        Gi&agrave; introdotto lo scorso anno, il Bonus Trasporti sta per ripartire. Dal 1&deg; settembre 2023, infatti, &egrave; di nuovo attiva la piattaforma digitale per richiedere il buono introdotto per supportare famiglie, studenti e lavoratori nell&rsquo;acquisto di&nbsp;abbonamenti&nbsp;del trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, e del trasporto ferroviario nazionale. Bonus trasporti 2023: cosa c&rsquo;&egrave; da sapere Il click day del 1&deg; settembre, a partire dalle ore 8, permette di usufruire degli eventuali residui generati dal mancato utilizzo di bonus richiesti nel mese di agosto 2023. E, fanno sapere dal Governo, il &ldquo;meccanismo verr&agrave; ripetuto nei mesi successivi fino a completo esaurimento del budget totale&rdquo;. A oggi il saldo rimanente &egrave; di 2.302.831,73 euro, dunque non molti (al 4 agosto 2023 risultavano emessi&nbsp;1.875.605 buoni, per un totale di quasi&nbsp;95 milioni di euro&nbsp;di beneficio assegnati). Chi pu&ograve; richiederlo? Il Bonus Trasporti &egrave; riconosciuto alle persone fisiche che, nell'anno 2022, hanno conseguito un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro. Il bonus si pu&ograve; chiedere per se stessi o per un beneficiario minorenne a carico. Come richiederlo? Si accede alla piattaforma con SPID o Carta d&rsquo;Identit&agrave; Elettronica (CIE), indicando il codice fiscale del beneficiario. Il buono, dunque, &egrave; nominativo e utilizzabile per l'acquisto di un solo abbonamento annuale o mensile durante il mese in corso. Pu&ograve; essere pari&nbsp;fino al 100%&nbsp;della spesa da sostenere ed &egrave; riconosciuto nel limite massimo di&nbsp;60 euro&nbsp;per ciascun beneficiario a seguito dell&rsquo;acquisto, effettuato entro il&nbsp;31 dicembre 2023. TPER, finanziamenti in arrivo per autobus elettrici e a idrogeno       

A partire dalle 8 sar&agrave; di nuovo attiva la piattaforma per il voucher valido come rimborso per gli abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico

Bonus trasporti 2023: dal 1° settembre ripartono le richieste

        Il Governo ha annunciato la stretta sul Green Pass, che ora diventa Super Green Pass. La certificazione sar&agrave; attiva dal 6 dicembre 2021 fino al 15 gennaio 2022, almeno per il momento ma non &egrave; escluso che possa essere estesa. L&rsquo;obiettivo &egrave; quello di arginare il Covid quanto pi&ugrave; possibile (i contagi stanno prepotentemente aumentando ed &egrave; gi&agrave; ripartita la campagna vaccinale per la terza dose) in vista delle vacanze natalizie, periodo notoriamente movimentato e affollato. Con questa stretta, inevitabilmente, cambiano le regole, ma il testo definitivo non &egrave; ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e nemmeno le Faq sul sito del Governo. Non &egrave; del tutto chiaro, quindi, come il Super Green Pass agir&agrave; su trasporti e mezzi pubblici. Qualcosa comunque la sappiamo. Trasporti e controlli Partiamo dai trasporti. E quindi autobus urbani e non, metro, treni, navi. Secondo il nuovo decreto, dal 6 dicembre l&rsquo;obbligo di Green Pass viene esteso dall&rsquo;aereo a tutti gli altri mezzi. Questo significa che per salire si dovr&agrave; esibire la certificazione che attesta il ciclo vaccinale completo (o la prima dose effettuata, in attesa della seconda), la guarigione dal Covid da non pi&ugrave; di nove mesi o il tampone negativo fatto non prima di 48 ore. Una misura che fino a oggi non era stata messo in pratica per la difficolt&agrave; di eseguire i controlli, sui quali non si &egrave; ancora detto come avverranno ora che la disposizione entrer&agrave; in vigore. Sui bus sar&agrave; compito dei controllori? Difficile da ipotizzare. Senza contare il numero ridottissimo di queste figure. Solo a Roma, il rapporto tra controllori Atac e passeggeri &egrave; assurdo: circa 250 contro oltre 550mila. Un rafforzamento &egrave; obbligatorio, ma chi se ne occuper&agrave; non &egrave; ancora dato saperlo. Discorso diverso per i treni regionali, sui quali il capotreno ha il compito di adeguarsi a quello che gi&agrave; fanno i colleghi dell&rsquo;alta velocit&agrave;: controllare oltre al titolo di viaggio, anche la certificazione verde. Resta comunque il dubbio dell&rsquo;affluenza, molto diversa tra un regionale e un alta velocit&agrave;. C&rsquo;&egrave; da capire, dunque, se il lavoro del capotreno possa essere supportato da altre figure. Le sanzioni Cosa succede per chi viene beccato sui mezzi senza il Green Pass? Ancora non lo sappiamo per certo, ma la situazione al momento &egrave; che, nelle tratte di lunga percorrenza, chi non ha la certificazione rischia una multa da 400 a 1.000 euro. Ma si apre il dibattuto sulla sanzione non pecuniaria: sui treni, per esempio, chi non riesce a dimostrare il documento verde viene fatto scendere dal mezzo, alla prima fermata disponibile, e affidato a pubblici ufficiali. Ma &egrave; possibile farlo anche sui mezzi pubblici delle grandi citt&agrave;? Getti rifiuti dal finestrino in auto? Ecco quanto dovrai pagare       

Stretta fino al 15 gennaio 2022 per chi sale su treni, metro e bus urbani: diventa obbligatoria la certificazione verde. Preoccupano le modalit&agrave; di controllo

Super Green Pass dal 6 dicembre: cosa cambia per i trasporti

        L'aumento dei contagi da Covid-19 in questo inizio di autunno sta preoccupando le istituzioni, impegnate ad arginare il virus per evitare nuovi lockdown generalizzati. Tra i nodi pi&ugrave; rivelanti c'&egrave; quello dei trasporti pubblici, che rappresentano per molti cittadini il momento di maggiore contatto con altre persone e in cui &egrave; meno facile rispettare il distanziamento. La decisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti &egrave; tuttavia quella di mantenere inalterate le norme finora vigenti, ossia che i mezzi pubblici possano essere pieni fino all'80% della loro capienza. In tanti per&ograve; chiedono ulteriori scaglionamenti degli orari d'ingresso delle scuole per diluire la presenza degli studenti su autobus, metropolitane e pullman. Patente, i punti tolti saranno notificati solo via mail o smartphone Pieni fino all'80% Il tema di un'eventuale modifica delle norme che regolano i mezzi pubblici in tempi di pandemia &egrave; stato affrontato ieri nel tavolo convocato dalla Ministra dei Trasporti Paola De Micheli. Al termine dell'incontro, a cui hanno preso parte anche esponenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, &egrave; stato deciso di mantenere inalterate, almeno per il momento, le norme che limitano la il riempimento dei mezzi pubblici all'80% della loro capienza. Nessuna riduzione dei posti, quindi, in quanto stando ai dati del Ministero autobus e metropolitane al momento registrano in media il 55,60% dei posti occupati.  Da pi&ugrave; parti tuttavia arrivano richieste di migliorare le condizioni di sicurezza sui mezzi pubblici, aumentando il numero delle corse e scaglionando gli ingressi nelle scuole. Soprattutto quelle di grado superiore, i cui studenti tendono a usare pi&ugrave; di tutti gli altri i mezzi per arrivare in classe. Una proposta che, pur tra le polemiche, &egrave; sostenuta da sempre pi&ugrave; Regioni, con in testa la Lombardia: &ldquo;In questo modo &ndash; spiega l'assessore ai Trasporti e Mobilit&agrave; sostenibile, Claudia Maria Terzi - &egrave; possibile alleggerire la pressione sul trasporto pubblico locale, che per&ograve;, va detto, registra un tasso di frequentazione assolutamente nei limiti dell'80% previsti dal Comitato tecnico scientifico&rdquo;. Dal Ministero arrivano aperture alle Regioni, con la promessa di aprire tavoli locali per affrontare le situazioni di maggiore criticit&agrave;. Contrari a un ulteriore scaglionamento degli ingressi sono per&ograve; i presidi, secondo cui proseguire su questa strada &egrave; &ldquo;impossibile&rdquo;. Nuovo Codice della Strada, agenti di polizia: multe anche fuori servizio       

Dalle Regioni la richiesta di scaglionare ulteriormente gli ingressi delle scuole

Mezzi pubblici, il Ministero conferma la capienza all'80%

        La riapertura delle scuole costituisce un passo importante per il nostro Paese, che dopo mesi di lezioni a distanza e le vacanze estive vedr&agrave; milioni di studenti tornare in classe. E a fare del rientro in aula un&rsquo;incognita non ci sono solo le questioni legate al distanziamento sociale e delle date della riapertura, ma anche il nodo degli spostamenti. A causa della paura di contrarre il virus sui mezzi pubblici, moltissimi studenti cambieranno il modo di coprire il tragitto casa-scuola, privilegiando sempre pi&ugrave; i veicoli privati. A fotografare la situazione a pochi giorni dalla riapertura &egrave; Subito.it, tramite uno studio affidato a mUp research e Norstat su un campione di famiglie con figli di et&agrave; compresa tra i 2 e i 18 anni. Il sondaggio ha rivelato che quasi un terzo dei bambini e dei ragazzi cambier&agrave; il modo in cui raggiunge la scuola per questo primo anno scolastico iniziato nell&rsquo;epoca Covid. Autovelox e pedoni: cosa cambia nel Codice della Strada Meno mezzi pubblici, pi&ugrave; auto private La tendenza pi&ugrave; evidente fotografata dal rapporto &egrave; quella di una disaffezione delle famiglie con figli studenti verso i mezzi pubblici, considerati come possibili ambienti di contagio: autobus e tram verranno scelti dal 14,9% dei ragazzi, contro il 16,7% del 2019. In calo anche metropolitane e treni, che si fermeranno al 2%, e lo scuolabus, che scender&agrave; dal 7,6 al 5,2% delle scelte. Di conseguenza aumenteranno sensibilmente le famiglie che porteranno i figli a scuola con mezzi privati, auto e moto: la loro quota passer&agrave; dal 50,2 al 57%, con attese conseguenze sul traffico e sull&rsquo;inquinamento. Ad aumentare per&ograve; saranno anche coloro che compiranno il tragitto casa-scuola a piedi: dal 31,1% dell&rsquo;anno scorso si arriver&agrave; al 31,7%: in totale, quasi 2,7 milioni di studenti. Rolls-Royce, una bambina di 8 anni ha disegnato la nuova cabriolet Abitudini diverse Secondo il rapporto il cambio di mezzo, totale o parziale, riguarder&agrave; complessivamente quasi un terzo degli studenti, pari a circa 2,5 milioni tra bambini e ragazzi. A stimolare questa trasformazione sar&agrave; anche lo scaglionamento degli orari di ingresso, che obbligher&agrave; molte famiglie a riformulare le proprie abitudini. La paura del contagio resta comunque la motivazione maggiore. Tra le famiglie che cambieranno mezzo di trasporto una su due (875mila nuclei) lo faranno per evitare occasioni di far contrarre il virus ai figli, il 30,1% per il cambio di orario d&rsquo;ingresso e il 24,1% per motivi familiari. Il timore del virus coinvolge soprattutto le mamme (preoccupate per il 67,6% contro il 64,4% dei pap&agrave;) e le famiglie con figli che frequentano scuole primario di primo e secondo grado (rispettivamente con il 72,7 e il 78,2% di genitori che temono il contagio per i figli). A preoccuparsi sono soprattutto le madri e i padi dei ragazzi che si recano a scuola da soli e che non possono di conseguenza essere controllati. Inseguimento da film nel reggiano, un 16enne scappa dai Carabinieri       

Gi&ugrave; i mezzi pubblici, boom di vetture private. Ecco lo scenario fotografato da Subito.it

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Tragitto casa-scuola, uno studente su 3 cambierà mezzo di trasporto