        In Italia, entro il 2030, avremo 17.000 posti di lavoro in pi&ugrave; grazie alla mobilit&agrave; elettrica. Lo sottolinea lo studio&nbsp; "L&rsquo;evoluzione del settore automotive in Italia. L&rsquo;impatto della mobilit&agrave; sostenibile su economia e lavoro" condotto dalla Rome Business School, una ricerca di mercato che smentisce il falso mito del rischio di perdita dei posti di lavoro a causa delle nuove forme di mobilit&agrave;. Dal Polo Nord al Polo Sud: 27.000 km con il Suv elettrico Fondamentali riciclo e riconversione delle PMI Tra sette anni, in Italia il settore automotive conter&agrave; 296.800 posti di lavoro rispetto ai 280.000 del 2022 (+6%). Ma affinch&eacute; ci&ograve; accada, sar&agrave; necessario rispettare due criteri fondamenrali: il riciclo dei componenti e la riconversione delle piccole e medie imprese.A curare la ricerca &egrave; stato Fabrizio Zucca, esperto di automotive e sostenibilit&agrave;: "Sono a rischio tanti posti di lavoro, ma le PMI hanno la capacit&agrave; e le conoscenze per adattarsi e cos&igrave; mitigare l&rsquo;impatto del passaggio alla mobilit&agrave; elettrica&nbsp;- afferma -. &Egrave; fondamentale sostenere la loro riconversione verso nuove tecnologie e favorire l&rsquo;adozione di nuovi modelli di business per garantire la competitivit&agrave; dell&rsquo;intero settore automobilistico italiano". La sfida del riciclo batterie si rivela altrettanto importante. Le batterie di un'auto elettrica attualmente durano dagli 8 ai 10 anni: riutilizzarle come accumulatori domestici pu&ograve; essere un'idea vincente, cos&igrave; come riutilizzare le sue diverse componenti. A tal proposito, la commissione del'UE preposta al tema delle batterie stima che entro il 2030 si dovranno raggiungere livelli di riciclabilit&agrave; del 95% per cobalto, rame, nichel e del 75% per il litio. "&Egrave; molto probabile che il litio che sto utilizzando sulla mia batteria oggi, terminato il suo ciclo completo, fornir&agrave; i materiali per la produzione della batteria di mio figlio - ha sottolineato Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca della Rome Business School -. A differenza dal carburante fossile e della sua filiera che consumo oggi e che non potr&agrave; essere riutilizzato in futuro". Nasce la batteria "protonica": sfida agli ioni di litio       

Entro il 2030, la nuova mobilit&agrave; permetter&agrave; una crescita significativa dei posti di lavoro nel nostro Paese: ecco lo studio condotto dalla Rome Business School

La previsione: in Italia 17mila posti di lavoro in più grazie all'elettrico

Il Governo Meloni d&agrave; il via libera alla progettazione e realizzazione del tanto atteso Ponte dello Stretto di Messina. Secondo una nota del Ministero dei Trasporti, il Consiglio dei Ministri ha dato il &quot;semaforo verde salvo intese&quot;, il che significa che il testo del decreto sar&agrave; presto disponibile, in attesa degli ultimi approfondimenti tecnici.  Distributori carburanti, nuove norme e sanzioni pi&ugrave; lievi: cosa prevede il nuovo Decreto  Il pi&ugrave; lungo del mondo  Il decreto, secondo il Ministero dei Trasporti, permetter&agrave; il &quot;riavvio immediato del percorso di progettazione e realizzazione dell&#39;opera&quot;. La Societ&agrave; Stretto di Messina, che si occuper&agrave; della realizzazione del ponte, avr&agrave; una nuova e pi&ugrave; moderna governance, con una solida partecipazione del Ministero dell&#39;Economia e delle Finanze e del Ministero dei Trasporti. Questo dimostra l&#39;importanza che il governo attribuisce al collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia.  Il progetto definitivo del 2011 sar&agrave; preso come base, ma verr&agrave; adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. Il nuovo iter autorizzativo dovr&agrave; confermare il ponte strallato pi&ugrave; lungo al mondo (3,2 chilometri), che rappresenter&agrave; un fiore all&#39;occhiello dell&#39;arte ingegneristica italiana.  Si partir&agrave; nel 2024  Il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha espresso la sua soddisfazione per l&#39;approvazione del Ponte dello Stretto di Messina. Secondo lui, si tratta di un&#39;opera &quot;fortemente green&quot; che consentir&agrave; di ridurre l&#39;inquinamento da anidride carbonica e di permettere un notevole risparmio di tempo e denaro a tutti coloro che devono attraversare lo Stretto. Inoltre, sar&agrave; un&#39;importante attrazione turistica per la zona.  Salvini ha commentato cos&igrave; il progetto a Radio Anch&#39;io&#39; su Rai Radio 1: &quot;Il Ponte nasce come norma del dicembre 1971, non era nato, c&#39;era Aldo Moro ministro degli Esteri, &egrave; gi&agrave; costato svariate centinaia di milioni di euro agli italiani, tra progetti, ritardi, fallimenti, cause. Io adesso, entro il 31 luglio 2024, da cronoprogramma, ho intenzione di far approvare il progetto esecutivo e di partire con i lavori entro l&#39;estate 2024. I costi li stiamo aggiornando,&nbsp;ieri in Consiglio dei ministri abbiamo approvato il ritorno in vita di una societ&agrave;che si chiama Stretto di Messina, che da 9 scender&agrave; a 5 componenti, affiancata da 9 massimi esperti tra rettori universitari e ingegneri di fama mondiale, che dovr&agrave; aggiornare i costi del 2011 al 2023&quot;.  Salvini sui monopattini: no alla vendita se vanno a pi&ugrave; di 20 km/h 

Salvini sull&#39;infrastruttura: &quot;Sar&agrave; fortemente green e avr&agrave; un grande impatto sul turismo. Inizio dei lavori atteso entro l&#39;estate del 2024&quot;

Ponte dello Stretto di Messina, via ai lavori entro l&#39;estate 2024

        Un programma di incentivi al pensionamento, s&igrave;, ma anche dei veri e propri tagli di posti di lavoro. Motivazione: la ricerca di maggior efficienza. Nei giorni scorsi, da Stellantis &egrave; arrivata l'indiscrezione di alcuni licenziamenti che avverranno nei prossimi mesi negli stabilimenti canadesi di Windsor e Brampton. Subito dopo, partiranno gli investimenti previsti per la produzione di veicoli elettrici e batterie in Canada, che ammontano a circa 3,6 miliardi di dollari. Stellantis Startup Awards, sette premi per innovazioni tecnologiche Quanti lavoratori rischiano Nelle due fabbriche in Ontario, Stellantis produce la Chrysler Pacifica e altri minivan (a Windsor), e la Chrysler 300, Dodge Charger e Dodge Challenger (a Brampton). Modelli destinati al mercato nordamericano: tuttavia, parliamo di circa 5.800 lavoratori, di cui 3.500 a Windsor e 2.300 a Brampton. Non &egrave; noto quanti posti di lavoro verranno eliminati. Cerchi un'auto nuova? Consulta il nuovo listino completo di Auto In precedenza, Stellantis intendeva ripristinare il terzo turno nei due stabilimenti, una mossa che avrebbe creato nuovi posti di lavoro. Dave Cassidy, presidente dell'associazione che rappresenta i lavoratori di Windsor, ha affermato che quando vengono offerti incentivi come questo, si creano domande sullo stato del secondo turno e sul piano per ripristinare il terzo. Piani che non sono cambiati: ed ecco quindi che il sindacato ha richiesto un incentivo alla pensione per chi intende andarsene. Stellantis: bonus fino a 75mila euro per chi decide di andarsene       

Il Gruppo ha gi&agrave; reso noto che verranno ridotti i posti di lavoro in due fabbriche canadesi. La motivazione risiede nell'ammodernamento energetico. Verranno stanziati miliardi di dollari

Stellantis investe sull'elettrico: in arrivo la conferma di migliaia di licenziamenti

        Durante l&rsquo;Assemblea Pubblica ANFIA, intitolata &ldquo;Muoversi nel XXI secolo: whatever it takes &ndash; L&rsquo;automotive tra sviluppo sostenibile, transizione energetica e nuovi equilibri internazionali&rdquo; sono emersi temi di grande attualit&agrave;. In vista della votazione in sessione plenaria al Parlamento europeo del pacchetto di riforme climatiche Fit for 55, che tocca il settore automotive su vari fronti, in primis quello della revisione del Regolamento per la riduzione delle emissioni di CO2 delle auto e dei veicoli commerciali leggeri al 2025 e al 2030, il Presidente ANFIA Paolo Scudieri ha ribadito la necessit&agrave; di un approccio realistico e non ideologico, ambientalmente ambizioso, ma anche socialmente compatibile e industrialmente competitivo: &ldquo;lo sviluppo della mobilit&agrave; elettrica &egrave; un pilastro fondamentale, &egrave; una delle tecnologie del futuro, &egrave; un percorso abbracciato da tutti i costruttori di veicoli e siamo chiamati a sollecitare le aziende della filiera a cogliere le opportunit&agrave; di sviluppo offerte dall&rsquo;elettrificazione&rdquo;.Diverso &egrave;, tuttavia, ostinarsi ad abbracciare una sola tecnologia, ad oggi di totale dominio asiatico, creando pericolosi squilibri nel mercato e in ambito sociale, per il forte impatto che implica sul sistema industriale: in Italia abbiamo stimato la perdita di circa 73.000 posti di lavoro nei prossimi anni, non compensati dalle circa 6.000 nuove posizioni che creer&agrave; la mobilit&agrave; elettrica. Apriamoci, quindi, al contributo che alla decarbonizzazione della mobilit&agrave; di persone e merci, individuale e collettiva, possono dare, insieme all&rsquo;elettrico, i biocombustibili (Biometano, BioLNG), i carburanti sintetici, l&rsquo;idrogeno (sia come vettore per il motore endotermico sia le fuel cells), tecnologie su cui la filiera crede tantissimo e su cui sta gi&agrave; facendo grandi investimenti&rdquo;.Una esortazione quella di Scudieri al legislatore europeo, affinch&eacute; questo eviti di distruggere il proprio comparto produttivo della mobilit&agrave; per abbracciare un unico sistema di mobilit&agrave; e consegnare una intera filiera e una intera economia agli asiatici. "Diverso &egrave;, tuttavia, ostinarsi ad abbracciare una sola tecnologia, ad oggi di totale dominio asiatico, creando pericolosi squilibri nel mercato e in ambito sociale, per il forte impatto che implica sul sistema industriale: in Italia abbiamo stimato la perdita di circa 73.000 posti di lavoro nei prossimi anni, non compensati dalle circa 6.000 nuove posizioni che creer&agrave; la mobilit&agrave; elettrica. Apriamoci, quindi, al contributo che alla decarbonizzazione della mobilit&agrave; di persone e merci, individuale e collettiva, possono dare, insieme all&rsquo;elettrico, i biocombustibili (Biometano, BioLNG), i carburanti sintetici, l&rsquo;idrogeno (sia come vettore per il motore endotermico sia le fuel cells), tecnologie su cui la filiera crede tantissimo e su cui sta gi&agrave; facendo grandi investimenti&rdquo;. Una esortazione quella di Scudieri al legislatore europeo, affinch&eacute; questo eviti di distruggere il proprio comparto produttivo della mobilit&agrave; per abbracciare un unico sistema di mobilit&agrave; e consegnare una intera filiera e una intera economia agli asiatici. Cosa ha detto il Ministro Giancarlo Giorgetti &ndash; Ministro dello Sviluppo Economico &ndash; ha ribadito come puntare tutto su un&rsquo;unica tecnologia non sia la soluzione migliore per affrontare il cambiamento climatico. Il Ministro ha sottolineato come il Governo italiano abbia tenuto una posizione diversa rispetto agli altri Stati dell&rsquo;UE sui regolamenti in discussione, difendendo la neutralit&agrave; tecnologica e guardando all&rsquo;idrogeno: &ldquo;io confido in modo particolare nei biofuel, ambito in cui noi italiani possiamo insegnare. Non possiamo affidare un settore a una tecnologia detenuta, di fatto, in larga parte dalla Cina&rdquo;.&Egrave; necessario maggiore realismo e pragmatismo, ha rimarcato Giorgetti. Gli ultimi eventi hanno mostrato che quelli che sembravano indiscutibili dogmi devono essere rivalutati, ne &egrave; un esempio il gas: messo al bando finch&egrave; la realt&agrave; ha dimostrato che non &egrave; possibile farne a meno. &ldquo;Abbiamo bisogno di uno Stato che offra agli imprenditori gli strumenti per affrontare questo processo di riconversione, non ci pu&ograve; essere sviluppo economico senza l&rsquo;industria e la manifattura&rdquo; Leggi anche: Auto Speed Date: Incentivi auto, gi&agrave; finiti per una scelta assurda&nbsp;       

Secondo l'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica solo 6.000 posizioni lavorative saranno create dalla mobilit&agrave; elettrica.

ANFIA: perdita di 73.000 posti di lavoro nel comparto, non compensati dalla transizione

        In Italia rappresentano solo una nicchia di mercato, ma nel resto del mondo i pick-up risultano spesso molto apprezzati. Sia come mezzi per il lavoro, in alternativa ai furgoni, che come vetture per il tempo libero e lo sport. Non a caso nelle gamme delle Case automobilistiche sono presenti numerosi mezzi di questo tipo, che per&ograve; non sono disponibili nel nostro Paese. Ora alla lista si aggiunge anche la Dacia Duster, in una inedita versione pick up destinata, al momento, solo alla Romania. Dacia Spring Electric, l'elettrica low cost Suv in formato pick up Basato sulla nuova generazione di Duster, il nuovo pick-up targato Dacia eredita dal Suv sia il design che le dimensioni esterne: la lunghezza resta invariata a 4,34 metri, cos&igrave; come la larghezza di 1,82 e l'altezza di 1,68. L'unica grande differenza con la Duster normale &egrave; ovviamente il cassone ricavato nella parte posteriore della vettura, che prende il posto del bagagliaio e della seconda fila di sedili.  La Duster con il cassone offre uno spazio di carico lungo 1,65 metri, con un volume utile di 1.000 litri e una portata di 500 kg. Questa versione &egrave; equipaggiata con il motore 1,5 litri Diesel da 115 cavalli e 260 Nm, abbinato alla trazione integrale. Limitata la scelta anche nell'allestimento: l'unico colore disponibile &egrave; il bianco &ldquo;Blanc Glacier&rdquo;, abbinato ai cerchi in lega da 16&rdquo;. Nuova Dacia Sandero, utilitaria e Stepway accessibili e pi&ugrave; curate Per ora niente Italia Realizzato insieme alla societ&agrave; di personalizzazione auto romena SC Romturingia, il pick-up Dacia &egrave; destinato al solo mercato locale. Anche se &egrave; possibile che la Casa possa decidere per esportare il mezzo anche in altri mercati europei, incluso quello italiano, per offrire un mezzo da lavoro affidabile e abbordabile. Il prezzo del Duster Pick-up in Romania &egrave; di 22.546 euro. La mano di De Meo, il Gruppo Renault si riorganizza in quattro Marchi       

Il mezzo verr&agrave; venduto almeno per il momento solo in Romania

Dacia, la Duster diventa pick-up ma non per l'italia

Realizzata sulla base del popolare Suv, la versione da lavoro della Duster è per ora disponibile solo in Romania

Dacia Duster Pick-up FOTO

Il popolare pick-up giapponese giunge alla sua settima generazione

Isuzu D-Max N60 FOTO

        In un momento di ripartenza cos&igrave; delicato, in cui la disoccupazione &egrave; un problema per molti giovani, Toyota e Lexus puntano sulla selezione del nuovo personale. Lanciando una piattaforma online pensata per far incontrare domanda e offerta di lavoro e valutare i profili professionali. A partire da quelli provenienti dalle scuole T-Tep ed Elis. Lexus LS restyling, novit&agrave; Adas Teammate e fari Blade Scan I dipendenti di domani La nuova piattaforma &egrave; concepita per permettere ai giovani che hanno appena finito gli studi di entrare nel mondo del lavoro, e garantire alle divisioni italiane delle due Case giapponesi nuovo personale con il massimo delle capacit&agrave;. Tramite YourFuture (accessibile dalle sezioni specifiche dedicate a Toyota e Lexus) &egrave; possibile visionare le opportunit&agrave; di carriera nelle aziende coinvolte e le competenze richieste. A quel punto si pu&ograve; inviare la propria candidatura per la posizione professionale a cui si &egrave; interessati.&nbsp;  La selezione avviene attraverso il lavoro di un gruppo di gestione delle risorse umane, che si avvale anche di un&rsquo;intelligenza artificiale deputata a valutare le competenze dichiarate. I candidati che passano tale selezione sono poi accompagnati a effettuare il colloquio vero e proprio con le singole strutture, concessionarie o centri di assistenza. &ldquo;Con la piattaforma Your Future vogliamo avvicinare le persone in cerca di lavoro alle aziende che rappresentano Toyota e Lexus in Italia &ndash; ha spiegato Mauro Caruccio, amministratore delegato di Toyota Motor Italia - La qualit&agrave; delle aziende dipende in massima parte dalla qualit&agrave; e dalle competenze delle persone che ne fanno parte. Siamo certi che questo progetto aiuter&agrave; i nostri partner sul territorio ad individuare e inserire all&rsquo;interno delle proprie organizzazioni le professionalit&agrave; di cui hanno bisogno, soprattutto in una fase di profonda trasformazione digitale come quella che stiamo vivendo, per offrire ai nostri clienti un&rsquo;esperienza straordinaria.&rdquo; Nuova Yaris Hybrid, Levante &egrave; la brand ambassador Scuole dedicate La piattaforma YourFuture avr&agrave; un collegamento diretto anche con le scuole T-Tep ed Elis. I primi (Toyota Technical Education Program) sono 19 istituti professionali e tecnici industriali di Stato, creati sin dal 1995 in collaborazione con il Ministero dell&rsquo;Istruzione. Elis invece &egrave; un&rsquo;associazione non profit dedicata all&rsquo;inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.  Entrambi gli studenti di queste realt&agrave; avranno la possibilit&agrave; di seguire corsi specifici per acquisire le competenze utili a ricoprire incarichi in Toyota e Lexus. Sia per quanto riguarda il futuro personale destinato ad approcciarsi con la clientela che quello deputato alla riparazione e diagnostica dei veicoli, anche elettrici. Il percorso di studi inoltre prevede dei periodi di stage presso le concessionarie e i centri di assistenza delle due Case. Toyota Corolla Cross: berlina nel nome, suv compatto nel DNA        

Le due Case giapponesi sfrutteranno il nuovo sistema per incontrare e valutare i candidati per la rete di vendita e i centri di assistenza

Toyota e Lexus lanciano la piattaforma YourFuture per la selezione del personale

        Dove sognano di lavorare gli italiani? Secondo la ricerca Randstad Employer Brand 2020, effettuata con un pannello di 150 aziende, con oltre 1.000 dipendenti e sede in Italia, e un campione di 6.300 intervistati, fra i 18 e i 65 anni, tra i posti pi&ugrave; ambiti ci sono quelli in Maserati. L&rsquo;azienda italiana si piazza al sesto posto tra i luoghi di lavoro dei sogni. Cerchi un'auto usata? Sfoglia il nostro listino Orgoglio &ldquo;Siamo orgogliosi dei risultati di questo sondaggio - sottolinea Davide Grasso, Chief Executive Officer Maserati - ma in particolar modo dell'atmosfera che si respira nella nostra Azienda. Il 2020 &egrave;, infatti, l'anno che segna l'inizio della Nuova Era Maserati. Stiamo affrontando un nuovo corso con grande energia: ambizione, innovazione e passione guidano il lavoro di tutti i dipendenti. Siamo una squadra coraggiosa, orgogliosa della sua storia tutta italiana e audace nel guardare con impegno il futuro che ci attende&rdquo;. Sfoglia la gamma Maserati: tutti i modelli sul mercato Ottima reputazione Dai risultati della ricerca &egrave; emerso che Maserati vanta un&rsquo;ottima reputazione, &egrave; considerata un&rsquo;azienda dove l&rsquo;atmosfera di lavoro &egrave; piacevole, sono apprezzati i benefit e spicca l&rsquo;utilizzo delle tecnologie pi&ugrave; recenti. Tutte caratteristiche che si sono rivelate fondamentali per Maserati e l&rsquo;hanno collocata nell&rsquo;olimpo dei lavori dei sogni. Maserati Ghibli Hybrid, la prima elettrificata del Tridente Mancini, nuovo brand ambassador&nbsp;  Un'altra novit&agrave;, in casa Maserati, riguarda il nuovo brand ambassador: l'allenatore della nazionale italiana Roberto Mancini. Azienda e CT hanno in comune l'animo sportivo e la passione per l'eccellenza. Per sigillare la collaborazione, Mancini ha ritirato presso la storica concessionaria Samocar SpA di Roma la sua Levante Trofeo, consegnata&nbsp;in presenza di Fabio Lambertini, responsabile Maserati del mercato Italia, del Cav. Malag&ograve;, owner e Presidente della Samocar SpA e Luca Lucheschi, General Manager della Societ&agrave;. &ldquo;Maserati Levante Trofeo &egrave; un connubio perfetto tra stile, prestazioni, personalit&agrave;, eccellenza italiana e ricercatezza nei dettagli, fra i quali spicca il DNA da vettura sportiva esaltato nel motore V8 della Trofeo &ndash; ha dichiarato Roberto Mancini - per questo ho scelto la Maserati dei SUV".       

Secondo una ricerca, il brand occupa la sesta posizione per posti di lavoro pi&ugrave; ambiti. Si distingue per ottima reputazione, ambiente piacevole, benefit e utilizzo delle tecnologie pi&ugrave; recenti

Maserati, gli italiani sognano di lavorare in azienda

        L&rsquo;emergenza sanitaria ha causato numerosi problemi all&rsquo;economia e alle aziende, ma dai momenti pi&ugrave; difficili si deve sempre cercare di ricavare qualcosa di positivo, per uscirne pi&ugrave; forti. Ed &egrave; cos&igrave; che ha fatto PSA, sfruttando nel verso giusto la necessit&agrave; di incrementare lo smart working fino ad accelerare la trasformazione dei metodi operativi dell'azienda a favore di una maggiore agilit&agrave; ed efficienza per i dipendenti. Cerchi un'auto usata? Sfoglia il nostro listino Performance aziendale &ldquo;Con l&rsquo;opportunit&agrave; del cambio di paradigma post-crisi, vogliamo dare pi&ugrave; senso alle nostre azioni, mettere la giusta energia nel posto e nel momento giusto, usare il tempo e le risorse in modo pi&ugrave; responsabile. Stiamo anche anticipando, con le parti sociali, i cambiamenti collettivi e sociali in linea con la nostra ambizione di rendere la motivazione e il benessere dei dipendenti del Gruppo un vettore di performance per l&rsquo;azienda&rdquo; ha dichiarato Xavier Ch&eacute;reau, Director of Human Resources and Transformation di Groupe PSA. Il &ldquo;senso&rdquo; di cui parla Ch&eacute;reau ha come obiettivo la sicurezza dei dipendenti e dell&rsquo;azienda. Passa attraverso lo sviluppo di misure sanitarie, che sono state rafforzate, e all&rsquo;adattarsi alla crisi. PSA, infatti, a marzo 2020 ha raddoppiato la sua capacit&agrave; IT, sviluppando il telelavoro e garantendo la continuit&agrave; della gestione aziendale.  L&rsquo;importanza dello smart working Lo smart working non &egrave; una novit&agrave; per PSA. Il Gruppo era gi&agrave; ricorso al telelavoro negli anni passati. Un esempio? Nel 2019, quasi 18mila dipendenti hanno adottato regolarmente o occasionalmente questa modalit&agrave; (contro i 2.500 nel 2016), per un totale di 3 milioni di ore di telelavoro e quasi 500mila ore di risparmio negli spostamenti. I risultati ottenuti in questi mesi difficili hanno spinto, quindi, PSA a rafforzare lo smart working, mettendolo al centro delle attivit&agrave; che non sono direttamente collegate alla produzione. Avere un meccanismo cos&igrave; ben rodato, significa ripartire gradualmente con pi&ugrave; fluidit&agrave;. FCA verso il prestito statale da 6 miliardi: il Governo valuta le condizioni Opportunit&agrave; di rinnovarsi Attraverso tre punti cardine, il Gruppo vede questo difficile momento come un&rsquo;opportunit&agrave; per rinnovarsi. I tre punti riguardano una ulteriore accelerazione nell&rsquo;ambito della tecnologia e della digitalizzazione, nel lavoro a distanza e nella responsabilit&agrave; di dare un senso all&rsquo;energia e al tempo investito sul lavoro. Equilibrio vita privata-lavoro A proposito dell&rsquo;energia e del tempo investito sul lavoro, PSA sta studiando a un progetto per migliorare l&rsquo;equilibrio tra vita professionale e vita privata per i dipendenti interessati da una riduzione della frequenza e della durata degli spostamenti da casa al lavoro. FCA-PSA, niente dividendi ma la fusione non si ferma       

Il Gruppo, dopo le difficili settimane di lockdown, presenta nuovi metodi di lavoro per migliorare la sicurezza, la produttivit&agrave; e l&rsquo;equilibrio vita privata/professionale

PSA, direttive post Covid-19: più smart working e lavoro responsabile

        La produzione di auto elettriche rischia di ridurre di circa il 30 % il numero di posti di lavoro in Italia. Si &egrave; parlato di questo al seminario &ldquo;Mobilit&agrave; sostenibile al lavoro. Occupazione e produzione industriale per la mobilit&agrave; del futuro&rdquo;, organizzato dalla Fiom Piemonte con le 49 associazioni ambientaliste di Sbilanciamoci e tenutosi all&rsquo;Energy Center del Politecnico di Torino. FCA, il futuro di Mirafiori accende il dibattito Un incontro che, dopo aver individuato il rischio, ha proposto la soluzione: l&rsquo;industria italiana, ancora in forte ritardo sulla sperimentazione elettrica, deve cambiare modello di sviluppo. DATI INQUIETANTI DALLA GERMANIA I dati esaminati durante il seminario non lasciano scampo ad altre interpretazioni. Bosch infatti ha rilevato che con il passaggio dalla produzione dei motori benzina e Diesel a quello elettrico si scender&agrave; da 10 a 1 solo occupato. Volkswagen stima che la produzione di vetture elettriche porter&agrave; il numero di ore di lavoro a una riduzione del 30 %. In Germania, infine, dai 2,8 milioni di posti attuali tra costruttori e fornitori andranno a perdersi non meno di 410mila unit&agrave;. POSSIBILI SOLUZIONI PER IL TERRITORIO ITALIANO Per rispondere alla problematica, arrivano le proposte direttamente dal seminario torinese. Come spiega Giulio Marcon, presidente di Sbilanciamoci, "con l'auto elettrica ci sar&agrave; meno occupazione, ma cambia l'idea di mobilit&agrave;. L'auto da prodotto diventa servizio con il car sharing o il car pooling, la rivoluzione digitale pu&ograve; creare nuovi posti di lavoro. Bisogna sviluppare la produzione in ambiti nuovi come quello delle batterie, ma serve una regia pubblica". Gli fanno eco le parole di Giorgio Airaudo di Fiom Piemonte: &ldquo;Se si vuole gestire la transizione a Torino abbiamo bisogno di un prodotto che abbia volumi, una nuova Punto su piattaforma Peugeot, e di una nuova fabbrica di batterie. Ne nascer&agrave; una al sud, ma ne vogliamo una anche al nord. Il mondo dell'impresa torinese si svegli". Il sound di Maserati Granturismo elettrica       

&Egrave; quanto sostengono i dati provenienti dalla Germania analizzati a Torino durante il seminario sulla mobilit&agrave; sostenibile al lavoro: ecco le possibili soluzioni per l&rsquo;industria italiana

Auto elettriche, rischio 30% in meno di posti di lavoro

        Sogno o son desto? BMW o Automobili Lamborghini? A sentire i sogni degli italiani, rigorosamente a occhi aperti, la scelta ricade su entrambe. Sono proprio i due marchi automobilistici ad attirare le attenzioni dei cittadini dello Stivale in ambito lavorativo. Secondo un rapporto stilato da Ramstad, la societ&agrave; di risorse umane, sul podio del miglior lavoro del Mondo ci sono proprio i offerti da BMW e Lamborghini, che a questo punto si aggiungono alla produzione di auto straordinarie e oniriche come la nuova Serie 8 e la Huracan Evo Spyder.&nbsp; Le due Case automobilistiche, alle quali si aggiunge anche la Ferrero (a incidere &egrave; sicuramente la Nutella, col suo dolce gusto inconfondibile e insostituibile), sono state premiate con il Randstad Employer Brand 2019, il riconoscimento creato dalla societ&agrave; delle risorse umane, assegnato nella sede milanese di Talent Garden. Una classifica ricca di sorprese, che premia anche Maserati, come ha spiegato Ranstad alla premiazione: "Al primo posto nelle preferenze degli italiani c'&egrave; Ferrero, con il 78,5% degli intervistati che considera l'azienda di Alba il migliore datore di lavoro. In seconda posizione BMW, con il 73,2% degli italiani che ha dato la preferenza alla casa automobilistica bavarese. Chiude il podio un altro marchio automobilistico, Automobili Lamborghini, indicata come azienda ideale dal 72,6% degli intervistati. Dopo le tre premiate, la classifica delle imprese italiane pi&ugrave; ambite dai potenziali dipendenti vede in quarta posizione Thales Alenia Space in Italia, in quinta Feltrinelli e poi Maserati, Mondadori, RAI, Avio Aero e Coca-Cola HBC Italia a chiudere la selezione dei 10 marchi considerati i potenziali migliori datori di lavoro ". A decretare la graduatoria sono stati7.700 italiani tra 18 e 65 anni, occupati, studenti e non occupati. A loro &egrave; stato chiesto di decretare i fattori che rendono un'azienda attrattiva e poi di selezionare le loro preferenze. I parametri fondamentali che hanno fatto la differenza sono stati la sicurezza del posto di lavoro, atmosfera di lavoro, buona reputazione e retribuzione, equilibrio tra vita professionale e privata, le opportunit&agrave; di carriera e infine la solidit&agrave; finanziaria dell'azienda.&nbsp;       

I due Marchi automobilistici, insieme dalla Ferrero, sono le tre aziende in cui gli italiani sognano di lavorare. A svelarlo &egrave; un rapporto di Ramstad, l'azienda di risorse umane che ha consegnato loro anche il premio Randstad Employer Brand 2019

BMW e Lamborghini: sul podio del posto di lavoro ideale

        ALD AUTOMOTIVE ha avviato da tempo un programma di investimento e di miglioramento della propria proposizione commerciale sui veicoli da lavoro. I risultati hanno premiato la societ&agrave; consuntivando nei primi 9 mesi dell&rsquo;anno ben 6.258 LCV, che la posizionano al secondo posto tra i noleggiatori.Dagli studi fatti sul settore, risulta che quello dei veicoli commerciali risulta essere per certi versi ancora un mercato molto legato alle tradizionali logiche della propriet&agrave;.Per accompagnare gli operatori del settore in questo cambiamento culturale legato al noleggio, ALD AUTOMOTIVE sta lavorando ad una nuova rete di assistenza specializzata e dedicata ai veicoli commerciali, assicurando alti standard qualitativi nei servizi offerti.       

Nella politica dell'azienzda, il segmento dei cosiddetti mezzi da lavori viene considerato ad alto potenziale per il Noleggio a Lungo Termine

ALD AUTOMOTIVE: i veicoli commerciali

        La valanga Brexit inizia a prendere dimensioni consistenti. Non sar&agrave; l&rsquo;unica causa, sar&agrave; anche un pretesto, intanto il Regno Unito perde pezzi. Nel dubbio, Sony e Panasonic hanno spostato le loro operazioni ad Amsterdam. E nel mondo auto non &egrave; proprio il caso di sorridere. Dopo i licenziamenti (5.000) annunciati da Jaguar Land Rover, anche per via della crisi del mercato europeo e della stessa Tata; quelli sulla stessa falsariga che far&agrave; Ford e la decisione di Nissan di spostare la produzione del nuovo X-Trail, dall&rsquo;Inghilterra (Sunderland) al Giappone, ora arriva anche la tegola Honda ad aggiungere preoccupazione a tutto l&rsquo;automotive continentale e all&rsquo;economia inglese in particolare&nbsp; Il colosso nipponico ha infatti confermato l&rsquo;intenzione&nbsp; anticipata dalla stampa di chiudere lo stabilimento inglese di Swindon, nel 2021, allineandosi alle decisioni di altre compagnie giapponesi che considerano l'incertezza della Brexit un'incognita troppo rischiosa per futuri investimenti. Il cambio di marcia dei produttori giapponesi, inoltre, arriva in coincidenza con la recente firma del trattato di libero scambio (Epa) tra il Paese del Sol Levante e l'Unione europea, che di fatto azzerer&agrave; le tariffe del 10% sulle vetture nipponiche a partire dal 2027.&nbsp; Nella conferenza stampa il presidente della Honda, Takahiro Hachigo, pur affermando che le cause della decisione non sono da imputare alla Brexit, ha detto che "nello stabilimento di Swindon &egrave; venuta a mancare la competitivit&agrave; della produzione di vetture elettriche malgrado la domanda sia in aumento per questo tipo di veicoli".&nbsp; Nella fabbrica inglese avviata nel 1989 erano state prodotte fino a 150mila vetture lo scorso anno, incluso il modello Civic, rappresentando il 10% del totale delle automobili costruite in Gran Bretagna. E attualmente ci lavorano 3.500 persone. Honda, invece, dovrebbe ancora mantenere la sede europea a Bracknell cos&igrave; come il suo team di Formula 1 nel Regno Unito.&nbsp;       

Dopo le scelte di Sony, Panasonic, Nissan e in parte quelle legate ai "tagli" occupazionali di Jaguar Land Rover e Ford, anche il colosso di Tokyo conferma le indiscrezioni giornalistiche che preoccupano i 3.500 dipendenti della fabbrica di Swindon

Brexit, Honda chiuderà la fabbrica inglese nel 2021

In tempi dove il lavoro, quello degno di questo nome, &egrave; merce rara, chi d&agrave; spazio ai giovani, o quantomeno li forma per poi immetterli nel circuito reale delle attivit&agrave; professionali, meriterebbe un riconoscimento sociale. Ma visto che chi dovrebbe pensare, progettarlo e realizzarlo, ha altro da pensare, la gratificazione sta proprio nel veder costruire giovani talenti. Cos&igrave; Mercedes Benz Italia, quest&#39;anno in compagnia della&hellip;cugina Mercedes-Benz Trucks Italia, rilancia per la terza volta #MercedesVivaio, il progetto nato per offrire appunto un&#39;opportunit&agrave; ai giovani che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro.&nbsp;  Da questa edizione, il processo di selezione e &ldquo;reclutamento&rdquo; diventa biennale per rispondere in maniera continuativa alle richieste dei dealer, che potranno contare su un bacino selezionato cui attingere costantemente le risorse di cui hanno bisogno. Cambia anche il processo di formazione che, per valorizzare l&#39;alternanza scuola/lavoro, prender&agrave; il via solo dopo la selezione e l&#39;inserimento in azienda da parte del dealer. Nel senso che i ragazzi, una volta selezionati, faranno formazione alternandola al lavoro per una crescita pi&ugrave; coerente e omogenea.  Una sorta di &ldquo;jobs act&rdquo; fatto in casa che permetter&agrave; a 240 neodiplomati e neolaureati, di et&agrave; compresa tra 18 e 26 anni, di entrare dalla porta principale nel mondo del lavoro e della Stella che come detto all&rsquo;inizio questa volta si estende dalle macchine e dai vans, anche ai trucks, con diverse opportunit&agrave; per chi vuole iniziare la propria carriera partendo dalla taglia XL. Talento, passione e forte motivazione: questi i requisiti fondamentali per accedere alle selezioni di #MercedesVivaio su www.mercedesvivaio.it.  Nei due anni delle precedenti edizioni, il progetto #MercedesVivaio ha coinvolto 80 dealers, per un totale di 4.600 candidature valutate, 332 risorse formate, 150 stage e 134 assunzioni. Morale: 280 neo-diplomati e neo-laureati sono stati immessi nel mondo del lavoro attraverso la rete di dealer italiani della Stella.&nbsp;  Per entrare nel mondo di #MercedesVivaio &egrave; necessario creare un account personale con i propri dati anagrafici, il curriculum viatae e un breve video di presentazione, segnalando due preferenze circa la figura professionale per la quale ci si candida a scelta tra: consulente di vendita Cars, Vans, Trucks; product expert Cars; consulente d&#39;assistenza Cars; venditore Ricambi OTC Cars; customer Contact Consultant After-Sales Cars; magazziniere Cars; tecnico di officina Cars, Vans, Trucks.  In seguito, &egrave; prevista una fase di test alla quale seguiranno selezione, colloqui ed una valutazione del candidato prima del suo inserimento. La piattaforma rester&agrave; aperta per tutta la durata del progetto e ci si potr&agrave; iscrivere anche in extremis o cambiare, modificare il proprio curriculum-profilo. Avanti, lasciate che i giovani vengano alla&hellip; Stella. 

La terza edizione del progetto della Casa di Stoccarda avr&agrave; durata biennale e former&agrave; 240 neo-diplomati e neo-laureati da immettere poi nella rete dei dealers italiani del marchio di Stoccarda

Mercedes Vivaio, riparte il progetto di formazione giovani della Stella

        In Italia circa 15,6 milioni di persone usano abitualmente l&rsquo;automobile (sia come conducente che come passeggero) per effettuare gli spostamenti necessari per andare al lavoro.  Sono invece 4,5 milioni gli italiani che utilizzano abitualmente mezzi di trasporto alternativi all&rsquo;auto (treno, metropolitana, tram, autobus, corriere, navette aziendali, motocicletta, bicicletta) per andare al lavoro.  Questi dati, che emergono da un&rsquo;elaborazione di Federpneus (Associazione Nazionale Rivenditori Specialisti di Pneumatici) su base Istat, mettono in evidenza che su circa 20 milioni di italiani che si spostano abitualmente per andare al lavoro, pi&ugrave; di tre quarti utilizzano l&rsquo;auto e meno di un quarto utilizzano tutti gli altri mezzi di trasporto disponibili. Nonostante i problemi di traffico e i rincari del carburante, si pu&ograve; quindi dire che l&rsquo;auto continua ad essere il mezzo di trasporto largamente pi&ugrave; diffuso in Italia per le esigenze di mobilit&agrave; pendolare per motivi di lavoro. Questo perch&eacute; oggi, viste le carenze dei sistemi di trasporto pubblici, nella maggioranza dei casi non ci sono alternative realmente praticabili all&rsquo;uso dell&rsquo;automobile. L&rsquo;uso sempre pi&ugrave; intensivo dell&rsquo;auto, per&ograve;, ha provocato anche un aumento delle preoccupazioni per l&rsquo;impatto ambientale della mobilit&agrave; su strada. Sebbene vi siano mezzi di trasporto pi&ugrave; ecologici, &egrave; importante sapere che, tramite piccoli semplici accorgimenti, &egrave; comunque possibile spostarsi in maniera pi&ugrave; ecosostenibile anche utilizzando l&rsquo;auto. A questo proposito, ricorda Federpneus, non tutti sanno che un ruolo di grande importanza &egrave; giocato daipneumatici, che sono fondamentali anche per garantire la sicurezza della circolazione. Di particolare importanza &egrave; il controllo della pressione di gonfiaggio dei pneumatici. Le gomme con una bassa pressione, infatti, causano una maggiore resistenza al rotolamento e un aumento del consumo di carburante, con un conseguente aumento delle emissioni di CO2 nell&rsquo;atmosfera. Bisogna prestare grande attenzione poi anche allo stato di usura dei pneumatici, controllando che non ci siano tagli, abrasioni o rigonfiamenti sospetti, che possono compromettere la tenuta e la stabilit&agrave; del veicolo. Per effettuare il controllo della pressione di gonfiaggio e dello stato di usura dei pneumatici, Federpneus consiglia di rivolgersi ai rivenditori specialisti di pneumatici, che hanno a disposizione la tecnologia pi&ugrave; evoluta e l&rsquo;esperienza necessarie per effettuare questi controlli in tutta sicurezza per gli automobilisti.       

Sono 15,6 milioni che abitualmente&nbsp;si spostano per andare al lavoro su quattro ruote. Con altri mezzi di trasporto 4,5 milioni

16 risultati per 'lavoro'