        Si sa, la passione amorosa pu&ograve; essere irrefrenabile. Tanto da spingere le coppie ad amoreggiare nei luoghi pi&ugrave; svariati. Gli stessi italiani sono da sempre propensi a trovare delle alternative al classico letto. E uno dei posti pi&ugrave; &ldquo;frequentati&rdquo;, diciamoci la verit&agrave;, &egrave; l&rsquo;auto. Sesso e auto: il tuo garage rivela come sei a letto Attenzione, per&ograve;. Perch&eacute; non tutti sanno che, se colti in flagrante, le forze dell&rsquo;ordine potrebbero intervenire. E si rischia anche la galera. Ecco cosa si rischia nel 2020 a seguire gli ormoni in un parcheggio di qualche stradina isolata. MULTE FINO A 20MILA EURO Quando infatti una coppia si fa beccare a fare sesso nella propria auto ma in luogo pubblico, e per pubblico si intendono strade e parcheggi, scatta l&rsquo;articolo 527 del codice penale, che prevede una multa salatissima che va dai 5.000 ai 30.000 euro per ognuno dei due partner e non solo al conducente o proprietario della vettura. &Egrave; importante precisare per&ograve; che pi&ugrave; il luogo degli atti osceni &egrave; isolato, pi&ugrave; &egrave; alta la probabilit&agrave; di incorrere nel minimo della pena. Cos&igrave; come si rischia il massimo della pena quando la tutela dei&nbsp;minori &egrave; a rischio.&nbsp; QUANDO SI RISCHIA LA GALERA Ma non &egrave; finita qui: perch&eacute; si pu&ograve; anche finire in carcere. Se infatti si viene scoperti a fare sesso all&rsquo;interno o nelle immediate vicinanze di luoghi frequentati da bambini e minorenni (e di conseguenza aumentare il pericolo che vi possano assistere), come ad esempio le scuole o i parchi gioco, &egrave; prevista la reclusione in galera da quattro mesi a quattro anni e sei mesi. Inoltre, se viene appurata la colpa della coppia e quindi l'intenzione dell'amoreggiamento in auto, viene aggiunta un&rsquo;ulteriore multa che va da 51 a 309 euro. &nbsp;       

<p>Rischi economici, penali e non solo. Le multe salate e anche il carcere: ecco cosa si rischia se si viene colti in flagrante dalle forze dell'ordine ad amoreggiare all&rsquo;interno della vettura</p>

Sesso in auto: si rischiano carcere e multe

        Erano attese, sono arrivate. Dopo l&rsquo;insistente tam tam dei giorni scorsi, in merito alle imminenti dimissioni di Carlos Ghosn dalla Presidenza di Renault, oggi i giornali francesi le danno per consegnate citando fonti industriali confermate da un'intervista del Ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, da Davos a Bloomberg tv. Una decisione praticamente inevitabile dopo che marted&igrave; la Corte distrettuale di Tokyo aveva negato l'ultima richiesta per la concessione della libert&agrave; su cauzione per l'ex n.1 del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi, in prigione dal 19 novembre con le accuse di una serie di illeciti finanziari. Imputazioni che l'ex tycoon 64enne continua a contestare durante gli interrogatori - che non prevedono la presenza di avvocati - asserendo la sua innocenza.&nbsp; Il ricorso per il permesso di scarcerazione era stato presentato per la seconda volta dal team legale di Ghosn, dopo che il pubblico ministero avevo formalizzato la seconda incriminazione per abuso di fiducia aggravata, lo scorso 11 gennaio. Ghosn, tramite il suo portavoce, ha fatto circolare una comunicato agli organi di stampa in cui si dichiarava disposto ad accettare ogni tipo di condizione per ottenere la libert&agrave; su cauzione, inclusa la consegna alle autorit&agrave; del proprio passaporto e l'intenzione di indossare un braccialetto elettronico, e risiedere in Giappone per tutta la durata del processo. Ma la Corte giudiziaria nipponica &egrave; stata inflessibile, facendo scattare le dimissioni, divenute ormai improrogabili, vista la perdurante impossibilit&agrave; di Ghosn ad esercitare i compiti legati al suo (ex) ruolo. Cos&igrave;, oggi &egrave; in programma il Cda di Renault che definir&agrave; annunciandola la nomina gi&agrave; anticipata della nuova coppia di manager che guider&agrave; il gruppo, Thierry Bollor&eacute; e Jean-Dominique Senard, quest&rsquo;ultimo gi&agrave; presidente di Michelin. Un&rsquo;accelerazione della vicenda che serve a tutte le parti in causa, anche per sgombrare il campo da voci ed equivoci che da inizio settimana stanno coinvolgendo I componenti dell&rsquo;alleanza, Renault e Nissan, appunto. Dalle indiscrezioni trapelate dadi media giapponesi che sospettano pressioni di Parigi (avvenute durante i negoziati nippofrancesi a Davos, tra i due presiedenti Macron-Kobe) per una teorica fusione di Nissan con Renault, alla smentita del ministro delle Finanze francese&nbsp; Bruno Le Maire, cui ha fatto seguito quella ancora pi&ugrave; secca del presidente Nissan, Hiroto Saikawa: &ldquo;Nessun progetto di integrazione tra Nissan e Renault sar&agrave; valutato fino a quando non verr&agrave; definita la gerarchia aziendale della casa auto francese&rdquo;. Le dimissioni di Ghosn e l&rsquo;annuncio del nuovo management sembrano quindi arrivare al momento giusto per definire una volta per tutte una diatriba che arriva da lontano. In ballo, infatti, c'e' l'opportunit&agrave; di un bilanciamento delle partecipazioni tra le due case automobilistiche che non riflettono la maggiore redditivit&agrave; di Nissan, e danno un vantaggio non giustificato alla casa transalpina. Il governo francese &egrave; infatti ancora oggi il principale azionista di Renault con il 15% del capitale, mentre l'azienda d'oltralpe controlla il 43% della Nissan, con diritti di voto. La Nissan invece, possiede appena il 15% della casa francese e non ha diritto di voto. Sospettiamo che qualcosa cambier&agrave;.       

La nuova istanza di scarcerazione del manager su cauzione respinta dalla Corte Distrettuale di Tokyo, ha accelerato i tempi del cambio al vertice. Solo cos&igrave; partir&agrave; l'operazione di riequilibrio di quote e poteri tra Nissan e la casa francese

2 risultati per 'carcere'

Sesso in auto: si rischiano carcere e multe

Ghosn si è dimesso, il CdA Renault nominerà Bollorè-Senard