        Honda WR-V &egrave; la piccola Suv, a cavallo tra il Segmento B e C lunga 4,3 metri, disponibile al momento per Giappone, Brasile e Indonesia, ma che potrebbe sbarcare alle nostre latitudini inserendosi al di sopra della Jazz, ma modello d&rsquo;attacco tra le ruote alte, prima di HR-V, ZR-V e CR-V, le sport utility attualmente a listino Casa giapponese.&nbsp; Con un bagagliaio dalla capacit&agrave; di 458 litri e un passo di 2,65 metri WR-V offre un&rsquo;alternativa che in verit&agrave; &egrave; apprezzata da anni. Si tratta infatti della seconda generazione del modello, che ha avuto un buon successo dal 2017 in America latina e India. Honda WR-V gioca a carte scoperte La nuova serie di Honda WR-V, assemblata sulla Global Small Car Platform (quella di Jazz e HR-V) al momento presenta la versione col motore 1.5 aspirato a benzina da 122 cavalli abbinato a una trasmissione CVT, ma &egrave; attesa una versione full hybrid e:HEV, che sarebbe pi&ugrave; adatta al mercato europeo. Dispone del pacchetto Honda Sensing, che garantisce la guida assistita di secondo livello e presenta uno stile esterno e degli interni in linea con gli altri Suv della gamma. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Honda nuove e usate        

Andrebbe a porsi alla base della gamma delle ruote alte della Casa giapponese: compatta ma molto funzionale

Honda WR-V, la seconda generazione anche per l'Europa?

I Suv che verranno. Nel 2024 le &ldquo;ruote alte&rdquo; rappresenteranno, giunti all&rsquo;ennesima conferma, la categoria di automobili pi&ugrave; apprezzata sul mercato del nuovo.  Ormai il 40% delle immatricolazioni &egrave; appannaggio degli sport utility, apprezzati per guida alta, spazio a bordo e ovviamente anche stile e prestigio.  Suv per tutti nel 2024  Soddisfano un pubblico trasversale, che va dalle citycar alle ammiraglie, dal cuore e alla periferia della domanda.  L&rsquo;anno che sta arrivando non far&agrave; eccezione, in tutti i segmenti e in ogni motorizzazione.  Dalle elettriche pure, alle ibride alle bi-fuel. A ogni livello, e ormai per quasi tutti i portafogli, i Suv rappresentano la prima scelta e devono soddisfare un pubblico trasversale.  Per sintonizzarsi col futuro prossimo, ecco la Top 5 dei Suv pi&ugrave; attesi per il 2024. Con grandi e piccole, ma tutte votate a diventare best seller.  Potrebbe interessarti: l&#39;auto elettrica e quell&#39;equilibrio tra costi e ricavi che manca&nbsp;  Sfoglia le pagine per leggere l&#39;articolo  &nbsp;  5 &ndash; Tesla Model Y  Ormai stabilmente in lotta per essere l&rsquo;auto pi&ugrave; venduta in Europa e nel mondo, il crossover elettrico del Segmento D beneficer&agrave; di un rinnovamento, sulla scia di quello di Model 3, arrivata da qualche mese sul mercato.  Come la berlina sar&agrave; aggiornata con i fari a matrice di Led pi&ugrave; acuminati all&rsquo;anteriore, con modifiche pi&ugrave; leggere ai gruppi ottici posteriori e ai paraurti.    In abitacolo in arrivo le novit&agrave; dello schermo sul tunnel centrale posteriore, de volante che integrer&agrave; i comandi delle frecce, dei rivestimenti e delle luci a led che renderanno pi&ugrave; ospitali gli interni.  Confermati i powertrain a uno e due motori elettrici e la versione Performance: l&rsquo;autonomia dovrebbe aumentare grazie a una versione ancora pi&ugrave; efficiente. Una chiave sar&agrave; il prezzo, atteso a conferma: ora parte da 46.990 euro.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Tesla nuove e usate  Sfoglia le pagine per continuare a leggere l&#39;articolo  &nbsp;  4 &ndash; Ford Puma  Dopo l&rsquo;addio a Fiesta, bestseller per quasi mezzo secolo, sta a Puma, gi&agrave; da qualche anno in testa alle preferenze, calamitare clienti.  La Segmento B a ruote alte dell&rsquo;Ovale Blu si &egrave; distinta fin dall&rsquo;inizio per estetica, comportamento dinamico e rapporto qualit&agrave;/prezzo.  &nbsp;  Si tratta di un restyling, che all&rsquo;esterno coinvolger&agrave; fari, logo e altri dettagli.  Saranno confermati i powertrain mild hybrid, con al top l&#39;EcoBoost 1.0 da 170 cavalli della Puma ST Powershift, alternativo all&#39;1.5 da 200 cavalli, ma soprattutto arriver&agrave; la Puma elettrica, indicata con una potenza di circa 140 cavalli.  Pane per i denti di Jeep Avenger, Peugeot 2008 e le altre.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Ford nuove e usate  Sfoglia le pagine per continuare a leggere l&#39;articolo  &nbsp;  3 &ndash; Dacia Duster  A primavera 2024&nbsp;sar&agrave; in concessionaria, con un prezzo a partire da circa 20.000 euro.  La terza serie del modello che ha sdoganato Dacia, per contenuti e stile, verso una fascia della clientela attenta a un favorevole rapporto qualit&agrave;/prezzo e non pi&ugrave; (o solo) al low cost, rappresenter&agrave; un salto di qualit&agrave; notevole.  Stile rinnovato, coerente con la storia, ma con un design ispirato al grande Bigster che arriver&agrave; nel 2025.    Contenuti pi&ugrave; ricchi, con dimensioni di fatto inalterate, 4,34 metri di lunghezza: ADAS aggiornati, al pari dell&rsquo;infotainment.  La nuova piattaforma CMF-B garantir&agrave; anche un comportamento dinamico migliore.  Addio al Diesel, Dacia Duster III partir&agrave; dal 1.0 3 cilindri bif-fuel a GPL da 100 cv, passando per il 1.2 mild hybrid 48 V da 130 cv, a trazione anteriore o integrale e completando la gamma con il 1.6 full hybrid da 140 cavalli.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Dacia nuove e usate  Sfoglia le pagine per continuare a leggere l&#39;articolo  &nbsp;  2 &ndash; Alfa Romeo Milano  Il nome c&rsquo;&egrave;, finalmente, il modello sar&agrave; presentato ad Aprile nel capoluogo lombardo.  Nasce sulla piattaforma STLA Small, al pari di Jeep Avenger e Fiat 600 e sar&agrave; assemblata, come le due cugine, nello stabilimento di Tichy, in Polonia.  &nbsp;  Milano &egrave; chiamata a raccogliere gli orfani di MiTo e Giulietta: sar&agrave; lunga circa 4,1 metri.  Sar&agrave; anche&nbsp; la prima Alfa&nbsp;con una versione al 100% elettrica, quasi certamente spinta dal propulsore da 156 cavalli, con batteria da 54 kWh e autonomia di circa 400 km.  Sar&agrave; anche l&rsquo;ultimo modello nuovo del Biscione con motore termico: il mild hybrid col 1.2 a tre cilindri che per brevi tratti pu&ograve; viaggiare a zero emissioni.  Il prezzo sar&agrave; di circa 40.000 euro per la versione BEV e meno di 30mila per la HEV.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Alfa Romeo nuove e usate  Sfoglia le pagine per continuare a leggere l&#39;articolo  &nbsp;  1 &ndash; Fiat Panda  La regina del mercato italiano far&agrave; il grande salto.  In verit&agrave; sin dall&rsquo;esordio nel 1980 Panda &egrave; stato un crossover ante-litteram, inteso come concentrato di praticit&agrave; e con un&rsquo;altezza da terra diversa dalle altre utilitarie.    La nuova serie sar&agrave; presentata nell&rsquo;estate del 2024. Nascer&agrave; sulla piattaforma Smart Car che ha fatto il suo esordio sulla. Citro&euml;n &euml;-C3.  Per questo Panda crescer&agrave; nelle dimensioni, avvicinandosi a una lunghezza di circa 4 metri, con benefici all&rsquo;abitabilit&agrave; interna.  Sar&agrave; disponibile con motorizzazione ibrida e anche al 100% elettrica, quest&rsquo;ultima con un prezzo inferiore ai 25.000 euro e uno stile ispirato alla concept Centoventi presentata nel 2019.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Fiat nuove e usate&nbsp; 

Elettriche e non, le &ldquo;ruote alte&rdquo; rappresentano l 40% delle immatricolazioni: ecco le pi&ugrave; attese

I 5 Suv pi&ugrave; attesi per il 2024

Disponibile anche con sistema full hybrid (lo stesso e:HEV di ZR-V), il nuovo CR-V segna il debutto europeo del powertrain plug-in e:PHEV. Lo schema è il medesimo, con propulsore endotermico 2.0 benzina a ciclo Atkinson da 148 cavalli – al quale, però, è stato aggiunto un secondo rapporto, per avere più spunto e coppia alle basse velocità - e doppia unità elettrica. Disponibile solo con trazione anteriore 2WD (la versione ibrida full può essere ordinata integrale), il primo CR-V “alla spina” può percorrere oltre 80 km a zero emissioni grazie alla batteria agli ioni di litio da 17,7 kWh (garantita ben 8 anni o 160.000 km). Questa, oltre che tramite l’efficiente sistema di rigenerazione dell’energia in marcia, può essere ricaricata completamente in 2 ore e mezza a 6,8 kW; utilizzando una semplice presa domestica (2,3 kW) sono, invece, necessarie circa 7 ore. Contrariamente ad altri sistemi plug-in, poi, anche con batteria completamente scarica i consumi risultano estremamente contenuti (praticamente quelli della controparte full hybrid e:HEV).

Honda CR-V e:PHEV, approfondimento sul sistema ibrido alla spina

Altro che Brennero, come sostenevano i soliti bene informati sui social che si dicevano certi che avrebbe avuto il nome di un passo alpino. Invece no: la nuova &ldquo;piccola&rdquo; Alfa Romeo, l&rsquo;attesissimo Suv di taglia compatta che debutter&agrave; nel 2024 si chiamer&agrave; Milano. E sar&agrave; la prima Alfa a propulsione completamente elettrica. Lo ha annunciato ufficialmente l&rsquo;amministratore delegato di Alfa Romeo, Jean Philippe Imparato. &quot;Il nome che abbiamo scelto &egrave; un omaggio alla citt&agrave; in cui &egrave; nata nel 1910 l&rsquo;Alfa Romeo&quot;, ha spiegato Imparato.   Perch&eacute; non si chiama Brennero  Come ricorderete, nei mesi scorsi si era ipotizzato per la piccola Alfa ancora il nome di un passo alpino. Come Stelvio e come Tonale, gli ultimi due SUV lanciati da Alfa. Invece Alfa Romeo ha deciso diversamente. Milano &egrave; la citt&agrave; di Alfa Romeo, la sua sede storica e anche la sede del museo che raccoglie la tradizione del biscione. Ma aver scelto il nome della citt&agrave; e non quello di un passo alpino &egrave; anche un chiaro indizio del fatto che questa piccola Alfa &egrave; pensata per un utilizzo squisitamente urbano. Come anche la propulsione elettrica fa intendere.  Alfa Romeo Milano, le caratteristiche    L&rsquo;Alfa Romeo Milano sar&agrave; un Suv-crossover di taglia piccola, lungo circa 4,10 metri e sar&agrave; basato sulla piattaforma CMP della Jeep Avenger e della Fiat 600e, gli ultimi due crossover lanciati dal gruppo Stellantis. Il paradosso &egrave; che pur chiamandosi &ldquo;Milano&rdquo;, la nuova piccola Alfa sar&agrave; la prima auto del biscione ad essere costruita non in Italia ma all&rsquo;estero: nella fabbrica polacca di Tichy, nella stessa catena di montaggio nascono le sue cugine Jeep e Fiat. Una scelta dovuta al fatto che in un grande gruppo automobilistico come Stellantis che possiede numerosi marchi, le auto con piattaforma comune devono ovviamente venire prodotte nella medesima fabbrica per motivi di costi e di logica produttiva. Non pensate per&ograve; a questa scelta come ad una fuga di Alfa Romeo dall&rsquo;Italia, perch&eacute; le future vetture di taglia grande del biscione, quelle che sostituiranno le attuali Giulia e Stelvio, dovrebbero nei piani essere ancora costruite a Cassino.  Tutte le avversarie della Milano  L&rsquo;Alfa Milano entrer&agrave;, nel combattuto mondo dei Suv compatti segmento B e dovr&agrave; scontrarsi non soltanto con le altre auto del gruppo Stellantis, Jeep Avenger in primis, ma anche contro new entry come Smart #1 e Volvo EX30, tutte vetture dalla personalit&agrave; molto forte. Per spiccare fra le rivali e distinguersi dalle cugine con la stessa piattaforma, l&rsquo;Alfa Romeo punter&agrave; su un design molto personale. Tipicamente Alfa. Con il grande scudetto sul muso rammodernato nelle linee e nelle forme. Non sar&agrave; quello della Milano un design di rottura completa col passato Alfa, ma comunque un forte passo avanti. Pi&ugrave; di quello rappresentato dalla Tonale perch&eacute; la Milano sar&agrave; la prima Alfa interamente firmata nell&rsquo;estetica dal capo dello stile, lo spagnolo Mesonero (ex Seat e Cupra) approdato all&rsquo;Alfa un paio di anni fa e famoso per il suo design con linee tese.  La Milano &egrave; la prima Alfa Romeo Elettrica  Dal punto di vista tecnico, la Milano sar&agrave; la prima Alfa completamente elettrica. Avr&agrave; batteria nel pianale e il motore in posizione anteriore, lo stesso impiegato da Peugeot 208 e Jeep Avenger, da circa 156 cv, forse nel caso Alfa leggermente potenziato per collocare la Milano al top in fatto di performance. La batteria sar&agrave; da circa 55 kWh. Per un&rsquo;autonomia che dovrebbe essere dell&rsquo;ordine dei 400 km, molti di pi&ugrave; se in ambito cittadino.   Ma la Milano non sar&agrave; soltanto elettrica: verr&agrave; affiancata anche da una versione con propulsione ibrida 48v: ovvero un motore termico rafforzato da un motorino elettrico da circa 20 cv integrato nel cambio che render&agrave; la Milano (come anche la Tonale) una via di mezzo fra un mild hybrid e un full hybrid e consentir&agrave; di muoversi per alcuni km in solo elettrico.   L&rsquo;Alfa Milano verr&agrave; mostrata ufficialmente nelle sue forme definitive ad aprile&nbsp;in uno speciale colore di lancio rosso molto particolare e sar&agrave; ordinabile a partire da giugno per essere consegnata poi ai primi clienti nel settembre 2023. I prezzi sono ancora da stabilire, ma guardando ai prezzi delle auto &ldquo;cugine&rdquo; si pu&ograve; desumere che la versione elettrica potrebbe attestarsi intorno o poco sotto ai 40mila euro mentre l&rsquo;ibrida coster&agrave; decisamente meno.  

Il Biscione ha svelato il nome della vettura che verr&agrave; presentata nella primavera 2024. Non si chiama Brennero, come ipotizzato, e arriver&agrave; prima la versione elettrica, poi quella ibrida

Alfa Romeo, si chiama Milano il baby Suv elettrico

        I Suv sono decisamente le automobili pi&ugrave; vendute in Italia secondo le ultime statistiche pubblicate dall'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica. Ma quali sono i modelli che gli italiani preferiscono guidare? Autohero, l'e-commerce di riferimento in Europa per il settore delle auto usate, ha stilato la top 5 dei SUV pi&ugrave; apprezzati nei primi nove mesi del 2023. Comfort, stile, prestazioni e sicurezza: questi i parametri presi in considerazione al momento della scelta. "Secondo l'ultima rilevazione di ANFIA, pi&ugrave; di una vettura su due acquistata quest'anno &egrave; un SUV. Un interesse crescente che su Autohero si riflette in un'ampia selezione di modelli adatti ad ogni tipo di esigenza", afferma Soni Leraj, Director Retail Italy di Autohero. "Grazie al nostro approccio interamente digitale e trasparente, gli utenti possono scegliere il SUV che preferiscono godendo di un'esperienza d'acquisto sicura e garantita." Sfoglia per scoprire la classifica dei 5 Suv preferiti dagli italiani Car of The Year 2024, Auto le ha gi&agrave; provate tutte &nbsp; 1-Jeep Compass  La Jeep Compass si piazza al primo posto della classifica: il SUV-crossover di Jeep &egrave; un mix perfetto di prestazioni off-road, comodit&agrave; e dimensioni compatte adatte anche alla giungla urbana. Con un avanzato sistema di trazione integrale e opzioni di personalizzazione, offre un'esperienza di guida di alto livello. Lanciata nel 2006, ha conquistato il cuore degli automobilisti grazie alla sua versatilit&agrave;, ottenendo un meritato riconoscimento con cinque stelle nei crash test Euro NCAP. Sfoglia per continuare a leggere &nbsp; 2-Mercedes GLA  La Mercedes GLA si posiziona al secondo posto grazie al suo design elegante e contemporaneo abbinato al carattere off-road tipico di un SUV. Un interno lussuoso e avanzati sistemi di assistenza alla guida, caratterizzano il modello che ha fatto il suo debutto nel 2014. La GLA ha ottenuto cinque stelle nei crash test Euro NCAP del 2019, garantendo non solo stile, ma anche sicurezza su strada. Sfoglia per continuare a leggere &nbsp; 3-BMW X1  La medaglia di bronzo se la prende la BMW X1. Questo SUV compatto, introdotto sul mercato nel 2009, presenta dimensioni pi&ugrave; contenute e opzioni di trazione anteriore o integrale. Con interni spaziosi, illuminazione ambientale e opzioni di motorizzazione tra cui anche la versione ibrida plug-in, la X1 offre anche un alto livello di sicurezza, riconosciuta con le cinque stelle Euro NCAP ottenute nel 2015 e nel 2022. Sfoglia per continuare a leggere &nbsp; 4-Peugeot 3008  La Peugeot 3008 conquista il quarto posto grazie a comfort e un design accattivante. Premiato "Auto dell'Anno" a Ginevra nel 2017, il modello offre soluzioni pratiche ed estremamente tecnologiche, con interni che sfoggiano materiali di alta qualit&agrave; e un i-cockpit digitalizzato. Sicurezza di alto livello con cinque stelle Euro NCAP e una gamma completa di funzionalit&agrave;. Sfoglia per continuare a leggere &nbsp; 5-Volkswagen T-Roc  Chiude la top 5 la Volkswagen T-Roc, un'opzione ideale per chi cerca un SUV pratico. Sicurezza avanzata, assistenza alla guida e il classico design distintivo di Volkswagen, rendono il T-Roc una scelta che unisce stile e funzionalit&agrave;. Prodotta dal 2017, questa auto compatta ha ottenuto cinque stelle Euro NCAP grazie a un'ampia gamma di sistemi di sicurezza. Sfoglia per continuare a leggere &nbsp; 6-Alfa Romeo Stelvio  L'Alfa Romeo Stelvio, primo SUV italiano a scalare la classifica di Autohero, si posiziona subito sotto la top 5. Disponibile anche in versione 4x4, offre prestazioni eccellenti e un design unico, mantenendo intatta la tradizione di Alfa Romeo. Con la massima valutazione di 5 stelle Euro NCAP e dispositivi di sicurezza completi di serie, la Stelvio incarna il "carattere italiano" nel segmento.        

La classifica stilata secondo le preferenze registrate nei primi nove mesi del 2023: c'&egrave; un&nbsp; modello italiano che si piazza appena dopo le prime cinque posizioni

La Top 5 dei SUV più amati dagli italiani

Dopo vari slittamenti e rinvii, la Macan Elettrica &egrave; pronta fare sul serio. Certo quella che raccontano le immagini a seguire &egrave; ancora camuffata, ma il design in formato coup&eacute; sembra essere la moda di cui nessuno pu&ograve; pi&ugrave; fare a meno. A bordo segue le attuali tendenze di mercato, perpetrando la causa Porsche. Ci sono fino a tre schermi. Il quadro strumenti ha una diagonale da 12,6 pollici. Il display centrale &egrave; di tipo touch ad alta risoluzione da 10,9 pollici in qualit&agrave; Full HD. C&#39;&egrave; poi un terzo schermo (optional) posto difronte al passeggero anteriore. In questo caso la diagonale &egrave; di 10,9 pollici e la pellicola che lo ricopre non consente al guidatore di vedere cosa invece visualizza il suo compagno di viaggio.  Ora la sfida si gioca tutta su di un altro livello, perch&eacute; la nuova Porsche Macan elettrica dovr&agrave; conquistare un pubblico che per anni l&#39;ha idolatrata proprio perch&eacute; termica. Un cambio di rotta epocale che far&agrave; certamente pi&ugrave; discutere rispetto al debutto di Taycan, prima vettura 100% elettrica della casa di Zuffenhausen. Questa volta scende in campo la nuova piattaforma PPE (Premium Platform Electric), pianale realizzato in collaborazione con Audi destinato alle vetture sportive e di fascia alta del Gruppo Volkswagen. Sar&agrave; sufficiente per soddisfare i detrattori pi&ugrave; radicati?  Un doppio per le perfomance  Gioca a carte scoperte la nuova Porsche Macan che mette sul piatto la trazione integrale, come il pubblico si attende. Una architettura che si realizza ovviamente per la presenza di una doppia motorizzazione elettrica, una dedicata ad ogni asse di trazione. Due unit&agrave; che presentano specifiche tecniche differenti sebbene di base siano entrambe sincrone a magneti permanenti. Come per i motori termici anche in questo caso le dimensioni possono fare la differenza &ndash; quello anteriore &egrave; pi&ugrave; piccolo di quello posteriore &ndash; mentre entrando nel dettaglio si scopre che i fili degli statori vengono avvolti con specifiche differenti che si tratti dell&#39;uno o dell&#39;altro. Anche perch&eacute; bisogna sottolineare come sia quello posteriore il pi&ugrave; protagonista sulla nuova Macan. Rispetto a Taycan c&#39;&egrave; poi una diversa disposizione dei magneti all&#39;interno dei rotori, ma questo vale per entrambi i propulsori.  E se il metro di paragone &egrave; sempre la prima berlina elettrica di Zuffenhausen, allora sappiate che questa la trasmissione del motore al retrotreno &egrave; provvista di un cambio a due velocit&agrave;, mentre &egrave; solo una per quanto concerne l&#39;unit&agrave; anteriore. Diverso il sistema su Macan, che impiega una trasmissione a velocit&agrave; singola a due stadi. Invece di una grande ruota dentata, la trasmissione utilizza due ruote pi&ugrave; piccole. E le performance? Tenendo presente che il propulsore al retrotreno sar&agrave; disponibile anche in una versione potenziata, Porsche al momento ha comunicato le prestazioni proprio della Macan pi&ugrave; potente: potenza di sistema di 450 kW (circa 612 cv) e una coppia massima di oltre 1000 Nm.  L&#39;autonomia non le manca  La componente elettrica, al di l&agrave; dei propulsori di cui sopra, si affida ad un&#39;architettura a 800 volt. Il pacco batteria, composto da 12 moduli formati da celle prismatiche, ha una capacit&agrave; di 100 kWh. Che dovrebbe assicurare un&#39;autonomia, non ancora dichiarata ufficialmente, superiore ai 500 km.  La nuova Porsche Macan potr&agrave; essere ricaricata in corrente continua sino a 270 kW, a tutto vantaggio di tempistiche sempre pi&ugrave; ridotte. Ovvero passare dal 10 all&#39;80% in meno di 22 minuti.  Questo risultato &egrave; valido nelle condizioni migliori appena presentate. Ma quando lo stallo ha una tecnologia a 400 volt, la Macan &ldquo;divide&rdquo; la batteria a met&agrave;. Sostanzialmente il flusso di energia attraversa due &ldquo;blocchi&rdquo; da 400 volt collegati in parallelo.  A dare manforte al range di percorrenza ci pensa poi la capacit&agrave; di recupero dell&#39;energia in frenata. Premesso che tale dato va letto nella migliore condizione di marcia e pertanto in situazioni reali non sempre si potr&agrave; realizzare, ma la Macan &egrave; in grado di recuperare sino a 240 kW. Ossia una decelerazione di circa 4,3 m/s2. Questo dato si riferisce alla frenata rigenerativa legata al funzionamento dei motori elettrici. Perch&eacute; in caso di necessit&agrave; da parte del conducente subentra il sistema idraulico. La vettura &egrave; pure provvista del sistema noto come &ldquo;coasting&rdquo; che di fatto disaccoppia la trasmissione consentendo a Macan di procedere in folle. Il modus operandi dell&#39;uno o dell&#39;altro sono vincolati anche alle modalit&agrave; di guida selezionate.  Assetto intelligente  Non &egrave; stato ancora rilasciato un dato sul peso in ordine di marcia, ma siamo certi di essere sopra le 2,5 tonnellate. Detto questo, la Macan elettrica si correda di un un avantreno a doppio braccio oscillante e di un retrotreno multilink. Tra gli optional, o di serie sulle versioni pi&ugrave; ricche, le molle pneumatiche, l&#39;asse posteriore sterzante e il differenziale posteriore a controllo elettronico. Il PASM (Porsche Active Suspension Management) oltre a &ldquo;definire&rdquo; l&#39;assetto a seconda della modalit&agrave; di guida inserita, contribuisce all&#39;efficienza complessiva dell&#39;auto. Come? Abbassando la vettura in determinate condizioni di guida, rendendo cos&igrave; Macan pi&ugrave; efficiente dal punto di vista aerodinamico.  Un giro da passeggeri ci &egrave; stato concesso e le poche cose che abbiamo imparato sono, che nel modo di guida pi&ugrave; sportivo, l&#39;erogazione della potenza assume toni quasi &ldquo;violenti&rdquo;. Metterla di traverso non sembra difficile, ma quando riprende grip lo fa con una certa forza e sembra poco omogenea. E con tutta quella coppia a disposizione non sembrerebbe essere in difficolt&agrave; quando si passa all&#39;off-road e le pendenze diventano importanti. Interessante anche la capacit&agrave; di guado. Ci&ograve; che per&ograve; viene fuori, da questa insolita prima presa di contatto da passeggeri, &egrave; che con meno cavalli (ma soprattutto coppia) l&#39;auto potrebbe essere ancora pi&ugrave; godibile. 

Il nuovo Suv di Zuffenhausen, ma prodotto a Lipsia, porta in dote la nuovissima piattaforma PPE. La versione pi&ugrave; potente vanta 1000 Nm di coppia... forse troppi?

Nuova Porsche Macan elettrica, ecco come si cambia

Primo contatto con i muletti della Porsche Macan elettrica, il Suv di Zuffenhausen che porta al debutto il nuovo pianale specifico per le elettriche PPE

Porsche Macan, anteprima della versione elettrica

Abbiamo potuto testare la nuova Porsche Macan, Suv che porta al debutto una piattafoma elettrica inedita. Guada qui il video

Porsche Macan Elettrca, test in anteprima

Il nome &egrave; ufficiale, si chiamer&agrave; Alfa Romeo Brennero la nuova B-Suv del Biscione, erede di MiTo e Giulietta, e parente di Jeep Avenger e Fiat 600, tutte e tre le vetture saranno assemblate sulla stessa linea in Polonia a Tichy. Sar&agrave; la prima auto anche elettrica del Marchio.  Alfa Romeo con un video sui suoi canali social ha ufficializzato, non direttamente ma fornendo chiari indizi il nome del Sport Urban Vehicle.  Alfa Romeo, caccia al nome  Anticipando con la frase &quot;Forse in fondo lo abbiamo sempre saputo&quot; il filmato dove appaiono su uno sfondo dominato dal camouflage del nuovo modello, una serie di coordinate, che non sono altro che quelle del Balocco Proving Ground, del Passo dello Stelvio, del Museo Storico Alfa Romeo di Arese e infine del Passo del Brennero con le coordinate 47&deg;00&#39;06&quot;N 11&deg;30&#39;21&quot;E. Non ci si pu&ograve; sbagliare.   Maybe we&rsquo;ve known it all along.#AlfaRomeo pic.twitter.com/dE10xGYXwO &mdash; Alfa Romeo (@alfa_romeo) December 6, 2023    Alfa Romeo Brennero sar&agrave; lungo circa 4,2 metri (Fiat 600 &egrave; 4,17) assemblato sulla piattaforma STLA Small di Stellantis Le versioni termiche saranno mosse dai 3 cilindri di 1.2 litri da 100 e da 136 cavalli dotato di sistema mild hybrid 48V, con un boost elettrico di 29 cv per ridurre le emissioni e i consumi.  La versione elettrica prevedibilmente sar&agrave; mossa dal noto un propulsore da 156 cavalli e di una batteria dalla capacit&agrave; di 54 kWh, per una autonomia di circa 400 km nel ciclo WLTP.  Brennero, che avr&agrave; un prezzo di partenza di circa 25.000 euro &egrave; attesa a offrire, grazie a un settaggio specifico di sospensioni e sterzo, un comportamento dinamico in linea con il retaggio di Alfa Romeo.  Potrebbe interessarti: Cassino si prepara per Alfa Romeo Giulia e Stelvio elettriche&nbsp; 

La Casa del Biscione ufficializza, seppur indirettamente, il nome del suo primo modello anche elettrico

Alfa Romeo, il nome del B-Suv sar&agrave; Brennero

Toyota Urban Suv 2024 cerchi aerodinamici

Presentato al Toyota Kenshiki Forum 2023, Urban Suv anticipa il modello d'accesso alla gamma elettrica: trazione anteriore o integrale e due tagli di batteria

Toyota Urban Suv, nel 2024 il modello di serie FOTO

Mansory Rolls-Royce Cullinan dj Tiesto vista posteriore

Un esemplare davvero esclusivo del Suv Rolls-Royce, completamente personalizzato dal tuner Mansory

Le foto della Rolls-Royce Cullinan by Mansory del Dj Tiesto

Tra le diverse strategie che si possono adottare per penetrare un nuovo mercato, GWM (acronimo di Great Wall Motor, colosso cinese diffuso a livello globale, leader nella vendita di SUV di alta gamma in patria), punta senza mezzi termini ad un approccio premium, con lo scopo di sedurre e conquistare il pubblico europeo. Testa d&rsquo;ariete di questa strategia &egrave; il GWM WEY 03, SUV ibrido plug-in appartenente al segmento C, che debutta nel Vecchio Continente con diverse frecce al suo arco. Lo abbiamo provato durante una giornata di test tra le strade della Capitale, il lago di Bracciano e il mare di Fregene.&nbsp;    COM&#39;&Egrave; FATTO  Dal punto di vista stilistico, il WEY 03&nbsp;sposa canoni stilistici abbastanza tipici del segmento, con lo scopo, probabilmente, di risultare subito familiare e accattivante. Il design &egrave; elegante, con un&rsquo;importante &ldquo;presenza&rdquo; visiva; ma allo stesso tempo sobrio. Gradevole, soprattutto, &egrave; la gestione dei volumi, priva di inutili eccessi di design. La lunghezza, di poco inferiore a 4.700 mm (4668, per l&rsquo;esattezza) getta dritta questa cinese nel combattuto ring dei SUV compatti, in cui - grazie a un passo di 2.745 mm e un&rsquo;altezza di 1.730 mm - si propone come mezzo particolarmente attento al comfort, soprattutto in termini di spazio a disposizione per i passeggeri posteriori. Due sono le versioni previste, Premium, quella d&rsquo;accesso, e la top do gamma Luxury, spinte entrambe da un propulsore turbo da 2,0 litri e 150 kW / 204 CV, abbinato a una trasmissione (DCT) a 9 rapporti. A scelta, si pu&ograve; optare per la trazione AWD (4 ruote motrici) o 2WD. La potenza del sistema di trazione ibrido plug-in nella versione AWD - quella pi&ugrave; dotata, con due motori elettrici a bordo (la due ruote motrici ne ha solo uno) - &egrave; di 325 kW / 442 CV e la coppia massima &egrave; di 685 Nm. Numeri, che tradotti su strada permettono alla GWM WEY 03 di accelerare (dato dichiarato) da 0 a 100 km/h in 5,3 secondi e raggiungere una velocit&agrave; massima di 230 km/h. Secondo lo standard WLTP, il consumo medio di carburante &egrave; di 0,5 l/100 km: ovviamente, risultato che si ottiene sfruttando al massimo la propulsione elettrica, che offre un&rsquo;autonomia di 136 Km per la versione AWD e 124 per la 2WD (dati dichiarati). Numeri interessanti - tra l&rsquo;altro apparsi abbastanza veritieri durante la prova sul campo - garantiti da una batteria agli ioni di litio da 34 kWh (quindi piuttosto grande, per juna ibrida plug-in) prodotta &ldquo;internamente&rdquo; da SVOLT, una sussidiaria di GWM specializzata nello sviluppo e nella produzione di accumulatori e sistemi di batterie per veicoli elettrici. La ricarica pu&ograve; avvenire con una potenza fino a 50 kW in corrente continua; in questo caso, per raggiungere l&rsquo;80% occorrono circa 38 minuti. Ci vogliono, invece, 3 ore e 20 minuti per il 100% con potenza di ricarica a 11 kW. Di buona capacit&agrave;, anche il serbatoio carburante: 55 litri. Prima di addentrarci nell&rsquo;analisi dinamica, uno sguardo agli interni che, almeno in prima battuta, trasmettono all&rsquo;istante qualit&agrave; e attenzione ai dettagli, in linea con le ambizioni premium del modello. Rivestimenti, plastiche, materiali, tutto contribuisce ad elevare la percezione di comfort nell&rsquo;abitacolo, comodo per 5 persone, in cui spiccano i 3 display - da 9,2&quot; a colori nel pannello strumenti, 14,6&quot; per il multimedia touch screen e 9&quot; per il pannello interruttori touch screen - che offrono una &ldquo;user experience&rdquo; fluida e intuitiva, sebbene si senta la mancanza di un comando/selettore fisico, almeno per certe regolazioni. Non mancano, a bordo, sistemi avanzati di assistenza alla guida e gestione veicolo con un pacchetto di serie ricco e compreso di tutto (versione Luxury).&nbsp;  COME VA  Il test drive parte in &ldquo;full electric&rdquo;, modalit&agrave; nella quale emergono subito due dati: l&rsquo;ottima fluidit&agrave; di marcia, soprattutto in ambiente urbano, e la verosimiglianza del dato dichiarato sull&rsquo;autonomia: 136 Km, per la versione AWD testata, che pone la Way 03 ai vertici della categoria in questo ambito. Passando alle altre modalit&agrave; di guida, in &ldquo;Sport&rdquo; il carattere dell&#39;auto cambia e l&rsquo;intera cavalleria di bordo inizia a scalpitare. Se da un lato, per&ograve;, il sistema di propulsione enfatizza le performance - quando si affonda il pedale, la spinta, almeno sulla versione AWD, risulta muscolare e appagante - dall&rsquo;altro, la ciclistica ovatta le percezioni prestazionali con un&rsquo;impostazione generale abbastanza &ldquo;morbida&rdquo;; pi&ugrave; attenta al comfort, che alla precisione assoluta o alla reattivit&agrave; di manovra, soprattutto nella guida aggressiva. Ciononostante, lo sterzo risulta abbastanza preciso, anche se le impostazioni dedicate alle diverse condizioni di guida - citt&agrave;, &ldquo;standard&rdquo; e sportiva - non hanno mostrato grandissima differenza l&rsquo;una dall&rsquo;altra. Tra le curve, guidando su percorsi extra-urbani, il rollio &egrave; contenuto e anche forzando i trasferimenti di carico nelle esse pi&ugrave; veloci le reazioni del mezzo sono apparse sempre neutre e controllabili.  DISPONIBILIT&Agrave; E PREZZO  Al momento, la data di commercializzazione in Italia non &egrave; stata ancora resa nota ma si parla della prima met&agrave; del 2024. Anche il prezzo di partenza non &egrave; stato ancora stabilito ma per la versione Premium a due ruote motrici, trazione anteriore, 270kW / 367 CV e 500 Nm di coppia massima l&#39;esborso dovrebbe essere compreso tra i 45.000 e i 50.000 euro. 

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Nel segno della continuit&agrave;, la terza generazione della Dacia Duster si presenta con dimensioni e caratteristiche simili a quella che l&rsquo;ha preceduta. Ha infatti guadagnato 1 centimetro in larghezza e dimensioni del passo, oltre a 3 centimetri in altezza. Lunga esattamente come prima, ha un aspetto spigoloso e caratteristico, che vuole sottolinearne la robustezza e l&rsquo;assenza di timore nel portare le ruote lontano dall&rsquo;asfalto.    Dacia Duster, tra nuovo design e plastiche riciclate  Immancabili, dunque, le protezioni attorno ai passaruota e nella zona inferiore della carrozzeria, con l&rsquo;aggiunta di una striscia protettiva verticale appena dietro le ruote anteriori. Si tratta di particolari realizzati con l&rsquo;uso di plastiche riciclate sino al 12% in un materiale battezzato Starkle, riconoscibile per essere punteggiato di bianco. Sommando i particolari degli interni, il 20% delle plastiche utilizzate per la nuova Duster sono riciclate, e non solo riciclabili come sottolineano i responsabili della Dacia.  Le protezioni anteriori e posteriori sottoscocca non sono verniciate, con vantaggi per l&rsquo;ambiente ma anche per il fatto che eventuali graffi non ne mutano il colore. Tra le novit&agrave; che saranno introdotte su tutte le Dacia a venire c&rsquo;&egrave; la nuova fascia nera che attraversa il frontale, con una specifica firma luminosa orizzontale. Nelle luci posteriori, ma anche in molti altri elementi all&rsquo;esterno e all&rsquo;interno, si pu&ograve; notare un motivo a Y su due lati che rappresenta una nuova specie di firma per la Dacia.  Nuova Duster, essenziale ma tecnologica  Gli interni sono realizzati all&rsquo;insegna dell&rsquo;essenziale, senza tralasciare niente di quello che pu&ograve; essere utile. In Dacia si sono inventati un nuovo sistema di aggancio portaoggetti chiamato YouClip, corredato da una serie di accessori dedicati. Bandite pelli di origine animale e cromature a bordo, l&rsquo;abitacolo strizza, a sua volta, l&rsquo;occhio alla sostenibilit&agrave;. Ottima, come da tradizione, anche l&rsquo;abitabilit&agrave; posteriore.  La strumentazione &egrave; ora completamente digitale, imperniata su uno schermo da 7&rdquo;. Il sistema multimediale &egrave; ereditato dai pi&ugrave; recenti della Renault, ma adattato alle specifiche Dacia con 4 sezioni nella pagina principale. Il touchscreen da 10,1&quot; &egrave; inclinato di 10&deg; verso il guidatore per permettergli una perfetta consultazione non solo del navigatore.  Dacia dice addio al Diesel e punta sul GPL  La base di telaio &egrave; quella della piattaforma CMF-B del gruppo Renault-Nissan, gi&agrave; utilizzata per Jogger, Sandero e Logan. Forse con pi&ugrave; di qualche rimpianto per la filiale italiana della Dacia, la gamma abbandona i motori turbodiesel per presentarsi anzitutto con la versione ibrida con motore 4 cilindri di 1,6 litri e una potenza complessiva di 140 cavalli. Ad essa si aggiunge la mild hybrid TCe 130, spinta da un motore a 3 cilindri di 1,2 litri che &egrave; utilizzato come base anche per la versione ECO-G 100 con alimentazione a benzina e GPL. La TCe 130 &egrave; disponibile pure nella variante a trazione integrale, dotata di angoli d&rsquo;attacco e uscita ancora pi&ugrave; favorevoli oltre che di modalit&agrave; d&rsquo;impiego specifiche per la guida sui vari fondi a scarsa aderenza, da quello innevato a quello sabbioso.  La nuova Duster sar&agrave; disponibile per i primi test a primavera, con il lancio commerciale previsto per l&rsquo;inizio dell&rsquo;estate.  Leggi anche: Dacia Jogger Hybrid, la guida completa all&#39;acquisto 

Dacia svela la terza serie di uno dei suoi modelli pi&ugrave; apprezzati: ecco come cambia, tra materiali riciclati e interni essenziali ma tecnologici

Dacia Duster, la nuova generazione punta sulla sostenibilit&agrave;

Vi ricordate la smart, regina indiscussa della mobilit&agrave; urbana, celebre per aver conquistato la citt&agrave; di Roma? Dimenticatela. Il termine smart, o meglio il brand che si cela dietro tale nome, al di l&agrave; del passaggio ad oriente (vedi Cina) ha cambiato radicalmente l&#39;idea che distingueva il passato. Non tanto per la scelta di votarsi solo all&#39;elettrico, cosa gi&agrave; successa con le ultime generazioni di fortwo e forfour, quanto per la radicale trasformazione della gamma.  Adesso le smart si riconoscono dall&#39;hastag, dal fatto che siano decisamente pi&ugrave; grandi e che lo stile sia allineato ad alcuni modelli di casa Mercedes. Azienda che di fatto si occupa del design piuttosto che dell&#39;ingegnerizzazione. Detto questo, dopo la recente #1, &egrave; giunto il momento della pi&ugrave; grande #3. Vettura che rispetto alla prima si allunga di 11 centimetri, e presenta un formato pi&ugrave; in linea con quello che potremmo definire un crossover coup&eacute;.  Smart, in vendita la Fortwo che gioca a fare la Lamborghini    Copia incolla ragionato  La vettura nasce dall&#39;esperienza del Gruppo Geely, sviluppata sulla stessa piattaforma della #1, nota anche come SEA. E nel complesso eridita in toto tutta la parte elettronica, dai motori alle batterie. Ovviamente anche lo schema delle sospensioni &egrave; il medesimo, ma il set-up &egrave; differente, trattandosi di una vettura pi&ugrave; bassa, che si presenta pure come pi&ugrave; sportiva rispetto alla sorella da cui deriva.  La smart #3 &egrave; lunga 4.400 mm e ha un passo di ben 2.785 mm. Dal punto di vista estetico gli sbalzi sono ridotti all&#39;osso, ma per quanto concerne l&#39;abitabilit&agrave; il risultato &egrave; paragonabile a quello di vetture di segmento superiore. A seconda della versione, numero di motori, capacit&agrave; batteria e chimica della stessa cambiano.  Se andassimo in ordine decrescente, dalla pi&ugrave; prestante all&#39;entry level, ad aprire le danze sarebbe ovviamente la variante Brabus. Qui ci sono due motori elettrici per un totale di 315 kW (428 cavalli se siete ancorati al passato) e 543 Nm di coppia. Distribuiti con dovizia tra tutte e quattro le ruote. La batteria da 66 kWh vorrebbe spuntare 415 km di autonomia, ma nella realt&agrave; dei fatti tale valore appare difficilmente raggiungibile. D&#39;altro canto, se vuole, pu&ograve; passare da 0 a 100 km/h in soli 3,7 secondi.  Lo stesso accumulatore &egrave; disponibile sulle versioni Pro + e Premium, che vantano una maggiore autonomia (435 e 455 km) essendo pi&ugrave; leggere, ma soprattutto perch&eacute; provviste di un solo motore elettrico (200 kW). C&#39;&egrave; poi il modello d&#39;accesso, la Pro, che ha invece un accumulatore da 49 kWh per 325 km di range di percorrenza. Pacco del tipo LFP, capace di assorbire sino a 130 kW di potenza quando in ricarica in corrente continua, mentre il resto della gamma arriva sino a quota 150 kW.    Si sta comodissimi  Il vantaggio di un passo cos&igrave; &ldquo;importante&rdquo; e di una particolare attenzione verso i volumi interni, rendono questa #3 davvero spaziosa. In quattro, a prescindere dall&#39;altezza di ognuno, non sar&agrave; una lotta serrata all&#39;insegna dei centimetri vacanti. Sia davanti sia dietro si gode sempre della massima libert&agrave;. Solo il quinto passeggero, destinato al centro della seduta posteriore, potrebbe non vantare le stesse possibilit&agrave;.  Meno ragguardevole la dimensione del vano di carico posteriore (quello anteriore &egrave; adatto essenzialmente al cavo di ricarica) che si limita ad una capacit&agrave; di 313 litri (323 su quelle non marchiate Brabus).  A bordo per quanto minimale sembra completa. Non serve neppure troppo tempo per imparare a gestire l&#39;interfaccia multimediale. Davanti al conducente un quadro strumenti da 9,2 pollici, mentre al centro della plancia si erge un display touch da 12,8 pollici. Tra le due sedute anteriori un imponente consolle, perfetta per riporre oggetti di vario genere.  Noi scegliamo la Brabus  Un po&#39; perch&eacute; siamo auto, un po&#39; perch&eacute; siamo curiosi di capire dove voglia arrivare questa tendenza delle elettriche bombate in modo assurdo. Oltre 400 cavalli su una vettura di segmento C sono davvero tanti. Troppa &ldquo;roba&rdquo; da gestire per la compatta smart, che inevitabilmente a ruote sterzate diventa ovviamente sottosterzante. Dei modi di guida disponibili, Eco, Comfort, Sport e Brabus, &egrave; proprio quest&#39;ultimo quello che lascia pi&ugrave; &ldquo;libert&agrave;&rdquo; alla coppia di motori elettrici sincroni a magneti permanenti.  Il potenziale problema di fondo &egrave; che, dopo qualche sparata al verde di un semaforo, e dopo l&#39;ennesima &ldquo;cartella&rdquo; dietro la testa per via della coppia &ldquo;tutta e subito&rdquo;, il gioco diventa sempre meno divertente se cominciano le curve e dovete sempre prestare la massima attenzione a come pestate sul gas. Il limite percepito sembra comunque davvero alto, merito anche dei cerchi in lega da 20 pollici e dall&#39;assetto specifico per questa versione. Ecco perch&eacute; talvolta serve fare un passo indietro per godere davvero dall&#39;inizio alla fine.  Cos&igrave; &egrave; sufficiente il modo Sport per rendere la #3 molto pi&ugrave; piacevole tra le curve. Ma se volete la certezza della fruibilit&agrave;, rimanete entro i livelli offerti dalla modalit&agrave; Comfort oppure Eco. Di pi&ugrave; non serve, perch&eacute; la smart #3 &egrave; una vettura piuttosto neutra, sufficientemente reattiva per andare pi&ugrave; forte della media, perfetta come auto per tutti i giorni. Per quanto concerne i prezzi si parte da 38.548 euro, ma se la Brabus vi ha ingolosito, la cifra da sborsare &egrave; decisamente pi&ugrave; alta: 50.150 euro.  Cerchi un&#39;auto nuova? Sfoglia il nostro listino 

Prima presa di contatto con la nuova vettura elettrica di matrice cinese. La versione Brabus &egrave; sin troppo potente per un telaio che ha ben altre mire

Nuova smart #3, diventa pi&ugrave; larga ma soprattutto pi&ugrave; sportiva

Le sue linee superano il trascorrere del tempo molto bene: abbiamo provato la versione ibrida plug-in su strada. Ecco com&#39;&egrave; andata

Volvo XC60 Recharge: la prova del Suv plug-in hybrid

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