio e settembre, sono state prodotte 547.023 tonnellate in meno di anidride carbonica, cio&egrave; &nbsp;-0,8%. AGOSTO IN RECUPERO Il Centro Ricerche Continental Autocarro ha fornito i numeri relativi al periodo estivo, momentaneamente in rialzo per quanto riguardava il mese di luglio (+1,9%) ma contrastati da un eccellente -2,9% di agosto 2019 rispetto allo stesso mese dell&rsquo;anno precedente. 241.104 tonnellate in meno durante l&rsquo;ottavo mese del calendario. Honda, addio al Diesel in Europa entro il 2021 SEMPRE MENO GASOLIO La situazione positiva &egrave; stata favorita dall&rsquo;ingente diminuzione di utilizzo dei veicoli a gasolio, -403.383 tonnellate, quasi tre volte superiore alla riduzione dei mezzi a benzina, che pure &egrave; diminuita per 143.640 tonnellate. I segnali sono incoraggianti e ora si attende il responso per l&rsquo;ultimo trimestre del 2019.       

I dati del Centro Ricerche Continental Autocarro fanno registrare 547.023 tonnellate in meno rispetto ai primi nove mesi del 2018: bene ad agosto, diminuisce tantissimo l'uso dei motori a gasolio

Emissioni CO2, calo dello 0,8% per diesel e benzina

        La decisione &egrave; stata presa e le nuove norme sulle emissioni di biossido di carbonio (Co2) di auto e furgoni sono state accettate. La proposta ha dovuto fare un po' di strada: la Commissione europea l'aveva gi&agrave; presentata nel novembre 2017, poi &egrave; passata per il Parlamento e per il Consiglio, che prima ha preso la sua posizione e poi ha dato l'ok definitivo il 15 aprile 2019. Le nuove regole sul trasporto pulito fissano il limite di emissioni di Co2 dal 2020 al 2030: ridotte del 37,5% per le auto e del 31% per i furgoni. Nel frattempo, si punta a un obiettivo intermedio del 15% entro il 2025. Allarme Anfia: senza il Diesel le auto inquinano di pi&ugrave; &ldquo;Oggi &egrave; una giornata importante nel percorso intrapreso con convinzione, dal nostro Paese e dall'Europa, di lotta ai cambiamenti climatici&rdquo; ha commentato ieri il Ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, dopo il via libera del Consiglio dell'Unione europea al taglio delle emissioni Co2. &ldquo;L'Unione ha infatti detto s&igrave;, in via definitiva, alle nuove norme sulle emissioni di biossido di carbonio per le auto e i veicoli commerciali leggeri, e siamo soddisfatti del contributo fondamentale dato dall'Italia, che si &egrave; impegnata fortemente affinch&eacute; venissero messi nero su bianco obiettivi pi&ugrave; ambiziosi. Siamo felici di esserci riusciti&rdquo;. FCA paga Tesla per ridurre le emissioni Il quadro che si presenta riguarda l'intero parco veicoli dell'Ue con obiettivo 2030. Alla base del progetto, rispetto della politica climatica ed energetica e speranza che le case automobilistiche possano dare il loro contributo verso uno scopo comune. A questo si aggiunge che il minor fabbisogno di combustibili fossili gioverebbe alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Unione e ridurrebbe, inoltre, la dipendenza del blocco comunitario dalle importazioni di energia da altri Paesi.       

Il regolamento vuole fare in modo che dal 2030 le vetture generino, in media, emissioni di biossido di carbonio inferiori del 37,5% per le macchine e del 31% per i veicoli commerciali leggeri rispetto ai livelli del 2021

Ue, decisione finale su taglio di Co2 alle auto dal 2030

        Diesel o non Diesel? La demonizzazione del carburante per eccellenza dei macinatori di chilometri ha fatto breccia. Senza dubbio in Italia valori non lontani da una quota di mercato del 60% erano anomali. Ma la caccia alle streghe degli ultimi anni &egrave; stata controproducente, a nostro avviso. Come dimostrano i fatti. Della stessa opinione &egrave; Anfia, l&rsquo;Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica. Che ha presentato uno scenario chiaro. &ldquo;Per raggiungere il target del 2021 di 95 g/km di CO2 nell&rsquo;Unione Europea, occorre che la media delle emissioni si riduca ancora di 23,5 g/km, un&rsquo;impresa impossibile senza il contributo delle auto nuove Diesel, che producono meno CO2 delle auto a benzina, o senza un aumento esponenziale di auto elettriche, impensabile con l&rsquo;attuale rete infrastrutturale di ricarica. E senza un sostegno economico prolungato alla domanda, visto il mix del mercato&rdquo;.  Discorso che non fa una piega. Confermato dai numeri. &ldquo;Anche per il 2018 si determiner&agrave; - prosegue Anfia nel suo comunicato - come per l&rsquo;anno precedente, un aumento delle emissioni medie di CO2 delle nuove auto vendute, dovuto al fatto che le auto a benzina (in crescita) producono pi&ugrave; emissioni di CO2 delle auto diesel (in calo costante) e che l&rsquo;incremento delle auto ad alimentazione alternativa, pur in forte crescita, non &egrave; sufficiente ad abbassare il livello medio delle emissioni delle nuove auto immatricolate. Proprio sul fronte ambientale, dunque, l&rsquo;agenda anti-diesel ha rallentato i progressi sui cambiamenti climatici&rdquo;. Scacco, verrebbe da dire. E adesso? Il 2021 di fatto &egrave; dietro l&rsquo;angolo. Nel caso di sforamento ogni Casa dovr&agrave; pagare 95 euro per ogni grammo di CO2 emesso in pi&ugrave;. Si prospettano multe potenzialmente da miliardi di euro. In questa ottica il ventilato accordo FCA-Tesla per &ldquo;accogliere&rdquo; le elettriche di Musk e i contatti tra Mazda e Toyota sono i primi segnali della corsa ai ripari.       

Non sar&agrave; possibile rispettare il limite di emissioni di 95 g/km del 2021 senza l&rsquo;aiuto dei motori a gasolio

Allarme Anfia: senza il Diesel le auto inquinano di più

        L&rsquo;Europa stringe, l&rsquo;Italia allarga ma punisce i &ldquo;ricchi&rdquo; e purtroppo non solo quelli. Il rimedio forse peggio della misura originaria. Mentre l&rsquo;Unione Europea concorda politicamente (ma decideranno Consiglio e Europarlamento) la &ldquo;mazzata&rdquo; sulle restrizioni alle emissioni di CO2 - -37,5% nel decennio 2021-2030, partendo dal tetto gi&agrave; stabilito di 95gr/km del 2021: morale si arriver&agrave; a 55,5 gr/km! -, l&rsquo;Italia della politica e dei compromessi, con la sua odiata ecotassa, &ldquo;salva&rdquo; le utilitarie e punisce, cio&egrave; tassa le macchine di grossa cilindrata fino a 2.500 euro, fissando il nuovo tetto di partenza delle emissioni dal quale scatta il prelievo a 160 gr/km. Partiamo dal difficoltoso parto, figlio del braccio di ferro Lega-M5S, che si conclude con qualcosa che somiglia al superbollo di Monti e anche se incastrato in un contesto generale di incentivi va a penalizzare non solo i possessori di Suv e di vetture di grossa ciliondrata ma moliti, troppi italiani. Il sottosegretario Dell&rsquo;Orco, via tweet ha infatti annunciato di aver riformulato e inviato corretto al Senato, l&rsquo;emendamento presentato due settimane fa alla commissione della Camera inserito nella Legge di Bilancio. Di fatto confermato l&rsquo;ecosconto da 1.500 a 6.000 euro per l&rsquo;acquisito di auto elettriche, ibride e a metano (pi&ugrave; 5 milioni per la realizzazione di colonnine di ricarica). Ma il contributo pieno, di 6000 euro, andr&agrave; solo per chi rottama l'auto e compra un'elettrica nella fascia di emissioni 0-20 gr/km di Co2. Per la fascia di 21-70 gr/km di Co2, si scende a 2500 euro. Senza rottamazione, si avranno 4mila euro nella prima fascia e 1.500 nella seconda. Tremila euro invece sono a disposizione per l'acquisto di un motorino elettrico o ibrido. Il contributo, fino al 30%, &egrave; previsto per chi rottami una moto di cilindrata inferiore o superiore ai 50 cc per comprare un veicolo non inquinante della stessa categoria. La copertura arriver&agrave; a 60 milioni per il 2019, a 70 per 2020 e 2021. Dall'ecobonus/sconto all'ecotassa, il passo &egrave; breve e pesante: innalzata la soglia delle emissioni dalla quale scatta il prelievo, cio&egrave; appunto 160 gr/km di CO2. Mentre la tassa varier&agrave; da un minimo di 1.100 a un massimo di 2.500 euro: tanto dovr&agrave; sborsare chi dal primo marzo 2019 chi comprer&agrave; un'auto &ldquo;inquinante&rdquo;. Quattro le soglie previste, che toccano anche macchine non di lusso: per i veicoli che emettono da 161 a 175 CO2 gr/km, l'imposta &egrave; di 1.100 euro; che sale a 1.600 euro per la fascia 176-200 CO2 rg/km, a 2.000 euro per la fascia 201-250 CO2 gr/km fino ad arrivare ai 2.500 euro per i veicoli che superano i 250 CO2 g/km.&nbsp;Nella fascia di veicoli rtassati, dovrebbero rientrare anche i modelli Qubo, Doblo' e la 500 L Cross della Fiat, alcuni modelli Alfa Romeo, tra cui la Giulietta, e molto modelli Bmw, Jaguar e Ford. Pesante la reazione di Case, operatori e concessionari tramite comunicato congiunto di Anfia, Federauto e Unrae.&nbsp;"Le analisi della misura nella sua nuova riformulazione, evidenziano come ad essere colpite dal malus, non saranno solo le autovetture di lusso o di grossa cilindrata, peraltro gi&agrave; assoggettate ad una gravosa imposta quale il superbollo, ma anche moltissimi modelli ampiamente diffusi sul mercato, molti con una fascia media di costo sul quale l'aggravio di una tassa di 1.100 euro appare veramente irragionevole. Gli impatti della misura considerata dimostrano che il malus &egrave; di gran lunga superiore rispetto alla necessit&agrave; di copertura del bonus. Una misura cos&igrave; strutturata, appare pertanto socialmente iniqua, poich&eacute; richiede a un'ampia fascia di cittadini un importante sforzo economico per finanziare l'acquisto di pochi veicoli. Riteniamo al contrario di fondamentale importanza lo stanziamento previsto a supporto delle infrastrutture di ricarica, a nostro avviso il primo necessario passo che il Paese deve fare per creare le condizioni abilitanti per lo sviluppo della mobilit&agrave; elettrica". Passando all&rsquo;Europa e all&rsquo;accordo - dopo 9 ore di trattative - sul taglio delle emissioni, al netto dell&rsquo;approvazione finale, sembra davvero oneroso l'obiettivo posto alle Case automobilistiche per abbassare le emissioni in 10 anni dai 95 gr/km fino a 55,5. Risultato di quel -37,5% da raggiungere - un taglio a met&agrave; strada tra la proposta dell&rsquo;Europarlamento, 40%, e quella della Commissione europea 30%), che prevede peraltro, un passaggio intermedio con un taglio del 15% al 2025. Per furgoni e pulmini il taglio per il 2025 &egrave; lo stesso (15%), mentre &egrave; fissato al 31% entro il 2030. Anche l&rsquo;Europa include la possibilit&agrave; di attivare incentivi per la produzione di veicoli a basse emissioni e a emissioni zero. Gioved&igrave; i ministri dell'ambiente Ue faranno il punto su un altro regolamento del pacchetto mobilit&agrave; pulita, quello sulla riduzione delle emissioni dei veicoli pesanti. E se le reazioni dell&rsquo;associazione dei consumatori, come dei partiti ambientalisti europei e dello stesso Ministro dell&rsquo;Ambiente Sergio Costa, sono &ldquo;state positive (&ldquo;L&rsquo;accordo chiuso al 37,5% - ha detto Costa - &egrave; merito dell&rsquo;Italia che &egrave; stata leader a costruire un blocco nei confronti di Paesi che non volevano andare oltre un taglio del 20%), diversa &egrave; la posizione dell&rsquo;Acea, l&rsquo;associazione dei costruttori. Che ha espresso: &ldquo;seria preoccupazione, perch&eacute; i nuovi obiettivi avranno l'effetto di un terremoto" sull'occupazione in tutto il settore auto motive, che oggi impiega oltre 13 milioni di persone. I costruttori europei sono ovviamente impegnati a ridurre le emissioni di CO2 - ha dichiarato il segretario generale di Acea Erik Jonnaert - ma questi obiettivi saranno estremamente impegnativi per l'industria automobilistica e richiederanno un assorbimento del mercato di veicoli elettrici e di altri veicoli molto pi&ugrave; forte di quanto attualmente possibile&rdquo;.       

Riformulato l'emendamento degli incentivi all'italiana: confermato sostegno da 1.500 a 6.000&euro; per auto elettriche-ibride e a metano ma solo se chi acquista d&agrave; indietro la vecchia auto. Il prelievo sulle vetture nuove invece varier&agrave; da 1.110 a 2.500&euro; (per quelle che emettono oltre 250 gr/km di CO2). L'UE ordina un ulteriore taglio alla CO2: -37,% entro il 203. Per i costruttori, significher&agrave; scendere dai 95 gr/km del 2021 a 55,5 gr/km. L'Acea: "Sar&agrave; un terremoto per l'occupazione".

Ecotassa con emissioni da 160 gr/km, Ecobonus se si rottama

In Italia nei primi sei mesi del 2017 le emissioni di CO2 derivate dall&rsquo;uso di benzina e gasolio&nbsp;sono diminuite, rispetto allo stesso periodo del 2016, di 532.811 tonnellate, che corrispondono all&rsquo;1,1% in meno.  I dati sono forniti dal Centro ricerche Continental. Il calo delle emissioni di CO2 fatto registrare nei primi sei mesi del 2017 &egrave; confermato anche se si considerano separatamente i dati delle emissioni da benzina e di quelle da gasolio.  Le emissioni derivate da benzina, infatti, sono diminuite di 367.080 tonnellate (e cio&egrave;, in termini percentuali, del 3,1%), mentre quelle derivate da gasolio sono calate di 165.731 tonnellate (che corrispondono allo 0,5% in meno).  Diversa la situazione se si considera il solo mese di giugno. In questo mese, infatti, i dati sulle emissioni di CO2 da benzina e gasolio sono in crescita. In particolare le emissioni da benzina sonio aumentate di 47.880 tonnellate (+2,3%), quelle da gasolio di 118.826 tonnellate (+1,9%). In totale l&rsquo;aumento registrato nel mese di giugno &egrave; pari a 166.706 tonnellate (+2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno).  &nbsp; 

Sono oltre 500.000 le tonnellate di CO2 emesse in meno rispetto allo scorso anno

A met&agrave; 2017 emissioni di CO2 da benzina e gasolio in calo dell&rsquo;1,1%

        A settembre le emissioni di CO2&nbsp;derivate dall&rsquo;uso di benzina e gasolio per autotrazione hanno fatto registrare un aumento del 2,8% rispetto allo stesso mese del 2015. Considerando i primi nove mesi del 2016, invece, sono calate dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questi dati sono stati elaborati dal Centro Ricerche Continental Autocarro, su dati del Ministero dello Sviluppo Economico.&nbsp; Tornando ai dati di settembre, l&rsquo;aumento delle emissioni di CO2&nbsp;deriva da una crescita delle emissioni da gasolio (+4,3%); solo parzialmente compensata da una diminuzione di quelle da benzina (-1,5%).Il calo registrato nei primi nove mesi del 2016 deriva invece principalmente da una diminuzione delle emissioni da benzina (-2,3%), mentre quelle da gasolio sono in lieve aumento rispetto al 2015 (+0,2%). L&rsquo;aumento di settembre segnala un incremento dei trasporti su strada, diretta conseguenza della ripresa che sta caratterizzando l&rsquo;economia del nostro Paese. Se, come tutti ci auguriamo, tale ripresa dovesse continuare nei prossimi mesi, anche le emissioni di CO2&nbsp;da gasolio e benzina continueranno a crescere. Gli effetti negativi di tale aumento, per&ograve;, possono essere limitati, soprattutto per ci&ograve; che riguarda i mezzi pesanti, con una maggiore attenzione alla manutenzione dei veicoli, incluso un controllo pi&ugrave; frequente della pressione dei pneumatici, che influisce direttamente sul consumo di carburante e quindi anche sul livello di emissioni di sostanze nocive.         

Considerando i primi nove mesi del 2016, invece, sono calate dello 0,4%

Emissioni di CO2, a settembre un aumento del 2,8%

        Il riciclo virtuoso. Il processo di ricostruzione dei pneumatici abbatte le emissioni di CO2 di circa il 30% rispetto alla produzione di un pneumatico nuovo, salvando circa il 70% dei materiali originari del pneumatico.  In Italia ogni anno, grazie all&rsquo;uso di pneumatici ricostruiti &egrave; possibile risparmiare mediamente 30 milioni di litri di petrolio ed oltre 20.000 tonnellate di altre materie prime strategiche come gomma naturale e sintetica, nero fumo, fibre tessili, acciaio e rame.  In virt&ugrave; di questi benefici economici ed ecologici, Airp (Associazione Nazionale Ricostruttori Pneumatici), in occasione della presentazione dell&rsquo;edizione 2016 del Libro Bianco sui Pneumatici Ricostruiti (che si &egrave; svolta oggi a Roma), ha chiesto attenzione e sostegno concreto per il settore della ricostruzione dei pneumatici. &ldquo;Le possibilit&agrave; di intervenire &ndash; ha sottolineato Stefano Carloni, presidente di Airp -&nbsp; non mancano. Una soluzione possibile sarebbe un credito di imposta a favore degli utilizzatori finali, che nel nostro settore sono in grande maggioranza autotrasportatori. Anche soluzioni legate alla virtuosit&agrave; ambientale e all&rsquo;utilizzo dei crediti ambientali come leva di competitivit&agrave; avrebbero senz&rsquo;altro effetti positivi. &Egrave; del 29 Settembre 2015 il decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che assegna incentivi a beneficio delle imprese di autotrasporto per il rinnovo e l&rsquo;adeguamento tecnologico del parco veicolare, nel quale, fra i dispositivi tecnici rilevanti ai fini dell&rsquo;ammissibilit&agrave; dei contributi figurano &lsquo;Pneumatici di classe C3 con coefficiente di resistenza al rotolamento RCC inferiore a 8,0 kg/t dotati di Tyre Pressure Monitoring System (TPMS)&rsquo;. &Egrave; solo un esempio di un possibile strumento che avrebbe potuto includere non solo le dotazioni in primo equipaggiamento dei mezzi incentivati, ma tutte le forniture in postvendita, per comprendere anche i pneumatici ricostruiti quali dispositivo atto ad apportare importanti benefici ecologici (ed anche economici) alle imprese di autotrasporto incentivate&rdquo;.       

Ogni anno i &egrave; possibile risparmiare 30 milioni di litri di petrolio ed oltre 20.000 tonnellate di altre materie prime strategiche

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