        Nel male diffuso, qualcosa di buono il lockdown ce lo ha insegnato. Lo sostiene Angelo Sticchi Damiani, presidente dell&rsquo;Automobile Club d&rsquo;Italia. "L&rsquo;isolamento ci ha insegnato due cose importanti. Primo, che &egrave; possibile lavorare in smart working, risultare efficienti a distanza e ottimizzare il tempo. Due mesi fa non lo immaginavamo. A Roma, dove si impiega anche un&rsquo;ora e mezza per raggiungere il posto di lavoro, lo smart working ha permesso di svolgere all&rsquo;80% lo stesso lavoro che si faceva dagli uffici. E ha consentito di sottrarre meno tempo alla famiglia e non caricarsi di costi di spostamento. Questa esperienza si riveler&agrave; un grande vantaggio per le pubbliche amministrazioni e gli enti statali. Ma andr&agrave; regolamentata". Incentivi anche per auto fino a 95 g/CO2 Il secondo aspetto positivo qual &egrave;?  "Abbiamo avuto la riprova che non &egrave; l&rsquo;automobile la responsabile dell&rsquo;inquinamento! A Roma, senza traffico e dopo un fermo auto di un mese, c&rsquo;&egrave; stato un aumento dell&rsquo;inquinamento. Lo dimostra la ricerca di un ente inglese. Il motivo &egrave; che la gente, stando chiusa in casa d&rsquo;inverno, ha usato di pi&ugrave; il riscaldamento delle abitazioni. &Egrave; la prova che le auto incidono quasi nulla sull&rsquo;inquinamento ambientale. E questo dovrebbe far riflettere l&rsquo;opinione pubblica sul tema della mobilit&agrave; privata e dell&rsquo;automobile". Per&ograve; proprio a proposito di mobilit&agrave; privata o pubblica, pare che i comuni vogliano penalizzare l&rsquo;auto invece di vederla come una soluzione...  "&Egrave; vero. Si sta diffondendo l&rsquo;idea di restringere in certe citt&agrave; le corsie per le auto creandone altre per le biciclette. Lo ritengo sbagliato! L&rsquo;hanno appena fatto a Corso Buenos Aires, a Milano. Col risultato di aver provocato ingorghi riducendo lo spazio per le auto mentre le corsie per le bici restano quasi deserte. Considero un errore privilegiare un tipo di mobilit&agrave; rispetto ad un&rsquo;altra". Automotive Lab di Auto: a giugno un grande convegno per ripartire Cosa fare allora?  "Si dovrebbe tener conto di tutte le esigenze. La bicicletta &egrave; un mezzo bellissimo, ma pi&ugrave; di svago che di lavoro. Non &egrave; la soluzione per tutti: per la mamma che deve andare a fare la spesa o per l&rsquo;anziano che sui pedali pu&ograve; rischiare cadute o incidenti. Io auspico una sorta di democratizzazione della mobilit&agrave; privata: ognuno scelga il proprio mezzo ideale senza che l&rsquo;amministrazione comunale forzi la mano a favore di una o dell&rsquo;altra categoria. Il maggior segnale di democrazia verso i cittadini &egrave; far scegliere a chiunque come preferisce muoversi: in bici, in scooter, in moto, in monopattino o in auto".        

<p>Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI, sostiene che i Comuni non devono privilegiare categorie a scapito di altre. Il cittadino deve poter scegliere</p>

1 risultato per 'mobilità pubblica'

Verso una mobilità privata democratica