        Non tutti i mali vengono per nuocere. O, quantomeno, possono aiutare ad accorgersi in tempo di un male peggiore. &Egrave; la morale che possiamo ricavare da una storia che, &egrave; s&igrave; condannabile, ma che si racconta anche per la stramba combinazione di eventi che l&rsquo;hanno caratterizzata. TOSSE SOSPETTA Veneto, Bassano del Grappa (Vicenza): la Polizia locale, intorno alle ore 21 di sabato scorso, nota una Bmw che esce dal parcheggio in piazzale Trento a fari spenti e decide di seguirla. Al volante, un 30enne del trevigiano. La guida &egrave; incerta, cos&igrave; gli agenti fermano il veicolo, identificando il conducente e invitandolo ad eseguire l&rsquo;alcool test. Il ragazzo &egrave; evidentemente ubriaco, ma non riesce a svolgere l&rsquo;esame dell&rsquo;etilometro perch&eacute; tossisce in continuazione. Sembra una scusa, ma non lo &egrave;: il giovane viene accompagnato in Pronto Soccorso. TAMPONE E DENUNCIA Come da protocollo, viene effettuato il tampone rapido sul paziente e poi l&rsquo;alcool test: il ragazzo risulta positivo al Covid-19 e mostra un livello di g/l di 1,93, molto oltre la soglia di tolleranza prevista. In attesa del tampone molecolare di conferma, viene disposta l&rsquo;uscita dall&rsquo;ospedale e il ritorno a casa per iniziare l&rsquo;isolamento fiduciario fino all&rsquo;esito delle analisi. Naturalmente, oltre ad essere accompagnato a casa dalla fidanzata, il trentenne &egrave; stato denunciato per guida in stato di ebbrezza alcolica. Danno e beffa, se cos&igrave; si pu&ograve; definire, ma almeno pu&ograve; dire grazie alle autorit&agrave; per aver tutelato la sicurezza sua e di altri eventuali veicoli e per aver tempestivamente notato la tosse sospetta che lo ha tradito durante il controllo. Diciamolo: poteva andare peggio. Spagna, guida ubriaco e finisce dentro una casa con la sua Renault 19        

Troppa tosse per un 30enne trevigiano fermato dalla Polizia a Bassano del Grappa (VI). Ma la sua salute, nonostante fosse evidentemente brillo, ha insospettito gli agenti che alla fine lo hanno denunciato&nbsp;

Ubriaco al volante, non riesce a soffiare per l'alcool test e scopre che ha il Covid

        Mentre sul lato degli acquisti il Covid ha creato parecchi disagi al mondo dell&rsquo;automotive, la crisi non sembra aver scoraggiato ci&ograve; che riguarda le spese di manutenzione per la propria auto, soprattutto degli italiani. Nonostante il periodo di incertezza che si &egrave; abbattuto sul Paese, infatti, gli automobilisti non vogliono rinunciare alla loro sicurezza. Cerchi un'auto usata? Sfoglia il nostro listino Qualche dato Per chi viaggia in auto l&rsquo;affidabilit&agrave; &egrave; sempre importante, specialmente quando lo si fa su veicoli non pi&ugrave; nuovissimi. Un automobilista su tre a livello mondiale - pi&ugrave; precisamente il 32% - prevede, infatti, di rivolgersi nei mesi a venire a un&rsquo;autofficina che sia in grado di intervenire sulla propria auto cos&igrave; da mantenerne l&rsquo;efficienza. Soltanto il 15%, invece, prevede di rimandare la manutenzione del proprio mezzo a tempi migliori. Un dato, quest&rsquo;ultimo, che deriva principalmente proprio dalla crisi dovuta al Covid-19, che ha fatto rinviare le decisioni di alcuni automobilisti. La maggioranza (53%), tuttavia, si sente sicura nell&rsquo;affermare che non ci saranno cambiamenti cos&igrave; sostanziali, sostenendo che l&rsquo;emergenza in atto non porter&agrave; ripercussioni sulle proprie intenzioni in fatto di interventi manutentivi alla propria auto. L&rsquo;Italia al primo posto Tutto ci&ograve; emerge principalmente dall&rsquo;analisi effettuata dall&rsquo;Osservatorio Autopromotec sulla base di una recente indagine svolta da McKinsey per monitorare l&rsquo;impatto del coronavirus sul mercato e sui settori inerenti alla mobilit&agrave;. Risulta che &egrave; il nostro Paese quello pi&ugrave; propenso a non rinunciare a questi interventi manutentivi. Come spicca dall&rsquo;analisi, infatti, la differenza presente tra la percentuale di automobilisti intervistati che prevedono di aumentare gli interventi in officina e la percentuale di chi, invece, intende rimandarli a tempi meno cupi &egrave; pari al +29. Un dato decisamente superiore a quello degli altri Paesi inseriti nello studio. Bugatti Vision Gran Turismo, meccanico se la costruisce da solo!       

Secondo uno studio che coinvolge varie nazioni, gli automobilisti del nostro Paese sono i pi&ugrave; propensi a non rinunciare agli interventi manutentivi

Manutenzione auto, il Covid non abbatte gli italiani

        Se la riapertura delle scuole in tempi di Covid-19 ha cambiato le abitudini di alunni e studenti, non solo sulla vita in classe ma anche sul tragitto casa-scuola, pi&ugrave; in generale tutti i dati portano ad affermare che i mezzi privati stanno diventando la prima scelta per gli spostamenti di moltissimi italiani. Per la precisione uno su due, lo conferma un sondaggio realizzato dall&rsquo;Osservatorio mobilit&agrave; e sicurezza della Continental (edizione realizzata in collaborazione con l&rsquo;istituto di ricerca Euromedia Research diretto da Alessandra Ghisleri). Cerchi un'auto usata? Sfoglia il nostro listino Vettura privata &egrave; sinonimo di sicurezza Il Covid-19 ha portato nelle nostre vite instabilit&agrave; e insicurezza. E proprio dal sondaggio emerge che il 46% degli italiani prova emozioni negative come ansia, paura e fastidio. A questo stato d&rsquo;animo provano a rispondere aumentando l&rsquo;utilizzo dell&rsquo;auto privata che, come sottolinea Alessandro De Martino (amministratore delegato della Continental Italia), &ldquo;&egrave; il mezzo di trasporto che garantisce sicurezza in tutte le sue accezioni, compresa quella sanitaria, oggi divenuta di drammatica attualit&agrave;&rdquo;. Dei 2.500 intervistati, infatti, il 67% preferisce l&rsquo;auto privata per spostarsi, anche se solo uno su due ha la possibilit&agrave; di utilizzarla. D&rsquo;altra parte, c&rsquo;&egrave; un grande timore verso i mezzi pubblici, visti come luoghi con alta probabilit&agrave; di essere contagiati dal virus. Non solo. Un intervistato su tre apre all&rsquo;ipotesi di acquisto di una nuova vettura, aspetto favorito soprattutto dagli incentivi auto. Le auto post Covid, tra digitale e sostenibilit&agrave;       

Secondo un sondaggio realizzato dall&rsquo;Osservatorio mobilit&agrave; e sicurezza della Continental il 67% degli intervistati indica la vettura privata come mezzo migliore per gli spostamenti

Italiani e Covid-19, uno su due si sposta con l’auto privata

        L&rsquo;emergenza Covid-19 continua e con questa anche gli aiuti a sostegno dei pi&ugrave; bisognosi. Dalla parte di chi tende una mano c&rsquo;&egrave; anche Porsche Italia: la nuova iniziativa messa in piedi dalla filiale italiana della Casa automobilistica, infatti, vuole offrire un contributo concreto, grazie anche alla collaborazione della sua rete di concessionari. Attraverso la campagna &ldquo;Uniti per Ripartire&rdquo; sono stati devoluti 1,3 milioni di euro a 26 Caritas diocesane. Cerchi un'auto usata? Sfoglia il nostro listino Le donazioni Per ogni vettura consegnata dal 1&deg; giugno al 10 agosto al cliente finale, le concessionarie hanno devoluto alla Caritas di competenza della propria zona una somma scelta dal cliente. Il denaro &egrave; destinato a combattere la povert&agrave; alimentare e la povert&agrave; educativa, aspetti della societ&agrave; che il Covid-19 ha contributo a peggiorare. L&rsquo;importo raccolto &egrave; stato poi raddoppiato da Porsche e, in totale, l&rsquo;aiuto &egrave; arrivato a 30.000 famiglie e a pi&ugrave; di 5.000 ragazzi. Le donazioni sono arrivate tramite buoni spesa alle famiglie oppure strumenti tecnologici, come tablet e computer, per permettere ai ragazzi di seguire le lezioni a distanza. Sfoglia la gamma Porsche: tutti i modelli sul mercato Intervento capillare &ldquo;L&rsquo;efficacia dell&rsquo;iniziativa sta nella capillarit&agrave; dell&rsquo;intervento&rdquo; commenta Pietro Innocenti, Amministratore Delegato di Porsche Italia. &ldquo;Ogni Centro Porsche, insieme a Porsche Italia, ha devoluto la cifra raccolta direttamente alla Caritas competente per il proprio territorio, garantendo cos&igrave; che i fondi venissero destinati alle emergenze locali&rdquo;. &ldquo;Porsche Italia &egrave; da sempre molto attenta ai bisogni del territorio. Interventi di responsabilit&agrave; sociale fanno parte del nostro DNA&rdquo; prosegue Innocenti. &ldquo;Lo abbiamo dimostrato, per esempio, nel 2013 con l&rsquo;Italian Tour per il 50&deg; anniversario della 911, in occasione del quale abbiamo supportato, sempre insieme alla nostra rete, numerose associazioni benefiche in tutta Italia; nel 2014 &egrave; nata l&rsquo;iniziativa Ex Machina, con l&rsquo;obiettivo di promuovere l&rsquo;imprenditorialit&agrave; dei giovani; nel 2016 un&rsquo;altra emergenza, il terremoto che distrusse la citt&agrave; di Amatrice e altri centri in Umbria, Marche e Lazio, ci ha visti vicini al territorio attraverso una donazione a favore della popolazione colpita e dal 2018 Porsche Italia sostiene il Fondo Ambiente Italiano per il recupero di beni di interesse storico e culturale&rdquo;. Porsche Taycan Cross Turismo aspetter&agrave; il 2021       

L&rsquo;importo &egrave; stato donato alla Caritas, in collaborazione con la rete di concessionarie, per combattere la povert&agrave; alimentare ed educativa nelle fasce pi&ugrave; colpite

Porsche devolve 1,3 milioni di euro alle famiglie colpite dal Covid

        L&rsquo;emergenza sanitaria ha cambiato le abitudini degli italiani e, pi&ugrave; nel dettaglio, ha profondamente mutato il concetto di mobilit&agrave;. La ricerca &ldquo;Auto protagonista della mobilit&agrave; Post Covid &ndash; Gli spostamenti degli italiani nella fase di ripartenza&rdquo; condotta da Aniasa e curata dalla societ&agrave; di consulenza strategica Bain &amp; Company fotografa una situazione piuttosto difficile. Lo studio &egrave; stato fatto su un campione di 1000 persone delle principali citt&agrave; italiane, intervistate verso la fine di maggio. Una premessa &egrave; doverosa. In Italia la situazione &egrave; grave anche perch&eacute;, stando ai dati del 2019, c&rsquo;&egrave; il tasso di motorizzazione pi&ugrave; alto di tutta l&rsquo;Europa: ben 656 auto ogni 1.000 abitanti. Tutte le variazioni sulla mobilit&agrave;, dunque, nel nostro Paese hanno un peso maggiore. Cerchi un'auto usata? Sfoglia il nostro listino Auto nuova? Aspetto gli incentivi Tra i risultati emersi dalla ricerca, ben sette italiani su 10, cio&egrave; l&rsquo;84%,&nbsp;hanno rinunciato o rinviato l&rsquo;acquisto di una nuova vettura. A causa dei ritardi governativi sui sostegni per il settore auto, molte persone hanno dichiarato che si tratta di una spesa troppo alta al momento e c&rsquo;&egrave; chi attende un calo dei prezzi, incentivi e promozioni. Male lo sharing, timore mezzi pubblici Se negli ultimi anni avevamo assistito a un&rsquo;importante crescita del settore car sharing, il Covdi-19 ha insinuato nelle persone una grande sfiducia riguardo soprattutto i metodi di sanificazione del mezzo. A ci&ograve; si aggiunge un altro dato: la modalit&agrave; smart working ha preso piede e molte pi&ugrave; persone, che spesso si recavano in ufficio utilizzano il car sharing, lavorano da casa. Solo il 46% degli italiani utilizzer&agrave; questi servizi come o pi&ugrave; di prima. Da un&rsquo;altra prospettiva, molte persone prenderanno l&rsquo;auto per spostarsi rinunciando ai mezzi pubblici. La vettura privata, infatti, &egrave; considerata il mezzo pi&ugrave; sicuro. Le parole di Aniasa &ldquo;Sconcerta, a quasi quattro mesi dall&rsquo;inizio della pandemia - dichiara il presidente Aniasa Massimiliano Archiapatti - la totale assenza di attenzione da parte del governo per due filiere strategiche per l&rsquo;Italia: l&rsquo;automotive (11% del Pil) e il turismo (16% del Pil). Gli annunciati voucher vacanze, ridottisi a poche centinaia di euro per limitate fasce di popolazione, riguarderanno solo una piccola parte della filiera. Sul fronte automotive &egrave; imbarazzante l&rsquo;assenza di risorse messe in campo e di una chiara strategia, a differenza di quanto si sta verificando in altri Paesi d&rsquo;Europa&rdquo;. FCA, prestito statale sar&agrave; investito in Italia per l'ibrido Renegade       

Una ricerca condotta da Aniasa fotografa la situazione del nostro Paese e il rapporto con i mezzi di trasporto. Senza incentivi non si comprano vetture nuove, cresce timore per car sharing e mezzi pubblici

Mobilità post Covid-19: gli italiani rimandano l’acquisto dell’auto

        Continuano le brutte notizie per i dipendenti per il settore automotive. Tra i tanti brand che hanno annunciato licenziamenti, c&rsquo;&egrave; anche Jaguar Land Rover: la casa automobilistica britannica ha fatto sapere che nei prossimi mesi saranno tagliati 1.100 posti di lavoro temporanei in modo da aumentare la riduzione dei costi da 1 miliardo a 5 miliardi di sterline (ovvero da 1,1 miliardi a 5,5 miliardi di euro). Cerchi un'auto usata? Sfoglia il nostro listino Un duro colpo I tagli sono &ldquo;un altro colpo devastante per il nostro settore automobilistico e le comunit&agrave; che vi si affidano per i posti di lavoro&rdquo; ha dichiarato Unite Union. Ben 400 posti saranno tagliati nella pi&ugrave; grande fabbrica di JLR, a Solihul, mentre il resto verr&agrave; diviso tra i vari stabilimenti. Un momento difficile I conti di Jaguar Land Rover non se la passano bene. A marzo, l&rsquo;azienda ha registrato una perdita al lordo delle imposte di 422 milioni di sterline (470 milioni di euro). E non &egrave; un buon momento nemmeno per gli ordini: dai vertici dell&rsquo;azienda fanno sapere che per il nuovo Land Rover Defender ha ricevuto solo 22mila ordini. Numeri molti distanti dalle aspettative del marchio. Per quanto riguarda la situazione stabilimenti, JLR ha riaperto le fabbriche nel Regno Unito (non quella di Castle Bromwich) e in Europa, ma molte hanno ritmi ancora bassi. Sfoglia la gamma Jaguar: tutti i modelli sul mercato       

Anche la casa automobilistica britannica risente dell&rsquo;effetto Covid-19 e per far fronte alla crisi ha deciso di aumentare la riduzione dei costi da 1 miliardo a 5 miliardi di sterline

Jaguar Land Rover annuncia tagli per 1.100 posti di lavoro

        Quale sar&agrave; la priorit&agrave; per i prossimi mesi del 2020? Smaltire&nbsp;a tutti i costi&nbsp;le scorte di auto invendute nei concessionari anche a prezzo di sconti fortissimi, oppure salvaguardare e&nbsp;privilegiare i lanci dei nuovi modelli che erano previsti in primavera e che dovranno slittare di qualche mese? Abbiamo due priorit&agrave; fondamentali: la prima &egrave; assicurare la ripresa delle attivit&agrave; commerciali, sia nella vendita, che nell&rsquo;assistenza, garantendo la salute di clienti e personale. La seconda &egrave; salvaguardare la rete dei nostri concessionari Toyota e Lexus, per occupazione e potenzialit&agrave; commerciali. Ora &egrave; vitale che il mercato possa ripartire rapidamente ed &egrave; molto importante che siano introdotte misure di sostegno alla domanda, in grado di stimolare efficacemente il rinnovo del parco circolante italiano, tra i pi&ugrave; anziani d&rsquo;Europa. Parlando di prodotto, quest&rsquo;anno avremo l&rsquo;introduzione di molte novit&agrave;. La priorit&agrave; va sicuramente alla nuova magnifica Yaris, un vero concentrato di tecnologia e d&rsquo;innovazione, che sar&agrave; il nostro ibrido migliore di sempre.  Al netto delle priorit&agrave;, perch&eacute; per il Governo l&rsquo;auto non sembra essere importante nonostante tutto quello che significa per il Paese?   Non credo che il settore dell&rsquo;auto sia poco considerato dal governo. Sarebbe impensabile che lo fosse, visto che contribuisce complessivamente all&rsquo;11% del PIL nazionale e, nella sola filiera distributiva, d&agrave; lavoro a circa 160.000 persone. Al momento si stima che nel 2020 si immatricoleranno circa 600.000 auto in meno rispetto al 2019. Questo potrebbe tradursi in un mancato introito per le casse dello Stato di circa 3 miliardi di euro per la sola Iva. Per questo motivo sono fiducioso che l&rsquo;auto avr&agrave; la considerazione che merita.   Se lo Stato le chiedesse di scegliere un unico tipo di incentivo tra quelli proposti da UNRAE o un altro che non &egrave; inserito, per&ograve; molto sostanzioso per il settore dell&rsquo;auto, verso quale direzione lo indirizzerebbe?  Personalmente sono pi&ugrave; favorevole alle misure di carattere strutturale, che abbiano continuit&agrave; nel tempo e, soprattutto con riferimento alle sfide ambientali che abbiamo di fronte, consentano all&rsquo;industria di pianificare investimenti per lo sviluppo di modelli in grado di raggiungere determinati obiettivi. Il governo ha scelto, nel 2018, il meccanismo dell&rsquo;ecobonus per incentivare &ldquo;strutturalmente&rdquo; il rinnovo del parco circolante, con vetture a basse emissioni di CO2. Purtroppo, oggi la soglia massima di emissioni di CO2 &egrave; di 60g/km, con l&rsquo;effetto di far accedere al contributo, oltre alle auto elettriche, solamente vetture ibride plug-in, ancora troppo care per il consumatore medio e, ad oggi, prevalentemente destinate ad un mercato aziendale. Una soglia peraltro recentemente abbassata da 70g a 60g dall&rsquo;ultimo decreto milleproroghe, limite che esclude invece un&rsquo;ampia gamma di automobili dal ridotto impatto ambientale e che molti pi&ugrave; cittadini, con minor capacit&agrave; di spesa, potrebbero invece permettersi di acquistare. Per questo motivo, tra le misure proposte da UNRAE, ritengo che l&rsquo;allargamento della fascia di veicoli incentivati dall&rsquo;ECOBONUS fino a 95 g/km sia la pi&ugrave; auspicabile con uno schema che mi auguro non venga variato per 3 anni.&nbsp;Secondo lei alla luce dei due mesi di lock down, il limite dei 95 g di CO2 diventer&agrave;&nbsp; anacronistico e si ridiscuteranno nuove misure a scalare per i&nbsp;prossimi 5 anni oppure&nbsp;pensa che&nbsp;le autorit&agrave; europee da questo orecchio non ci sentiranno&nbsp;proprio? &Egrave; difficile a dirsi in questo momento. Molto dipender&agrave; da come sar&agrave; la ripresa del mercato a livello Europeo. Nel caso in cui dovesse essere lenta, vi sarebbe sicuramente una maggior pressione sulla Commissione Europea per un alleggerimento degli obiettivi, quantomeno per quest&rsquo;anno. Le emissioni di CO2 medie del gruppo Toyota sono gi&agrave; particolarmente basse, grazie alle motorizzazioni Full Hybrid che rappresentano oltre il 62% delle vendite europee per Toyota e quasi il 100% per Lexus. Siamo fortemente impegnati per raggiungere l&rsquo;obiettivo di emissioni assegnato entro quest&rsquo;anno.  Quanto tempo ci vorr&agrave; per assorbire il danno prodotto dal Covid-19 e tornare ai volumi del 2019 e come cambier&agrave; il mondo dell&rsquo;automotive dopo questa lunga emergenza?  Il settore sta vivendo una crisi profonda. Tutto dipender&agrave; dall&rsquo;introduzione di misure di stimolo da parte del governo e dalla loro efficacia. Di sicuro l&rsquo;esperienza che stiamo vivendo far&agrave; da catalizzatore per molti cambiamenti, alcuni dei quali gi&agrave; in corso prima dello scoppio dell&rsquo;emergenza sanitaria ma che, come risultato, potranno subire un&rsquo;accelerazione. Dal processo di vendita a distanza alla diffusione dei nuovi servizi di mobilit&agrave;, con innovative formule di noleggio, car sharing e car pooling aziendali che utilizzino mezzi a ridotto impatto ambientale, trainati dalla necessit&agrave; di fare sistema con il sistema di trasporto pubblico.       

L'amministratore delegato di Toyota /Lexus Italia, risponde alle domande di Alberto Sabbatini e Pasquale di Santillo, sulla situazione attuale del mercato dell'auto, le azioni necessarie per la sua ripartenza e i possibili scenari futuri&nbsp;

Mauro Caruccio analizza la situazione attuale e le prospettive future del mercato

        Quale sar&agrave; la priorit&agrave; per i prossimi mesi del 2020? Smaltire&nbsp;a tutti i costi&nbsp;le scorte di auto invendute nei concessionari anche a prezzo di sconti fortissimi, oppure salvaguardare e&nbsp;privilegiare i lanci dei nuovi modelli che erano previsti in primavera e che dovranno slittare di qualche mese? Bisogna per forza agire su entrambi i fronti. Prima dobbiamo rialzarci in piedi e poi cominciare a camminare. Non si pu&ograve; fare il secondo passo se non si esegue il primo. Cio&egrave; rialzarsi, vendere le auto gi&agrave; attualmente in stock presso i concessionari. Questa &egrave; una necessit&agrave; a brevissimo termine perch&eacute; i venditori hanno avuto una interruzione immediata del flusso del fatturato fin dai primi giorni di marzo, nel momento del lockdown, che non &egrave; stata accompagnata da una interruzione dei loro costi altrettanto tempestiva perch&eacute; certi processi di spesa erano gi&agrave; in atto. Per cui questa situazione sta mettendo a rischio i conti dei concessionari e la loro stessa sopravvivenza. Per cui la priorit&agrave; &egrave; rialzarsi, ma bisogna tornare a pianificare il futuro e portare sul mercato le novit&agrave; che erano state annunciate. Auto, speciale Ripartiamo Al netto delle priorit&agrave;, perch&eacute; per il Governo l&rsquo;auto non sembra essere importante nonostante tutto quello che significa per il Paese?   L&rsquo;attuale governo finora ha preso misure orientate non al sostegno generale del mercato ma al rinnovo del parco circolante limitandolo per&ograve; a tecnologie ultra virtuose a bassissime o nulle emissioni, come l&rsquo;elettrico. Invece bisognerebbe favorire di pi&ugrave; tutte quelle tecnologie moderne, come gli Euro 6, che raggiungono limiti di emissioni molto pi&ugrave; bassi dell&rsquo;attuale parco circolante vetusto ma che non hanno finorta goduto di appoggi. Se lo Stato le chiedesse di scegliere un unico tipo di incentivo tra quelli proposti da UNRAE o un altro che non &egrave; inserito, per&ograve; molto sostanzioso per il settore dell&rsquo;auto, verso quale direzione lo indirizzerebbe?  Suggerirei su un forte incentivo per favorire l&rsquo;esaurimento dello stock presso i concessionari. Per aiutare i concessionari che rischiano di chiudere bisogna vendere le auto in stock nelle rivendite, ma l&rsquo;unico modo adesso per attrarre i clienti &egrave; usare la leva del prezzo. Per&ograve; non pu&ograve; essere il concessionario a praticare sconti elevati altrimenti perde il proprio margine di profitto ed entra in una spirale economica ancora pi&ugrave; negativa. Deve essere lo Stato a mettere sul piatto un sostegno economico consistente. Incentivi, la deluzione delle associazioniSecondo lei alla luce dei due mesi di lock down, il limite dei 95 g di CO2 diventer&agrave;&nbsp; anacronistico e si ridiscuteranno nuove misure a scalare per i&nbsp;prossimi 5 anni oppure&nbsp;pensa che&nbsp;le autorit&agrave; europee da questo orecchio non ci sentiranno&nbsp;proprio? Probabilmente l&rsquo;Europa rifletter&agrave; sulla cosa, ma noi come gruppo Volkswagen ci siamo gi&agrave; espressi sull&rsquo;argomento: l&rsquo;ad del Gruppo Volkswagen, Herbert Diess, ha recentemente detto che le regole sono gi&agrave; scritte da tempo e le rispetteremo. Ecobonus, cosa fare Quanto tempo ci vorr&agrave; per assorbire il danno prodotto dal Covid-19 e tornare ai volumi del 2019 e come cambier&agrave; il mondo dell&rsquo;automotive dopo questa lunga emergenza?  L&rsquo;impatto forte della crisi sar&agrave; limitato al 2020: le previsioni per quest&rsquo;anno parlano di un mercato italiano che potrebbe attestarsi fra il 1,1 milioni di auto vendute nella peggiore delle ipotesi e l&rsquo;1,3 milioni nella visione pi&ugrave; ottimistica contro gli oltre 1,9 milioni di veicoli venduti nel 2019. Ma io ricordo che gi&agrave; nel 2013, per effetto della crisi economica, il mercato scese a 1,3 milioni di vetture. Perci&ograve; la crisi attuale &egrave; simile per proporzioni a quella superata sette anni fa. Ma rispetto ad allora le aziende si sono ristrutturate ed organizzate meglio per gestire volumi di un mercato attorno al milione e mezzo di auto. Quello che non si pu&ograve; prevedere del tutto adesso &egrave; l&rsquo;effetto psicologico della crisi a lungo termine sugli acquirenti di auto di quelle categorie che hanno subito forti perdite o che non potranno ripartire a breve.       

L'amministratore delegato di Volkswagen Group Italia, risponde alle domande di Alberto Sabbatini e Pasquale di Santillo, sulla situazione attuale del mercato dell'auto, le azioni necessarie per la sua ripartenza e i possibili scenari futuri&nbsp;

Nordio,VW Italia: "Priorità, smaltire gli stock"

        Quale sar&agrave; la priorit&agrave; per i prossimi mesi del 2020? Smaltire&nbsp;a tutti i costi&nbsp;le scorte di auto invendute nei concessionari anche a prezzo di sconti fortissimi, oppure salvaguardare e&nbsp;privilegiare i lanci dei nuovi modelli che erano previsti in primavera e che dovranno slittare di qualche mese?  La priorit&agrave; sar&agrave; ovviamente quella di consegnare i veicoli ai clienti che aspettano la loro vettura da due mesi, poi quella di assicurare il lancio dei nuovi modelli, specialmente quelli con il nuovo sistema ibrido E-Tech che arriva in una prima fase su Clio e Captur, poi a fine anno su Megane. Per quanto riguarda le vetture in stock, venderle rapidamente dar&agrave; un boost al mercato nel primo mese di ripartenza. La delusione del mondo Automotive Al netto delle priorit&agrave;, perch&eacute; per il Governo l&rsquo;auto non sembra essere importante nonostante tutto quello che significa per il Paese?  Se non abbiamo ancora una risposta non vuol dire che l&rsquo;auto non sia importante per il Governo. Tutti realizzano l&rsquo;importanza di questo settore, a livello indotto e forza di lavoro. Basta guardare nel resto dell&rsquo;Europa per vedere che non siamo i soli a non avere ancora una politica di sostegno ufficiale per la ripresa del mercato auto. Le proposte sono sul tavolo, speriamo siano approvate rapidamente. Se lo Stato le chiedesse di scegliere un unico tipo di incentivo tra quelli proposti da UNRAE o un altro che non &egrave; inserito, per&ograve; molto sostanzioso per il settore dell&rsquo;auto, verso quale direzione lo indirizzerebbe?  Per risollevare il mercato non basta una sola misura; il danno &egrave; grosso e per dare un &ldquo;boost&rdquo; ci vuole una cura forte. Ma se dovessi scegliere, opterei per la rottamazione perch&eacute; tocca una pi&ugrave; grande fetta di mercato, essendo trasversale. Permette di ridurre il vecchio parco circolante - inquinante per vendere tecnologie pi&ugrave; avanzate, migliorare l&rsquo;ambiente e far ripartire il mercato.Secondo lei alla luce dei due mesi di lock down, il limite dei 95 g di CO2 diventer&agrave;&nbsp; anacronistico e si ridiscuteranno nuove misure a scalare per i&nbsp;prossimi 5 anni oppure&nbsp;pensa che&nbsp;le autorit&agrave; europee da questo orecchio non ci sentiranno&nbsp;proprio?   Se il mercato scende, la percentuale di elettrico/ibrido rimarr&agrave; la stessa; saranno vendute meno vetture ma con la stessa percentuale. Ma per fare questo ci vogliono politiche proattive per aiutare le Case costruttrici a mantenere questo mix. Non possiamo parlare di mobilit&agrave; elettrica senza infrastruttura, senza &ldquo;incentivi clienti&rdquo; in questo momento. Renault &egrave; impegnata con l&rsquo;elettrico da 10 anni, quest&rsquo;anno lanciamo il sistema ibrido E-tech ma abbiamo bisogno di una maggior infrastruttura sul territorio e di una politica che favorisca tutti gli attori coinvolti in questo cambiamento. Come ampliare la base dell'ecobonusQuanto tempo ci vorr&agrave; per assorbire il danno prodotto dal Covid-19 e tornare ai volumi del 2019 e come cambier&agrave; il mondo dell&rsquo;automotive dopo questa lunga emergenza?  Difficile dirlo. Quello che sappiamo &egrave; che l&rsquo;acquisto dell&rsquo;auto oggi non &egrave; pi&ugrave; una priorit&agrave;. Il mercato &egrave; stato drasticamente ridotto; ha colpito tutti i canali di vendita, in misura diversa. Dipender&agrave; molto da come si riprenderanno i vari canali; per esempio mi preoccupa il mercato del noleggio a breve termine molto impattato dal calo del turismo.        

Eric Pasqueir, Direttore generale di Renault Italia, risponde alle domande di Alberto Sabbatini e Pasquale di Santillo, sulla situazione attuale del mercato dell'auto, le azioni necessarie per la sua ripartenza e i possibili scenari futuri&nbsp;

Eric Pasqueir, Renault Italia: "Uscire dallo stallo del mercato"

        Quale sar&agrave; la priorit&agrave; per i prossimi mesi del 2020? Smaltire&nbsp;a tutti i costi&nbsp;le scorte di auto invendute nei concessionari anche a prezzo di sconti fortissimi, oppure salvaguardare e&nbsp;privilegiare i lanci dei nuovi modelli che erano previsti in primavera e che dovranno slittare di qualche mese?  Sono due elementi complementari ed entrambi importanti. I mesi di lockdown hanno praticamente arrestato le vendite ed &egrave; chiaro che lo stock dei nostri dealer rappresenti un&rsquo;assoluta priorit&agrave;, ma non certo attraverso politiche da discount. Anche la produzione si &egrave; fermata e tutto lo stock &egrave; sano e composto da auto di nuovissima generazione, con gli ultimi motori. Il nostro impegno si tradurr&agrave; in strategie finanziarie che facilitino l&rsquo;acquisto e lo rendano pi&ugrave; accessibile in questa nuova fase che sta fortemente segnando i bilanci di imprese e famiglie. Allo stesso tempo i nuovi prodotti, come GLA e GLB, aiuteranno a restituire ottimismo e interesse verso il mercato. Il nuovo GLA sar&agrave; il simbolo della riapertura della nostra rete di vendita, con il debutto nelle concessionarie italiane il prossimo 18 maggio.&nbsp; Al netto delle priorit&agrave;, perch&eacute; per il Governo l&rsquo;auto non sembra essere importante nonostante tutto quello che significa per il Paese? Quello che ho notato in questo periodo di crisi &egrave; che, per la prima volta, le principali associazioni di categoria hanno fatto sistema, per rappresentare insieme interessi comuni, di tante aziende che rappresentano vere e proprie eccellenze a livello mondiale e costituiscono il motore economico del nostro Paese. Partner affidabili e consolidati, che generano ricchezza e un forte contributo per le entrate dello Stato, che non pu&ograve; rimanere indifferente. Il politico americano Rahm Emanuel una volta ha detto &ldquo;Non sprechiamo mai una crisi&rdquo;: ecco, questa crisi potrebbe essere l&rsquo;opportunit&agrave; per aprire un vero tavolo di confronto con le Istituzioni e dare voce, una voce unica, a quelle che sono le esigenze di un settore che nella sua interezza rappresenta circa l&rsquo;11% del PIL di questo Paese e conta oltre un milione di dipendenti. Tanto per dire, il 20% della componentistica Daimler &egrave; italiana. &Egrave; proprio da qui che si dovr&agrave; iniziare a costruire la mobilit&agrave; del e per il futuro. Se lo Stato le chiedesse di scegliere un unico tipo di incentivo tra quelli proposti da UNRAE o un altro che non &egrave; inserito, per&ograve; molto sostanzioso per il settore dell&rsquo;auto, verso quale direzione lo indirizzerebbe?  Per la ripresa del settore &egrave; fondamentale un piano di misure articolato che tenga conto di tutti gli aspetti. Non bisogna dopare questo settore con interventi shock che si esauriscano nel breve periodo, ma lavorare sul medio e lungo termine, dando alle imprese le opportune garanzie per investire e spazzando via le incertezze che gravano sui clienti al momento dell&rsquo;acquisto di un&rsquo;auto di ultima generazione, con motori puliti ed efficienti, che durante i famigerati blocchi alla circolazione sono state troppo spesso messe sullo stesso piano vetture da rottamare, con oltre 14 anni alle spalle. Allo stesso tempo, &egrave; necessario alleggerire i costi delle vetture aziendali che in tutta Europa possono contare su una deduzione del 100% dell&rsquo;Iva. Secondo lei alla luce dei due mesi di lock down, il limite dei 95 g di CO2 diventer&agrave;&nbsp; anacronistico e si ridiscuteranno nuove misure a scalare per i prossimi 5 anni oppure pensa che le autorit&agrave; europee da questo orecchio non ci sentiranno proprio? Gli obiettivi di sostenibilit&agrave; sono fondamentali per preservare la credibilit&agrave; all&rsquo;industria dell&rsquo;auto. Al di l&agrave; di quali decisioni verranno prese, il nostro impegno resta quello di offrire, entro il 2039, una flotta di nuove automobili CO2 neutral rimane invariato. Entro la fine di quest&rsquo;anno, il nostro portafoglio di auto comprender&agrave; cinque modelli completamente elettrici e pi&ugrave; di 20 ibridi plug-in. E prosegue il nostro impegno anche nello sviluppo della tecnologia Fuel-Cell per i Truck. L&rsquo;elettrificazione del nostro portafoglio veicoli &egrave; un elemento chiave della strategia che stiamo portando avanti. E i New Diesel e l&rsquo;Elettrico, che alcuni hanno ingiustamente contrapposto, in realt&agrave; sono i migliori alleati per il viaggio verso la decarbonizzazione. Il nostro gruppo vuole raggiungerla 11 anni prima del 2050, che &egrave; l&rsquo;obiettivo della EU.  Quanto tempo ci vorr&agrave; per assorbire il danno prodotto dal Covid-19 e tornare ai volumi del 2019 e come cambier&agrave; il mondo dell&rsquo;automotive dopo questa lunga emergenza? Bisogna guardare avanti, attraverso quattro valori che rappresentano il futuro di questo settore: sostenibilit&agrave;, fiducia, consumo etico e integrazione virtuosa tra esperienza digitale e umana. L&rsquo;emergenza legata al COVID-19 ha cambiato le nostre abitudini e avr&agrave; delle ricadute sul concetto stesso di mobilit&agrave;. Soprattutto in questa prima fase di uscita dall&rsquo;emergenza, l&rsquo;automobile rappresenter&agrave; una sorta di protezione, anche psicologica, nell&rsquo;ambito della &ldquo;social distance&rdquo;. Di conseguenza, non solo la mobilit&agrave; individuale, ma anche il servizio pubblico dovr&agrave; evolversi in questa direzione, ampliando ancora di pi&ugrave; il concetto di mobilit&agrave; integrata, che include anche i servizi di car sharing e di micro mobilit&agrave;.       

Radek Jelinek, Presidente e C.E.O. di Mercedes-Benz Italia, risponde alle domande di Alberto Sabbatini e Pasquale di Santillo, sulla situazione attuale del mercato dell'auto, le azioni necessarie per la sua ripartenza e i possibili scenari futuri&nbsp;

Radek Jelinek: "rendere più accessibile l'acquisto delle auto per favorire la ripartenza"

        Quale sar&agrave; la priorit&agrave; per i prossimi mesi del 2020? Smaltire&nbsp;a tutti i costi&nbsp;le scorte di auto invendute nei concessionari anche a prezzo di sconti fortissimi, oppure salvaguardare e&nbsp;privilegiare i lanci dei nuovi modelli che erano previsti in primavera e che dovranno slittare di qualche mese? La priorit&agrave; nei prossimi mesi sar&agrave; quella di riprendere le nostre attivit&agrave; e gestire una &ldquo;nuova&rdquo; normalit&agrave; per proteggere collaboratori e clienti, con modalit&agrave; in linea con le prescrizioni governative. Il cliente pu&ograve; decidere se venire presso le nostre sedi in tutta sicurezza o rimanere a casa e usufruire in remoto dei servizi Ford. Abbiamo definito una campagna di comunicazione trasversale Sales&amp;Service per far in modo che i nostri clienti siano consapevoli di tutte le attivit&agrave; che abbiamo messo in piedi e scoprire i nostri prodotti e servizi &ldquo;A casa o sicuri come a casa&rdquo;. I lanci dei nostri nuovi prodotti e il processo di elettrificazione dei modelli proseguono come da programma. La Nuova Kuga disponibile sia EcoBlue Hybrid (mildhybrid) sia Plug-In Hybrid e, nella parte finale dell&rsquo;anno Full Hybrid, a esempio, ha iniziato la sua fase di lancio nei tempi previsti. Scopri il nostro Speciale #Ripartiamo Al netto delle priorit&agrave;, perch&eacute; per il Governo l&rsquo;auto non sembra essere importante nonostante tutto quello che significa per il Paese?  Non credo che il governo non ritenga importante un settore che, nel suo complesso, pesa il 20% del PIL Italia &ndash; includendo sia la produzione sia la distribuzione. L&rsquo;evolversi rapido della pandemia ha necessariamente portato il governo ad agire per priorit&agrave;. La prima &egrave; stata quella di dettare regole per la salute, poi garantire la necessaria liquidit&agrave; con il decreto di met&agrave; aprile e ora, mi spero e auguro, verranno introdotti degli interventi a supporto della domanda. Su questo il Governo ha gi&agrave; recepito la richiesta di UNRAE che prevede incentivi per le unit&agrave; disponibili in Italia anche se con CO2 superiori a 95 g/CO2. Se lo Stato le chiedesse di scegliere un unico tipo di incentivo tra quelli proposti da UNRAE o un altro che non &egrave; inserito, per&ograve; molto sostanzioso per il settore dell&rsquo;auto, verso quale direzione lo indirizzerebbe?  Per quanto riguarda il nostro settore specifico, dallo Stato ci aspettiamo in generale, un supporto in termini di incentivi all&rsquo;acquisto che vadano oltre lo schema vigente prima di questa crisi. Le famiglie e le aziende non avranno la stessa capacit&agrave; di spesa e gli acquisti di beni durevoli, come l&rsquo;auto o un veicolo commerciale, non saranno una priorit&agrave;. Non &egrave;, quindi, pensabile incentivare solo vetture elettriche o Plug-In Hybrid. Bisogna allargare le opportunit&agrave; trovando il giusto equilibrio fra l&rsquo;esigenza di tendere all&rsquo;obiettivo di emissioni fissato dalla comunit&agrave; europea, quella di far ripartire un settore strategico per il Paese e quella delle persone che devono poter avere accesso agevolato all&rsquo;acquisto di un&rsquo;auto nuova. Tra quelli proposti dall&rsquo;UNRAE al Governo non credo ce ne sia uno che possa essere scelto da solo: la nostra proposta &egrave; stata organica e complementare per continuare il percorso di elettrificazione e al tempo stesso favorire l&rsquo;accesso e lo smaltimento dello stock. Funziona, quindi, nella sua interezza. Ecco le richieste a livello europeo per far ripartire l'auto Secondo lei alla luce dei due mesi di lock down, il limite dei 95 g di CO2 diventer&agrave;&nbsp; anacronistico e si ridiscuteranno nuove misure a scalare per i prossimi 5 anni oppure pensa che le autorit&agrave; europee da questo orecchio non ci sentiranno proprio?   Difficile dare una risposta a questa domanda. Probabilmente se dovessi prendere io una decisione farei slittare tutto di 12 mesi ma interverrei - con incentivi - su un pi&ugrave; veloce smaltimento delle auto circolanti anziane. In Italia abbiamo ancora 13 milioni di automobili al di sotto dell&rsquo;omologazione Euro 4 - per capirci bene abbiamo 1 automobile su 5 in Italia &ldquo;maggiorenne&rdquo;, quindi con oltre 18 anni&hellip; per ridurre drasticamente l&rsquo;inquinamento sarebbe pi&ugrave; rilevante sostituire, con incentivi, queste auto pi&ugrave;ttosto che incentivare qualche migliaio di auto elettriche vendute all&rsquo;anno.&nbsp;Quanto tempo ci vorr&agrave; per assorbire il danno prodotto dal Covid-19 e tornare ai volumi del 2019 e come cambier&agrave; il mondo dell&rsquo;automotive dopo questa lunga emergenza?Se guardo le ultime crisi ci sono voluti almeno due o tre anni per tornare ai livelli di mercato precedenti. Immagino anche un periodo in cui ci sar&agrave; una certa diffidenza a recarsi in luoghi affollati e questo potrebbe penalizzare i trasporti collettivi rispetto a quello privato. Non sar&agrave;, quindi, facile, ma almeno saremo ripartiti. Sar&agrave; una ripresa lenta durante la quale ci auguriamo lo Stato voglia fare la sua parte. Cos&igrave;, sar&agrave; pi&ugrave; facile tornare in tempi brevi a livelli di mercato del 2019. Automotive Lab di Auto: a giugno un grande convegno per ripartire       

Fabrizio Faltoni, Presidente e Amministratore Delegato di Ford Italia, risponde alle domande di Alberto Sabbatini e Pasquale di Santillo, sulla situazione attuale del mercato dell'auto, le azioni necessarie per la sua ripartenza e i possibili scenari futuri&nbsp;

Fabrizio Faltoni: le azioni necessarie per far ripartire il mercato dell'auto

Quale sar&agrave; la priorit&agrave; per i prossimi mesi del 2020? Smaltire&nbsp;a tutti i costi&nbsp;le scorte di auto invendute nei concessionari anche a prezzo di sconti fortissimi, oppure salvaguardare e&nbsp;privilegiare i lanci dei nuovi modelli che erano previsti in primavera e che dovranno slittare di qualche mese?  Groupe PSA negli ultimi 5 anni ha ottenuto ottimi risultati con il piano Push to Pass. Uno dei pilastri del nostro piano &egrave; la gestione/differenziazione dei brand e il ruolo strategico della scelta dei prezzi. Questo non cambier&agrave; anche dopo il Covid-19. Sicuramente lo stock a terra dopo due mesi di lockdown &egrave; una priorit&agrave; e va affrontata immediatamente ma non necessariamente svilendo il valore dei nostri prodotti anche perch&eacute; faremmo un torto ai migliaia di clienti che li hanno acquistati. Per i lanci il programma prosegue senza ritardi e - dopo aver lanciato la nuovissime Peugeot 208 / Peugeot 2008 / Opel Corsa e tutta la gamma di vetture elettrificate &ldquo;con la spina&rdquo; - continueremo a dare tante novit&agrave; ai nostri clienti a cominciare della Nuova Citro&euml;n C3, la Citro&euml;n AMI e la DS9, presentate poche settimane prima del lockdown.    Al netto delle priorit&agrave;, perch&eacute; per il Governo l&rsquo;auto non sembra essere importante nonostante tutto quello che significa per il Paese?   Credo che il Governo abbia dovuto prima di tutto gestire l&rsquo;aspetto sanitario, che resta la priorit&agrave; numero 1, e poi la sicurezza delle famiglie in difficolt&agrave; e la liquidit&agrave; per le Aziende con il decreto liquidit&agrave;. Adesso che siamo entrati nella &ldquo;fase 2&rdquo; &egrave; il momento di lavorare in modo &ldquo;verticale&rdquo; cio&egrave; garantire una ripresa della domanda nei settori pi&ugrave; colpiti dalla Pandemia. Per ogni settore servono misure mirate da realizzare ascoltando le rispettive associazioni che sono in grado di suggerire misure efficaci perch&eacute; conoscono quel business da dentro.  Se lo Stato le chiedesse di scegliere un unico tipo di incentivo tra quelli proposti da UNRAE o un altro che non &egrave; inserito, per&ograve; molto sostanzioso per il settore dell&rsquo;auto, verso quale direzione lo indirizzerebbe?  Non credo sia corretto scegliere un incentivo anche perch&eacute; la proposta di UNRAE con Federauto copre ogni settore (Canale privati, Auto Aziendali, Veicolo commerciali) con un&rsquo;unica proposta. Non c&rsquo;&egrave; bisogno di scegliere.  Secondo lei alla luce dei due mesi di lock down, il limite dei 95 g di CO2 diventer&agrave;&nbsp; anacronistico e si ridiscuteranno nuove misure a scalare per i prossimi 5 anni oppure pensa che le autorit&agrave; europee da questo orecchio non ci sentiranno proprio?   La transizione energetica per il settore dell&rsquo;auto credo sia la sfida del XXI secolo, quella pi&ugrave; importante per garantire ai nostri figli/nipoti una mobilit&agrave; davvero sostenibile. Non penso che il Covid-19 possa e o debba fermare o rallentare questo. Rendere la mobilit&agrave; libera dai carburanti fossili &egrave; la vera sfida; ed &egrave; in corso! Le automobili con la spina stanno prendendo spazio sia nell&rsquo;offerta delle Case - solo PSA ha gi&agrave; 10 vetture con la spina in commercio - sia nella testa dei consumatori. Certo, la transizione sarebbe ancora pi&ugrave; rapida se il Governo accelerasse lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica magari &ldquo;incentivando&rdquo; gli operatori a farle dove le auto normalmente si aggregano e non semplicemente in mezzo alla strada (centri commerciali, cinema multisala, agrandi supermercati, etc) e soprattutto obbligasse le autostrade a facilitare l&rsquo;istallazione delle colonne di ricarica super veloci (da oltre 100 Kwh) in tutti gli autogrill.  Quanto tempo ci vorr&agrave; per assorbire il danno prodotto dal Covid-19 e tornare ai volumi del 2019 e come cambier&agrave; il mondo dell&rsquo;automotive dopo questa lunga emergenza?  Quanto ci vorr&agrave; &egrave; difficile dirlo. Dipender&agrave; da due fattori: primo, in quanto tempo avremo un vaccino o una cura; secondo, poi da come gli interventi del governo sapranno essere efficaci. Personalmente sono positivo. Credo che questa emergenza ci lasci anche degli insegnamenti da ricordare per sempre; la chiamo la nostra &ldquo;nuova normalit&agrave;&rdquo;, dove ad esempio, abbiamo imparato per esempio che si pu&ograve; lavorare in remoto, da casa, garantendo produttivit&agrave; e risultati.  

Gaetano Thorel Direttore generale del Gruppo PSA, risponde alle domande di Alberto Sabbatini e Pasquale di Santillo, sulla situazione attuale del mercato dell&#39;auto, le azioni necessarie per la sua ripartenza e i possibili scenari futuri&nbsp;

Thorel analizza la situazione attuale e fornisce le indicazioni per la ripartenza

        Quale sar&agrave; la priorit&agrave; per i prossimi mesi del 2020? Smaltire&nbsp;a tutti i costi&nbsp;le scorte di auto invendute nei concessionari anche a prezzo di sconti fortissimi, oppure salvaguardare e&nbsp;privilegiare i lanci dei nuovi modelli che erano previsti in primavera e che dovranno slittare di qualche mese?  La priorit&agrave; &egrave; quella di avere una strategia chiara. Intanto &egrave; evidente che la digitalizzazione &egrave; un dato di fatto e che i processi di acquisto escono definitivamente trasformati da questa crisi. L&rsquo;approccio comunicazionale in cui il cliente &ldquo;rimbalza&rdquo; tra fisico e digitale &egrave; ormai imprescindibile e sar&agrave; la base del modo di lavorare a livello retail. A questo, ovviamente, si affiancheranno campagne tattiche a supporto della rete, ma proseguir&agrave; allo stesso modo il lancio di nuovi modelli come MINI elettrica, Serie 2 Gran Coup&eacute;, X2 plugin hybrid, mild hybrid sui motori Diesel fino alla iX3 a fine anno.  Al netto delle priorit&agrave;, perch&eacute; per il Governo l&rsquo;auto non sembra essere importante nonostante tutto quello che significa per il Paese?   Il comparto automotive rappresenta in Europa un settore cruciale per l&rsquo;economia che offre lavoro a quasi 14 milioni di persone. Lo stesso vale in Italia. Noi come BMW Group diamo lavoro direttamente (con le nostre 4 societ&agrave;) o indirettamente a oltre 11 mila persone e generiamo un fatturato complessivo di 9,5 miliardi di euro. Credo che questi siano numeri troppo importanti perch&eacute; il governo non faccia una seria riflessione per sostenere un settore che, peraltro, genera un gettito fiscale importantissimo. Se lo Stato le chiedesse di scegliere un unico tipo di incentivo tra quelli proposti da UNRAE o un altro che non &egrave; inserito, per&ograve; molto sostanzioso per il settore dell&rsquo;auto, verso quale direzione lo indirizzerebbe? Ne aggiungerei uno di pi&ugrave; ampio respiro. In questa fase complessa, noi possiamo cogliere un&rsquo;opportunit&agrave; lavorando come filiera e con il supporto del Governo. Svecchiare uno dei parchi circolanti pi&ugrave; vetusti d&rsquo;Europa, con oltre 12 milioni di vetture altamente inquinanti e con livelli di sicurezza ridotti. Per questo crediamo che si debba stimolare la mobilit&agrave; sostenibile, elettrica, ibrida ma anche benzina e Diesel Euro 6 con motorizzazioni moderne ed efficienti. Archiapatti, ANIASA: &ldquo;Siamo azzerati&rdquo; Secondo lei alla luce dei due mesi di lock down, il limite dei 95 g di CO2 diventer&agrave;&nbsp; anacronistico e si ridiscuteranno nuove misure a scalare per i prossimi 5 anni oppure pensa che le autorit&agrave; europee da questo orecchio non ci sentiranno proprio? Non sappiamo quali decisioni verranno prese a livello di autorit&agrave; europee, ma noi abbiamo deciso di non cambiare la nostra strategia di sostenibilit&agrave;. Avevamo obiettivi chiari e rigorosi per rispettare le normative dell&rsquo;Unione Europea sia nel 2020 che nel 2021 e abbiamo coerentemente deciso di andare avanti in questa direzione. Per questo abbiamo ribadito la nostra offensiva di mercato che ci porter&agrave; nel 2023 ad avere 25 modelli elettrificati di cui 12 completamente elettrici nella gamma, con 30 mld di investimenti appena confermati. E allo stesso tempo continuiamo nella nostra strategia EfficientDynamics che ci ha portato ad avere motori benzina e Diesel Euro 6 di ultima generazione all&rsquo;avanguardia della tecnologia e delle emissioni. Dal 1995 ad oggi abbiamo ridotto del 50% le emissioni CO2 di flotta in Europa e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci in questo cammino virtuoso. Quanto tempo ci vorr&agrave; per assorbire il danno prodotto dal Covid-19 e tornare ai volumi del 2019 e come cambier&agrave; il mondo dell&rsquo;automotive dopo questa lunga emergenza? Per cultura aziendale non facciamo previsioni in condizioni di normalit&agrave; del business, a maggior ragione in questo clima di incertezza. Un dato per&ograve; &egrave; carico di significato: l&rsquo;auto &egrave; tornata prepotentemente al centro della vita delle persone, come strumento di libert&agrave; e di mobilit&agrave; individuale e familiare sicura. Le recenti ricerche fatte da alcuni istituti, come Aret&egrave;, confermano che tra il 70 e il 75% degli intervistati identifica nella propria automobile il mezzo di trasporto preferito e sicuro per muoversi nella fase post-emergenza. Questo significa che il settore ha una grande opportunit&agrave;. Dobbiamo saperla cogliere attraverso processi di vendita innovativi, un contatto digitale con il cliente, una relazione rafforzata e un&rsquo;offerta di prodotto e servizi capace di interpretare quella che noi chiamiamo &ldquo;the power of choice&rdquo;, cio&egrave; essere in grado di offrire a ciascun cliente la soluzione ideale: elettrica, ibrida plug-in, mild hybrid, benzina, Diesel e tra poco anche fuel cells. Automotive Lab di Auto: a giugno un grande convegno per ripartire       

Massimiliano di Silvestre, Presidente e Amministratore Delegato di BMW Italia S.p.a. risponde alle domande di Alberto Sabbatini e Pasquale di Santillo, sulla situazione attuale del mercato dell'auto, le azioni necessarie per la sua ripartenza e i possibili scenari futuri&nbsp;

Massimiliano di Silvestre: quali azioni e quali scenari per il mercato dell'auto?

Dalla Cina &egrave; arrivato il flagello, dalla Cina si ricomincia a vedere il primo, tiepido, raggio di sole che dalle mascherine si trasferisce alla prima, concreta prospettiva di spostamento. Prospettiva capace di arrivare fin dalle nostre parti. Non ci volevano certo scienzati illuminati per capire come si potrebbe evolvere la mobilit&agrave; mondiale post Covid-19, in rapporto alle modalit&agrave; di diffusione del virus e alle norme per contenerlo, a partire da questo insopportabile &ldquo;distanziamento sociale&rdquo;.  Mobilit&agrave;, rivincita di quella privata  Ma avere la conferma dei numeri - per una volta positivi, nel senso &ldquo;gradevole&rdquo; del termine - &egrave; un conforto totale. E la sintesi, dettata anche dal normale buon senso, metter&agrave; a tappeto i denigratori in servizio permamente effettivo: fatevene una ragione, l&rsquo;auto torner&agrave; al centro di tutti gli spostamenti di breve, medio e lungo raggio. Ebbene s&igrave;, la tanto vituperata automobile, colpevole per molti poco informati e altri in malafede, delle peggiori nefandezze, sar&agrave; il luogo pi&ugrave; sicuro con il quale viaggiare per chiss&agrave; quanto tempo.  E non potrebbe essere altrimenti visto che solo l&rsquo;auto, la nostra auto, ovviamente non quella &ldquo;condivisa&rdquo;, pu&ograve; garantirci la sicurezza totale, di allontanare il rischio di un contagio per igienizzazione e frequentazione. Garanzia che non potranno dare i treni, tantomeno gli aerei, figuriamoci bus e metro, al netto delle misure che verrano comunque sicuramente prese per riportare gradualmente ogni persone a riprendere confidenza con questi mezzi di trasporto.  I numeri dello studio  Nessuno &egrave; in grado oggi di dire quanto durer&agrave; questa transizione e se e quando torneremo alla normalit&agrave; dei comportamenti ai quali eravamo abituati. Ma in attesa del vaccino, almeno un anno passer&agrave;. E i dati di due differenti ricerche in proposito, confermano che almeno 7 cittadini su 10 pensano di muoversi solo con l&rsquo;auto privata. Il primo studio, dell&rsquo;Ipsos Group in Cina, su un campione di 1.620 persone, datato 24 febbraio, quando cio&egrave; il colosso orientale aveva appena iniziato a uscire dall&rsquo;emergenza, non lascia dubbi: dopo il Coronavirus, l&rsquo;auto privata passer&agrave; dal 34 al 66% nelle preferenze dei cinesi, rimarr&agrave; stabile la mobilit&agrave; su due ruote (45%), mentre l&rsquo;utilizzo dei mezzi pubblici (bus e metro) scender&agrave; dal 56 al 24%, i taxi dal 21 al 15%. Controversi i dati sulle varie forme di condivisione, dati in calo dal 21 al 12% ma in salita per car sharing e noleggio, dal 3 al 5%.  La situazione in Italia  Passando all&rsquo;Italia, la ricerca di Aret&eacute; Metodhos, effettuata in due diverse date (16 marzo e 9 aprile) su campioni rispettivamente di 504 e 502 persone, ha espresso conclusioni simili, comunque in linea con il sondaggio cinese. Tra gli intervistati (70% uomini, 30% donne) dopo il ritorno alla normalit&agrave; quelli che si dichiarano intenzionati a utilizzare l&rsquo;auto per gli spostamenti abituali sono 75,79-72,71%, mentre il resto sceglie mezzi pubblici (10,32-8,76%), bici (8,53-8,37%), Car Sharing (2,98-2,19%), Scooter-moto (1,98%), Bike sharing (0,20-1,39%), Taxi (0,20-0,60%). Un&rsquo;oscillazione minima tra le preferenze che di fatto conferma come l&rsquo;italiano sceglier&agrave; l&rsquo;auto privata per gli spostamenti post Coronavirus. 

Secondo un&#39;indagine KLe indagini di Aret&eacute; Methodos e Ipsos, 2 persone su 3 hanno risposto che la vettura privata sar&agrave; il mezzo pi&ugrave; sicuro per spostarsi

Post coronavirus: auto privata fulcro della mobilit&agrave;

        Qualcuno potrebbe arrabbiarsi, qualcuno potrebbe trovarlo di cattivo gusto e a qualcun altro, ancora, potrebbe strappare un sorriso. Reazioni differenti per una sola realt&agrave;: nell&rsquo;Ohio un uomo ha richiesto per la sua Mustang GT una targa &ldquo;COV1D-19&rdquo; e l&rsquo;Ohio Bureau of Motor Vehicles sembra proprio che gliel&rsquo;abbia concessa. Di stranezze sulle targhe ne abbiamo sentite molte, ma forse questo momento storico non &egrave; il migliore per scherzare.&nbsp; FCA, Manley: "Al via la produzione di mascherine contro Coronavirus" Targa auto COVID-19 Due anni fa, tale Brandon C. ha comprato una Mustang GT del 1986, come ha raccontato al sito Carscoops. Da un po&rsquo; di tempo, pensava a una targa originale e, in un bar, insieme a un amico parlando del Coronavirus gli &egrave; venuta la discutibile idea di provare a vedere se fosse disponibile presso l'Ohio Bureau of Motor Vehicles la targa &ldquo;COV1D-19&rdquo;. La richiesta ha dato esito positivo, tanto che al signor Brandon C. &egrave; venuta un&rsquo;altra idea, quella di chiamare l&rsquo;auto &ldquo;Il virus&rdquo;, giusto per non farsi mancare nulla. Quando &egrave; andato a ritirare la targa, &egrave; stato avvertito della possibilit&agrave; che fosse respinta visto il delicato argomento toccato. Ma anche questo ostacolo &egrave; stato, non si sa come, superato. Manca un ultimo scoglio: la revisione. La targa &ldquo;COV1D-19&rdquo;, per fortuna, non &egrave; ancora definitiva, ma ci&ograve; non ha fermato il proprietario della Mustang GT di raccontare la sua storia e ripostare sulla sua pagina FB Long Shot Performance i vari articoli che spiegano la strana storia della sua targa. Tamponi Coronavirus in auto, da Bologna la proposta sperimentale       

L'auto in questione &egrave; stata ribattezzata "Il Virus" e la targa quindi non poteva di certo avere numeri e lettere qualsiasi. L'automobilista &egrave; un uomo dell'Ohio che ha richiesto una registrazione proprio insolita per la sua Mustang GT del 1986

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